DO YOU TRUST ME
Autore: Maria Flavia
e-mail:
mariaflavia@libero.it
Pairing: Buffy/Spike
Spoiler: 6a
Stagione
Disclaimer: I personaggi, ahimé. non sono miei, ma appartengono a
Joss Whedon e alla sua Gang. L’autrice scrive senza alcuno scopo di lucro, ma
solo per il piacere delle sue amiche e suo. Chiaramente non si intende violare
alcun copywright.
Ringraziamenti: A Joss per aver dato vita ad un personaggio
così speciale come Spike
Ad Alma,
perché la sua amicizia è stata la fonte
nel deserto che ha riportato nella mia vita la voglia di fantasticare e di
scrivere. Ti voglio un mondo di bene.
“Do you trust
me?”
Cordelia sbuffò alzando gli occhi al cielo.
Sapeva che
sarebbe finita così. Guardò il suo capo, il volto cupo, chiuso in un mutismo
esasperante.
Perché non era stata zitta? Perché aveva dovuto dirgli
dell’ultima telefonata di Xander? Eppure sapeva che era molto sensibile
all’argomento.
Anche lei non riusciva a crederci. Le sembrava una cosa
innaturale, assolutamente irreale, contro ogni…
- Allora, che ne dici? –
chiese.
Angel fissava il buio fuori dalla finestra, immobile.
- Ti sarai
fatto un’idea della cosa. – continuò. Tamburellò impaziente con le dita sulla
scrivania. Avrebbe voluto che almeno una volta lui riuscisse ad imprecare.
Perché gli riusciva così difficile mostrare quello che provava?
- Almeno di’
qualcosa! – insistette. Lo guardò muoversi per la stanza totalmente assente.
Sembrava non avesse sentito le sue domande.
- Ti verrà in mente qualcosa
pensando a Buffy e … - Accidenti, non riusciva a dirlo! – Buffy e… insomma… lei
che fa l’amore con… - Trasalì vedendo Angel afferrare dalla sua scrivania il
tagliacarte e girarlo tra le dita. Non faceva fatica ad immaginarlo mentre come
un pugnale …
- E’ meglio se lo posi. –
La guardò interrogativo.
- Il
pugnale…- Un sorrisetto nervoso le stirò le labbra.- Volevo dire… il
tagliacarte. Il tagliacarte. –
Angel guardò la sua mano, le dita strette
convulsamente attorno all’oggetto, le nocche diventate se possibile ancora più
pallide. Aveva sentito le domande di Cordy. Buffy… Non riusciva ad immaginare
Buffy che faceva l’amore con…
Sentiva il demone dentro di lui urlare la sua
voglia di possesso.
Immaginò la testa bionda chinarsi verso…
La voce gli
uscì come un ringhio dalla gola. – Sono solo pettegolezzi. –
Guardò Cordelia
negli occhi, distogliendone subito lo sguardo.
- Solo. Infondati.
Pettegolezzi. –
Voltò le spalle alla ragazza e a grandi passi raggiunse la
porta. Cordelia sobbalzò quando questa sbatté.
- Buffy e Spike. – mormorò. –
Pettegolezzi? Sarà. Ma in fondo quella ragazza è sempre stata un po’ strana. –
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L’aria
della notte era appena frizzante.
Angel si fermò di fronte all’oceano.
La
mente continuava a girare intorno a quel pensiero. Quante volte aveva rinunciato
a lei?
Pensò alla gemma di Amara affondata nell’oceano per sottrarla per
sempre ai vampiri.
Alla decisione di rinunciare alla sua vita mortale per
tornare vampiro.
A quando, dopo lo scontro con Riley, non le aveva detto che
la maledizione era stata annullata.
Neppure quell’ultima volta, quando
l’aveva incontrata dopo il suo ritorno dalla tomba, glielo aveva detto.
Perché?
Aveva rinunciato per… darla a SPIKE?
- NO! MAI! – urlò nella
notte. – MAI! -
Non riusciva ad accettarlo, non era per questo che aveva
rinunciato a lei.
“Tu meriti di più. Meriti qualcosa che non sia solamente
demoni e tenebre. Tu devi stare con un uomo che possa portarti alla luce.”
-
Alla luce, non in fondo ad una tomba!-
La mano gli corse al fianco dove
riposava Mr. Punta.
Lo sfoderò.
Avrebbe avuto presto un nuovo
fodero.
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-
Xander… -
Anya tese il braccio verso il suo cuscino, ma trovò il vuoto.
