Angel e
Spike. Di fronte l’uno all’altro. Per un millesimo di secondo. Non fece in
tempo a rispondergli. Wesley gli strappò Faith dalle braccia, e si ritrovò
sbattuto al muro.
“Cosa diavolo le hai fatto?”
“Niente che non volesse anche lei…” Un altro colpo. Stavolta era a terra,
ancora frastornato, mentre subiva l’ennesimo calcio in faccia. Riuscì a
reagire, ma il tempo per parlare proprio non c’era. In fondo era da parecchio
che desiderava fare a botte con Angel. Rimase a guardarlo, ridendo, con gli
occhi spiritati, mentre si asciugava il sangue che gli usciva dalla bocca.
Stavolta c’era Angel per terra a subire i suoi colpi.
Wesley intanto cercava di rianimare Faith. L’aveva portata dentro la stanza da
letto. Rimase sconvolto dall’accorgersi che sotto la giacca di pelle era
completamente nuda. Lei aprì gli occhi, come se si risvegliasse da un come
profondo.
“Urka. Mi sa che sto ancora sognando…”
“Stai…bene?” Lui cercava di coprirla, imbarazzatissimo dalla situazione.
“Non ti ha morso?”
“Uh?” Faith iniziò a ridere. Ora era decisamente sveglia. Wesley si girò,
cercando nella borsa aperta dei vestiti da passarle.
“Forse bisognerebbe spiegare…ad Angel cosa…” Lei non lo lasciò continuare. Si
mise un maglione lunghissimo e filò fuori dalla stanza. Rimase sulla soglia a
guardarli combattere. Erano così diversi…Spike sembrava proprio divertirsi,
furioso e imprevedibile. Angel era il più determinato e letale. Tutti e due
avevano messo su la loro faccia incazzata, faccia da vampiro. Era possibile
trovarli sensuali? Nella lotta?
“Ehi, time out. La volete piantare?” Angel si voltò a quelle parole, e Spike ne
approfittò per assegnare un nuovo colpo.
“Stai bene?” Le corse incontro preoccupatissimo, prendendola per le spalle.
“Meglio di te senz’altro.” In effetti la sua faccia iniziava a portare i segni
della lotta.
“Che ti salta in testa? Che ci fai qua? Oddio, non che mi dispiaccia vedere due
bei maschioni che si picchiano per me…ma mi vuoi spiegare?”
“E me lo chiedi? Mi fai capire che sei in pericolo, che una banda di vampiri
europei è sbarcato da queste parti per ucciderti. Che quello là ti ha salvato
da un agguato prendendosi un paio di pallottole e poi scompari. Non ti fai più
sentire. Lasci l’albergo. Nessun recapito. Willow e Xander non rispondono al
telefono…che devo pensare? Ho mollato tutto e sono venuto a trovarti…scopro la
tua roba in questa casa, ma è tutto distrutto…la prima cosa che ho pensato è
che t’avessero preso…poi entri svenuta tra le braccia di un vampiro…”
“Dormivo, Angel, dormivo.” Spike li aveva raggiunti.
“Per te era normale credere che c’entrassi qualcosa con la sua scomparsa, vero?
Che potessi farle del male, magari anche ucciderla…” Angel si girò verso di
lui. Si fronteggiavano in silenzio, mentre Faith continuava a sorridere,
divertita.
“Forse non ti fidi di me?”
“Come potrei fidarmi? Io ti conosco. Potevi benissimo esserti approfittato di
lei e…” Rimase in silenzio un attimo. Spike intuì cosa stava per succedere ed
iniziò ad indietreggiare. Angel gli fu nuovamente addosso, ancora più
imbestialito di prima. Lo sollevò per gettarlo nuovamente contro la parete.
“E poi non dimentichiamo la tua ossessione per le cacciatrici…vero, Spike? Due
morte, di una ti innamori, e di questa? Che ne vuoi fare, oltre che portartela
a letto?” Wesley se ne stava in disparte. Faith lo raggiunse.
“Questa storia che riescono a sentire gli odori…io non la sopporto. Ma provare
con l’acido muriatico? Una bella sniffatina per uccidere ogni recettore…che ne
dici?”
“Mi sa che ricrescerebbero. Come li fermiamo?”
“Boh…quasi mi diverto…Senti, ma se adesso gli dico che ero consenziente che
cosa succede secondo te? Spacca la faccia anche a me, lo impaletta o gli fa i
complimenti?”
