La nostra Cina

1° giorno: Sabato 21 agosto 1999

DA VERONA A FRANCOFORTE - Come da programma, ci ritroviamo alle prime luci di sabato 21 agosto nel piazzale della Chiesa di Santa Croce di Verona, tradizionale punto di ritrovo dei nostri viaggi di gruppo. Siamo in 39: all’ultimo momento purtroppo il nostro parroco, don Alberto, ha dovuto rinunciare al viaggio per motivi di salute.

Prendiamo posto sul pullman della Elite Viaggi - al volante c’è il sig. Franco - e, concluso da parte del Capogruppo un rapido controllo dei partecipanti e dei loro documenti per l’espatrio, lasciamo il nostro quartiere per raggiungere, via autostrada, l’aeroporto "Marco Polo" di Venezia. Considerata la nostra destinazione, non potevamo scegliere un’aerostazione dal nome più appropriato.

A bordo del pullman avvertiamo un’atmosfera d’insolita attesa: tutti infatti ci sentiamo nello stesso tempo soddisfatti ma anche un po’ preoccupati per quanto di bello e di ignoto ci riserverà la straordinaria avventura alla quale abbiamo dato il via.

Al casello di Padova Est si aggrega al gruppo il dott. Roberto Sandrini e la presenza tra noi di questo giovane ma esperto accompagnatore conferisce a tutti quella serenità e quella sicurezza che fino a quel momento proprio ci mancava. Con la gentilezza, la professionalità e la disponibilità che dimostra da subito verso ciascuno di noi, egli si conquista la simpatia, l’ammirazione e la stima di tutti.

Al "Marco Polo" sbrighiamo senza alcuna difficoltà le consuete operazioni di spedizione dei bagagli e di controllo dei documenti: prima della chiamata all’imbarco del volo LH 3899 delle ore 10.10 diretto a Francoforte ci rimane del tempo libero che cerchiamo di far passare nel modo migliore, vale a dire, assaporando per l’ultima volta un caffè dall’aroma intenso quale si beve solo in Italia e conversando piacevolmente con i "vecchi" amici e con quanti diventeranno tali nei prossimi giorni.

Il decollo del jet A 321 -100 della Lufthansa avviene con una manovra perfetta ma con quasi mezz’ora di ritardo. Il cielo, già parzialmente nuvoloso sulla laguna veneta, mentre sorvoliamo le Alpi si ammanta di un così denso strato di nubi da impedirci la sempre emozionante veduta di questa maestosa catena di monti. Solo da una comunicazione del comandante veniamo a sapere che la nostra rotta è la seguente: Passo del Brennero, Innsbruck, Monaco di Baviera e quindi, atterraggio all’aeroporto intercontinentale di Francoforte sul Meno, dopo circa un’ora di volo. Dato l’intenso traffico aereo, il nostro volo si prolunga di circa un quarto d’ora e solo alle ore 12 in punto riusciamo a toccare tranquillamente terra sulla pista di questo importante e sempre congestionato scalo aereo tedesco.

IL VOLO INTERCONTINENTALE VERSO LA CINA - Nel settore B23 dell’aerostazione di Francoforte, che raggiungiamo mediante alcune scale mobili e attraverso chilometrici corridoi provvisti per lo più di "tapis roulants", il tempo d’attesa della chiamata del volo LH 728 delle ore 14,00 con destinazione Shanghai ci passa fin troppo velocemente. Qui infatti troviamo l’animazione e le attrazioni tipiche di un frequentatissimo aeroporto intercontinentale che immediatamente assorbono tutta la nostra insaziabile curiosità. Notiamo il via vai dei viaggiatori, dalle fogge più diverse e strane, che attendono di partire per Città del Messico, per Calcutta, per San Francisco e per molte altre esotiche destinazioni; osserviamo l’interminabile fila di scintillanti vetrine che espongono merce per ogni esigenza e gusto; ammiriamo la precisione e la funzionalità dei sistemi nel dare le necessarie informazione alla marea umana che, senza un attimo di sosta, passa in questi ambienti, e, cosa non meno importante, il decoro e la pulizia che caratterizzano le numerose sale d’attesa che non sono mai stipate e maleodoranti. Siamo impressionati anche dal grande numero degli aeroplani, appartenenti alle piccole e alle grandi compagnie di navigazione di tutto il mondo, che vediamo sostare negli ampi parcheggi ed ancor più dall’incessante teoria dei velivoli che, con i loro fari accesi, vediamo avanzare lentamente e ben incolonnati nell’aria, in attesa di ricevere dalla torre di controllo l’OK per l’atterraggio.

