Svizzera

4° Giorno: Venerdì 7 luglio 2000

BERNA - FRIBURGO - LOSANNA - GINEVRA - LOSANNA

 

VERSO IL LAGO LEMANO - Al nostro risveglio, avvertiamo un rapido ed inatteso cambiamento del tempo. Il cielo è infatti completamente nuvoloso ed un’aria fresca e settembrina, non potendo ancora strappare dagli alberi le foglie ingiallite, si fa notare sbattendo porte e finestre non perfettamente bloccate. Per precauzione, mettiamo nella borsa l’ombrello ed un maglioncino di lana; quindi, subito dopo la colazione, ci disponiamo a lasciare la simpatica città di Berna per proseguire nel nostro programma di viaggio - oggi previsto quasi interamente nell’incantevole territorio della Svizzera romanda - che ha come obiettivo principale quello di farci conoscere le più belle città ed i più rinomati ambienti naturali ed antropici che si affacciano sul Lago di Ginevra o Lemano.

LA PITTORESCA CITTÀ’ DI FRIBURGO - Mentre procediamo velocemente sull’autostrada in direzione di Friburgo, davanti a noi si delinea un nero e minaccioso fronte temporalesco che minaccia di guastare la nostra imminente visita a questa pittoresca cittadina, capoluogo dell’omonimo cantone. Dalla nostra guida apprendiamo che oltre ad esser sempre stato uno dei capisaldi della cultura cattolica in mezzo al mondo protestante, Friburgo si caratterizza anche per il suo spiccato bilinguismo in quanto posta al confine tra le aree di lingua tedesca e francese. Intanto non abbiamo più motivo di preoccuparci per il tempo perché, sussurrata su proposta di don Luigi una urgente invocazione alle anime del Purgatorio, vediamo che il temporale dapprima devia e quindi scompare sulla destra mentre noi, in direzione opposta, facciamo il nostro radioso ingresso nell’abitato cittadino assieme al ritorno del sole. Una breve pausa tecnica ed un buon caffè ci preparano alla passeggiata che facciamo con la guida del Capogruppo. Visitiamo dapprima la vicina Cattedrale di San Nicola, notevole costruzione di architettura gotica con un’alta torre frontale che si conclude con un originale coronamento ottagonale a guglie. Ammiriamo il portale , detto "degli Apostoli", del XV° secolo ma che, per la forma e la disposizione delle statue che lo abbelliscono, sembra ancora legato agli schemi del gotico tedesco. Come già abbiamo visto a Berna, anche qui, nel timpano figura un interessante Giudizio Universalea conferma dell’importanza che aveva per i cristiani di quel tempo la meditazione sui Novissimi. Dell’interno, a tre navate, ricordiamo le alte volte ogivali, alcune luminose vetrate dell’inizio del secolo scorso, un maestoso gruppo ligneo raffigurante la Crocifissione posto sulla gloria dell’arco trionfale, gli stalli intagliati del coro e una bella cancellata di ferro battuto che chiude il presbiterio. Proseguendo nella nostra passaeggiata lungo la fiancata sinistra della Cattedrale, arriviamo ad uno slargo dove c’è l’imbocco al ponte-cavalcavia di Zahringen. Da qui abbiamo una bellissima vista sul sottostante quartiere di Auge, un groviglio di stradine e di costruzioni medioevali chiuse da suggestive cortine di fortificazioni e da massicce torri. Al centro di questa veduta veramente da cartolina scorre il fiume Sarine sulla quale, benché in lontananza, distinguiamo l’antico Pont de Berne coperto da una caratteristica struttura in legno che ci ricorda sia il Kappell-Brucke di Lucerna sia il Ponte degli Alpini di Bassano del Grappa.

Il colpo d’occhio è veramente notevole anche perché l’ambiente è chiuso da scoscesi e rocciosi dirupi e da una fitta vegetazione arborea che incornicia qualche fazzoletto di prato smeraldino. Purtroppo, per la consueta carenza di tempo, dobbiamo rinunciare ad una visita dettagliata di questo interessante quartiere medioevale; in compenso non tralasciamo di percorrere in tutta la sua lunghezza la cosiddetta "Grand -Rue" che è l’arteria principale della città antica, insolitamente assai ampia perché costruita anche con funzione di mercato. Questa strada, in leggera pendenza, forma un insieme di grande interesse urbanistico non solo per le scenografiche viuzze che si dipartono ai lati ma soprattutto per le suggestive dimore degli aristocratici e dei borghesi che suscitano la nostra ammirazione a motivo dei magnifici portali scolpiti e dalle ricche inferriate ispirate al gusto del Settecento francese. Alle nostre signore, che sebbene un po’ di razza nomade portano nel cuore un vivo amore per la casa e per le attività muliebri, non sfugge un originale museo, ospitato al n° 58 di questa Grande Strada, che espone una collezione di macchine da cucire e di ferri da stiro dal 1500 ai giorni nostri. Concludiamo la nostra passeggiata friburghese sostando davanti al monumentale Hotel-de-Ville (Municipio) con scala a doppia rampa e quindi facendo una breve visita alle due interessanti chiese di Notre Dame e quella del convento francescano des Cordeliers.

