Svizzera

2° Giorno: Mercoledì 5 luglio 2000

EINSIEDELN - SAN GALLO - COSTANZA ( GERMANIA ) - STEIN AM RHEIN -

LE CASCATE DEL RENO DI SHAFFAUSEN - ZURIGO - EINSIEDELN

 

VERSO SAN GALLO TRA PAESAGGI D’INCANTO - Quando, alle 7 in punto, veniamo bruscamente destati dal suono della sveglia, troviamo che la camera d’albergo, naturalmente priva di infissi, è già piena di luce e di sole. Spalancata quindi la finestra, non possiamo fare a meno di rimanere per qualche istante al balcone per gustare appieno il festoso scampanio proveniente dalla vicina chiesa abbaziale e, nello stesso tempo, per farci piacevolmente accarezzare dall’aria fresca e pura che si respira in questa suggestiva località montana. Dopo una energetica colazione, confortati da un tempo splendido e dal morale alle stelle, alle ore 8, lasciamo Einsiedeln per dare inizio all’interessante programma di questa seconda giornata di viaggio che, con partenza ed arrivo ad Einsiedeln, presenta le caratteristiche di una piacevole gita di giornata.

La meta principale della mattinata è San Gallo, capoluogo dell’omonimo Cantone, una bella e dinamica città di lingua e di cultura tedesca nella quale l’elemento di maggior interesse turistico è dato dal suo centro medioevale addossato al monastero benedettino, sorto nel luogo in cui, nell’VIII° secolo, visse la sua vita di eremita San Gallo, uno dei compagni di viaggio del monaco irlandese San Colombano. Nell’alto medioevo, grazie alla protezione e alle generose donazioni degli imperatori, il monastero conobbe un periodo di grande splendore tanto da diventare uno dei principali centri della cultura tedesca in Europa. Nei secoli successivi, sotto l’impulso di una ricca ed intreprendente classe borghese, la città prosperò nei commerci e nell’industria tessile, venendosi a trovare spesso, per motivi di interesse, in contrasto col potere degli abati, al cui dominio si sottrasse nel 1524 quando essa scelse di aderire alla Riforma protestante.

Durante il trasferimento col pullman, come è nostra abitudine, intratteniamo gli amici su questi e su altri argomenti di carattere storico-culturale che servono come introduzione alla visita che stiamo per fare. Questa mattina però troviamo noi stessi qualche difficoltà nel concentrarci e nel tenere desta l’attenzione dei nostri ascoltatori a motivo del bellissimo paesaggio agreste ed umano che ci sta attorno. Siamo attratti infatti, senza soluzione di continuità, dai dolci ed ameni ambienti collinari che ci circondano e nei quali i limitati terreni coltivati con sistemi moderni si alternano alle frequenti e riposanti colture foraggere e ai pascoli animati sempre da mandrie di mucche brucanti l’erba ancora fresca di rugiada. Dove i raggi del sole arrivano più debolmente, ecco distendersi ampie pinete odorose ed invitanti a piacevoli passeggiate ed infine i boschi che si fanno sempre più scuri ed impenetrabili a mano a mano che si spingono verso la sommità del monte.

Bellissime ci appaiono anche le costruzioni abitative, bianche e ben tenute, le fattorie ed i piccoli laboratori industriali nei quali troviamo sempre presente qualche elemento strutturale o decorativo di legno intagliato o di ferro battuto, Qua e là, lungo la strada oppure concentrate in una conca o emergenti su di poggio solatio, scorgiamo spesso delle amene e tranquille borgate protette dalla appuntita cuspide di una torre campanaria e pavesate a festa da molte e svolazzanti bandiere nazionali e cantonali. E, solo per non dilungarci oltre in questa già lunga "litania" di meraviglie paesaggistiche, diciamo che per quasi tutto l’odierno tragitto i nostri occhi si sono mossi, come l’obiettivo di una telecamera, per riprendere un eccezionale documentario che ora custodiamo nell’archivio della nostra memoria col titolo: "L’incantevole mondo agricolo della Svizzera Orientale".