“La seconda che hai detto mi sembra la più probabile, in ogni caso. È meglio se
fai qualcosa, Faith…” In effetti Angel era sopra Spike, ormai bloccato.
“Ehi. Ora basta. Non ha fatto niente di male.” La ragazza gli toccò una spalla.
Lui ringhiò, per poi darsi effettivamente una calmata e spostarsi da quella posizione.
Spike si tirò su a fatica.
“Ma che bella serata…ci mancava solo questa…credi di avere l’esclusiva su tutte
le cacciatrici da Buffy a cent’anni? Ti hanno eletto protettore della loro
castità? Siccome non puoi scopartele che la maledizione ti fa tornare monello,
vai in giro a spaccare la faccia a tutti quelli che ci provano?”
“Spike, non è il momento.”
“Tu non stare là a difenderlo, porca puttana! Ah, scordavo, lui è Angel, il
cavaliere senza macchia, difensore dei derelitti…” Stavolta fu Faith a tirare
un pugno a Spike. Con i denti stretti lo implorò di stare zitto. Lui per tutta
risposta uscì come una furia dalla casa.
“Tienitela pure…” disse rivolto ad Angel. Faith sentì una fitta al petto nel
vederlo andare via in quel modo. Ma allo stesso tempo rise della situazione.
Angel le stava davanti con uno sguardo interrogativo, ma senza parole. Wesley
intanto parlava senza che nessuno lo degnasse di attenzione.
“Va bene, l’ho fatto. Contento? Ma non è colpa sua.”
“Perché?”
“Perché cosa?”
“Ti sei innamorata di lui?”
“Come sei romantico…no. Avevo voglia di compagnia.”
“E c’era bisogno di scegliere uno come lui? Un vampiro?”
“Ma a chi cazzo vuoi fare la predica? Tu con Buffy hai combinato qualcosa di
diverso?” Angel cercò di rispondere, ma la mano di Faith fu più veloce di ogni
commento. Non se l’aspettava.
“Bene, ora sei alla mia altezza. Faccio quello che mi pare nel mio tempo
libero.” Lui rimase seduto per terra a guardarla, scoraggiato.
“Io amavo Buffy. E non sono Spike. Lui ha solo un chip, ma non…”
“…l’anima, lo so. Ma il fatto che mi stia aiutando, più delle vostre amichette,
ti fa capire qualcosa? E poi te l’ho detto, non devo giustificarmi con te, né
con nessun altro. Vado a letto con chi mi pare.”
“Devi…stare attenta, Faith. Chiuso l’argomento.” Ma si vedeva quanto era
dispiaciuto. Lei tornò nella sua stanza da letto, per finire di vestirsi. In
fondo Angel aveva ragione, quanto poteva fidarsi di Spike? Ma allo stesso tempo
i pensieri che la tormentavano erano altri. Dirgli la verità, o qualcosa che ci
somigliava. “Sai, caro, mi scopo lui perché tu non sei disponibile…” Ma quanto
era vero? Seduta sul letto si guardava le scarpe. Non era così che avrebbe
voluto risvegliarsi. Chissà dove era finito Spike. Chiuse gli occhi, cercando
di rivedere quella serata…era stato tutto perfetto. La cena, la musica, la
macchina. Senza riflettere, senza sentirsi niente altro che una donna normale,
che aveva un appuntamento con un uomo normale. Anche se era finzione. Ma quanto
lo era sul serio? Il ricordo dei suoi baci, delle sue parole, del suo
corpo…Faith si aggrappava a quelle sensazioni devastanti e brucianti. Un
piccolo frammento di amore. Ne aveva fame, tanta. Non avrebbe voluto finire
così la serata. Ma stare tra le braccia del suo amante. Addormentarsi,
risvegliarsi con il sole alto. E il mondo a correre dietro alle sue stronzate,
fuori da quel posto. Sentiva le loro voci nell’altra stanza. Concitate,
preoccupate. Per quel piccolo segreto svelato. Cacciatrici e vampiri. Legame
intenso e strano, letale. Spike. Che sicuramente era tornato da Buffy,
lasciandola sola a sbrogliare la matassa.
Angel bussò. La porta si aprì lentamente. Il suo sguardo era tremendamente
dolce, e quasi intimidito. Adorava quegli occhi. così caldi che sembravano
accarezzarla.
