Accorti del più cordiale fra suoi Amici, all'Ill.mo Sigr. Giuseppe
Angelini
Che parte per Rovigno sua Patria dopo d'aver riportato gloriosamente in
Padova
la Laurea Dottorale in ambe le Leggi:
Oimè! quanto son io fatto mendico,
Che da te, mia dovizia or
mi scompagno!
Qual duol mi prema, e come
qui rimango
Tel dica il pianto mio ch'io
non tel dico:
Almen, se dei lasciarmi, odimi riedi
Riedi all'Oreste tuo, che
troppo è il mio
Viver crudel se un vero
amor tu credi.
Amor si fa un cuor solo, un sol desio;
Ben se cari ci siam lo sai,
lo vedi;
Rivoca, cangia... Ah che
deliro... Addio.
N.N
.