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Viaggio nella storia del paesaggio agrario del Tarantino

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Le grotte cultuali

La preistoria

Il carattere carsico del territorio spiega la presenza di moltissime grotte nel Tarantino, recanti pressoché tutte importantissime testimonianze di frequentazione umana.
Le prime rimontano, naturalmente, ai cacciatori-raccoglitori del Paleolitico.
Nel Neolitico,in presenza di una diffusa colonizzazione della piana costiera, la frequentazione delle grotte assunse un contenuto prettamente ideologico, relativo alla esplicazione di momenti rituali e funerari.
Con la venuta delle genti portatrici della cosiddetta Civiltà Eneolitica di Laterza le grotte tornarono ad essere diffusamente frequentate: molte, come quella di Sant'Angelo a Statte (la più importante di esse) e dell'insediamento del Caggione di Riggio (Grottaglie), ebbero prevalenti finalità abitative, mentre le tombe a grotticella appositamente scavate nel bancone calcarenitico furono destinate alle pratiche cultuali e funerarie. Tali sono quelle rese famose dal lavoro del Biancofiore, scopritore ed al tempo stesso inventore della Civiltà immortalata con la denominazipne della città laertina. 
Anche la successiva Civiltà Appenninica si caratterizzò con la diffusa occupazione delle grotte, con particolare predilezione per quelle poste lungo le principali vie della transumanza.  

Sommario:

La Preistoria

L'Età Classica

Il medioevo e il culto di San Michele Arcangelo

Riferimenti bibliografici

wpe65738.gif (50492 bytes) La grotta di Buccito (o di Coluccio), presso Grottaglie, è inserita in un importante snodo stradale, strettamente connesso con il Tratturo Martinese. Forse per questo motivo conserva tracce di  frequentazione umana rimontanti sino al Paleolitico ed è stata sino in età classica sede di manifestazioni cultuali. Al Medioevo risale invece l'insediamento rupestre adiacente. 

L'Età Classica

Lo studio delle manifestazioni cultuali in grotta in Età Antica è reso estremamente difficoltoso dalla scarsezza di studi specifici. Certamente in piena Età Classica ed anche Ellenistica mantennero tali  funzioni grotte di antica tradizione, come quella di Monte Sant’Angelo a Statte, ma anche le molte presenti ai piedi della balza murgiana, e questo sia in ambito greco (grotte di Buccito, di Papa Ciro, di Monte Fellone e dell’Orimini) che messapico (come quella di Monte Vicoli in territorio di Ceglie), che hanno restituito materiale dedicatorio ed ex voto.

 

Il Medioevo ed il culto di San Michele Arcangelo

Nel Medioevo le manifestazioni cultuali legate all'ambiente delle grotte rimandano costantemente alla devozione per l'arcangelo Michele, la cui diffusione si deve soprattutto ai Longobardi, dai quali fu eletto santo nazionale. 
Ad essa sono riconducibili moltissimi toponimi del Tarantino, anche se solo quelli più antichi sono riferibili a tradizionali siti in grotta.
Esse sono di preferenza situate su alture, in posizione dominante e lungo importanti assi viari, derivando da ciò gli intimi legami con il mondo della transumanza, da sempre sospeso fra misticismo e cruda quotidianità.
E' per questo che molto spesso, come nel caso della stessa grotta di Sant'Angelo a Statte, la dedicazione al culto dell'Arcangelo costituisce una semplice rilettura cristiana di un momento cultuale archetipico (materializzato probabilmente dallo stillicidio dell’acqua in grotta) che affonda le proprie radici ben più in là nel tempo.

 

Il Monte di Sant'Angelo (Crispiano), sovrastante la grotta omonima, nota attualmente come di Pilano

Moltissime località conservano nella propria denominazione tracce del culto dell'arcangelo Michele
In alto la grotta di Sant'Angelo a Lizzano, che conserva tracce di presenza umana rimontanti al Paleolitico ed è stata sede di culto sino ad Età Moderna inoltrata. 
  

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Raffigurazione dell'Arcangelo nella chiesa rupestre anonima in località Belvedere (Taranto).

Riferimenti bibliografici

Angelillis C.: Il santuario del Gargano e il culto di San Michele nel mondo, Foggia, 1955-56.

Coppola D: La distribuzione degli insediamenti e delle grotte nel Brindisino e nel Tarantino. Contributo allo studio delle origini e della diffusione della civiltà neolitica, in Lingua e storia in Puglia, XI (1981), pp 73-116.

Gorgoglione M A: Il protoappennico a Nord di Taranto, in Archivio Storico Pugliese, XXIII (1970), pp. 214-244.

Gorgoglione M A:  Risultati dei nuovi scavi nella grotta S Angelo di Statte (Taranto), in Lingua e storia di Puglia, XI (1981), pp. 117-220.

Laddomada S: Frequentazione di grotte naturali nell’antichità, in Riflessioni Umanesmo della Pietra, Martina Franca, 1983, pp 83-86.

Martin J.M. : Le culte de Saint Michel en Italie méridionale daprès les actes de la pratique (VI-XII siècles), in Carletti C.-Otranto G. ( a cura di): Culto e insediamenti micaelici nell’Italia meridionale fra tarda antichità e Medioevo, Bari, 1994, p. 378

17 dicembre, 2001 00:07

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