LA CATTEDRALE E L’ABBAZIA DI SAN GALLO - Già prima delle ore 10 arriviamo a San Gallo. Nelle immediate vicinanze del centro pedonale, riusciamo a parcheggiare il nostro pullman all’ombra di un bel viale di alti e frondosi aceri; qui ci concediamo un po’ di relax ed un aromatico caffè preparatoci con la consueta sollecitudine e disponibilità dal nostro autista tuttofare Bruno. Poi, incolonnati come vispi ragazzini in gita premio, ci incamminiamo, per strade piuttosto strette ma dal magico sapore del tempo che fu, verso il piazzale che si distende, come un verde tappeto, davanti all’abside della Cattedrale. Contrariamente ai normali canoni architettonici, notiamo che qui la parte estrema della chiesa è in realtà la facciata principale. Rivolta ovviamente verso la grande abbazia e caratterizzata da superfici parietali molto mosse, essa è chiusa alle estremità da due alte torri di notevole effetto plastico. Qui, dopo qualche minuto di attesa, dovuta alla nostra imperdonabile fantasia latina, incontriamo "Frau Ursula", la nostra brava ma fin troppo rigida e teutonica guida locale. Con lei, dopo una presentazione delle vicende storiche ed artistiche di questi sacri edifici, entriamo nella cattedrale per ammirare il suo luminoso e decoratissimo interno, di tipo "a sala", vale a dire con la navata centrale della stessa altezza di quelle laterali. Ci colpisce subito l’enorme soffitto a volta nel quale, tra decorazioni a stucco e soluzioni prospettiche di notevole effetto scenografico, si dipana un lungo racconto pittorico che vede come protagonisti folle di santi che volano tra le nuvole del cielo per glorificare Dio e, data la loro potente amicizia nelle alte sfere, per vegliare sugli umani destini e sulle prospere sorti questa eccelsa abbazia.

Tra gli altri elementi che notiamo con interesse nel fastoso interno di questa chiesa abbaziale, ci piace ricordare almeno gli enormi confessionali ed i non meno monumentali stalli di noce intagliato, la raffinata grata di ferro battuto che, come un finissimo tendaggio trasparente, separa la chiesa plebana da quella presbiterale, ovviamente riservata ai monaci, ed infine i verdi stucchi che, come rami di un mistico albero, si distendono armoniosamente alla sommità dei pilastri e che giranno svolazzando attorno alle bianche cornici dei dipinti della volta.

Conclusa l’interessante visita, attraverso dei passaggi interni e dei bellissimi cortili, girovaghiamo in alcuni monumentali ambienti del monastero - purtoppo non ci è possibile entrare nella celeberrima biblioteca - e alla fine ci ritroviamo nel piazzale nel quale giganteggiano le due già citate torri campanarie e dove ci diventa d’obbligo scattare alcune belle foto ricordo.

PASSEGGIANDO PER LE ANTICHE VIE DI SAN GALLO - A questo punto, per completare il programma della mattinata, con la guida di Ursula, facciamo una piacevole passeggiata per le vie centrali di San Gallo che ci porta alla scoperta di graziose ed avvincenti piazzette sulle quali si affacciano delle antiche costruzioni a graticcio e dei severi palazzi nobiliari. Sulle facciate ammiriamo spesso degli artistici affreschi cinquecenteschi e degli eleganti balconcini a sporto che qui prendono il nome di "Ercker". Inoltre, non lontano dal lato meridionale dell’abbazia, ci vengono additati i resti dell’antica cinta muraria medioevale ed un solido edificio militare che per molti anni ha svolto onorevolmente la funzione di arsenale civico.