“Tutto bene?”
“Sì.” Entrò, per andare a sedersi accanto a lei.
“Perché non vieni a scaldarti? Il camino è acceso.” Sorrise, disarmante.
“Devo parlarti, Angel. Tu…non sai quello che sta succedendo. Ed io non so da
che parte iniziare.” La sua voce tremava appena. Ma era decisa a dirglielo,
raccontargli tutto. Subito.
“Altre sorprese? Ancora devo riprendermi da questa, dammi tempo…” Faith abbassò
lo sguardo.
“Ti ho deluso molto, non è vero?”
“Non è delusione. Sono solo preoccupato per te.”
“Non sai mentire, Angel.”
“Vorrei vederti felice, serena. E lui non mi sembra la persona adatta. Ma da
che pulpito viene la predica…io sono un disastro in quanto a relazioni, non
credi?” Sorrideva ancora. Le prese la mano, stringendola appena.
“Non è un impegno per la vita. So cosa aspettarmi da lui. E lo accetto per
quello che è. Non sono una bambina. Ho ridimensionato le mie aspettative. Non
esiste la persona perfetta per me.”
“Beh, dalla perfezione a Spike c’è un’ampia gamma di vie di mezzo…”
“Non posso avere te…è già tanto che l’ho capito, Angel. Un passo alla volta,
ricordi?” L’aveva detto in un soffio, guardandolo negli occhi, e vedendolo
sussultare appena.
“Faith, io…”
“Non dire niente. Cancella dalla memoria le mie ultime parole e non dire
niente. Per favore. Ho capito. Lo so. Non ti chiedo niente e non voglio niente.
Adoro il nostro rapporto, così com’è adesso.” Angel rimase a guardare la sua
mano. Per lui era così difficile, era così ingenuo nelle faccende di cuore che
faceva quasi tenerezza. Non si rendeva conto di quanto fosse facile innamorarsi
di lui….
“Perché non mi parli del bambino? Come sta?” Il suo viso si illuminò. Le parole
sembravano sgorgare senza fine. Descrizioni di ogni piccolo gesto, di ogni
smorfia, di ogni piccola crescita. Non parlava di Darla. Ma quando accennava alla
madre un’ombra attraversava il suo volto. Faith sapeva benissimo che ancora era
tutto troppo fresco, troppo difficile da capire, persino per lui. Quel figlio
dal destino ignoto, che l’aveva riempito di gioia e paura. Per la sua
incolumità. Paura di perderlo. Di vederlo diventare un qualcosa di
incontrollabile e crudele.
“Lo hai lasciato a Los Angeles? Per me? Mi sento in colpa…”
“Non ci pensare neanche. Ero troppo preoccupato…e poi Wes ha fatto un
incantesimo di protezione molto forte…è al sicuro. Devi vedere Cordelia, ha
tirato fuori un istinto materno che neanche lei lontanamente si aspettava...è
così felice che non gli sto più trai piedi, così se ne può occupare
lei..."Risero insieme.
”Mi odierai, adesso. Sei venuto invano.”
“Non pensarlo neanche. Wesley sta studiando le carte su questo ordine tedesco
di ammazzacacciatrici. Sistemiamo la faccenda insieme e poi torno da lui.”
“Non è così semplice.” Faith si alzò per andare a chiamare l’Osservatore. Si
ritrovarono insieme nella stanza, di fronte ad una tazza di te bollente. La
bevanda era confortante, per quello che aveva da dire…
“Lasciatemi parlare. Senza interruzioni, o non riuscirò a dire tutto…” Lei
prese fiato, trangugiando un sorso. Iniziavano a preoccuparsi.
“Riguarda Buffy.” Il volto di Angel si oscurò leggermente, ma non aprì bocca.
“Willow e Tara l’hanno…riportata indietro. Non so come, un incantesimo,
qualcosa del genere. Io l’ho sognata. Ero…con lei…come se fossi nel suo corpo.
So che vi sembrerà strano, ma…”
“Magia nera.” Wesley sembrava averla presa bene, ma guardava la sua tazza, e il
volto era immerso nel vapore.
“Un sogno non sempre si avvera, non è una profezia o…” Angel era incredulo e
cercava di razionalizzare, ma aveva gli occhi sbarrati, e la sua voce tremava.
