Fino a dieci anni fa la val d’Ansiei non aveva evidenze archeologiche che potessero far pensare ad un
popolamento in età romana ne tantomeno prima. Benchè uno storico del 1600, Giovanni Candido, nel resoconto di un suo viaggio tra Friuli e Cadore, scrivesse “Auronzo dove molte vestigia d’antichità veggonsi” la memoria ne era scomparsa. Alcune monete romane da M. Aburio (129 a.c..) a Gallieno (260 d.c.-268 d.c.) senza contesto e una notizia di una punta di lancia celtica a Gogna non
consentivano agli storici locali di pensare a insediamenti; solo il de Bon ne pareva convinto e in seguito Gianni Pais. Seguendo appunto le indicazioni del Pais il Gruppo cominciò a sorvegliare i lavori in alcune aree; e fu così che presso la casa Molin in via Tarin, grazie alla benevolenza del
proprietario, si trovarono le prime prove di strutture di età romana. Da quel momento le scoperte si susseguirono con ritmo incalzante, fino a delineare un quadro assolutamente inedito; oggi possiamo affermare che la val d’Ansiei (toponimo che non ha ancora spiegazione) era abitata sicuramente fin dal 200 a.c. e che continuò ad esserlo ininterrottamente fino ad oggi. La scoperta del santuario del
monte Calvario fa pensare che l'insediamento preromano principale fosse fra piazza Santa Giustina e il monte, ma che comunque lungo la valle ci fossero più nuclei abitativi, come la scoperta di Giuseppe Pais a Gogna lascia supporre. I racconti popolari parlavano anche del "porteà (cimitero) dei pagane" a Malon (m.1300); le ricerche di Elio Vecellio Galeno hanno dato la conferma archeologica, dal
momento che sono stati rinvenuti frammenti di vasi in terracotta che sono allo studio in Soprintendenza. Nel sito sono visibili imponenti muri a secco che circondano un rialzo del terreno che domina le scarpate sottostanti, mentre su un lato presentano imponenti terrazzamenti (fino a m.3 di altezza) la cui origine era sconosciuta tanto che si decise di chiamarli "i altare dei pagane". Si
dice anche che nelle vicinanze esista "la pera dei pagane" con incisioni e disegni; le ricerche non hanno dato esito. Si racconta che fosse anche visibile il percorso "dell'acquedotto dei pagane" fatto
con tronchi d'albero scavati e sistemati su un sentiero con pendenza costante. L'unico reperto esistente era una moneta di Giulia Mamea (253 d.c.), trovato nel 1932. Se per il periodo protostorico ci sono molte incertezze sugli abitati, per quello romano si sa ormai con certezza che tutta l'area da piazza Santa Giustina a piazza Vigo, dove è stata rinvenuta un’abitazione romana grazie alla
sorveglianza del Gruppo, era abitata; le strutture di grandi dimensioni di Santa Giustina con la strada acciottolata fanno pensare che lì fosse il centro dell’insediamento.Una recente indagine durante il rifacimento del marciapiede di via Roma ha fatto supporre che il confine dell'abitato di Villagrande sia stato il torrente che scendeva vicino al monte Calvario, dal momento che non si è trovata
terracotta oltre il corso d'acqua. Un reperto interessante ritrovato sulle pendici occidentali di monte Piana a Misurina può far ipotizzare un controllo dei valichi ad alta quota (Gianni Pais); si tratta probabilmente di un fermamantello a forma di testa di leone da portare sul petto. Interessanti sono
anche le monete di Villapiccola; durante la costruzione della chiesa sono state rinvenute 6 monete di bronzo che coprono tre secoli (27 a.c-211 d.c.), indizio o di un tesoretto o di un abitato (G.Ciani).Probabilmente le monete erano molte di più perchè è difficile pensare che queste poche monete coprano un arco temporale così vasto. Quasi di fronte alla chiesa, dall’altra parte del lago,
venne ritrovata una moneta di Augusto durante i lavori di costruzione della strada lungolago; un testimone ci ha raccontato che non si trattò di un rinvenimento casuale ma che si era distrutto un tumulo di pietre che conteneva anche ossa umane. Probabilmente si trattava di una sepoltura;
purtroppo non si fece caso se ci fossero stati frammenti di vasi o armi. Dietro la chiesa si snodava un
sentiero che da un lato arriva fino al monte Calvario e dall'altro fino a Padola atrraverso Roncie, Somacea e il passo sant'Antonio.Le leggende locali indicavano Roncie e Somacea come abitate dai
"Pagane".Il de Bon aveva esaminato anche questo percorso nella sua ricerca sulla Claudia Augusta Altinate .