Nelle vetrine dei negozi più tipici del centro, cerchiamo, ma inutilmente, i celebri merletti che hanno reso famoso nel mondo il nome di questa città svizzera: infatti, come ci spiega Ursula, oggi sono quasi del tutto scomparse le persone che ancora esercitano artigianalmente la secolare tradizione del ricamo di San Gallo. I bei pizzi, che un tempo impreziosivano la biancheria delle signore ed il corredo delle spose economicamente più fortunate, si possono ammirare esclusivamente in un museo cittadino che raccoglie, come autentici tesori, le più raffinate creazioni di questa lavorazione artigianale alla quale, specie nei secoli che vanno dal Seicento alla prima metà dell’Ottocento, si applicarono con talento, costanza ed adeguata remunerazione quasi tutte le donne di San Gallo.

IL BODENSEE, UN LAGO AL CONFINE DI TRE STATI - Un po’ prima di mezzogiorno ci ritroviamo, come d’accordo, al pullman con il quale puntiamo immediatamente verso il vicino Lago di Costanza, conosciuto nel mondo tedesco col nome di "Bodensee". Osservando la segnaletica stradale, ci rendiamo conto che questo ampio bacino lacustre subalpino, formato dalle acque del fiume Reno, si trova nel punto in cui confluiscono i confini di tre distinti stati europei; alla Germania infatti appartiene la sponda settentrionale, all’Austria quella sud-orientale e alla Svizzera quella sud-occidentale. Procedendo sempre a velocità sostenuta su di una moderna strada che corre abbastanza vicina alla sponda svizzera, notiamo delle belle cittadine lacustri con ville ed ottime attrezzature turistiche mentre, nella circostante zona di campagna, scorgiamo numerosi e prosperi frutteti e parecchie serre per la floricultura. Da questi elementi del paesaggio non abbiamo difficoltà a capire che le località disposte attorno a questo lago internazionale godono di un clima particolarmente mite e riposante e quindi sono assai ricercate e frequentate da turisti e da villeggianti.

A COSTANZA, IN GERMANIA, PER IL PRANZO - A conferma che l’Europa è ormai la nostra casa comune, oggi andiamo a pranzo .. in Germania. Costanza infatti si trova in territorio tedesco, nel land Baden-Wurtttemberg, e ne abbiamo subito conferma perchè, contemporaneamente al cartello stradale con l’indicazione di questa storica città, nella quale nel 1183 venne firmata da Federico Barbarossa una pace vantaggiosa soprattutto per i Comuni italiani mentre negli anni 1414-18 si tenne un Concilio che, con l’elezione di papa Martino V, pose fine allo scisma d’Occidente, troviamo il confine di stato tra Svizzera e Germania.

Guardandoci in faccia e leggendo sui nostri volti unicamente il desiderio di poter distendere le gambe sotto i tavoli di un buon ristorante tedesco, né gli addetti ai controlli svizzeri e tanto meno quelli tedeschi ci sottopongono ad alcun controllo e il nostro autista, senza alcun indugio e senza dover pagare alcun balzello, ottiene l’autorizzazione di accompagnarci al più presto presso il rinomato ristorante "Led Zeppelin " dove, poco dopo, ci sistemiamo nella sua fresca sala da pranzo e gustiamo delle apprezzabili specialità gastronomiche, annaffiate da una superba birra alla spina.

Ci piace ricordare che il ristorante che oggi accoglie la nostra simpatica comitiva fu, un tempo non lontano, la casa natale del conte Ferdinando Zeppelin (1838 - 1917), l’ardimentoso e geniale costruttore di quei dirigibili che divennero famosi con il nome di questo illustre personaggio tedesco di Costanza. E’ noto che le sue imponenti "navi del cielo" furono usate con mediocre successo durante la Prima Guerra Mondiale ma conobbero un momento di grande celebrità a motivo di un’epica trasvolata oceanica (1924) e quindi del periplo del mondo in quattro tappe (1928).