Mentre i cento campanili di Friburgo scoccano con sincronismo tipicamente svizzero le ore 10, risaliamo sul pullman per affrontare la nostra quotidiana dose di viaggio che, sempre attraverso ambienti sereni e suggestivi, ci porta in poco più di un’ora a Losanna, il capoluogo del cantone di Vaud, dove, presso l’hotel Agora, sono state prenotate le nostre odierne soste del gruppo per il pranzo e per il pernottamento.

UN FUORI PROGRAMMA NELLA CITTÀ’ ALTA DI LOSANNA - Approfittando del nostro lieve anticipo sulla tabella di marcia, Bruno ha la brillante idea di un fuori programma nel cuore della panoramica collina sulla quale è raccolta, coi suoi monumenti più importanti, la città antica di Losanna.

La proposta ci giunge graditissima ma si rivela non poco impegnativa nel momento in cui il nostro generoso autista deve parcheggiare il suo grosso veicolo. Infatti oggi le vie e le piazzette di questa zona, per loro natura strette ed inaccessibili al traffico moderno, sono intasate da tutti quei diabolici impianti e da tutte quelle ingombranti strutture che servono per ospitare un moderno festival cittadino, o come si dice da noi con un termine più paesano, una grande "sagra" con musica rompitimpani, attrazioni varie e soprattutto chioschi enogastronomici e mescite di birra. Eppure ancora una volta Bruno riesce a muoversi in questo groviglio di macchine, di palchi e di stands in modo sbalorditivo, facendoci scendere a due passi dal quattrocentesco Castello che fu già residenza dei Vescovi, dei conti di Savoia, dei Balivi bernesi mentre ora é la sede del Governo Cantonale. Data la confusione che regna intorno a noi, non siamo in grado di sostare né tanto meno di esaminare questo poderoso manufatto da un qualsiasi punto di vista estetico; preferiamo, anzi siamo portati da una marea umana non ancora in festa ma già in grande fermento, ad imboccare una lastricata viuzza che, oltre ad offrirci il vantaggio di un po’ di tranquillità, ci porta proprio davanti alla Cattedrale de Notre-Dame, il massimo capolavoro dell’architettura gotica esistente in Svizzera.

Dalla nostra inseparabile "guida verde" del TCI apprendiamo che i lavori per la sua costruzione ebbero inizio sul finire del secolo XII°, che essa fu consacrata da papa Gregorio X nel 127, che dal 1538 appartiene alla Chiesa riformata. Coi nostri occhi constatiamo che i lavori di manutenzioni del sacro edificio non hanno mai conosciuto un momento di tregua a motivo del materiale tufaceo utilizzato che risulta assai friabile e per niente resistente agli agenti atmosferici. Interessante ci appare non solo la facciata, coronata da logge ed abbellita da un ricco portale, ma anche i fianchi, movimentati da contrafforti e da archi rampanti, che conferiscono eleganza e stabilità alla costruzione e alla torre campanaria che la sormonta.

Dall’interno possiamo accedere al bellissimo "Portale degli Apostoli", datato 1230, che è protetto da una solida e ben illuminata struttura lignea. Le statue, originariamente policrome - per questo motivo esso viene detto anche "il Portate dipinto" - raccontano la storia della Chiesa, dagli antichi profeti fino agli apostoli e agli evangelisti, mentre ai lati sono poste alcuni espressivi gruppi scultorei che raffigurano episodi della vita di Cristo e l’incoronazione della Vergine. Si tratta di un’opera complessa che ci coinvolge profondamente non solo per l’alto significato teologico ma anche per l’eccezionale bellezza espressiva. L’interno, attrezzato per ospitare soprattutto dei concerti di musica sacra, ci appare grandioso, solenne e fondamentalmente spoglio come si addice ad un luogo di culto protestante. Come in quasi tutte le chiese di stile gotico, anche qui troviamo delle stupende vetrate antiche fra le quali una, detta "Imago mundi", che si propone di condensare, e non è impresa da poco, tutto lo scibile umano nelle categorie della fisica e della metafisica scolastica, vale a dire del pensiero filosofico del Medio Evo.

