LETTERA APERTA ALL'ASSESSORE ALLA SALUTE GIUSY GABRIELE

 

Brescia, 17/05/99

 

PREG.MO

ASSESSORE ALLA SALUTE

SIG. GIUSY GABRIELE

C/O COMUNE DI ROMA

Oggetto: cure gratis per le lucciole straniere

Ho letto su "Il Giornale" del 13-5-1999, pag. 16 un articolo dal titolo "Cure gratis per le lucciole straniere" che inizia con le seguenti parole: "Dal Campidoglio è in arrivo la mutua per le lucciole. Un'assistenza sanitaria completa e soprattutto gratuita della quale, se passerà il progetto presentato in consiglio comunale dall'assessore alla Salute, Giusy Gabriele, beneficeranno le oltre 4 mila prostitute straniere che lavorano a Roma e provincia…."

C'è da restare esterrefatti! Mentre molti politici, a tutti i livelli e di diverse correnti ideologiche, proclamano ai quattro venti che è necessario fare sacrifici (ovviamente raccomandazione sempre valevole per gli altri!) per risolvere i problemi economici di questo "Bel Paese", Lei si preoccupa, logicamente con i soldi dei contribuenti, di fornire assistenza medica gratuita alle prostitute straniere. Mentre molte famiglie pagano fior di ticket per assicurare, com'è loro dovere costituzionale, la salute ai figli, Lei, come ripeto, progetta, secondo quanto riportato dal Giornale, di spendere soldi pubblici per garantire l'assistenza medica gratuita a chi fa la prostituta! La prostituzione, caro assessore, non è un lavoro! E' un'attività che procura molti soldi a chi la esercita ed ancor di più a chi la sfrutta senza contribuire alla fiscalità del Paese! E' un mestiere che non riceve alcuna copertura costituzionale, diversamente dalla famiglia, per la quale in Italia, diversamente da altri paesi europei, non vi sono mai sufficienti fondi! E chi esercita la prostituzione è in moltissimi casi, se straniera, una clandestina che secondo la normativa attuale, non ha alcuna motivazione per restare in Italia (ogni stato deve risolvere i problemi dei propri cittadini!) a spese di quanti, compresi molti lavoratori stranieri onesti, vi lavorano sodo e pagano le tasse concorrendo alla fiscalità generale del Paese! Inoltre se è esatto quanto riportato da "Il Giornale" in merito alla Sua proposta, la stessa pare assumere un connotato razzista in quanto discriminatorio nei confronti delle prostitute italiane e maschilista (e i viados? Ed i prostituti maschili?).

Fatta la premessa laicista, come cattolico ed a nome di molti cattolici Le ricordo che la prostituzione è anche un peccato (tale termine è nominato 91 volte nell'Antico Testamento e 19 volte nel Nuovo) "Ma chi si dà alla fornicazione, pecca contro il proprio corpo. O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi?" (1 Cor. 6,18). E Dio ci insegna che i peccati non vanno di certo favoriti! Assolti da parte di un prete in caso di pentimento, ma non certo favoriti. Dio dice infatti. "Ritorna al Signore e cessa di peccare, prega davanti a lui e cessa di offendere" (Sir. 17,20) - "Egli non ha comandato a nessuno di essere empio e non ha dato a nessuno il permesso di peccare" (Sir. 15,20). Il problema delle prostitute non si risolve con l'assistenza medica gratuita, ma:

  1. con la conversione (che non riguarda solo loro ma anche chi le sfrutta e chi le paga per le prestazioni sessuali), com'è dimostrato da Maria Maddalena e da altre donne tra le quali possiamo includere, in periodo più vicino al nostro secolo, anche Clotilde Bersone che ha scritto le memorie autobiografiche "L'eletta del Dragone", ed. Segno che Le consiglio di leggere;
  2. mettendo in galera per riduzione in schiavitù chi con violenze, percosse o torture le costringe "a battere";
  3. rispedendo nei propri paesi le prostitute straniere clandestine.

Il resto è aria fritta!

La parabola del buon Samaritano ci edifica sul dovere dell'assistenza a chi si trova, non per colpa sua, in una situazione di vero bisogno. Per il resto vale quanto affermato eternamente dallo Spirito Santo: "Chi non vuol lavorare neppure mangi" (2 Tess. 3,10). E la prostituzione, come ripeto, non è un lavoro ma in molti paesi ancora un reato!

Il presidente