Nella sala d’ingresso del ristorante, arredata in stile liberty e dominata da una simpatica statua lignea del conte Ferdinando Zeppelin con tanto di sigaro tra le labbra, ammiriamo alcuni interessanti modellini di dirigibili, numerosi cimeli e alcuni documenti relativi a questi audaci precursori della moderna aviazione, mentre sulle pareti della sala da pranzo sono commemorate, assieme ai momenti fondamentali della vita del conte Ferdinando, le più straordinarie imprese dei suoi "Zeppelin".

Al termine del pranzo, con una breve passeggiata all’ombra di un viale, nel quale l’elemento dominante è una moderna fontana popolata da strane figure di bagnanti, arriviamo al pullman con il quale rientriamo celermente in territorio elvetico per la prosecuzione del nostro programma turistico.

L’INCANTEVOLE CITTADINA DI STEIN AM RHEIN, - Il pomeriggio è caldo ed assolato ma questo non ci dà alcun fastidio; infatti, durante gli spostamenti, abbiamo il conforto del pullman perfettamente climatizzato mentre durante le soste e le visite possiamo sempre contare sulla gradevole e tipica ventilazione delle zone di villeggiatura montana.

Seguendo il corso superiore del fiume Reno, che in questa zona si allarga fino a prendere le connotazioni di un vero e proprio lago, sulle cui sponde si affacciano molte antiche case a graticcio ed alcuni interessanti castelli quattro-cinquecenteschi, in poco meno di mezz’ora arriviamo a Stein am Rhein. Qui, un insolito traffico di pullman ed un frenetico andirivieni di turisti attorno al parcheggio, ci fanno capire di essere giunti in una località rinomata, o, per meglio dire, ad una tappa obbligata per quanti, turisti o amanti del bello, si trovano a passare in questa zona della Svizzera.

Attraversiamo una piazza avvolta dall’ombra di maestosi alberi e, al di là della loro chioma, scorgiamo un colorato ed armonioso allineamento di fabbricati cinquecenteschi che certamente hanno preso il posto delle precedenti mura cittadine. Al centro vediamo elevarsi una bianca torre con orologio dorato alla base della quale si apre un’antica porta che, in questo settore, costituisce tuttora l’unica via d’accesso al centro. Lungo la strada rettilinea che porta verso la piazza principale notiamo molte case dalle interessanti strutture tardomedioevali, naturalmente ravvivate da centinaia di bandiere svolazznti ad ogni soffio di vento. Attirano la nostra attenzione anche alcune tipiche fontane, dalla cui vasca, un tempousato principalmente per l’abbeveraggio dei cavalli, si leva una colonna sormontata ora dalla statua di un santo ora da quella di uno sconosciuto personaggio storico o allegorico. Avvertiamo un’intensa animazione non solo lungo la strada ma anche nei molti e bei negozi che vi si affacciano e nei bar che, con sedie e tavolini all’aperto, allargano sulla via lo spazio necessario ad accogliere tutti i loro clienti. Arriviamo così gradualmente all’incantevole piazza centrale, dominata da un bellissimo Rathaus e circondata da quegli straordinari palazzi cinquecenteschi con la facciata dipinta, che spesso abbiamo ammirato sulle cartoline, sui poster e sui pieghevoli della propaganda turistica della Svizzera. Il colpo d’occhio è davvvero straordinario e, al pari di tutti i visitatori che giungono qui per la prima volta, ci sentiamo totalmente presi dalla suggestione dell’ambiente e dalla bellezza degli edifici che ci stanno attorno. Scattiamo in continuazione delle foto ricordo non solo all’incantevole Municipio, originariamente costruito nella prima metà del 500 e sopraelevato a graticcio due secoli dopo, ma non trascuriamo certamente gli altri edifici che gli fanno nobilissima corona, soprattutto per le suggestive facciate affrescate da celebri maestri svizzeri: ricordiamo particolarmente i luminosi dipinti dell’Haus zum Weissen Alder (all’Aquila Bianca) di Thomas Schmid con celebri Storie del Decamerone e quelli di autore sconosciuto ma altrettanto significativi che impreziosiscono gli edifici posti nel lato meridionale di questa incantevole piazza di Stein am Rhein. Nel nostro giro turistico visitiamo pure la chiesa di San Giorgio ed una vivace via pedonale che, tra negozi colmi di souvenir, scende verso la riva destra del fiume Reno dove vediamo ormeggiate molte imbarcazioni da diporto e qualche grosso battello per la navigazione fluviale. Ripartiamo poco dopo per la vicina Sciaffusa, in tedesco Schaffhausen, dove certamente ci attendono altre emozionanti esperienze.

