GdeA
All'alma mia tranquilla un giorno ho detto:
Udisti, o mia sorella,
Pietro * di Dio parlar cose inusate ?
Gli accendeva di amore la favella
Lo Spirto benedetto,
Che di fiammelle nel visibil velo
Giuso piovea dal Cielo
Quando fu già perfetto
Ciò che suonaro un dì l'Arpe inspirate,
Onde portò del Verbo ogni seguace
Per tutta terra del Vangel la face.
Lèvati, o suora, dal terreno impaccio
Che sì ti tien al suolo,
E giacchè il Fabbro eterno agil ti fece,
E l'ali ti diè pronte ad arduo volo,
Rompi il tuo lento ghiaccio,
E ver la Patria dell'Empirea vita
Libera fa salita:
Sciolse l'antico laccio
L'onda del sacro Fonte - e ormai ti lece
Volger lo sguardo al tuo Divin Signore
Sin nella Reggia del celeste Onore.
Dell'Aquila veloce oltre le mete
Va di lodi il concento
Della Natura, al suo Fattore omaggio;
E assidua un'armonia nel Firmamento
E' di stelle e comete,
Dura a nostra ragion, facile a Dio. -
Ei con la man ordio
Le mobili e le chete
Sostanze, e alcune le abbellì d'un raggio
Pieno di vita, ed altre sottopose
Alle virtù nei maggior corpi ascose.
Cotanta di stupende opre grandezza
Pria del tempo non era,
Nè, qual fingea sapienza umana altera,
Ad errar cieco avvezza,
Viva di moti vorticosi azione
Per la eterea regione
Diede forma e bellezza
A inerti masse; ma da Oriente a Occaso
Pronta a Dio surse quella varia gloria
A un cenno, che sul nulla ebbe vittoria.
Timida non ti arretra a tanto lume,
Chè più nobil tu sei,
E prediletto al tuo Fattor lavoro.
Chi narrar può tutti i solenni e bei
Fregi, e il vivido acume
Onde ti diè col suo spiro dovizia
D'Eden nella letizia ? -
Tu a Lui somigli; e il fiume
Ti apri di grazie, e d'immortal ristoro.
Oh mia compagna! oh assai pura e felice
Pel Sangue che irrigò la gran Pendice!
Un Inno adunque al Genitore avanza. -
Padre, digli, che siedi
Onnipotente sull'immoto Trono,
Santo tu sei; nei cor, nel bujo vedi,
E sei di ciò, che ha stanza
In terra e in Ciel, principio unico, immenso,
Di eterno amore accenso;
Tu susciti la danza
Degli Angeli, e Signor Tu sei del tuono;
Tutto prevedi; ma di Adamo ai figli
Libero fai che ognun suo sentier pigli.
Felice chi Te Dio confessa e cole,
E all'ara tua si prostra,
Nè inutil fa la grazia tua cortese! -
Ti adori ognuno, e dove il dì s'innostra,
E dove ascoso è il Sole;
Nè spunti fiore al mondo in piaggia aprica
Che Te non benedica;
E sien tue laudi sole
E in terra e in mare e in colli e in piani intese.
m
Udrai, Sorella, al tuo divoto canto
Suonar d'intorno = Santo, Santo, Santo.
Tu che sai, Pietro, ciò che a Dio più piace,
Al labbro mio i sublimi
Cantici apprendi: tu del Brenta in riva
I giovani guidasti anni miei primi,
Quasi benigna face:
E te seguia d'almo intelletto ornato
Anteo ** mio dolce, amato. -
Ahi che in sepolcro or giace
Quel Saggio, che a virtute il cor mi apriva!
Le pie zolle col mite pianto onora
La mesta notte e la vergine aurora. |