-
… ancora… - A fatica aprì gli occhi. La sveglia sul comodino segnava le 3.
-
E’ la quarta notte. – Anya si mise a sedere sul letto. – Xander mi nasconde
qualcosa. –
Spalancò gli occhi, impaurita.
- Non mi ama più. - Il respiro
le si fece affannoso. – Mi vuole lasciare. –
Scostò le coperte e mise i piedi
in terra.
- Ma io… io lo uccido. Triturerò quel suo cuore incostante. No, gli
taglierò i piedi. O meglio gli staccherò le mani. Voglio vedere se così potrà
abbracciare qualcun’altra… -
Scese dal letto come una furia per arrestarsi
subito.
Davanti alla vetrata l’ombra di Xander appariva come rimpicciolita.
Poi capì. Aveva il capo basso, le spalle piegate, come se tutto il peso del
mondo fosse su di lui.
Allungò una mano e gliela appoggiò sulla
schiena.
Lo sentì sobbalzare come colpito da una scarica.
- …Anya… -
-
Non è più possibile continuare così, Xander. Io devo sapere… - Prese un grosso
respiro. – Non mi ami più? Vuoi lasciarmi? –
-… cosa?!- Xander aveva l’aria
stupida di uno capitato su un altro mondo, tra alieni di cui non capiva il
linguaggio.
- COSA? – Xander le toccò la fronte. – Ti senti bene? Non mi
sembra che tu scotti. Hai avuto un incubo? –
Anya scostò la sua mano con
impazienza.
- Non sto male. Tu, piuttosto! –
- Io?… No, non mi sembra… Sto
bene. –
- Allora perché questa è la quarta notte che non ti trovo nel letto?
Perché non dormi? –
Xander spostò il suo peso da un piede all’altro chinando
la testa. Le mani cercarono invano le tasche dei pantaloni per un paio di volte,
poi si ricordò di essere in pigiama e si passò la mano nei capelli.
-
Allora?… Ti prego, dimmi. – Anya lo scosse per le braccia. – Mi stai facendo
impazzire! PARLA!-
Xander la guardò con quell’aria da cane bastonato che
prendeva quando combinava qualcosa di sbagliato.
- Ho parlato con Cordy…
-
- E’ lei? Ancora lei? Allora… -
- ANYA! Accidenti, no! – Xander scosse
violentemente la testa, sconsolato.
- Allora cosa…? Perché vi siete sentiti?
– Vide l’uomo arrossire lentamente.
- Noi… ci sentiamo sempre per il
compleanno… -
- Vuole tornare con te? – Anya sentì pruderle le mani.
Piuttosto l’avrebbe uccisa quella smorfiosa. Anzi, no, l’avrebbe sfigurata!
-
Smettila di pensare solo a quello! – Xander adesso era furioso. – Come faccio a
dirti cosa ho fatto se tu pensi sempre e solo a quello? –
- Ma io ti amo e …-
- Lo so, ma non esiste solo questo, il nostro rapporto, voglio dire. –
-
Allora… -
- ZITTA! – Xander prese dei lunghi respiri. – Le ho detto di
Spike. – buttò fuori tutto di un fiato.
Anya aggrottò le sopracciglia.
-
Hai… - le mancò la voce. – Hai… - riprese, poi deglutì. – Tu hai… hai detto a
Cordelia cosa?! –
- Spike. – Xander si strinse nelle spalle. – Buffy.-
-
Spike e… Buffy? - Crollò a sedere sul divano. – Sei un uomo morto. –
- No,
Angel non… -
- No, non Angel.. – Strinse le mani a pugno. - Spike. E Buffy …
e non necessariamente in quest’ordine.
–
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Buffy
crollò sopra Spike esausta.
Non era possibile, quella storia non poteva
andare avanti, era una situazione assurda. Socchiuse gli occhi e lo
guardò.
Era imbarazzante.
Non si può picchiare un uomo fino a sfigurarlo e
poi fare l’amore con lui sino a rimanere senza respiro, allo sfinimento. Neppure
se quest’uomo era un vampiro.
E mai in un letto!
Chiuse gli occhi
reprimendo un sospiro.
Spike aveva la pessima abitudine di capire prima di
lei cosa le succedeva. Aveva voglia di piangere. Non voleva…
“Oh Dio,
riuscirò mai a capire cosa voglio?” Soffocò senza pietà l’esile voce che
sussurrava “Spike. Solo Spike”
Non si può volere il male. Una Cacciatrice non
può amare un…
Bruscamente si alzò, evitando lo sguardo sorpreso di
Spike.