LE CASCATE DEL RENO - Abbiamo appena il tempo di riprendere la nostra inesauribile conversazione con gli amici di viaggio quando ci troviamo già a Sciaffusa. Procediamo lentamente possibile per cogliere qualche scorcio del suo interessante profilo nel quale vediamo spiccare anzitutto la collina dell’Emmersberg, coronata dalle rovine delle antiche fortificazioni, e quindi le torri ed i campanili che da secoli vegliano sulla sorti di questa antica e prospera città di confine. Purtroppo, per la nostra cronica mancanza di tempo, non ci è concesso di sostare nelle strette vie della città medioevale dove, ben lo sappiamo, non mancano certo quelle preziose testimonianze del passato che hanno il magico potere di emozionarci e di farci sognare anche... ad occhi aperti. Continuiamo solo per alcuni chilometri in una zona di periferia industriale e quindi sostiamo in un ampio ed ombreggiato parcheggio riservato ai pullman.

A questo punto ci accorgiamo di essere a pochi passi dalle celebri Cascate del Reno, o Rheinfall, che, come dicono le guide, costituiscono uno dei più suggestivi fenomeni naturali della Svizzera.

Una breve strada in discesa ci porta al livello del fiume dove, senza più alcun ostacolo arboreo, cogliamo una grandiosa panoramica dell’ingente massa di acqua che precipita con un salto di una ventina di metri e su di una fronte che supera i m 150 di larghezza. Le acque del Reno, infrangendosi al centro contro tre enormi roccioni che, per i nostri occhi trasognati prendono le forme e gli atteggiamenti di tre mostri acquatici in dura lotta contro la furia della corrente, ed altrove scomponendosi vorticosamente in mille rigagnoli ed in mille saltelli per i gradoni di varia altezza dell’accidentato percorso, prendono la forma di un lungo, candido ed incantato strascico di una sposa che, entusiasta, corre incontro al suo diletto. Nell’aria scorgiamo vari arcobaleni e l’ambiente nel quale anche noi ci troviamo è saturo di minutissima polvere d’acqua prodotta dall’alto salto e dall’emozionante contatto con le rocce. Durate questa avvincente sosta cerchiamo di cogliere analiticamente diversi particolari delle cascate e dell’ambiente in cui sono inserite. Ammiriamo l’ardimentosa navigazione di alcune leggere imbarcazioni che, sfidando la corrente ed i vortici, portano dei turisti fin sotto ad uno dei tre roccioni emergenti nel punto in cui é possibile l’approdo e, per mezzo di scale intagliate nella pietra, l’ascesa verso un aereo balcone, con tanto di bandiera nazionale, da quale la veduta delle cascate deve essere veramente straordinaria. Ricordiamo con un po’ di delusione invece un piccolo ed interessante castello, interamente circondato dalle acque, che sorge non lontano dalla riva da cui facciamo le nostre osservazioni e che, recentemente, è stato ristrutturato per accogliere, con tavoli e poltroncine, quei visitatori che, forse più dell’acqua, apprezzano la buona...birra locale. In qualità di turisti ancora abbastanza validi e sempre curiosi, risaliamo da vicino un breve tratto del corso del fiume e quindi, attraverso scalette, gradinate e sentieri coperti dalle verdi fronde degli alberi, arriviamo nel punto più alto, vale a dire dove l’acqua del Reno sta per iniziare il suo breve ma precipitoso percorso che dà origine alla cascate di Sciaffusa.

