Protocollo delle festività in occasione del battesimo del figlio del Podestà Barozzi 
tenuto al S. Fonte dei Sindaci del Popolo

 

                  In nomine Domini. Amen

         Addì 7 marzo 1773, ind. sesta. in Rovigno

     Constituiti innanzi a me Nodaro, e testi infrascritti il Nob. Sig Conte Giuseppe Califfi e l'Ill. Sig. Antonio Angelini qm. Angelo Sindici ultimamente usciti del Popolo, e facendo in ordine alla Parte del Consiglio del Popolo stesso de dì 29 marzo pross. pass. con la quale furono incaricati detti Sig.ri per compimento del loro merito, come spiega la Parte stessa, a poner minutamente negli atti miei, colla maggior esattezza e brevità, e far registrare la memorabil funzione dei 18 giugno 1771 con altre cose preclare e degne di memoria che susseguitarono e anche precedettero la funzione medesima, a perpetuo decoro dell'Università del Popolo di Rovigno, a lume e regola dei Successori, instarono perciò che a perpetua memoria e pel fine comandato fosse da me registrato quanto segue, non avendo potuto prima d'ora render ciò adempiuto per giusti motivi.

                   Addì 22 maggio 1771

     Giunto in visita S.E. Nicolò Donado Podestà e Capitano di Capodistria, gli Spp. SSri. Sindici gli si fecero incontro al molo grande dove sbarcò, e furono ricevuti con tutta umanità, e con visibile decoroso aggradimento. Lo stesso seguì nelle pubbliche giornaliere Audienze, alle quali detti Sindici intervennero durante la Visita, essendo stati sempre distinti nel posto e nelle accoglienze.

                        27 detto.

     Al Sontuoso banchetto del giorno d'oggi furono invitati, intervennero ed ebbero il primo posto e trattamento dopo la veneta Nobiltà gli Spp. Sig. Sindici.

                        29 detto.

     Avendo voluto intervenire S.E. il Podestà e Capitano alla Esposizione del Venerabile in Chiesa, fece invitare e render precisamente avvisati col mezzo del Cancelliere gli Spp. Sig.ri Sindici del Popolo, i quali si portarono a servire S.E. con tutta prontezza. Dopo chiesa si passò alla visita dell'Archivio, quindi in Palazzo, dove detti Sindici furono spettator delle pubbliche feste fatte sulla Piazza dai Sig.ri della Comunità ad esso Podestà e Capitano di Capodistria, ed ivi si trattennero, finchè finite le feste, la Conversazione e il trattenimento, accompagnarono S.E. a casa.

                        1 giugno

     Partì S.E. e li Sig.ri Sindici andarono ad accompagnarlo sino al luogo dell'imbarco.

                        6 detto.

     Gli Spp. Sig.ri Sindici ebbero l'invito di tener al Sacro Fonte in nome del Popolo il nato figlio di S.E. Zorzi Barozzi di S. Pietro attual Podestà che si degnò far l'invito medesimo ai detti Sig.ri Sindici i quali di buona voglia concorsero a ricevere così grande onore per la prima volta, non essendo esempio che i Sindici del Popolo abbiano avuto per l'inanzi una consimile decorazione.

                       19 detto.

     Noi Sindici del popolo unitamente a S.E. il Podestà, con altre persone qualificate, con barca ben in ordine e fiammeggiante di bandiere con la compagnia di spari continuati siamo andati ad Orsera a levar Mons. Gasparo Neri vescovo di Parenzo, destinato dall'E.S. a battezzare per maggior risalto della funzione.

     Giunti in Orsara fummo accolti e ricevuti coll'incontro personale di S.S. Ill. e Rev. e con tutti gli onori del Castello. Fummo trattati a lauta mensa e sempre coll'osservanza delle competenti distinzioni alla Carica.

     Abbiamo fatto il nostro ritorno ed ingresso in Rovigno colla più desiderabile e squisita magnificenza, accompagnati da continui incessanti spari di tutte le barche popolari ch'erano in porto, oltre il fuoco che faceva la nostra barca e la Terra medesima; accompagnati pure dalle più vive e straordinarie acclamazioni del popolo accorso in folla considerabile per vedere la faccia del suo Pastore e dar contrassegni di stima e di aggradimento al N.N. Rappresentante per le sue qualità e vantaggiose disposizioni.

