Negli ultimi anni gli storici hanno sempre più contestato il 472 come data d’inizio del Medioevo, dal momento che in realtà l’impero romano come ente che controllava il territorio scompare molto prima in molte zone d’Italia. Da questo punto di vista non abbiamo molte indicazioni archeologiche o letterarie per il Cadore; le monete del V secolo sono davvero poche, il che farebbe pensare che l’esercito romano non fosse più qui. Le leggende sulle distruzioni di Attila   a Gogna, Pieve e in altre località, lascerebbero pensare che qualche passaggio di popolazioni "barbare" ci sia stato, ma non sono rimaste evidenze archeologiche di questo. Le abitazioni romane appaiono abbandonate già nel IV secolo a Lozzo, Pieve e Valle; solo la casa di piazza Vigo e lo scavo di piazza Santa Giustina ad Auronzo testimoniano la continuità dell'insediamento e di rapporti con il Norico. Alcuni studi recenti in Carnia hanno ipotizzato che con l'aumento del pericolo di invasioni nel Norico una parte della popolazione si sia progressivamente spostata sull'altro versante delle Alpi, facendo aumentare i residenti. (Archeo n.). Della presenza di Goti nel V secolo non ci sono prove, mentre l’influenza longobarda nel VI-VII secolo è dimostrata dai materiali delle sepolture di Domegge, Pieve ed Auronzo, che pure sembrano di popolazioni locali. Recentemente Giovanni Zandegiacomo Seidelucio ha "riscoperto" la notizia di una necropoli a Valle di Cadore con materiali sicuramente longobardi come le fibule a S.Se poi il Cadore appartenesse o no a qualche ducato è materia di discussione. Alcune fonti narrano di un vescovado ad Auronzo, ma non è provato. Alla fine dell’ottavo secolo i Franchi conquistano il Veneto; il territorio viene diviso in marche e contee ma anche in questo caso abbiamo ben poche notizie sulla nostra zona. Nel 923 Berengario I assegna al vescovo di Belluno le decime del Cadore, riscosse dalla chiesa di san Salvatore. In un diploma dell'imperatore  Ottone II databile tra il 923 e il 974, ritenuto falso, ma in realtà autentico con delle frasi fasulle inserite successivamente, è contenuta la prima citazione del comitato del Cadore (Dolcini in "Uso dei valichi alpini orientali dalla preistoria ai pellegrinaggi medievali”). Nel 1138 Alberto da Collalto nel testamento assegnò al parente Guecellone da Camino il blocco affineato delle curie di Cordignano,Belluno, Cadore.Prima del 1140 vengono creati nel monastero di San Candido vengono creati i falsi diplomi di Ottone I e Tassilone, che citano toponimi cadorini. Lo scopo di questi falsi è di inventare le basi giuridiche per acquisire il Cadore. La mossa riesce; nel diploma di Corrado III del 1140 si cita per la prima volta la nostra contea che viene assegnata a Ottone, vescovo di Frisinga e abate di San Candido. Nel 1155 il castello di Pieve viene ceduto da Frisinga a Guecello da Camino ma scoppia un contenzioso. Nella dieta di Modena del 1159 un giudice dell'imperatore Federico Barbarossa obbliga i da Camino a restituire il Cadore a Frisinga.Ma il 2/9/1160 l'inviato di Frisinga cede nuovamente il territorio ai da Camino che nel 1175  acquistano il castello di Botestagno da Rampreto, signore di Welsberg ( Pusteria). La prima menzione di diritti caminesi sul Comelico è del 1186; nel 1235 i Da Camino promulgano gli statuti delle Regole cadorine. A questo punto il loro dominio sembrerebbe  completo.Tuttavia secondo la Collodo almeno una parte del Comelico fino al 1330 potrebbe essere stato ancora sotto il dominio del vescovo di Frisinga tramite il monastero di San Candido in quanto la chiesa di Santa Maria di Candide, già presente almeno dal 1186, non rientra negli elenchi delle chiese cadorine. Fra l'altro il toponimo Candide lascerebbe intendere stretti contatti con San Candido. Il recente scavo archeologico a Candide ha confermato la presenza di una chiesa precedente e con arredi importanti. Nel 1337, due anni dopo la morte dell’ultimo Rizzardo la comunità cadorina scelse di darsi a Carlo e Giovanni di Lussemburgo,  padroni del Tirolo e signori di Feltre e Belluno. Nel 1347  il Patriarcato di Aquileia occupa militarmente il territorio fino al 1420, quando il Cadore si sottomette alla Repubblica di Venezia