Lo scavo di Tarin è stato effettuato nel giugno 1999 sotto la direzione della Sovraintendenza di Padova rappresentata dalla dottoressa Cangemi, assistita sul campo  da Davide Pacitti. La zona è posta su un terrazzamento di un declivio fluviale  dell' Ansiei ,che dà il nome a tutta la valle. Il sito è  molto soleggiato ed è posto a poca distanza dalla  chiesa di Santa Giustina. In tre settimane di lavoro è stato aperto  un settore di terreno di  circa 60 mq. ,portando alla luce una struttura  muraria di sette metri di lunghezza  che prosegue in  direzione est-ovest. Il muro ha un'altezza  di un metro ed presenta un crollo facendo quindi supporre  un'elevazione maggiore. Nella terra di scavo sono stati rinvenuti molti frammenti  di terracotta appartenenti a vasi di varie dimensioni e forme. I colori vanno dal rosso-bruno al grigio con presenza di ceramica nera fine. Sono state raccolte una decina di  monete di bronzo e d'argento che vanno dal secondo al quarto secolo dopo cristo, ma soprattutto un piccolo rettangolo di bronzo con due incisioni oblique convergenti. Forse si tratta di un aes ossia di un'unità di scambio usata prima dell'introduzione della monetazione. Inoltre sempre negli strati superficiali sono stati rinvenuti due oggetti probabilmente preromani; un ago in bronzo e un ardiglione di fibula a testa d'anatra di dieci centimetri . Sono presenti più accrescimenti pavimentali quindi la frequentazione del luogo si è protratta almeno per alcune decine d'anni. Le  monete vanno dal I sec. D. C. al 364 D.C.