                       15 detto

    Il Capo di Cento praticò gl'inviti che da S.E. il Podestà fu incaricato di praticare in divisa verso tutte le persone destinate e prescelte ad intervenire per la funzione del giorno di domani.

                       16 detto.

     La mattina a bell'ora e con buon ordine tutte le barche degli amici popolari, ch'esistevano nel porto del modo, tirate a cordone, spiegarono le loro bandiere con accompagnamento di generosi spari. Nel dopo pranzo alle ore diecinove, il campanile del Duomo cominciò a festeggiare col suono del Campanò, che durò fino a mezz'ora di notte alternandolo con tiri di moschetto e tutte le barche fecero fuoco. Verso l'ora ventidue si andò in Chiesa. Nel cader giù di Palazzo dato il segno dei mascoli in Riva, le barche rinnovarono il fuoco, il quale incessantemente fu continuato sino quasi a sera e le 24 cernide ordinate e disposte per far luoco alla calca, fecero una generale salva, cui in seguito replicarono due volte, una al tempo della funzione fuori della porta della Chiesa, e l'altra nel ritorno a casa sulla piazza di S. Damiano.
     Fra gli spari adunque non interrotti così da mare che da terra, fra l'evviva universale del Popolo esultante con magnifica pompa e colla spalliera delle Cernide, essendo i balconi delle case per dove si passava tutti addobbati con tappeti ed altre festose suppellettili, si pervenne al tempio dei Santi Giorgio ed Eufemia, dove entrati con orgaano, andarono gli Spp. Sig.ri Sindici nel solito loro stallo (1), i ed i secolari ch'erano di corteggio, vestiti in gala, compartironsi metà per parte descendendo due vaghissime ali dall'altaretto preparato nel mezzo della Chiesa sino alla porta maggiore in linea retta.

     Gli ecclesiastici poi che seguirono il Prelato, indossata la cotta dai Sacerdoti, e con la cotta dai Canonici la zanfarda, fecero maggiormente spiccare la funzione del vescovo e del battesimo, nella quale Padrino al Catechismo fu il Sindico Angelini, e padrino al Sacro Fonte fu il Sindico Califfi, avendo contentato il primo, benchè maggior d'età di cedere la mano al secondo, benchè più giovane, a titolo d'onorificienza.

     Compita la sacra funzione fu dal Sindico più vecchio estratta fuori d'una borsa una medaglia d'oro, la quale col mezzo d'un cordone parimenti d'oro, fu dai Sindici concordemente appesa al collo del Figlioccio per regalo, tanto più da compatirsi, quanto nel breve periodo di pochi giorni restò fissato con nobil idea, e da professori rovignesi con sollecita mano eseguito.

     Era la suddetta medaglia della grandezza di un'Ostia, lavorata a guisa di rilievo ed avente nel diritto l'arma Barozzi con all'intorno Pietro Georgii Barozzi Praetoris filio Populus Rubin. D.; e nel rovescio questa iscrizione: II viris Josepho Califfi Com. Antonio Angelini Sacri Fontis Decoratis. 1771.

     Costò la medesima come segue:

                  Suo valore intrinsico                L. 425
                  Valore del cordon d'oro                83
                  Fattura   .  .  .  .  .  .  .                    30

                   In tutto  .  .  .  .  .  .  .              L. 538

     (Qui segue la nota delle mance dispensate dai Sindici e dalle persone invitate che furono in numero di 57).

     Nel ritorno, fatto di tutti un corpo solo, si tenne l'ordine seguente. Precedeva l'Infante con tutto il suo trono battesimale rifulgente pei propri suoi addobbi, ma rifulgente anche per la medaglia regalata: susseguitava Monsignor Vescovo in mezzo dei due Sindici; indi veniva tutto il Corteggio, accompagnato un secolare con un ecclesiastico, finchè furono ecclesiastici.

