SETTIMO VITTONE - La "riviera" settimese
ha dato i suoi frutti: le olive, ora trasformate in eccellente olio extravergine.
L'iniziativa di riproporre la coltivazione dell'olivo - già fiorente,
in zona, fino all'epoca dei Savoia - è stata dei soci del Circolo
di azione sociale "Molino Lingarda": hanno convinto alcuni proprietari
di piante d'olivo (che crescono senza eccessivi problemi, in zona, grazie
al particolare microclima esistente a Settimo, assai più dolce che
nella maggior parte degli altri centri canavesani) a consentire la raccolta
dei frutti, che poi insieme a quelli raccolti a Vialfrè e Agliè
(altri due centri che si stanno interessando all'olivicoltura) sono stati
portati al frantoio. Proprio Agliè, Vialfrè e Settimo Vittone
dovrebbero costituire il nucleo fondante dell'associazione Olivicoltori
del Piemonte e della Valle d'Aosta.
La trentina di piante che, a Settimo,
sono state oggetto della raccolta (e altre ancora ce ne sarebbero) hanno
dato 167 kg. di olive, mentre tra Vialfrè e Agliè sono stati
raccolti 207 kg. La "vendemmia" è stata effettuata su alberi presenti
nelle zone di le olive nelle zone di Montestrutto, Torre Daniele, Novachey,
Crest, Costanza, Ciancrosio, Montiglie e Airale (in territorio di Carema).
Come detto, le olive raccolte hanno
preso la strada della Liguria, per essere conferite frantoio a secco dell'azienda
Baglietto & Sacchi, a Villano d'Albenga. Dalle olive settimesi sono
stati prodotti 24 litri d'olio: una quantità piuttosto bassa, perchè
si è scelto di puntare tutto sulla qualità dell'extravergine;
con la "benedizione" del maestro di frantoio Giulio Anfosso, che ha dichiarato
essere l'olio settimese di qualità eccellente: fruttato, per nulla
acido e di colore verdino-paglierino. Le olive di Vialfrè e Agliè,
dal canto loro, hanno reso 36 litri d'olio, anch'esso di ottima qualità.
Grande soddisfazione è stata
espressa da Vito Groccia, presidente del circolo "Molino Lingarda", che
insieme ad Alberto Giovanetto ha curato la raccolta e il conferimento delle
olive: l'acidità dell'olio, alle prove di laboratorio, è
risultata essere bassissima, pari allo 0.3%; e questo significa che potrà
ambire alla denominazione di origine protetta, un marchio di qualità
universalmente riconosciuto. Ora, ha spiegato Groccia, bisogna puntare
a convincere tutti i proprietari di olivi di Settimo a dedicarsi alla raccolta:
in questo modo, a suo giudizio, in una quindicina d'anni si arriverà
ad avere un prodotto, seppur di nicchia, di una certa consistenza quantitativa,
che potrà rifornire un certo numero di ristoratori della zona (e,
magari, non solo).
Per il momento questa prima produzione
di olio verrà presentata al pubblico - dopo gli ulteriori esami
previsti per l'inizio di dicembre - nella prossima primavera, precisamente
la Domenica delle Palme 2003, quando avrà luogo la seconda edizione
della "Sagra delle olive della riviera settimese".