L’ORA DELL’AMORE

Alcuni quotidiani hanno riportato la notizia di una proposta di legge per permettere ai carcerati d'incontrare un familiare in un luogo appartato all’interno del penitenziario, con possibilità quindi di poter fare l’amore.

Che oramai il carcere in Italia stia somigliando sempre più ad un albergo penso che non vi siano più dubbi. Permessi d’uscita, televisione ed altri comfort rendono sicuramente meno espiativa la vita dei prigionieri. Del resto il nostro paese è così "accogliente" anche verso la delinquenza internazionale che per molti sfruttatori, ladri, rapinatori, violenti ecc. è diventato una specie di Eldorado. Onde evitare d’essere equivocato chiarisco subito che nessuno desidera che un condannato venga sottoposto a violenze o a torture o ad altri maltrattamenti, ma che la detenzione debba essere anche espiativa e costituisca un sicuro deterrente per l’orda dei delinquenti che oramai ci circonda. Ritengo che la pena comminata debba essere la risposta della società ad una legittima esigenza di giustizia che deve porre al riparo quanti osservano le leggi, soprattutto penali, dai delinquenti abituali; da quelli, in particolare, che la Bibbia nel libro dei Salmi chiama, senza falsi pietismi o buonismi, col nome di empi. La tendenza a togliere l’aspetto punitivo dalle azioni di difesa della società parte da lontano. Infatti a scuola difficilmente un alunno viene sospeso, nonostante a volte alcuni compiano azioni delinquenziali, e prima che un ladro finisca in galera ne passa di tempo. Medesimo trattamento vale per i teppisti da stadio! Gli stessi preti non predicano più l’inferno o il purgatorio! Perché? Il principe di questo mondo sta tentando di eliminare la paura dell’inferno affinché ciascuno si senta in diritto di fare ciò che vuole senza alcun timore, anche violando i comandamenti, tra i quali: "Non uccidere, non rubare, non commettere adulterio, non dire falsa testimonianza ecc." con danno enorme per l’intera società. Una pena, anche se temporale, stimola la riflessione sul Purgatorio e sull’Inferno. Eliminare dalle pene gli aspetti punitivi ed espiativi, oltre a costituire un’offesa al comune sentimento di giustizia spiana la via......all’inferno. Lo sapeva molto bene S. Giovanni Bosco che ai suoi ragazzi di Valdocco (tra i quali vi erano dei disadattati e dei piccoli delinquenti) predicava tutte le sere i Novissimi. Ma lui era un santo!

Ma torniamo all’ora dell’amore!

Se verrà introdotta la possibilità di un familiare di poter "incontrare" nell’intimità il partner, sicuramente sorgeranno dei problemi. Vediamo quali?

Chi avrà il diritto a questi incontri? Le coppie regolarmente sposate o anche i conviventi? E chi non fosse convivente ma avesse un’amica o un amico (a seconda del sesso del prigioniero)? E se il prigioniero fosse gay? O preferisse i viados? E quanti non conoscono nessuno o nessuna, ma hanno ugualmente diritto a soddisfare le loro esigenze sessuali? Chi dovrebbe provvedere a fornire loro compagnia? Lo Stato, naturalmente! Facendola pagare, ovviamente, ai pochi onesti che "tirano la carretta"!