IL RIENTRO AD EINSIEDELN PASSANDO PER ZURIGO - Sono quasi le sei di questo caldo e luminoso pomeriggio estivo quando, dopo l’ennesimo e tonificante caffè di Bruno, lasciamo le suggestive cascate di Sciaffusa e diamo inizio al lungo tragitto che ci porterà, speriamo non molto dopo le ore 20, al nostro albergo di Einsiedeln. Quasi subito imbocchiamo una moderna autostrada che si fa sempre più trafficata a mano a mano che ci avviciniamo a Zurigo, la più importante e popolosa città della Svizzera. Anche se nel nostro programma non è prevista una sosta in questo attivo e moderno capoluogo cantonale, attraversando la sua estesa periferia e molte vie del centro, abbiamo la netta sensazione che per le sue attività industriali, commerciali e finanziarie, Zurigo é il vero cuore della Confederazione ed uno dei centri più dinamici dell’economia europea e mondiale. Durante il nostro attraversamento, particolarmente difficoltoso quando tutto il traffico autostradale deve inserirsi nella normale rete viaria urbana, cogliamo alcune belle vedute panoramiche del centro, adagiato lungo le sponde del fiume Limmat e quindi disteso sulle rive settentrionali del suo lago. Riconosciamo la grande stazione ferroviaria, una delle più importanti d’Europa, le due alte torri, con coronamento a cupola, della Cattedrale, ora considerata la Chiesa Madre della Riforma nella Svizzera di lingua tedesca, e quindi numerose guglie appuntite di torri e di campanili, alcune di verde rame altre di rosso mattone, che caratterizzano il profilo verticale di Zurigo.

Bellissimo ci appare anche l’ambiente del lago, ravvivato da sciami di bianche vele e circondato da innumerevoli ville e da fitti boschi. Sullo sfondo poi ammiriamo lo scintillante diadema delle colline e delle montagne ancora illuminate dagli ultimi ed infuocati raggi del sole.

LA SECONDA SERATA DI EINSIEDELN - Quando ormai stanno scendendo le ombre della notte, giungiamo finalmente ad Einsiedeln. Nei pressi dell’abbazia incontriamo una pattuglia di vigili urbani che impedisce a tutti i veicoli di accedere al grande piazzale antistante la Chiesa perché questa sera, nell’ambito di quel festival che non abbiamo ancora bene identificato, é in programma una recita all’aperto. Neppure questo blocco stradale riesce a fermare il nostro intrepido nocchiero Bruno il quale, parlando un po’ in tedesco e molto in ...vicentino, riesce ad avere via libera e a portarci fino a pochissimi passi dal nostro hotel Storchen. Qui, recuperata la forma dei nostri momenti migliori con una fresca e rilassante doccia, alle ore 20,30, come d’accordo, ci ritroviamo nel salone del ristorante per una gustosa ed abbondante cena. A ranghi compatti usciamo quindi all’aperto per godere appieno l’incanto di questa serata mite e luminosa. Ci intratteniamo per un po’ in piazza dove possiamo seguire qualche dettaglio dell’intricata azione scenica che viene rappresentata davanti alla chiesa abbaziale tra sinistri bagliori di fuoco e lugubri cantilene di attori incappucciati. Poco dopo, con scarsa sensibilità artistica ma con notevole senso pratico, decidiamo che è preferibile girovagare per le deserte ma ancora ben illuminate strade di Einsiedeln ammirando i prodotti esposti nelle vetrine dei negozi e conversando piacevolmente con i nostri amici di viaggio. Solo verso le 23 rientriamo nelle nostre camere anche perché, prima di prendere sonno, dobbiamo curare il sempre problematico riordino delle nostre valigie giramondo.


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Data di pubblicazione: 22 settembre 2000

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