Slayers & Vampires
Notte. Il tempo passato via in un lampo. Spike guardava la città
dalla collina,
le sue luci e l’atmosfera irreale. Tutto
scorreva. Come sempre. Al mondo non
importava che la cacciatrice non c’era più. Da
mesi ormai. In pochi sapevano
della sua esistenza. Si poteva scorgere la
sofferenza in Dawn, in Willow. Nel
sig. Giles che era partito in una mattinata
d’agosto, quasi senza salutare nessuno,
con le mani che tremavano. Ma tutto
scorreva. La vita continuava. E il vampiro
continuava a proteggere quel piccolo
frammento di memoria. Quell’amore malato
e devastante che continuava a divorarlo.
Salvare Buffy. Non c’era riuscito ma
continuava a sognarla. Cambiare le cose,
uccidere Glory. Portar via Dawn prima
che il suo sangue iniziasse a scorrere lento
e letale verso il vuoto. E poi
si svegliava. Negli occhi ancora l’immagine
di quel corpo riverso a terra, senza
vita. E la sua di vampiro che si fermava,
mentre le lacrime prendevano il posto
di ogni pensiero razionale. Sunnydale.
Immutabile e infernale. Con i demoni
che strisciavano nelle tenebre per
assaltarla. E lui pronto a combattere. Sentire
l’irruenza della battaglia, immergersi
nell’odore forte della paura. A lui che
non importava più di vivere. Se non per una
promessa che lo legava ad una ragazzina
dagli occhi tristi. Prese un’altra birra.
Sentire il fresco della bibita che
scivolava dentro di sé. Chiudere gli occhi e
scacciar via il dolore. Stordirsi
ancora. E guardare ancora la notte. Per
gettar via la bottiglia e sentire il
rumore del vetro contro una roccia. Per
salire sulla moto e tornare alla sua
cripta prima dell’alba. Aprendo la porta
sentì subito che c’era qualcuno. L’odore
di una donna, il profumo sottile e aspro di
un essere umano. “Ciao, cacciatrice.
Unica e sola. Ti piace essere rientrata in
servizio, eh? Ho sentito in giro
che ti stai divertendo parecchio.” “E’
meglio della galera, se intendi quello.
Di certo non mi piace l’idea di essere in
pista perché Buffy è morta. Non avevano
alternative, o ammazzavano me per sceglierne
un’altra, o mi riassumevano. E
loro sono i buoni, no?” Spike le passò
davanti, per andare a sedersi in un angolo
buio. Accese una sigaretta, osservando il
fumo lattiginoso che veniva fuori
dalla sua bocca. “Il musone ti ha fatto un
bel favore, eh?” “Angel? Nah…non
credo che il Consiglio si fidi di lui più di
tanto, nonostante i risultati che
ha ottenuto a Los Angeles. Mi hanno
vivisezionato per un mese prima di darmi
il via. Wesley. E anche Giles ha aiutato
parecchio. Willow che ha cancellato
i database della polizia…” La luce delle
candele illuminava il volto di Faith.
Era tornata da un po’ di tempo, ormai, ma
Spike la evitava come la peste, continuando
a fare di testa sua. “Che ci fai qui,
Faith?” La ragazza si avvicinò al vampiro,
mostrandogli un ciondolo. “Sai niente di
questo?” Sembrava fatto di legno e
metallo e il disegno era vecchio e
consumato. “Dove l’hai trovato?” “L’ho strappato
dal collo di un tuo fratellino, prima di
ridurlo in cenere. Un tipo strano.
Non era di qua. Continuava a parlare una
lingua che non conosco. E rideva parecchio.
Mi ha proprio irritato…” “Mi ricorda
qualcosa, ma non ti so dire esattamente
cosa. Perché non lo porti alle streghe? Loro
sapranno fare le ricerche adatte.”
“Va bene, preferivo tentarci prima con te. E
poi volevo sapere perché giri al
largo dalla sottoscritta.” Spike sorrise
appena, continuando a rigirare il ciondolo
tra le mani. Si prese una birra, offrendone
una a Faith. “Stai evitando Willow
e Tara? Perché?” “Non sto molto simpatica
alle signorine…non che mi stupisca,
bene o male per loro sono solo un rimpiazzo
con un brutto passato. Ma non mi
hai detto perché TU stai evitando me.
