I N M O R T E
Dell'Egregio nostro Concittadino
JACOPO DOTT. ANGELINI
Ove un lamento flebile s'estolle
Come di figli a cui sia il padre tolto,
Ove scorgi di pianto il ciglio molle
Com'uom da danno irreparabil colto;
Sovra ogni viso un duolo, una oppressura,
Una tristezza di comun sventura.
Del natio colle su per l'erta via
Mentre la salma inanimata sale,
Tacita, immota, sta una turba pia,
E mormorando vien l'ultimo vale:
Riposa in pace spirito gentile
Agli angeli del ciel fatto simile.
Te omai disciolto da terreni affetti
Forse non tocca sterile compianto,
Che si solleva dagli umani petti;
Ma pur di tue virtù, del puro e santo
Amor che la tua bella alma nutria
Più certo e fido testimon non fia.
Te lo smarrito nell'aspro sentiero
Della vita, ebbe a guida e conforto,
Te il tapino prescelse a consigliero,
Quasi a nocchier, che lo conduca in porto,
Da te ogni afflitto la santa parola
Ebbe, che lo rinfranca e consola.
Come se privo della stilla usata,
Che di sera ricade o in sull'aurora
Da benefica man in lui versata,
E dall'ardor del giorno lo ristora,
Ogni arbusto, ogni pianta ed ogni fiore
Illanguidisce e insterilito muore.
Così rimase per la tua partita
De' tuoi concittadin l'eletta schiera,
Muta piangendo d'una cara vita
Spento l'ultimo raggio innanzi sera.-
Ma in lei di te restò desio,
Che tua memoria omai vinto ha l'obblio.
Riposa in pace spirto benedetto
Nelle beate region del cielo,
E là t'inebbria nel raggiante aspetto
Della infinita luce senza velo:
Già il vero eterno a te colà disserra,
Quanto hai cercato e non trovasti in terra.
Ma se fra i gaudii del nuovo soggiorno
Volger quaggiù lo sguardo ora t'è dato,
E riposarlo de' tuoi cari attorno,
E sovra ogni mortale oggetto amato;
Deh! ti sovvenga spirito cortese
Di quanto amor t'amava il tuo paese.
E ognor propizio alle sue sorti arridi,
Alla rara pietà de' figli suoi:
Poi ti sovvenga talvolta dei fidi
Or desolati e lassi amici tuoi,
Che serberan di te grata memoria
Qual d'una gemma della patria storia.
Antonio Dott. Barsan
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