Abbiamo ancora un po’ di tempo libero per dare da quassù un’occhiata all’avvincente panorama della città moderna di Losanna che si stende sotto di noi fino in riva al Lago; poi, cercando di non lasciarci tentare da alcune interessanti vetrine con prodotti dell’artigianato locale, ritorniamo alla stradina in salita dove Bruno è riuscito a sistemare in modo perfetto il suo grosso pullman e dove noi avremmo stentato a parcheggiare un’utilitaria. Completata l’operazione "bus" con una perfetta manovra in retromarcia, sentiamo il bisogno di ringraziare il nostro autista con una caloroso e meritatissimo battimano. Attraversata lentamente la città moderna, a breve distanza dalla stazione ferroviaria, senza alcuna difficoltà giungiamo al nostro accogliente hotel Agora. Poiché è già pronto il pranzo, ci portiamo subito nel salone ristorante mentre Piergiorgio provvede con sollecitudine all’assegnazione delle camere e alla consegna delle chiavi. Come ieri a Berna, al termine del pasto, abbiamo un po’ di tempo libero per sistemare i nostri bagagli e per concederci qualche istante di relax nelle nostre accoglienti stanze d’albergo.

NELLA BELLA, TOLLERANTE E COSMOPOLITA GINEVRA - Alle 14.45, come d’accordo, ci ritroviamo tutti in pullman per completare la nostra quarta giornata di viaggio in Svizzera con la visita di Ginevra, la città cosmopolita per eccellenza perché sede di importanti organizzazioni internazionali.

Il tempo è veramente splendido e qualche improvviso sbuffo di vento proveniente, non sappiamo se dal lago oppure dalla cerchia delle montagne circostanti, è veramente provvidenziale per mitigare la calura estiva. Usciamo dall’autostrada poco dopo le 15 e, scendendo verso il lungolago, notiamo diverse cose che ci fanno intuire la bellezza e l’eleganza di questa celebre città che, da quando, sul finire dell’Ottocento, nacque il fenomeno del turismo moderno, costituisce una tappa irrinunciabile per chi intende fare un viaggio d’élite attraverso l’Europa. Ovunque infatti notiamo splendidi giardini, lussuosi alberghi ed un ambiente raffinato e suggestivo sotto ogni punto di vista. Sostiamo brevemente in un settore del magnifico lungolago Mont Blanc dove, circondato da un bel tappeto verde si erge un singolare monumento di marmo rosso Verona. E il legame con la città scaligera non si esaurisce qui perché, benché in parte coperto a causa di lavori di restauro, per noi non è difficile scorgervi una riproduzione quasi perfetta della nostra arca di Cansignorio della Scala.

Proprio qui incontriamo la guida locale, la signora Pilar - e basta il nome per farci capire la sua origine spagnola - che subito prende in mano il microfono per presentarci gli aspetti essenziali di questa importante città, roccaforte della Riforma calvinista, culla della tolleranza ideologica ma anche centro del potere finanziario e di un’industria orologiaia e meccanica di assoluto livello mondiale. Seguendo un itinerario basato sui contenuti, la nostra visita di Ginevra si svolge secondo queste tre distinte proposte: 1°- conoscere la città delle istituzioni internazionali, passando con il pullman davanti alle principali sedi; 2°- visitare il centro del movimento riformatore calvinista, passeggiando nel centro storico ed in alcuni settori della città nuova; 3°- cogliere alcuni aspetti delle notevoli bellezze naturali ed ambientali di questa città ricca di viali, di parchi e di giardini che diventano eccezionalmente gradevoli soprattutto attorno alle rive del lago.

Per realizzare il primo punto, raggiungiamo la suggestiva Piazza della Nazioni e quindi giriamo in lungo ed in largo per bellissimi parchi sostando o rallentando non appena la nostra Guida ci indica ora il Palazzo delle Nazioni (ONU), ora quello della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, ora quello dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ora quello del B.I.T. (Bureau International du Travail), del Consiglio Ecumenico delle Chiese, dell’Ufficio Internazionale di Meteorologia e di tanti altri importanti centri nei quali operano migliaia di addetti provenienti da tutti i paesi del mondo. Alla conclusione di questo interessante giro tra palazzi pavesati con le bandieri dell’Onu e degli stati che lo compongono, rientriamo in centro e, superato il Ponte del Monte Bianco, dal quale si gode una vista eccezionale sul lago, arriviamo col pullman fino davanti al Celebre Museo di Arte e di Storia, a pochi passi dalla caratteristica Chiesa russa dalle nove cupole dorate sormontate dalla croce ortodossa. Da qui, camminando per strette e contorte vie, che ora salgono ora scendono, attraversiamo il più antico nucleo urbano di Ginevra. Sostiamo per prendere fiato e per sorseggiare una bibita fresca in alcune belle piazzette sulle quali si affacciano dei palazzi nobiliari o delle semplici abitazioni borghesi sulla facciata delle quali notiamo spesso delle lapidi che ricordano il luogo natale di qualche illustre personaggio ginevrino o la sede di qualche associazione umanitaria o di qualche attività nata all’ombra della riforma calvinista. Passo dopo passo, arriviamo così alla storica Cattedrale di San Pietro, eretta in forme romanico-gotiche tra i secoli XII e XIV nel punto più elevato di questa zona collinare e divenuta, dal 1536, la principale chiesa svizzera di culto protestante calvinista in quanto proprio qui Calvino tenne dei memorabili sermoni.