Neanche mi conosci come si deve…eppure
siamo dalla stessa parte, se non sbaglio…”
“Cacciatrice…cerco di non immischiarmi
troppo con un’altra di voi. Fa male. Brucia.
Ho fatto una promessa e proteggo
Dawn. Per il resto niente mi obbliga a stare
vicino a quelli là. Non si fidano
di me, nonostante tutto quello che ho fatto
per loro. E ora, se permetti, sono
stanco. Vorrei andare a dormire, Faith.” La
ragazza si sedette accanto a lui.
“Io non ho fatto nessuna promessa. Ma so
come ti senti. Non è facile sostituire
Buffy e…” “Lei non si può sostituire.”
“Appunto. Questo è l’atteggiamento dilagante.
Accidenti a me che ho accettato di tornare
in questo inferno…sembra quasi che
l’abbia ammazzata con le mie mani…” “Non è così, e lo sai bene. Ma
ognuno di
noi ha un buco nel cuore, e magari non
riusciamo a reagire come si deve.” “Ti
manca, eh? Anche a te…” “Già. Ora vai via,
cacciatrice. Torna a casa tua e lasciami
in pace. Se mi ricordo qualcosa di quel
disegno so dove trovarti.” Faith si
avviò verso l’uscita senza fiatare. Spike
rimase a guardarla ancora qualche
istante. La prescelta. L’ennesima prescelta.
Ricordava le due che aveva ucciso
con grande soddisfazione. Faith aveva
bisogno di aiuto. O qualcuno l’avrebbe
sistemata per le feste. Come quell’ordine
tedesco proprietario di quel marchio,
di quel ciondolo. Sentì un forte rumore, poi
un urlo. Si precipitò fuori, per
scorgere la ragazza che combatteva sotto la
luce della luna. Era veloce, ed
elegante. Ci metteva l’anima e si vedeva, si
sentiva. Ma erano in quattro e
lei sola. Tolse fuori il paletto
dall’impermeabile e si buttò nella mischia.
In fondo un po’ di movimento gli avrebbe
fatto bene. La lotta non durò molto
a lungo. Presto si ritrovarono soli, seduti
per terra circondati dalla cenere.
“Grazie. Pare che ti abbia fatto perdere un
altro po’ di tempo…” “Ginnastica
che non guasta. Avevano tutti quel
ciondolo.” “Ho visto. E continuavano a parlare
strano.” “E’ tedesco, cacciatrice.” “Ah.
Sono ignorante in materia. Mi offri
da bere? Ho la gola secca.” Spike la aiutò
ad alzarsi, per poi infilarsi insieme
nuovamente nella cripta. “Allora, ti sei
ricordato qualcosa di questi buffoni?”
Spike rise di gusto. Faith continuava ad
essere spavalda e tranquilla. “Roba
vecchia. Un ordine europeo, che fa dei riti
un po’ fuori di testa. Uccidono
una cacciatrice ogni 50 anni. Li ho
incontrati parecchio tempo fa, quando il
mio sport preferito era far fuori qualcuna
di voi. All’inizio mi piacevano,
avevamo lo stesso scopo…poi mi sono reso
conto che non volevo diventare una
sottospecie di soldato…sono troppo
individualista. E poi c’era Drusilla con
me, e le donne non erano ammesse. Amen.”
“Allora ce l’hanno con me…” “Mi sa
di sì. Sono in tanti e hanno un capo che è
completamente pazzo.” Faith rimase
in silenzio, per poi scolarsi la birra tutta
d’un fiato. “Vacci piano, tesoro,
sei minorenne e in missione. Non ti voglio
sulla coscienza.” “Hai una coscienza?
Credevo la togliessero con l’anima…So badare
a me stessa. E scommetto che reggo
l’alcool più di te. E poi non sei mio padre
né il mio Osservatore.” “E meno
male. Ma potrei dirlo a qualcuno.” “E a chi?
Al Consiglio? Chi ti ascolterebbe,
vampiro?” “Angel. Potrei chiamarlo e dirgli
come si sta comportando male la
sua bambolina.” “Lascialo cuocere nel suo
brodo. Ha altro a cui pensare. La
sua amata è morta mentre lui era all’altro
mondo. Darla invece non solo è morta,
gli ha lasciato anche un pargolo…credi che
si occuperebbe di me?” “Ti rode,
eh? Scommetto che faresti carte false per
lui.” “E’ l’unico che mi ha aiutato
nel momento più difficile della mia vita.
