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Tra adusti Fauni
Ed eburnee Ninfe
Turbinoso ridestarsi.
II
Seriche trame
In bava di parole
Il bozzolo filo.
IV
Sogno fanciulle
E baci rubati al
Chiaro di luna.
Sul limitare
Ancora indugia il sonno
Dormi ! a domani.
Il sonno grava palpebre aduste
A lampi traluce l'agognato miraggio.
Scroscio ritmato
Su ondeggianti chiome
Lavacro estivo.
La pioggia estiva
Mi coglie in un tempo
Meravigliato.
IX
Gelo improvviso
E l'anima stupita
Mesta trasale.
X
E' la donna la misura della vita
Nell'accogliente incavo
Il mio vivere, il mio morire.
Panici sogni
Dalle basse scogliere
Profumo d'alghe.
XII
Salso profumo
Si ridesta il fauno
Notte silente.
XIII
Scintilla al sole
La bava di lumaca
Lungo la strada.
Sussurra il vento
Scorrono le nuvole
Ignoto approdo.
XV
Nuvole in fuga
Nel cielo rosso striato
Come pensieri.
XVI
Invano tento
L'inviolato giardino
Recinto chiuso.
XVII
Notte d'Arabia
Un fiore misterioso
Esala aromi.
XVIII
Bocche assetate
Minuscole corolle
Nella penombra.
XIX
Il rincorrersi
Frenetico è vano
Canto d'uccelli.
XX
Sole smaltato
Sopra le antiche mura
Un bagno d'oro.
XXI
Nel crepuscolo
Perdura l'incantata
Eco, cicale.
XXII
Un'ala crudele la mia vita opprime
Ed in me, pietà di me non sento.
XXIII
Ah questa mano che tocco
Ma altro bramo di te, più certo pegno.
XXIV
E tu pur vedrai in un attimo venir meno
La tua bellezza ed il tuo vano orgoglio.
Rimettendo in ordine alcune mie carte ho ritrovato queste due piccole poesie, datate 12 Agosto 1985, dedicate a colei che sarebbe diventata mia moglie dal 1986 al 1996. Dopo oramai 6 anni di separazione, con il dovuto distacco, mi piace proporre queste due composizioni che ricordano l'iniziale e felice momento della nascita del nostro amore sbocciato nella breve vacanza a Rovigno nel luglio 1985 anche se, come molte cose della vita, non è durato per sempre: |
I
Maledetti cannocchiali
L'isola lontana
Il sole al tramonto
La marea che sale.II
Sei tu la mia poesia
Questi giorni sono volati veloci
Non ho avuto neanche il tempo
Per la poesia del mattino.Ho preferito vegliarti tenendoti la mano.
Haiku per Rovigno |
I
Il mare a onde
Assopito meriggio
Sotto alti pini.
II
In lontananza
Il sole che tramonta
Lama di luce.
III
Brezza notturna
Un'unica linea
Tra cielo e mare.
IV
Ed è proprio qui
Tra queste vecchie mura
che sono nato.
V
Lente bracciate
In questo mare nuoto
Rasserenato.
VI
Lontano sciame
Di vele variopinte
Perso orizzonte.
VII
Mare sospeso
Un canto di sirene
Sul plenilunio.
VIII
Rimbomba il sangue
Si rincorre la mente
Alba lontana.
IX
Sul plenilunio
Si frangono le onde
Culla sonora.
X
Porto con me le
Strette e lisce calli che
Devo lasciare.
gdea |
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Fa capolino
Tra dense e nere nubi
L'arcobaleno.
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Sole ottembrino
A batuffoli rosa
Lento tramonta.
Ad un incrocio
Un volto intrigante
Subito perso.
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Metà ottobre
Dopo l'acquazzone un
Sole inatteso.
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Sole di novembre
Un pallido ricordo
Di sogni estivi.
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Quattro Novembre
Qui nell'Aspra Sabina
Ora Casperia.
Tutta Aspra è qui
Metà paese suona
Metà ascolta.
Stringozzi e vino
Eppure si torna più
Leggeri a Roma
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Rapidi giorni
Inavvertito arriva
Santo Natale
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San Niccolò. A
Noi bimbi portava
Piccoli doni.
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Basse nuvole
Ondose all'orizzonte
Cielo rosato.
Nubi, a onde
Nel combusto orizzonte
Ultimi giorni.
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Sala gremita
Lassù qualcuno ride
Scrosci di pioggia.
Maschi sospiri
Ognuno pensa alla sua
Malafemmena
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Lame di luce
Brillano all'orizzonte
Cielo plumbeo.
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Pozzanghere blù
Cielo di madreperla
Lampi di sole.
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In alto nubi
Scorrono sonnolente
Fiume d'auto.