Della costruzione ricordiamo la facciata classicheggiate, con scalinata e pronao, ma con elementi gotici più evidenti nei fianchi e nell’alta guglia di rame svettante tra due massicce torri campanarie.

L’interno ci appare piuttosto spoglio di decorazioni ma di eleganti linee architettoniche, impreziosite per di più da un doppio ordine di gallerie che si allunga nelle tre navate, nel transetto e nel coro. Visitiamo anche la cosiddetta Cappella dei Maccabei della quale ricordiamo le bellissime vetrate e, su di una parete laterale, le parole "Post tenebras lux" che era il motto con il quale Calvino iniziava e concludeva i suoi travolgenti sermoni.

Passando attraverso la verde e suggestiva "Promenade des Bastions", il parco cittadino che si stende sull’area una volta occupata dai bastioni militari, notiamo un severo palazzo che ospita una importante biblioteca universitaria con ricchissime collezioni dedicate alla Riforma e al filosofo ginevrino J.J. Rousseau. Con pochi passi scendiamo quindi verso il celeberrimo "Monument de la Réformation", eretto nel 1909 in occasione del quarto centenario della nascita di Calvino. Si tratta di una muraglia di tufo giallo, lunga oltre cento metri, al centro della quale ci sono le quattro colossali statue delle principali personalità del calvinismo: Gaillaume Farel, Calvino, Théodore de Bèze e John Knox. Su due lati, alternate a bassorilievi illustranti la storia del movimento religioso riformato, ci sono i ritratti dei sostenitori del Calvinismo in diversi paesi europei. Tra loro ricordiamo Olivier Cromwel di cui tanto abbiamo sentito parlare, e non certo in senso positivo, durante il nostro indimenticabile viaggio in Irlanda del 1998.

Recuperato il nostro abituale mezzo di trasporto sulla vicina e trafficata Place Neuve, che al centro ha il monumento equestre del generale Dufour ed è chiusa da una cortina di bellissimi edifici fra i quali spiccano il Grand Théatre, il Conservatorio di Musica ed il Museo Rath, ci riportiamo in riva al Lago Lemano dove percorriamo un lungo tratto del incantevole lungolago meridionale. Purtroppo, a causa del vento che ora sta soffiando un po’ forte, non è più in funzione quel caratteristico getto d’acqua, lanciata ad una altezza di 140 metri, che è diventato un altro simbolo di questa cosmopolita città di Ginevra. Rientriamo per una sosta tecnica ed un po’ di tempo libero nei pressi dell’incantevole "Jardin anglais" ornato dal monumento de "Les quatres saisons" e dal suggestivo Orologio floreale davanti al quale è d’obbligo scattare una bella foto ricordo. Dopo una breve passeggiata sul lungolago dove, presso gli imbarcaderi, osserviamo dei simpatici battelli a vapore coi i quali, se avessimo disponibilità di tempo, sarebbe piacevole organizzare una romantica escursione sul lago; poi, quando ormai il sole sta per concludere il suo quotidiano "tour", anche noi ci disponiamo a far ritorno a Losanna dopo aver dato un ultimo ed affettuoso saluto a Pilar, la nostra simpatica ed esuberante guida ispano-elvetica.

Dopo la cena in hotel, usciamo per la consueta passeggiata serale nonostante ci sia motivo di temere per un temporale che si avverte nell’aria satura di elettricità e di qualche minaccioso lampo.temporalesco. Arriviamo fino all’interno della stazione ferroviaria, poi, per un sottopassaggio che sbocca a pochi passi dal albergo che ci ospita, rientriamo nelle nostre stanze per riordinare le valigie e per abbandonarci tra le accoglienti braccia di Morfeo, il mitologico e per noi provvidenziale dio del sonno.


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Data di pubblicazione: 22 settembre 2000

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