Ritorna il Carnevale. E dobbiamo
aspettarci un grande interesse popolare intorno all'avvenimento. Non credo
inutile insistere ancora una volta sulle ambiguità del Carnevale
odierno. In primo luogo allargandosi nel tempo ha perso molto della sua
carica originaria. Non è più un momento forte, ma diventa
quasi un fatto quotidiano. In secondo luogo il Carnevale non è più
momento di protesta, non rappresenta più il mondo alla rovescia.
Al contrario sancisce i rapporti sociali esistenti. Va aggiunta la considerazione
che di fatto coesistono diversi carnevali. Accanto a quello "alto" c'è
quello giocoso e genuino dei bambini e quello partecipato e agonistico
degli aranceri. In terzo luogo il Carnevale - mi riferisco a quello eporediese
- è in bilico fra la sacralità delle tradizioni e le necessità
delle sponsorizzazioni. Le polemiche a seguito della partecipazione ad
una trasmissione TV sono rivelatrici di questa situazione. Questa iniziativa
svelava come il Carnevale costi al di là del gran numero di spettatori.
beppe scapino