Gli devo molto. Ma neanche lui è il
mio custode.” “Sai bene cosa intendo,
cacciatrice. Qualcosa che va al di là
dell’amicizia.” “Come un certo Sanguinario
per Buffy? Una cosa che abbiamo in
comune, vampiro. SSS. Siamo senza speranza.”
“Angel ancora cammina in questa
terra. Buffy è morta.” “E lui è un morto che
cammina. Il suo cuore puoi trovarlo
in una lapide di marmo grigio là
fuori…lasciamo perdere. Mi sono illusa sin
troppo spesso. E poi non durerebbe…troppo
buono…devo trovare qualcuno che mi
sopporta per quello che sono, cioè che
gradisca le brune, con un brutto carattere
e che non si offenda a stare sotto.” “Sotto
cosa? Uh, porca puttana…sei uno
scaricatore di porto…ricordati di scriverlo
negli annunci per cuori solitari…”
Tornarono a ridere sguaiatamente, fino alle
lacrime. “Forse…è il caso che vada
a dormire. Stavolta sul serio. Sono
distrutta. Domani mi racconti qualcosa in
più su questi tedeschi, okay?” “E’ un
appuntamento?” “Non ti illudere troppo…ma
non ne hai abbastanza di cacciatrici?” “Già.
Forse hai ragione…” Faith si allontanò
per la seconda volta dalla cripta. Spike la
seguì, per proteggerla da altre
aggressioni. Rimase a guardare finché non
vide la porta della stanza d’albergo
chiudersi. Tornò nella sua “casa” a
riposare, prima che sorgesse il sole. Rise
ancora di quella serata. La ragazza sembrava
in gamba, ed era vero che avevano
qualcosa in comune: la solitudine. Faith non
riusciva a dormire. Da quando era
tornata a Sunnydale tutto andava storto. Non
sapeva ancora perché aveva accettato
di riprendere la caccia. Stava bene in quel
carcere. Era rispettata, protetta
e aveva ripreso a studiare, aveva persino
fatto un corso di cucina, anche se
con risultati pessimi. Angel. Era uno dei
motivi. Il bisogno di espiare quello
che aveva fatto era un altro. Non
strettamente collegati, ma neanche separati
del tutto. Guardò il suo viso allo specchio,
pettinando i capelli lunghissimi.
Si tolse il trucco con cura, canticchiando
una vecchia canzone. Non si era mai
creduta immortale, e tempo prima avrebbe
ucciso volentieri la sua “collega”,
ma ora si sentiva fragile. E debole. Ripensò
a Buffy e alla sua voglia di vivere.
Buffy era forte per i suoi amici, la sua
famiglia. Ed era morta lo stesso. Lei
non aveva nessuno. E non riusciva a
conquistare la gang di Sunnydale. “Dagli
tempo”, diceva Angel. Ma lui era lontano. E
tremendamente facile da amare. Sin
troppo. Spense la luce, sdraiandosi sul
letto gelido. Prese il telefono e chiamò
Wesley. Malgrado l’ora doveva risponderle.
Era il suo Osservatore, no? Parlarono
per diversi minuti, soprattutto dell’Ordine
che l’aveva attaccata. Poi Angel
prese la cornetta. E Faith chiuse gli occhi,
iniziando a piangere in silenzio.
Lui se ne accorse, e cercò di farla svagare,
parlando delle ultime disavventure
di Cordelia. Quando chiuse la comunicazione
stava meglio. Pensò a Spike, alla
sua scorta nascosta. In fondo era un bravo
ragazzo. Possibile che lei, la prescelta,
si trovasse meglio con i vampiri, creature
che doveva combattere per natura,
che con gli esseri umani suoi simili? Si
addormentò senza darsi una risposta.
Un sonno senza sogni e profondo. Il
pomeriggio seguente si recò al Magic Box.
Anya la accolse con un sorriso da perfetto
venditore, che scomparve quando la
ragazza si avvicinò ai libri della
biblioteca, chiedendo notizie di Willow.
“Tornerà tra una mezz’ora. Vedi di non
sciupare niente, sono volumi molto antichi.”
“Grazie per la tua solita gentilezza, cara.
Ma ho l’abbonamento per questa roba
e quindi lasciami fare e occupati degli
affari tuoi.” Nel frattempo qualcuno
era entrato nel negozio. Si voltò scorgendo
una coperta invasa dal fumo con
qualcuno sotto. “E poi ti lamenti che non hai amici…ma ti ascolti
quando parli?”
