Per
le fauste nozze
Costantini_Costantini
Giacomo
Angelini
Liete Ancelle dell'Idalio Nume
sensibil Alme, del rosato Imene
poste a formar quà giuso
il casto regno di Giuseppe e Chiara
Amanti e Sposi i teneri trasporti
qui volate a mirar, quivi si tragga
de' loro affetti l'amorosa scena.
Bello il veder della vezzosa Chiara
la bianca man di latte
stringersi al cor l'innamorato Sposo!
Bello il veder suavemente a lui
i guardi al viso, e le parole al core
Ella vibrargli! oh qual nell'Alma scende
al vagheggiar quel delicato viso
inudita dolcezza! Ove son colti
i languidetti fiori, ond'Ebe il volto
le sparse ? e qual cinabro
le tinse il roseo labro,
su cui spunta talora
un sì gentil sorriso
che piace ed innamora ?
Ma gli occhi a Lei deh non miriam, che in essi
ha il faretrato Amore
coll'arco teso a ferir pronto il core.
E il sa Giuseppe a cui d'ampia ferita,
Chiara, piagasti il sen: per te in quell'alma,
come s'un'ara, che per Nume avvampi,
un foco gli arde inestinguibil puro:
tutto ama in te ma più quell'Alma bella
quell'alma schietta ed innocente e casta,
che nel candido sen t'han posto i Numi,
perchè'adorata, il suo Fedel riami.
Oh quante volte del tuo dolce Amante
or sugli occhi, or sui labri, ora nel seno
a riposar ti vola,
rapidamente il fervido pensiero!
Del suo Ben la memoria a lui desta
il bel giglio la rosa purpurea:
del suo Bene a Lui sembra che parli
s'aurea lieve a spirare s'è desta:
mormorando se scorre un ruscello,
il bel nome di Chiara a Lui suona:
e di Chiara l'amor gli ricorda,
se gorgheggia dai rami l'augello.
Ma che? se impero tanto
hai in quel core d'un medesimo affetto
l'ami tu pure, a te nel seno uguale
fiamma ei ti desta, egual desio l'amore.
Felice te cui gustar v'è dato,
Sposo gentil, da sommi Dei quà giuso
i piaceri miglior d'un bel destino!
d'Astrea la figlia, di Minerva amico,
e a Vener caro. Ella di Chiara al viso
diede gl'ingenui versi, e al corpo vago
la leggiadria vivace,
la fè tua sposa, ed educò que' labri
Ella a baciarti, e 'l fervido trasporto
per stringerti al ben sen dessa lo infuse.
O ad amar solo nati,
e in amar fortunati
Giovani Sposi! con fatidico estro
quai pronti in Cielo ad apparir per voi
di lieti io scorgo, astri brillanti e amici!
A vostri amor giammai
freddo sospetto, e dubbia cura un'onta
fia che vi arrechi. Dall'Oceano fuora
non sorgerà l'Aurora,
che stretti voi negli amorosi amplessi
non vi saluti, nè la cheta notte
ricoprirà d'oscuro vel le cose,
nè fischieranno i gelidi Aquiloni,
e i Zeffiretti coi ridenti fiori
mai scherzeran, che dolci
non siano sempre i piacer vostri. Intorno
a Voi le Grazie, e gli Amorin scherzoi
intreccieran danze leggiadre, e intanto
un ricco don Fecondità dal Cielo
vi sarà generosa
d'una progenie amabile vezzosa.
Ma quale a Chiara un pudibondo or tinge
roseo color le guancie ? a Lui tremante
porge la destra, e in viso a poco a poco
le si mostra del cor l'ardente foco.
Dolcemente sospirando
Lui sogguarda, e il core intanto
le va in seno palpitando.
Oh! seguite gli amorosi
di vostre Alme ardenti impulsi,
Fortunati Amanti, e Sposi.
Rovigno 1813
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