“L’ho vista. Ieri. Ancora non sta benissimo…ma è lei. È qua.” Il silenzio che
seguì quelle parole era molto chiaro. Angel si alzò, per voltar loro le spalle
ed avvicinarsi alla finestra. Come per nascondersi.
“Mi ha chiesto di non dirtelo fino a domani. Ha bisogno di tempo. ha bisogno di
capire. Ti avrei chiamato io.” Faith lo raggiunse, toccandogli un braccio. Lui
non si girò, ma le strinse la mano, riconoscente. Dopo qualche istante tornò a
sedersi, e parlare con Wesley, che nel frattempo si faceva tutto un suo
ragionamento che nessuno ascoltava.
“Che ne sarà di me? Chiamami egoista, ma a questo punto vorrei avere le idee un
po’ più chiare.” Wes si schiarì la gola, quasi imbarazzato.
“Non lo so, sinceramente, non so cosa il Consiglio deciderà…in realtà sei tu la
cacciatrice in carica, già da anni…ma…”
“Tornerò in galera? Lo so che non ho pagato abbastanza per tutte le stronzate
che ho fatto, ma io là non ci torno. Ho imparato a fronteggiare i miei
fantasmi, i miei sensi di colpa in un altro modo…combattendo per i buoni, se
così lo vogliamo chiamare, e…”
“Non andrai in prigione. Te lo prometto.” Angel era nuovamente accanto a loro.
Gli occhi erano lucidi, ma sicuri.
“Ho promesso a Buffy che sarei rimasta qua fino a quando non starà meglio. Poi
me ne andrò. Questo è il suo territorio e io ne ho le palle piene da un pezzo.”
“Ne riparleremo. Non prendere decisioni affrettate…Giles?”
“Non sa ancora niente.” Guardarono Angel uscire dalla stanza, in silenzio.
“Mi preoccupa…aiuta gli altri, ed è bravissimo in questo, io gli devo la vita e
tutto quello che sono adesso ma…non si fa aiutare da nessuno. Macina tutto
dentro di se.”
“Vuole affrontare i suoi spettri da solo. E il fatto di rimanere in questa
stanza, adesso che Buffy è…viva…è difficile. Molto difficile. Il loro legame è
sempre stato molto potente, e forte. Immagino che adesso…si incontreranno…”
“Già.” Faith sbirciò dalla porta semiaperta. Angel si era seduto davanti al
camino, reggendosi la testa con un braccio. Il suo volto sembrava assente.
Lontano mille miglia. Wesley lo raggiunse. Lei si chiuse nella stanza.
Iniziò a riordinare la camera, come un’automa, preparandosi per la notte. Per
ciò che rimaneva della notte, ormai poco. Si ritrovò a piangere quasi senza
accorgersene. Spense la candela, aspirando l’odore forte della cera. Accoccolata
sotto le coperte cercava di pensare a qualcosa di bello. Per non sentirsi
troppo sola, per non sentirsi la ruota di scorta di niente e di nessuno. Lo
scarto di Buffy. Lo scarto del mondo. Intero.
Spike. Ferito. Bruciato. Da quei colpi. Dallo sguardo di Faith. Stava
combattendo ancora. Ancora danzava contro qualcuno nelle tenebre di quello
scorcio di notte. Se l’era andata a cercare. In quel bar in cui non poteva più
entrare. Perché i suoi simili lo odiavano. Il traditore. Sfogarsi. Non sentire
dolore e le ferite. Anche se quelle che più lo facevano stare male erano
dentro. Era l’irruenza di Angel. Di chi per lui era stato un esempio troppi
decenni prima. E poi un nemico. Un rivale. E uno spettro con il quale
confrontarsi troppo spesso. Lui era il buono. Quello con l’anima. Che aveva
rubato il cuore di Buffy. Ed era sempre il più forte, il più grande il
migliore. Da cattivo e da buono. Gli occhi di Faith. Lei che lo difendeva. Lei
che poco prima gli aveva regalato il calore del suo corpo e una speranza. Ma
mai quello sguardo. Mai quell’ammirazione.
La luce dei lampioni. Quella della sigaretta. La nuvola di fumo che si alzava
pallida per poi svanire nel nulla. Il cimitero ripulito dai vampiri. Camminare
alla ricerca di qualcosa di forte. E non trovare niente. il vuoto. Casa
Summers. Nel buio assoluto. Fermarsi di fronte a quell’albero, come tempo
prima. E poi scorgerla. Sotto il portico. Sulle scale. Avvicinarsi. incrociare
i suoi occhi, quasi per chiederle il permesso.