Alle 13,45 imbocchiamo il tunnel che ci porta direttamente all’interno di un maestoso e lunghissimo B 747 - 400 nel quale ci sistemiamo nel miglior modo possibile grazie anche alle premure e all’abilità di Roberto - ci scusiamo con lui se da questo momento tralascieremo di chiamarlo con il suo titolo accademico - nell’accoppiare le persone che desiderano rimanere vicine durante il lungo volo che dal cuore dell’Europa ci porterà in Estremo Oriente.

Iniziamo il rullaggio poco dopo le ore 14 ma ci stacchiamo dal suolo tedesco solo alle 14.25 prendendo rapidamente quota in un cielo grigiastro e velato da una diffusa foschia. Forse per questo motivo, nonostante lo sforzo che impieghiamo, non riusciamo a leggere completamente quel cartello segnaletico che notiamo ... su una nuvoletta: "Shanghai Km ...", anche se sappiamo bene che essi sono moltissimi; "Oltre 9.000", ci suggerisce qualcuno che ha ...la vista buona! Distinguiamo invece per un breve periodo il sottostante paesaggio che ci appare tipicamente tedesco, con autostrade disegnate in mezzo a fitti boschi che, di tanto in tanto, lambiscono dei centri abitati con edifici dall’uniforme colorazione bianca. Quando poco dopo raggiungiamo quota m 11.000, che rimane pressoché costante per tutta la durata del nostro volo, nel monotono paesaggio dell’Europa Orientale, ricordiamo di aver notato attraverso l’oblò solo alcuni scintillanti specchi lacustri - non siamo in grado di precisare se in territorio polacco oppure in quello russo - e, dopo oltre due ore dal decollo, la città di Mosca della quale riconosciamo distintamente gli enormi impianti sportivi della periferia meridionale e l’esteso ma purtroppo di quassù indecifrabile agglomerato metropolitano intersecato da una ragnatela di strade e di linee ferroviarie. Poi mentre il sole, ormai prossimo a scomparire all’orizzonte, sta stendendo al di sopra delle nuvole artistiche pennellate di intenso colore rosso, abbiamo la sensazione che, al di sotto delle nuvole, per gli abitanti di queste sconfinate terre siberiane stiano ormai scendendo sempre più rapidamente le tenebre della notte. Ci piace verificare sul nostro orologio, ancora programmato con l’ora italiana, che il tramonto avviene intorno alle nostre ore 18 e che, dopo poco più di quattro ore di buio, compaiono già le prime luci dell’alba di... domenica 22 agosto, quando ..."dalle nostre parti" sono soltanto le ore 22,15 di ...sabato 21. Intanto, alternando nelle nostre comode poltrone la visione di un film con videate che ci danno in tempo reale la posizione dell’aereo e altre informazioni tecniche del volo, ci rendiamo conto che, superati gli Urali, la nostra rotta verso Levante tocca le seguenti principali località: Ekaterinburg (ex Sverdlovks), Omsk, Novosibirsk in Siberia, Ulan Bator in Mongolia e finalmente, prima di toccare terra a Shanghai, la capitale cinese Pechino

Per dovere di cronaca aggiungiamo che il volo Francoforte -Shanghai, della durata complessiva di 10 ore, è stato tranquillo, sicuro e confortevole per tutti noi che abbiamo alternato momenti di piacevole conversazione con gli amici a pause di relax e di ... abbondante ristorazione gastronomica fornitaci dalle gentili e premurose hostess della Lufthansa.


Torna alla Home Page - Torna a "I Viaggi del nonno" - Torna all'indice

Ultimo aggiornamento: 18 febbraio 2000