La nostra Cina

6° giorno: Giovedì 26 agosto 1999:

LA NAVIGAZIONE SUL FIUME LI - C’è viva attesa in tutti i nostri amici per l’odierno programma di visite. Compiremo infatti quella che le guide turistiche considerano la più bella e suggestiva escursioni possibile in Cina: la navigazione in battello sul Fiume Li, penetrando nel cuore delle più belle ed emozionanti "Schegge di Giada".

Per poter godere pienamente questo straordinario spettacolo della natura e del paesaggio, confidiamo, ma senza eccessiva convinzione, in una tregua della pioggia dal momento che in questa zona essa cade incessante, copiosa ed imprevista. E così, allo scopo di non farci nutrire delle vane speranze, una pioggerella insistente ed un cielo tipicamente autunnale ci accompagnano fin dal momento in cui, verso le 8.15, lasciamo con il pullman il nostro lussuoso albergo "Gui San". Durante l’attraversamento della città di Guilin, che conta circa 400.000 abitanti, assistiamo al vivacissimo spettacolo che vede come protagonisti centinaia e centinaia di contadini che, in posizione raccolta, se ne stanno fermi immobili, da chissà quanto tempo, sul marciapiedi per sorvegliare quella poca merce che vorrebbero poter vendere quanto prima e ad un prezzo equo. Passando poi attraverso la vasta periferia, ecco comparire gli orti, ordinati e curati più di un giardino, nei quali vediamo allineate varie specie di verdura. Intorno ci sono le case dei proprietari, piccole e basse, all’interno delle quali talora scorgiamo un arredamento così essenziale da essere ridotto ad un tavolo, ad alcune sedie e ad una lampadina che penzola dal soffitto. Ancora qualche chilometro ed eccoci nel cuore delle più fertili ed estese piantagioni di riso. Queste ci offrono delle vedute veramente straordinarie, sia quando esse sono caratterizzate da bacini di acqua che, come laghi vastissimi, si distendono nella pianura a perdita d’occhio, sia quando si mostrano ricoperte da verdissimi fili appuntiti di erba che si agitano al più lieve alito di vento, sia infine quando, con geometrica precisione, ostentano quei piccoli covoni in fase si essiccazione che sono l’orgoglio e la sudata ricompensa di tante fatiche di questi laboriosi contadini. Attorno alle case poste lungo la strada notiamo spesso dei corsi d’acqua e dei laghetti dove sguazzano rumorosamente alcune famigliole di anatre. Questo dolce e sereno paesaggio campestre è inserito nell’incanto di colline verdissime, dalla forma tondeggiante e dalla cima spesso appuntita, che qui sono presenti ovunque e che, per suo ornamento, sembrano formare una preziosa collana di giada. Intanto continua a piovere, anche se non intensamente, e la sommità delle colline è spesso cosparsa da brandelli di nuvole che sembrano impigliate in qualche ramo d’albero un po’ appuntito. Le nostre esperte e colte Guide ci dicono, forse per consolarci, che agli artisti cinesi piace contemplare e rappresentare queste straordinarie colline proprio come le vediamo noi in questa giornata grigia e nuvolosa perché con queste condizioni atmosferiche essi riescono più facilmente a cogliervi quel velato senso di indeterminatezza e di mistero che accende la fantasia e stimola l’immaginazione. Anche se non siamo dei pittori o dei poeti, riconosciamo che tutto quello che vediamo intorno a noi ci colpisce, ci interessa, ci entusiasma anche se, lo vogliamo ripetere, in questa giornata le immagini risultano un po’ sbiadite ed i colori piuttosto spenti. Intanto col pullman siamo giunti a Zhujiang, a 22 chilometri dal centro di Guilin, che il porto dal quale partono quasi tutti i battelli turistici per la navigazione sul fiume Li. Anche noi, dopo aver dato un’occhiata al grande movimento di natanti e di persone in questo piccolo porto fluviale, ci imbarchiamo su di una m/n dalla scafo basso, abituata da chissà quanto tempo ad ospitare comitive di turisti provenienti da ogni angolo della Terra. Non appena risultano occupati tutti i posti del vasto salone interno attrezzato con tavoli e panche a mo’ di ristorante, messi in moto i motori e sciolti gli ormeggi, diamo finalmente inizio ad una straordinaria ed indimenticabile navigazione fluviale che si protrae per oltre quattro ore. Riteniamo inefficace qualsiasi nostro tentativo di descrizione dello scenario che passa davanti ai nostri occhi: stiamo a lungo davanti al finestrino con gli occhi spalancati mentre i nostri amici filmano in continuazione quello che talora ci sempre, più che un paesaggio naturale, un’opera di autentica magia. Quindi, quasi per avere conferma che non stiamo sognando, ci muoviamo verso prua dove una hostess, in inglese ed in cinese, ci indica con nomi poetici