Essendo con grande plauso e gratitudine confermato per Capo Preside
Della Filarmonica Accademia di Rovigno Il Revmo. Sigr. D. Rocco Can.co
Angelini
Vola la fama dal Batro a Tile,
Onde è c'infiorami a secondar gl'adorni
Melodici concerti eh via ritorni
Orfeo di te cantar Vate gentile.
Qual d'invito valor Nochier accorto,
Salvo da scogli, e da ciascun periglio,
Suol con gloria guidar la Nave in porto.
Tal spero dell'invidia a grace scorno
Brillar vedere con comune Consiglio
Dal nostro Mecenate il Capo adorno.
In segno di stima e gratitudine
Essendo con grande applauso confermato per Capo Preside della Filarmonica
Accademia di Rovigno Il Revmo. Sigr. Can.co D. Rocco Angelini
Ove le grazie son ch'a voi deggiamo?
Gentil Signor, che qui d'appresso
A noi Sociati a farci onor sedete
.... non le veggiamo.
Ah! guardate ove son, sono in voi istesso
In voi che singolar preggio n'avete.
Or desse a voi
Rendan se stesso, e 'l merto avvan per noi.
In segno di stima e gratitudine
A.S.
In lode del Revmo Sigr. Rocco Angelini Can.co Sopranumerario della
Colleggiata Insigne di Sant'Euf.a che con singolar merito sostiene la Presidenza
nella Compagnia Filarmonica da esso Lui instituita
1. Sorga solenne e celebre
Questo sì fausto giorno,
In cui fra suoni e cantici
Lieto facciava soggiorno.
2. Della Divina Musica
I Partiggiani Numi
Scendono con Apolline
Il Donator de' Lumi.
3. Scenda l'illustra Copia,
Che in Nicona siede,
Vengano ancor lr grazie
Col Dio, che tutto vede.
4. Allor vieppiù pregevole
La musica par sia,
Quando congiurata miravi
Coll'alme Poesia.
5. Ambe d'origin traggono
Dall'armonia celeste,
Son armonie di numeri
L'una, e l'altra di queste.
6. Son due Sorelle Nubili
A noi dal Ciel mandate:
Cure moleste, e torbide
Da lor sono esiliate.
7. Che mai farebbe il misero
Uomo nel basso Mondo,
Se queste Dive amabili
Col senso son gioconde
8. I cuor non sprigionassero
Ponendo in Libertade
Da pensier tetri e lugubri
Figli di Umanitade?
9. Ma dove mai trasportami
Dal natural mio luoco?
M'infiam'estro Apollineo
Di sacro ignoto fuoco.
10. In alto troppo celere
Spingo l'ardito volo;
Da tant'altezza attonito
Calo radendo il suolo.
11. Non vuo' co' venti rapidi
Contrasto far, e guerra,
Cigno palustre e debile
Voglio restar in terra.
12. Signor al vostro merito
Volgo li carmi miei;
Nè vi dovete offendere
Se vi propongo ai Dei.
13. Le lodo lor derivano
Da nostra dipendenza;
Le vostre poi dell'intimo
Senso di riverenza.
14. Voi di Noi tutti il Principe
L'Accademia reggete;
Voi mecenate provido,
E nostro .... siete.
15. Quanta dolcezza osservasi
Nel vostro nobil tratto!
Cortesia splende affabile
In ogni vistro Atto.
16. Chi mai, chi può resistere
Al giubilar, che ispira
Il guardo vostro amabile
Quallor brillar si mira?
17. Voi siete il vivo spirito
Del nostro Corpo illustre;
Vostra Mercè qui scorgesi
Ogni un'all'opra industre.
18. Io ben direi, che giungono
I chiari merti in voi
Dai noti lidi esperj,
Insino ai lidi eoi.
19. Se non temesso offendere
Quel modesto contegno,
Che sopra gli altri innalzavi,
Di lor vi fa più degno!
20. Ognun v'è quivi suddito,
Al Padre come il Figlio,
Spira per tutto l'ordine
Prudenza, onor, consiglio.
21. Signor concesso siami
Che vostre lodi io canti;
Lodi, che non adulano
Lodi, che non son vanti.
22. Evviva dunque gridino
E gli uomini, e gli scanni
Viva la stirpe Angelica
Viva per molti anni.
23. Evviva ancor la Nobile
Nostra Congregazione,
Evviva l'Accademia,
E con'un, che la compone.
24. Sorga solenne, e celebre
Questo si fausto giorno,
In cui fra suoni, e cantici
Lieto facciam soggiorno.
Fran.co Bichiachi