- Slayer?-
Buffy volse il capo scuotendolo. Recuperò in fretta i
suoi vestiti e scappò.
Spike rimase a fissare la porta della cripta con la
fronte aggrottata, la mascella stretta, poi in uno scatto d’ira spazzò il
tavolino di fronte a lui.
S’infilò i pantaloni e, presa la bottiglia di
scotch, sprofondò nella poltrona. Aveva voglia… La rabbia gli montò dentro come
una marea.
- Maledizione! Come può essere così testarda?- urlò lanciando la
bottiglia contro il muro, poi sogghignò amaro.
- Rimarrà intatto solo il
sarcofago qua dentro…-
Qualcosa di leggero e lilla catturò la sua attenzione.
Un malizioso sorrisino increspò la sua bocca. S’inchinò e raccolse il piccolo
indumento.
- Strana Cenerentola… Sei scappata troppo in fretta,
Slayer.-
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Buio.
Rumori
di lotta furiosa.
Non riusciva a vedere oltre quel buio. Non riusciva a
capire dove fosse.
Cercò di muoversi, ma sembrava che il suo corpo fosse
diventato improvvisamente pesante e immobile, una statua.
I suoi piedi erano
inchiodati al suolo, non riusciva a muovere nessun muscolo. Cercò di urlare ma
non un suono uscì dalle sue labbra serrate.
Spalancò di più gli occhi e li
vide.
Tutta la sua paura, l’incubo più folle che avesse potuto sognare, era
lì nella lotta feroce tra…
Due bestie mitologiche?
Due
uomini?
-…Angel…-
“SPIKE” urlò la sua mente.
Le mancò l’aria
improvvisamente quando vide l’arma.
Sembrava che tutta la luce fosse
concentrata su di lei e il suo obiettivo: il cuore…
- ANGEL! NOOO!-
Buffy
spalancò gli occhi al proprio urlo e balzò a sedere.
Il suo sguardo incontrò
quello di Spike ai piedi del letto.
Si fissarono immobili.
Lui vide
la paura e l’orrore negli occhi della ragazza. Qualcosa dentro di sé urlò dal
dolore. Non voleva sentire quel genere di sguardo su di sé, non voleva generare
in lei quella paura.
Angel. Ancora lui sul suo cammino!
Buffy non
riusciva a controllare il respiro e l’espressione di Spike, che lentamente
assumeva l’aria affilata di quando era furioso, non contribuiva a
rasserenarla.
Lo vide gettarle qualcosa, poi voltarsi e andarsene con quel
suo particolare passo, una pantera nera, felpata e mortale.
Rimase a fissare
senza capire il mucchietto di pizzo lilla. Il suo
tanga.
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Tara
guardò Buffy seduta sul divano di casa Summers.
Era venuta per parlare di
Dawn e dei suoi sempre più frequenti episodi di cleptomania, ma ora si rendeva
conto che qualcosa di diverso dalla preoccupazione per la sorella tormentava la
giovane. Era strana quella mattina.
Solo una poteva esserne la causa.
Spike.
Le spiaceva che la sua amica non riuscisse a scendere a patti con
quello che provava, a non riconoscere quel lato della sua personalità in
conflitto con tutto ciò che erano le sue convinzioni, la sua vita, la sua
missione.
Conosceva quel genere di lotta. L’aveva vissuta nel rifiuto della
sua omosessualità.
- Che cosa hai deciso?- le chiese.
Buffy non
rispose.
- Buffy. -
Tara la chiamò, ma sembrava che la Cacciatrice fosse
sorda. Le toccò il braccio.
- Buffy…-
Finalmente la ragazza volse il viso
verso di lei, ma Tara si accorse di non avere ancora la sua attenzione.
-
Allora, Buffy, cosa hai deciso?- La vide sussultare.
-…Deciso?- Aveva lo
sguardo smarrito, fisso su qualcosa che solo lei poteva vedere.
- Buffy, cosa
c’è?-
Tara si sentiva sempre più inquieta. Quella non era la Buffy che aveva
imparato a conoscere. Diede voce alla sua intuizione e chiese:
-…Spike?…-
Vide un lampo di terrore nel suo sguardo e tremò.
- Buffy, cosa
ti ha fatto? Dimmi cosa succede.-
La ragazza scosse il capo.