le varie e bellissime "schegge di giada" che vediamo sfilare e che continuamente cambiamo forma. Ecco pertanto la collina del drago, quella della Luna, quella del cavallo, tanto per citare il nome di alcune che ancora ricordiamo e battezzando tutte le altre con una nostra denominazione fantastica ma che riteniamo appropriata: "Colline della bellezza, dell’armonia, dell’incanto". E come riusciremo a dare un’idea del fiume, maestoso e tranquillo, dalle acque trasparenti e lucide come uno specchio; delle sue rive ora nude e rocciose, ora ampie e coperte da una fitta vegetazione arborea o da prati nei quali pascolano delle bufale sorvegliate da contadini con il caratteristico cappello di paglia a forma di cono. A mantenere sempre desta la nostra ammirazione, ecco apparire un gruppo di neri cormorani che riposano in attesa di usare tutta la loro abilità durante la pesca notturna; ecco una rudimentale barca, fatta con lunghe canne di bambù legate tra loro, con al centro una grande cesta e a poppa un pescatore esile e stilizzato come gli omini disegnati dai bambini; ecco l’interminabile selva delle flessuose canne di bambù che, mosse dal vento, sembrano volerci bisbigliare qualche parola oppure farci un cenno di saluto. Assorti in queste ed in mille altre osservazioni, il tempo ci passa fin troppo velocemente. Bisogna tenere conto anche del fatto che, sulla nostra tavola, arrivano in continuazione dapprima tè e stuzzichini vari e, a mezzogiorno, un pranzo come al solito ricchissimo di portate fra le quali, quest’oggi, abbondano le alghe ed il pollo al peperoncino piccante. Una vera squisitezza è infine il pesce fritto del quale facciamo un vera scorpacciata. A questo punto diventa difficile rifiutare un digestivo bicchierino di grappa...al serpente che le gentili cameriere ci offrono assieme ad un...sorriso di incoraggiamento. Concludiamo la navigazione verso le 14.30 a Yangshuo un simpatico ed affollatissimo centro posto sulla riva sinistra del fiume Li a 84 chilometri a sud di Guilin. Nel momento in cui tocchiamo terra, Francesca, a nome della compagnia di navigazione, ci offre un simpatico omaggio che certamente conserveremo a ricordo di questa stupenda escursione. Poi ci tuffiamo nelle vecchie vie e nelle stradine di Yangshuo che vediamo stracolme di bancarelle e di negozi con un’infinità di oggetti e di souvenir che per noi sono una tentazione alla quale cediamo immediatamente e senza neppure aver fatto un blando tentativo di resistenza. E così le nostre borse si riempiono di foulard, di ventagli, di libretti rossi di Mao ormai... in liquidazione, di magliette di ogni tipo e di ogni taglia e, se si presenta l’occasione, anche di qualche interessante pezzo di artigianato cinese. Ci piace molto passeggiare tra le vecchie case che, come vuole la tradizione cinese, hanno due piani di cui il primo è occupato dal negozio e quello superiore, di solito con mansarda, dall’abitazione vera e propria. Quando arriva il momento di risalire in pullman abbiamo tutti il morale altissimo. Abbiamo la sensazione di volare, e non solo noi, ma anche lo zainetto di Roberto che, chissà come, dal sedile dove era stato posto... spicca realmente il volo fino sulla cappelliera, lasciando veramente "di gesso" il giustamente preoccupato proprietario. Archiviato anche questo incidente di percorso, puntiamo verso Guilin percorrendo un veloce superstrada, costruita quasi essenzialmente per favorire i turisti, che passa per ambienti e per località non meno affascinanti di quelle ammirati durante la navigazione. Ad un certo punto facciamo addirittura una sosta ai bordi della strada per fissare con delle foto l’incanto dell’ambiente circostante. Intanto Francesca, utilizzando una grande carta geografica, ci indica il punto in cui ora noi ci troviamo che è molto vicino al confine vietnamita. Poi, fino all’arrivo in albergo, la nostra simpatica neodottoressa ci parla dell’organizzazione scolastica cinese, mettendo in evidenza la serietà dei programmi e l’impegno tenace a cui devono sottoporsi tutti i giovani che vogliono arrivare ad un titolo professionale o alla laurea. Prima della cena, confermata ormai stabilmente per le ore 20, c’è tempo per la doccia, per il relax e, per chi lo vuole, per il rito del massaggio ai piedi.

Poi, accarezzati da un piacevole venticello che ha definitivamente spazzato via ogni traccia di nuvolosità, facciamo con gli amici quattro passi per le vie di questa cittadina meridionale per scoprire altre scene e altri aspetti interessanti di questa Cina sempre più avvincente ed entusiasmante.


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Ultimo aggiornamento: 18 febbraio 2000