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    Lindsey Fraser "Conversazione con J. K. Rowling" Edizioni Ponte delle Grazie
    Recensione di Gabriella Bona (gabri.bona@libero.it)
       
      
    Che lo si sia letto o no, che sia piaciuto più o meno, a nessuno può essere sfuggito uno dei più clamorosi eventi letterari degli ultimi anni: il maghetto Harry Potter, nato come libro e presto diventato anche film. Tradotto in tutto il mondo, è stato ovunque un successo senza età: bambini, giovani e adulti si sono appassionati, hanno atteso con ansia i volumi man mano che uscivano, nell’attesa rileggendo ripetutamente i precedenti. La pallina alata è diventata un oggetto da portare con sé e Harry Potter è diventato il tema di oggetti di cancelleria e di gioco. 
    Tanto successo perché? Lindsey Fraser – direttrice di Scottish Trust, un’organizzazione di promozione della lettura tra i ragazzi – ha intervistato l’ideatrice del piccolo mago per il libro “Conversazione con J. K. Rowling” edito da Ponte alle Grazie. Chi è Rowling, come è nato il suo amore per i libri e la scrittura, come e quando ha deciso di narrare le avventure di Harry Potter: per aiutarci a capire che cosa è successo e il perché di un successo. 
    “I miei genitori adoravano leggere. Mia madre era una lettrice appassionata, e non c’era momento più felice di quando si rannicchiava in poltrona con un libro”, racconta Rowling dimostrando come l’esempio dei genitori induca facilmente i bambini alla lettura. Ma alla scrittura è stata indirizzata soprattutto dalla “signora Shepherd [che] era molto severa sulla sintassi e non ci permetteva la minima sciatteria. Io leggevo molto, ma era importante analizzare cos’è che dà alla scrittura ritmo e struttura”: imparare presto a non vedere il libro soltanto come una storia ma saperlo apprezzare anche per lo stile è importante per imparare a scrivere, a trasmettere sensazioni ed emozioni e non soltanto fatti. 
    Un altro elemento fondamentale per la narrazione di Rowling (che scrisse il primo libro a sei anni, la storia di Rabbit, un coniglio ammalato di morbillo) è la capacità di ricordare la propria infanzia, le sensazioni di quegli anni e la voglia di riscriverle attraverso i suoi personaggi. 
    Lindsey Fraser passa poi ad analizzare nel dettaglio i libri di Harry Potter, nato “durante un viaggio in treno da Manchester a Londra“ e diventato un progetto in sette libri. 
    In appendice gli articoli apparsi sulla stampa italiana: Aldo Carotenuto, Umberto Eco, Massimo Introvigne, Francesco Merlo. È Eco che spiega come “l’autrice […] gioca senza parere su archetipi come Olivew Twist, il Remy di ‘Senza famiglia’, Pel di Carota e Cenerentola” fino ai “Ragazzi della Via Paal”. Già, senza parere, perché chi conosce e ama la lettura e la scrittura può produrre qualche cosa che non ha niente di nuovo ma è anche clamorosamente nuovo. 
    J. K. Rowling ha anche pubblicato, con la casa editrice Salani, “Gli animali fantastici: dove trovarli” e “Il Quidditch attraverso i secoli” i cui proventi sono destinati a Comic Relief che “usa la risata per combattere la povertà, l’ingiustizia e le calamità” raccogliendo fondi da destinare al terzo mondo. 
      
    gabriella bona 
   
 
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