Ancora una settimana politica ricca di polemiche. I temi in discussione
sono importanti e costringono a riflettere su cosa significhi senso
dello Stato, legalità, confronto politico. Tutto questo mentre,
al di là delle apparenze, cresce il numero dei cittadini estranei
alla politica.
SCIOPERO O TRATTATIVA? Continua la divisione dei sindacati sul rapporto da tenere con il governo
per quanto concerne la riforma dello Statuto dei lavoratori. E' una divisione
sul metodo più che sulle finalità. Però in questi
tempi è una divisione che indebolisce fortemente la rappresentanza
sindacale, mentre crescono le proteste spontanee. Forse un po’ più
di dialogo non guasterebbe.
ANNIVERSARIO DI TANGENTOPOLI Quest'anno l'anniversario di tangentopoli è stato l'occasione
per una serie di iniziative e manifestazioni sul tema della legalità.
Diversi fattori hanno contribuito a questa mobilitazione. La crisi del
centro sinistra ha dato una scossa alla base scontenta; i numerosi provvedimenti
della maggioranza che mirano agli interessi giudiziari privati del premier
e dei suoi amici; il tentativo di indebolire la Magistratura con la riforma
del sistema giudiziario. E' evidente che questa reazione diffusa deve far
pensare il mondo politico. E' fuori luogo l'atteggiamento del ministro
Castelli che accusa queste manifestazioni di preparare terrorismo.
Sarebbe ugualmente errato per la minoranza cavalcare in maniera acritica
questa protesta. Il primo motivo è che la magistratura deve trarre
la sua forza non dal consenso popolare ma dalle leggi. Il consenso può
essere utile per far frenare la riforma Castelli, non per le sentenze.
Il secondo è che la difesa, sacrosanta, della legalità deve
coniugarsi in un programma politico. Da sola rischia di diventare demagogia.
Comunque queste iniziative dimostrano che nel Paese esiste la capacità
di indignarsi, che non tutto è palude.
IL CDA DELLA RAI Pera e Casini hanno nominato i membri del CdA della RAI. Una scelta
che ad una prima analisi ripete i soliti rituali. Tre consiglieri alla
maggioranza, due alla minoranza. E' ridicolo sentire affermazioni come
quelle di una liberazione della RAI o di un Consiglio finalmente di garanzia.
La stessa cosa va detta per le lamentele della minoranza. Dietro alle nomine
però ci sono altre considerazioni. La prima riguarda il percorso
che ha condotto a questo esito. Un percorso che ha dimostrato le divisioni
della maggioranza, che ha bloccato i propositi di Berlusconi. L'Ulivo dal
canto suo ha mancato l'occasione di tenersi fuori dalle proposte di nomi
per poter svolgere più efficacemente una funzione di controllo.
Alla fine di tutto comunque bisogna dire che è un CdA a misura delle
destre.
IL CONFLITTO DI INTERESSI Sta per giungere a conclusione l'iter della legge che dovrebbe regolare
il conflitto di interessi. Una legge che appare inutile. E' priva di sanzioni,
di condizioni oggettive. E Berlusconi si sta atteggiando a vittima perché
potrebbe lasciare la presidenza del Milan!