-…Non è come
credi…no…- Deglutì più volte e aggrottò la fronte. Cercava di mettere insieme i
suoi pensieri. – No, non…non mi ha fatto…nulla di più che…-
S’interruppe,
l’affanno nella sua voce era ormai evidente.
- Allora cosa…?-
- Ho fatto
un sogno.-
Tara sentì un brivido. Willow gliene aveva parlato. I sogni, o
meglio, gli incubi di Buffy si avveravano sempre.
- Un sogno…
premonitore?-
Buffy non riuscì a nascondere la propria angoscia.
- Credo…
spero di no, ma … non posso sbagliarmi, lo senti che non sono… Hanno
un’atmosfera… sì, un sogno premonitore. –
Tara le prese una mano fra le
sue.
- Spiegati. Riguarda Spike?-
La ragazza annuì.
-E… - la incalzò
Tara.
- Mr. Punta. –
- Mr. Punta? – Tara era confusa.
- Mr. Punta è…
era… il paletto portafortuna di Kendra. –
Tara ricordò. Kendra, la
Cacciatrice che si era attivata dopo la breve morte di Buffy nello scontro con
il Maestro.
- Non ho mai saputo che… -
- L’ho dato ad Angel… - Buffy
s’interruppe. -… gliel’ho dato quando… -
Tara la guardò cercando di
comprendere.
- Che cosa c’entra Mr. Punta con Spike?-
- Angel…- Gli occhi
le si riempirono di lacrime. – Non ricordo… Loro lottavano e io non potevo
muovermi, non riuscivo a muovermi, non riuscivo neppure a gridare!-
- Hai
visto Spike ed Angel lottare? Perché? –
- … Ho paura che… Per me. Lottavano
per me. – fu il suo sussurro angosciato.
- Ma Angel non sa di Spike. Come
potrebbe saperlo? Nessuno glielo direbbe, ne sono sicura. – rifletté un attimo.
– Nessuno della Scooby, almeno.-
Vide che le sue parole non convincevano
Buffy.
- Credi che Spike… glielo farebbe sapere? –
Buffy si strinse nelle
spalle e cercò di asciugare le lacrime.
- E’ così imprevedibile. Non so cosa…
non riesco a capire quello che pensa. –
- No, non credo che glielo direbbe.
Lui…- Tara si interruppe. Come dirle che secondo lei Spike era troppo geloso per
permettere che qualcuno o qualcosa si frammettesse tra loro ? – Lui ti vuole
solo per sé. –
Tara le strinse di nuovo le mani.
- Parlami di questo
sogno. Che cosa hai visto esattamente? –
Buffy ritirò le mani e le strinse
una contro l’altra. Chiuse gli occhi e si concentrò.
- Era buio. Un buio
totale. Non potevo vedere nulla, né muovermi, né parlare. Ho sentito rumori di
lotta e li ho visti…non credevo potesse esserci una lotta così feroce. E poi ho
visto Mr. Punta. Sembrava che la luce fosse solo lì. Sapevo che poteva avere un
solo esito quella lotta…-
Tara aspettò che continuasse, poi vedendo che non
ne aveva intenzione chiese:
- Il paletto… chi lo impugnava?
–
-…Angel…
- E chi è… Spike? – La vide rabbrividire.
- Mi sono
svegliata urlando il nome di Angel e… - la voce proprio non voleva uscire tanto
la gola le si era chiusa. -… e Spike era in piedi di fronte al letto. –
sussurrò.
- Cosa… ? –
- Nulla. Se n’è andato. – Arrossì al pensiero del
tanga e chinò la testa. Quello proprio non poteva dirlo a Tara.
Tara rimase
alcuni minuti in silenzio, pensosa.
- Hai pensato che se… sse ssuccedesse, se
Angel dovesse… uccidere Spike, tt…ttu saresti libera? Niente più conflitti,
nessuna vvergogna, niente. –
“Niente. Più nulla.” Pensò Buffy.
Sollevò
lentamente la testa e guardò negli occhi Tara. Ogni colore sembrava aver
abbandonato il suo viso.
La voce fu un sussurro così debole che Tara dovette
sporgersi verso di lei per udirlo.
- Sarei morta.
–
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Lungo
i sentieri del cimitero Buffy camminava, la mano stretta sul paletto. Come ogni
notte, da innumerevoli notti, era in caccia.
“Esiste altro oltre la
notte?”
L’angoscia non l’aveva abbandonata. Era per quello che scrutava le
ombre ancora più attentamente? Che cosa credeva di poter
scoprire?