“Ciao, Spike? Qual buon vento? Oserei
dire…qual buon tanfo…di bruciato…” “Ridi,
tu. Siamo ad ottobre e c’è ancora un sole
primaverile.” “Infatti dovresti stare
al buio, a crogiolarti davanti alla tv.” “E
invece sono qua per darti una mano.
Sono mesi che non danno niente di decente,
tra un po’ mi abbasso a guardare
quelle schifezze sudamericane in cui non si
capisce mai chi è il figlio di chi.
O ancora peggio, ho seguito tre puntate di
Beautiful, ma non solo mi è sembrata
una schifezza…quando ho visto quell’oca
spennata che si chiama Darla come una
nostra conoscenza, non ce l’ho fatta più...”
“A proposito di madri e di figli
di non si sa quale padre…” “Appunto…in fondo
è meglio la nostra realtà.” “Sicuro?
Fanno “Via col vento” e “Rossella” al
cinema, potresti portare una bella ragazza
al cinema con un pacco di fazzolettini e uno
di pop-corn…” “Allora mi odi?”
“Solo un po’, è più forte di me…” “L’avete
finita con queste chiacchiere da
salotto? Perché non ve ne andate e mi
lasciate lavorare in pace?” Faith e Spike
guardarono un’Anya infuriata attaccata al PC
portatile, per poi scoppiare a
ridere all’unisono. “Vorrei avere un po’ dei
miei vecchi poteri per riuscire
a friggervi quel poco cervello che vi è
rimasto…” “Piantala,
Anya.” Willow fece
il suo ingresso seguita da Dawn. La piccola corse subito a
salutare Spike, mentre
la strega appoggiava diversi libri sul
tavolo. “Che succede, Faith? Non ti si
vede spesso da queste parti.” “Ricerche. Un
ordine di vampiri ha invaso Sunnydale
e ho bisogno di aiuto. Wesley mi ha dato il
titolo di questo manuale, lo stavo
semplicemente cercando.” “Fai vedere? Ho
capito. Non è qua. È molto prezioso
e il sig. Giles lo ha nascosto per via di
Anya.” La ragazza guardò le due con
occhi sbarrati. “Che c’entro io? Perché
difendere un libro da me?” “Facile.
Perché se tua madre fosse viva, riusciresti
a metterle un’etichetta in fronte
e venderla con lo sconto del 20% in tempo di
saldi.” Lei continuò a protestare,
ma Willow prese per mano Faith,
trascinandola in palestra. In una cassa nascosta
sotto un mobile, trovarono il fantomatico
libro. La strega lo aprì con delicatezza,
poggiando il volume sul tavolo per poi
scuotere la testa. “Che succede?” “Tedesco.
Ne sai niente?” “E lo chiedi a me? Sei tu la
sapientona.” “Avrei preferito latino,
o greco o sumero…mi sa che nessuno di noi ne
capisce niente. perché non mi parli
di questa invasione?” “E Spike? Non è
europeo?” “Inglese. Chiamalo, così lascia
l’arpia in pace, prima che si ricordi della
scorta di acqua santa che tiene
sotto il bancone…” Faith si affacciò per
spiare quello che stava facendo Spike.
Dawn gli stava mostrando i quaderni e i suoi
progressi scolastici, mentre Anya
discuteva al telefono. Sorrise, per poi
incrociare lo sguardo del vampiro e
avere un’occhiataccia in cambio. Lasciò Dawn
con il suo zaino, per avvicinarsi
alla cacciatrice. “Molto da ridere?” “No,
tenerone. Potresti essere un buon
padre, lo sai?” “Non mi risulta possibile, i
vampiri non possono essere genitori…”
“Dovresti ricordarlo ad Angel…” “Ma tu credi
veramente che quello sia figlio
loro? Deve esserci sotto qualcosa. La realtà
supera di gran lunga la fantasia.”
Spike si accese una sigaretta, ignorando i
commenti stizziti di Anya. “Conosci
il tedesco? Hai detto che hai incontrato
qualcuno di quell’ordine qualche decennio
fa. Mi serve un interprete.” “Per sapere
cosa? Ti vogliono ammazzare, te l’ho
detto. Fine della storia. Prepareranno
qualche bel rito coreografico e boom,
fuori la cacciatrice. Magari li ha chiamati
proprio il Consiglio, così riescono
ad avere una prescelta un po’ più docile…”
“E bravo il Sanguinario. Idea geniale.