“Ciao Spike”
“Non è molto prudente star fuori la notte. Almeno finchè non ti riprendi.”
“Non credo ci sia nessun pericolo.” Si sedette accanto a lei.
“Dovrei leggere gioia sul tuo viso. Perché non ne vedo?” Buffy sorrise, amara.
“Bella domanda.” Nessuna risposta. La ragazza lo guardava negli occhi,
tremendamente tristi. Lui rimase spaventato e incuriosito allo stesso tempo.
“Perché sei qua?”
“Passeggiavo. Non credevo di vederti qua fuori.”
“Loro non lo sanno.” Parlava a voce bassissima, quasi un sussurro.
“Cosa?”
“Che stavo meglio prima. Che la luce mi ferisce. Che ogni cosa mi fa male. È
tutto troppo intenso. E mi distrugge. Là stavo bene. Non sapevo dov’ero. Ma non
mi importava. Non voglio più combattere. Non voglio più niente. Sono stanca di
tutto questo…” Spike la accolse tra le sue braccia. Quelle parole erano
spaventose. Ma plausibili. Perché Buffy doveva essere finita all’inferno?
“Devo andare avanti. Per loro. Sono così felici…Dawn. Willow. Hanno bisogno di
me. mi amano così tanto che…non hanno pensato a niente…”
“Siamo stati così egoisti. Non so cosa dire…cosa fare…vorrei poter cancellare
il tuo dolore…assorbirlo come una spugna…”
“Tu non c’entri, Spike…”
“Io…non sono diverso... Darei la mia vita per te. e ti amo…quanto loro…o forse
anche di più…” Lei si spostò. Rimase a guardarlo, tra le lacrime che
affollavano i suoi occhi. Non era la prima volta che le rivelava i suoi
sentimenti. E la sua reazione, forse, era anche meno cruenta del solito. Ma lei
si alzò, per fuggire via, lasciandolo là, da solo, ad accendersi l’ennesima
sigaretta. A riflettere su ciò che aveva detto. Ma i pensieri sembravano
sfuggirgli.
L’alba si stava avvicinando una volta ancora. Si affrettò verso la magione.
Entrò. Vide Angel seduto di fronte al camino. Il riflesso delle fiamme sul suo
viso. Non si degnarono di uno sguardo. Spike attraversò la stanza in silenzio.
“Se le fai del male ti uccido.” Non rispose. La stanza di Faith era immersa nel
buio. Le pesanti tende coprivano i primi raggi di sole. Rimase impietrito.
Concentrato sul rumore regolare del respiro di lei. Pensò a Buffy. Alle sue
terribili parole. A ciò che aveva provato nel sentirla nuovamente tra le sue
braccia, quei pochi istanti. Ovattato. L’unico vocabolo che gli veniva in
mente. Come se tutto fosse distante e strano, avvolto in una nebbia fitta e sfumata.
Si tolse gli abiti, per infilarsi in quel letto, dove un’altra cacciatrice
dormiva placidamente. I suoi sensi affilati come lame potevano sentirla. Il
calore del suo corpo era sconvolgente.
“Non pensavo di rivederti tanto presto.”
“Perché, riesci a vedere qualcosa?” Lei si allontanò un attimo, e accese una
candela. Spike la guardò, immersa nelle coperte. Allungò una mano per ritrarla
subito. Era nuda. Faith si avvicinò al vampiro, facendo aderire il suo corpo,
delicatamente. Gli accarezzò dolcemente la bocca, per poi scivolargli sopra.
Spike senti i suoi capelli che gli sfioravano il petto. E si sorprese a
baciarla ancora, attirarla verso di sé.
“Siamo due stronzi, vero? A chi pensi quando fai l’amore con me?” Lei
continuava a baciargli il collo. Sussurrava quelle parole con voce bassa e
sensuale. Ridacchiando. Spike le fu sopra.
“E tu chi sogni, bambina? Quali mani vorresti sul tuo corpo? Chi vorresti tra
le gambe?” Averlo dentro. Voltarsi e mordere il cuscino, per non far rumore.
Conficcargli le unghie sulla schiena e chiudere gli occhi. Per sentirlo meglio.
“Questo no!” Lui le strappò il cuscino, baciandola violentemente.