     S.E. il Podestà fece l'incontro fuori dalla porta del pubblico Pretorio Palazzo, in bastone e spada servito dal suo Cancelliere, e dato un bacio in fronte ai Sindici suoi compari li fece salire innanzi di lui. Egli soffermossi in sala a complimentare cadauno del seguito, e frattanto Monsignore fece allegrezza dal finestrone con isparger monete al Popolo; il che fu assecondato dai Sindici a larga mano e venne proseguito quasi da tutti per tutte le finestre. Quindi comparve nobile generoso, distinto banchetto, a mezzo il quale fu recitato il seguente sonetto.....

     Col finir del giorno finì anche il rinfresco quanto nobile come si è detto, altrettanto copioso; mentre oltre aver servito con abbondanza a settanta due persone, vuotaronsi al Popolo fuori delle finestre moltissimi panieri.

     Circa mezz'ora di notte, premessa una salva di mascoli, si accesero i fuochi nella Piazza ed in qualche contrada del paese, le barche ripigliarono il tuono degli spari, ma più lentamente restando illuminate da balloni messi a disegno per gli albori, per le corde e per le antenne; il che rendeva un vago spettacolo sul mare accompagnato da una quantità di rocchette, che alternativamente a quelle di terra venivano accese. Anche il campanile del Duomo comparve illuminato da simili balloni, e da fuochi inglesi delle botteghe di Costola e Bazarini. Il tutto durò sino alle tre ore, nel qual frattempo con acqua di limone e caffè fu continuamente trattata la gente in palazzo da S.E. il Podestà, il quale alla generosità del giorno ha voluto accoppiare quella della sera.

                       17 detto.

     Florida conversazione a Palazzo e niente dissimile dalle sere precedenti a dalle sere susseguenti. A renderla più brillante del solito concorse la lettura del seguente Sonetto, che dopo letto fu rassegnatoa S.E. il Podestà ed al mitrato suo ospite...

                       19 detto.

     I sindici furono onorati della visita di Monsignor Vescovo.
 

                       20 detto.

     Partì Mons. Vescovo accompagnato sino al molo da S.E. il  Podestà e dai Sindici oltre numeroso seguito di persone, con incessanti spari dalla barca e con due salve di mascoli in Riva.

                       24 detto.

     S.E. il Podestà preceduto dalle Livree e servito dai Sindici suoi compari e da altri soggetti, portossi ad ascoltar Messa nella Chiesa di S. Giovanni Battista ... (quella tenuta in jus-patronato dalla famiglia Angelini). Nella Piazza nova poco distante dalla suddetta Chiesa si fecero otto tiri di mascolo...

                       26 detto.

     S'ebbe lo spiacevole avviso da S.E. Compare, col mezzo dello staffiere che il Figlioccio morì.

                       27 detto.

     Fu data sepoltura al figlio di S.E. Podestà con organo, palco ed accompagnamento. Gli Spp. Sig.ri Sindici hanno immediate seguito il cadavere, e nella Chiesa sono andati al loro posto. Fecero ritorno in pubblica forma preceduti dalle Livree e accompagnati da seguito ben numeroso di persone.

                       29 marzo 1772

     Tosto che fu pubblicata l'elezione di S.E. Zorzi Barozzi Podestà in Protettore del Popolo fatta dal Consiglio ridotto al n. di 123 Capi di famiglia con voti 122, si diede fuoco ai mascoli che stavano preparati in su la piazza e tutte le barche dei Popolari ch'erano in porto spegarono bandiera e fecero i loro tiri S.E. ringraziò il Consiglio con parole proteste magnifiche. Presenti Sig. D.n Zuanne Dr Beroaldo del Sig. Vincenzo, e Sig. D.n Francesco Segala testimoni. Mattio Ferrarese Pubblico Notare di V.ta Aut. ho fatto con mano a me fedele copiare da miei Atti Notarili le presenti, ed incontrate, concordando, in fede mi sono sottoscritto e segnato L.S.N. "

Qui termina l'atto notarile redatto con lo scopo di perpetuare ai posteri l'alto ricoscimento e le onoranze attribuite alle maggiori cariche del corpo dei popolari.
 
 
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