Allora mi sa che faccio una capatina a Los
Angeles, ammazzo Wesley e poi torno.
Anzi, prima passo a Londra ed elimino Giles,
poi mi rifugio in Cina. Che ne
dici?” Lui sorrise, per avvicinare la mano
al viso di lei. Faith istintivamente
spostò la testa. “Ehi, è solo un ricciolo di
polvere. La Cina è molto bella
in questo periodo, o almeno lo era l’ultima
volta che ci sono stato.” “Allora,
questo tedesco lo capisci o no?” “No,
tesoro. Datti una calmata e chiedilo a
quella ex demone isterica. Ha solo un
migliaio d’anni più di me. Oppure credo
che con un po’ di soldi qualche studente di
lingue discreto riusciamo a beccarlo.”
“Riusciamo? Lavoriamo insieme?” “Boccaccia
mia…te l’ho detto, non ho niente
da fare…” Faith si avvicinò alla cassa. “Hai
mai pensato ai corsi per corrispondenza?
Si imparano tante belle cose…” “Infatti ci
stavo pensando…una bella laurea in
neurochirurgia, così mi tolgo il chip dalla
testa e posso tornare ad assaggiare
il collo delle belle ragazze.” “Fammi sapere
quando finisci gli studi, voglio
proprio vedere come diavolo fai a toglierti
quel coso da solo…” “Forse sarebbe
meglio un corso di informatica…è o non è un
chip?” “Bravo! Nel frattempo prova
a sbatterti la testa al muro, magari riesci
a mandarlo fuori uso…Anya? Conosci
il tedesco?” “Chi?” “Non chi. La lingua
tedesca.” “Certo. Devi sapere che nel
1500, o giù di lì, c’era una dama che…” “Ho
capito, capito…ti va di tradurre
un paio di pagine per me?” “Visto come mi
hai trattato? Direi di no. E poi c’è
il negozio, non posso mica chiuderlo quando
vi gira…” Faith iniziò a respirare
profondamente, cercando di non ascoltare i
discorsi della ragazza. Girò le spalle
e tornò in palestra. Willow era immersa
nella lettura di un altro libro, tanto
che si spaventò quando vide la cacciatrice
accanto a sé. “Quella svitata non
ci vuole aiutare. E io mi sono promessa di
non ammazzare più nessun essere umano.
Non so, vale anche per gli ex demoni?”
“Anya? Me ne occupo io. È un po’ strana,
ma in fondo non è cattiva…devi capirla, lei
è…strana.” “Beh, che mi devo aspettare
a Sunnydale? Vampiri che non mordono,
streghe, ex demoni, ragazzine che aprono
varchi nelle dimensioni parallele…manca
niente?” Willow si allontanò. “Scordavo
i lupi mannari…ma quello ormai è passato,
non è vero Willow?” Lo disse sottovoce,
e la strega non sentì l’ultima frase. Faith
prese a sfogliare il libro, confrontando
il ciondolo che aveva trovato con un’illustrazione.
Spike si sedette accanto
a lei. “Senti, non mi piace averti troppo
attaccato. Sei miope per caso?” “No,
mi piace il tuo profumo.” Lei lo guardò con
gli occhi sbarrati. “Non uso profumo,
idiota. È una cosa che insegnano i primi giorni
di apprendistato. Gli odori
forti sono un richiamo, un biglietto da
visita.” “Idiota a me? Noi abbiamo l’olfatto
più sviluppato del vostro, e il profumo che
sento è quello della tua pelle.
E non riusciresti a toglierlo neanche con la
varechina, mia cara.” “Beh, stai
lontano dal mio collo, tesoro. Ricordati che
io ti posso pestare e tu no.” “E
ci prenderesti gusto? Un vampiro che non si
può difendere…nah…non è il tuo genere.
Tu vuoi vedere il sangue scorrere a fiumi,
scommetto che ti eccita!” “Mmmm,
ti piacerebbe scoprirlo, non è vero?” Faith
si mosse sensuale e sicura, sedendosi
sulle ginocchia del vampiro con un
sorrisetto stampato in faccia. “Scommetto
che ti piacerebbe assaggiarmi, sentire il mio
sangue che ti scorre dentro e
il mio battito cardiaco che diventa sempre
più lento…” parlava con voce roca
e bassa, direttamente all’orecchio di Spike,
che cercava invano di indietreggiare.