“Non vuoi che lo sappia? Ti vergogni?” con una mano le teneva il collo. Il viso
trasformato e crudele. Lei quasi gli spezzò le dita, ma non era arrabbiata…
“E tu invece? Lo stai facendo solo perché c’è lui nell’altra stanza?” Spike
sorrise ancora, tornando quasi umano, immergendosi ancora in lei.
“No…perché sei bella, e calda…e mia…adesso sei solo mia…mia” Stava praticamente
ringhiando. Ma lei non ci faceva più caso. Quelle parole bastavano. Bastava
anche meno. Pur di continuare a sentirlo. Essere desiderata, amata. Provare un
piacere intenso, devastante, completo. E abbandonarsi sul suo petto. Provando a
prendere fiato. Mentre lui le accarezzava i capelli. E poi tornare a baciarlo.
Stavolta con calma, dolcezza, trasporto.
“Potrei innamorarmi di te.” I suoi occhi le sembravano sinceri. Puliti.
“Ladies and gentlemen, mandiamo ora in onda la cazzata dell’anno…Piantala,
Spike. Tappa quella bocca infernale.” Era furiosa. Lui non si aspettava una
reazione del genere.
“Non voglio prese per il culo. Non ne hai bisogno. Penso di essere già
abbastanza disponibile…non ho bisogno di moine o roba di questo tipo per
cedere, per scoparti….mi piace farlo…e credo che lo farò ancora. Il fatto che
questa stronzata la togli fuori adesso mi fa solo pensare male.”
“Che vuoi dire?”
Ma…non so…Angel? è un modo per ferirlo? O Buffy…tanto era da lei prima di
infilarti qua dentro…”
“Non ti fidi di me? Chissà quante te ne ha raccontato Angel…”
“Io e te non siamo mai soli, neanche quando facciamo l’amore. Loro sono sempre
con noi. A scaldarci il cuore o buttarlo alle ortiche. Siamo simili, tesoro. E
so di aver bisogno di te. Che sto bene con te. Ma non voglio innamorarmi,
Spike. E non voglio crederti. Perché tu ami lei. E nessun’altra. E io ti servo,
tutto qua. Ti serve un corpo, una rivincita. Una derelitta che ti somiglia. E
il bello è che mi sta bene così. Mi sta bene giocare. E prendere ciò puoi
darmi. Ma non fare promesse. Non darmi speranze. Non ne hai bisogno per
ottenere ciò che vuoi.”
“Tu…non sai quello che voglio…quello che cerco…” Spike era sconvolto dal modo
di parlare di Faith. Lei stava seduta di fronte a lui, guardandolo negli occhi
con una sicurezza assoluta e disarmante.
“Liberati dai fantasmi, vampiro. Poi possiamo anche riparlarne.”
“Aiutami a liberarmene…” Provò ad abbracciarla, quasi intimidito. Ma lei lo
lasciò fare, senza dir niente. La candela si spense ormai consumata. Faith
rimase tra le braccia di Spike. Chiuse gli occhi, sistemandosi comoda, per
cercare di riposare. Un paio di lacrime scivolarono incontrollate. Voleva
essere dura con lui. Voleva salvarsi da quello che lentamente stava provando,
che cresceva. Lui sapeva essere così dolce, persuasivo. Continuava a
stringerla. Si abbandonò lentamente al sonno, mentre sentiva ancora le sue mani
sulla pelle nuda.
Spike rimase a vegliarla. Come la notte prima. Cercando di combattere con tutto
quello che provava. Amore. Odio. Desiderio. Confusione. Faith aveva ragione.
C’erano troppe ombre, troppe cose ancora da chiarire. Ma quando stava con lei
tutto scompariva all’istante, diventava tremendamente facile. E ora averla
lì…sua. Quel senso stranissimo che aveva con ogni donna. Proprietà. Volerne l’esclusiva
assoluta. Come per farne la sua schiava. E poi era lui che invece era schiavo
della passione. Di ogni respiro che lei poteva regalargli. Confusione. E
certezza. Nell’averla per sé. Chiuse gli occhi, cercando di riposare, di non
pensare. Ma non riusciva a staccarsi da quel corpo.
Quando aprì gli occhi se lo trovò davanti. Il volto serio, troppo serio.
Sentiva sempre quell’irrefrenabile desiderio di spaccargli la faccia.