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Sfumature di
Grigio, rosa, celeste
Oggi venerdì.
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Fine gennaio
Improvvise sbocciano
Gialle mimose
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Piatto d'argento
Tra i rami della sera
Resta sospeso
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Fredde bracciate
Quasi nessuno in vasca
Tra pini e rose.
Caldo e ventoso
Solo, a bordovasca
Il primo sole.
Ma eravamo
Così stupidi anche noi
Con le ragazze ?
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La pelle tesa
Bruciano i desideri
Sole di giugno.
Non trova pace
Scenderà la spallina ?
Seni liberi.
La poca stoffa
Dolce curva invitante
Indica la via.
Ascolto il canto
D'inavvertite ninfe
Scogli agognati.
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Cielo plumbeo
Un albero si staglia
Non prima visto.
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Scroscio di pioggia
Sotto nubi pesanti
Cielo azzurrino
Coltre pesante
Uno spicchio d'azzurro
Su bianche nubi.
E come dire
Tutte le sfumature
Di un cielo estivo?
Lampo improvviso
In un cielo da sballo
Firma d'artista.
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Così giovane
Madre di due bambini...
No, ecco il terzo.
Lì non toccavo
Ma c'erano le braccia
Di mio padre.
Dieci vasche... bè
Non poi così male
Per un vecchietto!
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Oggi, la festa
Di San Pietro e Paolo
Vasca velata.
Vinte dall'afa
Quattro grandi bandiere
Pendono floscie.
Filtra liquida
Tra nubi mutevoli
Calura estiva.
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Fiore dischiuso
Inebriante richiamo
Il suo profumo.
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Piazza Esedra
Il riso delle Naiadi
Scroscia argentino.
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Ora notturna
Il sonno gioca ilare
A rimpiattino.
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Culla sonora
Il fauno medita
Sogni rubesti.
Occhi ambrati
Sode curve brunite
Punge e pizzica.
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Pioggia a raffica
Ma lo sanno lassù che
E' sempre estate ?
Dopo lo scroscio
Tra nubi violacee
Un tenue rosa.
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Fiume d'auto
Scivola nella notte
Sordo rumore.
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Nozze lontane
Tanto che non ricordi
Neppure l'anno.
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Alzo gli occhi
Riflessi rosso sangue
Sulle finestre.
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Una uniforme
Cipria rosa su una
Roma africana.
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Quando eri un piccolo batuffolo
Ancora penzolano i verde-pallido fili sbrindellati
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Sbocciano ancora
In amorosa attesa
Fanciulle in fiore.
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La luna piena
Splendido l'alone da
Astigmatico.
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Gelo improvviso
Ed anche questa sera il
Letto è vuoto.
Note barocche
Amante non amato
Di fuori piove.
13-24 giugno 2002 |
I
Palpebre aduste
Il sognato miraggio
Svanisce a sera.
II
Non detta
A lampi traluce
La parola amore
III
Disperde l'alba
Riverbero dorato
Soliti ritmi.
IV
La solitudine
Un bozzolo, che da solo
Mi sono preparato.
V
Conchiglie bianche ritorte
Dolci tondeggianti declivi
Conchiglie bianche ritorte.
Don Giovanni a Piazza del Popolo |
Note di Mozart
Tra imbecilli un piedi
Sedere piatto.
Hotel Columbus - Palazzo Della Rovere |
Stucchi e grottesche
Negli ampi saloni dei
Della Rovere
Bianchi cavalli
Sul soffitto di stucchi
Spiccano il volo.
Satiri, ninfe e
Stemmi cardinalizi
Strana simbiosi.
7/10 agostro 2002 |
Malpaga
Giunto a Malpaga
Sulla diruta torre
Rondini in volo.
Cielo stellato
Profumi di Dalmazia
Echi straziati
Nuove ferite
Non bastavano i turchi
Case sventrate.
Zara
Di te restano
Soltanto echi di pietra
E qualche Leon.
Clape dalmate
Tra le calli di Zara
Si rincorrono.
Sgorga limpido
Un veneto cantare
Freme il Leone.
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A fine agosto
Dopo dodici vasche
Mi asciugo al sole.
In mezzo al verde
Voluttuose boccate
La faccia al sole.
La pelle tesa
Ronza la falciatrice
Scampoli estivi.
Crogiolo al sole
Importuni pensieri
Meglio tuffarsi.
f
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Sordi tamburi
Al laghetto dell'EVR
Dragoni d'acqua.
f
|
Cala la sera
Nel cielo settembrino
Spruzzi di viola.
f
|
Un solitario
Batuffolo bianco si
Staglia nel blu.
gdea
|
Nubi nerastre
Nel cielo serotino
Scie di sangue.f
gdea
|
Imposte scosse
I sussurri del vento
Sotto le coltri.
GdeA
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