“Stai giocando con il fuoco, bambina…” “Che
paura…” “Questo chip non funzionerà
per sempre…” La tirò lievemente per i
capelli per allontanarla, sentendo subito
una fitta di dolore in testa, che comunque
non gli fece mollare la presa. “Non
vedo l’ora, amore mio…” Faith passò una mano
sul collo del vampiro, lentamente,
sfiorando la maglietta sino ai pantaloni.
Continuava a sorridere compiaciuta
dalla reazione del vampiro. “Chi è che si
sta eccitando, Sanguinario?” Spike
la buttò giù dalla sedia, e lei per tutta
risposta rimase a ridere sguaiatamente.
“Tu sei pazza.” “Dai, non ti sarai offeso?”
La ragazza si rialzò con un salto,
per poi scuotere i capelli. “Mi piace
giocare. Mi fa sentire viva. Faccio un
lavoro di merda e ogni tanto voglio
divertirmi.” In quel momento entrarono Willow
e Anya. “Io non ti voglio aiutare, sia ben
chiaro.” La ragazza sembrava molto
decisa. “Questo l’avevo capito. Mi vuoi
spiegare il motivo, per cortesia?” Faith
era tornata a sedersi sulla sua sedia, e
guardava l’ex demone con aria di sfida.
“Per quello che hai fatto a Xander.” “Che
cosa…ops. Capito. Che male gli ho
fatto? Era solo una scopata, dio santo, non
facciamola così lunga…non ha nessun
senso…me n’ero quasi dimenticata…” “Tu
cosa?” Spike era impietrito. “Lei, quella
strega…si è permessa di toccare il mio
Xander.” “Che ai tempi era libero come
l’aria e vergine! Senti, non era neanche il
mio tipo, semplicemente era nel
posto giusto al momento giusto, e non mi
pare che si sia lamentato! Mica l’ho
stuprato!” “Sei sicura? Lo sai cos’è uno
stupro?” Spike rideva senza ritegno.
Faith fu contagiata all’istante, mentre
Willow cercava di trattenere Anya. “Okay,
okay…qualcuno che mi traduce questa roba lo
trovo…buona serata a tutti!” La
ragazza si avviò verso l’uscita, trattenendo
a stento le lacrime che accompagnavano
le sue risate. Prese il libro, e Anya tornò
ad urlare che non poteva portarlo
fuori dal negozio. “Deciditi. O lo traduci
tu, o me lo porto via. Non mi interessa
se ti piaccio o no. Credimi, Xander non mi interessa
affatto. Voglio solo salvarmi
la vita e spaccare il culo a questi vampiri.
Chiaro? Quindi non me ne frega
niente delle tue bambinate. E ho il permesso
degli Osservatori per questo libro.
Chiama il tuo prezioso Giles, se non ci credi.”
“Il negozio l’ha lasciato a
me…” Stava piagnucolando come una bambina.
“Dai Anya, ha ragione. Quando chiudi
la sera è buio, ormai. E una setta di
vampiri qui in città non fa comodo a nessuno.
Mettila così, prima la aiuti, prima staremo
tutti più tranquilli. Okay? Lei
è la cacciatrice, lo sai. Mi metterei a
scannerizzarlo per mandarlo a Giles,
ma è troppo prezioso…” La voce di Willow era
calma e comprensiva. Faith rimase
in attesa con il libro fra le braccia. “Va
bene. Ma ora te ne vai. Sta per arrivare
Xander, e non voglio che neanche ti veda. Ti
porterò io la traduzione, domani
mattina prima dell’apertura.” “Va bene.”
Faith sospirò, mollando il libro sopra
il tavolo e avviandosi verso la porta.
Incrociò Dawn che le sorrise appena.
“Hai risolto i tuoi problemi?” “Sì, piccola.
O almeno spero.” “Tu non hai sorelle,
vero?” “No, non ho nessuno.” “Meglio. Così
quando morirai nessuno starà male.”
“Grazie, Dawn. Ora sto molto meglio.”
“Sc-scusa, io volevo dire che…” “Ho capito,
capito…non continuare con le frasi gentili o
finisco per suicidarmi. L’ho detto
che stavo meglio in galera…” Uscì sbattendo
furiosamente la porta.