“Alzati. Ora.”
“Cosa cazzo vuoi?” Parlavano a voce bassissima. Angel guardò Faith, le
accarezzò lievemente il volto. Questo fece imbestialire Spike.
“Non toccarla.”
“Beh, se ti interessa qualcosa di lei vedi di alzarti dal mio letto e venire
nell’altra stanza.” Scomparve così com’era apparso. Spike spostò delicatamente
Faith, per poi infilarsi un paio di pantaloni e raggiungere l’altro vampiro.
Wesley era curvo su alcune carte. Il sole doveva essere ben alto in cielo, e
almeno qualche ora aveva dormito.
“Allora?”
“La situazione è presto chiara: per finirla con questo Ordine dobbiamo muoverci
alla svelta e bene.”
“Non sembrava una cosa così difficile…perché non te ne torni dal tuo cucciolo e
ti levi dalle palle? Possiamo occuparcene noi, senza di te…” Angel sorrise
obliquo.
“Credi che sia così facile? Non lo è, William. Per niente. Sono in tanti, e ne
stanno reclutando altri. Proprio perché la cacciatrice sembra così
invincibile…Ecco perché questi due giorni di calma piatta. Se non ci occupiamo
del loro capo, rimarremo sempre al punto di partenza.”
“E scommetto che il cervellone ha partorito qualche piano geniale…sbaglio?
Allora, capo, cosa suggerisci?” Spike continuava a girargli intorno,
scimmiottandolo. Wes intercettò la mano di Angel, fermandolo prima che
traducesse in forza la sua rabbia.
“Non è che se fate così la situazione si risolve prima o meglio…abbiamo lo
stesso scopo…quindi vediamo di lavorare tutti insieme. Faith è in pericolo, e a
questo punto lo è anche Buffy. Lei, forse, anche di più. È ancora troppo
debole, se ho capito bene…”
“Non sanno della sua esistenza. Buffy deve solo rimanere nascosta.”
“Di questo non ne sono tanto sicuro. Non possiamo rischiare comunque. Ci sono
alcuni posti da controllare e lo faremo stanotte. Uniti. Senza bisticci,
possibilmente. Ne siete capaci?”
“Non lo so…puoi stare lontano dalla mia ragazza?” Spike sorrideva apertamente,
fronteggiando Angel.
“Sei così sicuro che sia la tua ragazza? Non conosci bene Faith. Quando si sarà
stancata di te ti butterà come una scarpa vecchia. Quindi fai ancora in tempo a
non farti venire una delle tue solite ossessioni…” Nuovamente stavano per
arrivare alle mani.
“Ehi, papy…guarda che tuo figlio è maschio e ancora non ha un dente. Quella che
sta là dentro è mia, non è una lattante, e non dorme in una culla…” La tensione
si tagliava a fette.
Wesley buttò una tazza per terra, attirando la loro attenzione.
“Finito?”
“Ehi, così la svegli…” Angel si voltò a guardare Spike. Il tono della sua voce
era così seriamente preoccupato che non poté fare a meno di ridere.
“E’ andato…non c’è verso…” Il biondo cercò di colpire il bruno, che riuscì
comunque a scansare il calcio, sempre senza smettere di ridere.
“Signori, ci decidiamo? Il nuovo capo di questa setta ha dei poteri un po’
particolari…” Aveva nuovamente l’attenzione di tutti e due.
“Nuovo? Che vuol dire? Quando l’hanno cambiato? Quello che mi ricordo io era un
grosso idiota, pazzo ma idiota….” Spike era incuriosito dagli sviluppi.
“Lotte clandestine…hanno tenuto il rituale di uccidere una cacciatrice ogni 50
anni, ma adesso sono decisamente più organizzati.”
“Beh, non credo…noi li abbiamo trovati che cercavano Buffy quando era
ancora…morta? Sì, il termine dovrebbe essere questo…quindi non sapevano neanche
chi era la cacciatrice attuale…”
“Non lo so. Non ne sarei così sicuro. C’è qualcosa sotto. Buffy è tornata dopo
quanto? Uno, due giorni? Ariesith riesce ad individuare il sangue di una
cacciatrice e segue quello per la sua…” Angel e Wesley si guardarono un
istante.
“Certo…non avevano individuato Buffy ma…”
“Dawn.” Rimasero tutti in silenzio. La situazione si stava decisamente complicando.