P r o f e z i a d ' I s a i a
Cap. XIV. v. 29. 30. 31
Poichè ratto è il flagel che ti battea,
Non t'allegra però, empia Filiste:
Un potente uscirà da serpe rea,
Che fia che tutta un dì t'appesti e attriste.
E pane avrà la povera Giudea:
Non le tue genti sì malvagie e triste,
Che di fame morran. Oh Filistea !
L'ultime stragi tue non hai previste.
Già sotto a immensi guai giaci prostrata,
Verrà il nembo dal torbido aquilone;
Chi resiste alla tua tremenda armata ?
Chi contro Dio discenderà in agone ?
Dio, che impugna fulminea spada irata ?
Dio, che dona e ritoglie le corone ?
Antonio Angelini
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