Angel.
No, non doveva pensare al sogno. Cosa avrebbe fatto se
fosse accaduto… ?
In fondo al viale la cripta illuminata da una calda luce
fioca sembrava prometterle una pausa ai tormentosi pensieri.
No, non sarebbe
entrata.
Sapeva che il momento si avvicinava. Sentiva la crisi vicina e non
voleva farsi trovare impreparata. Avrebbe impedito a qualsiasi costo quella
lotta.
Non sapeva come, ma era sicura che Angel avesse saputo.
Ebbe uno
scatto d’insofferenza. Non aveva rinunciato a lei da tanto tempo? Perché doveva
provare tutta quest’angoscia?
Da quando tutto questo era cominciato non si
era mai posta l’interrogativo che ora la tormentava. Non aveva più pensato ad
Angel, tranne quella mattina, quando aveva detto a Spike che uno solo era il
vampiro che l’accendeva, che lui era stato solo “conveniente”…
Si era
impuntata su quella parola, come sempre le succedeva quando quello che diceva
non corrispondeva esattamente alla verità.
Indietreggiò. Non sarebbe andata
da lui. Non
ora.
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Aveva
bisogno di tempo prima di arrivare a Sunnydale.
Ancora non sapeva cosa
avrebbe fatto. O detto. Non poteva presentarsi e chiederle a bruciapelo… Non
riusciva neppure a pensarlo.
Quel motel era giusto a metà strada. La camera
era uguale a tutte le altre di ogni altro motel. Chiuse le tende molto bene: era
quasi l’alba.
Spike.
Quel pensiero continuava a tormentarlo. Poteva
sopportare che Buffy avesse tutti gli uomini del mondo, ma non lui. Tutti, anche
quel Riley Finn, ma Spike!
No. Spike no!
Come poteva la SUA Cacciatrice
avere una qualsiasi relazione con quel... quel pagliaccio.
Un pericoloso
pagliaccio. Lo ricordava bene. Avevano sempre avuto di che discutere fin dalla
prima volta che Dru l’aveva portato da loro. Sembrava provare un gusto perverso
a metterli in pericolo, sempre pronto ad incendiare la popolazione contro di
loro, salvo poi non seguire Angelus nell’Armageddon.
Per colpa sua aveva
dovuto distruggere l’anello.
E lui, come suo solito, l’aveva irriso.
-
Amare una Cacciatrice! Che perversione!-
No, Spike non amava Buffy. Non ne
era il tipo. Troppo irriverente, un anarchico narcisista. E con quei
capelli!
Angel si fermò in mezzo alla stanza. Quasi non si era accorto di
aver continuato a camminare nervosamente da quando era entrato.
Una vocina
nel profondo lo contraddisse.
“Lui sa cos’è la passione. Come Buffy.”
- Ma
non sa amare!- esclamò allo specchio vuoto.
La passione di Buffy. La sentiva
ancora intensamente dentro di sé.
E ripensò a come l’aveva vista l’ultima
volta proprio lì, in quel motel.
Non aveva nulla di quello che ricordava di
lei. Era silenziosa, cupa. Non aveva voluto dire quasi niente della sua
esperienza. Solo quando aveva criticato Willow, per l’uso pericoloso che aveva
fatto della magia, aveva avuto una risposta emotiva. Aveva difeso l’amica come
una lupa il suo cucciolo. L’emozione di rivedersi era rimasta come congelata,
compressa: non si erano neppure sfiorati. Angel ricordava la sensazione di gelo
che quella figuretta triste gli aveva trasmesso. Sembrava senza vita. Tornata
per essere cosa? L’ombra della Cacciatrice?
E adesso aveva una relazione con
Spike.
Quella cosa era assurda. Che cosa poteva darle un vampiro ossigenato
con un chip nel cervello?
- Amare una Cacciatrice! Che perversione!-
Forse
era solo quello per lui. Un modo di uccidere la Cacciatrice ora che non poteva
più farlo materialmente. Portarla nell’ombra, nelle tenebre con lui, rubarla
alla luce.
Angel si sentì sollevato. Adesso aveva capito. Era questo. Sì, era
questo l’obiettivo di
Spike.
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-
Connor. Si chiama Connor. –
La voce di Anya era squillante come il
solito.
Buffy si passò la mano sul viso.Era sudata e stanca, ma doveva ancora
allenarsi almeno un’altra ora. Sentiva gli amici parlare nel negozio.
- E’
strano. Come può essere successo? Non sapevo che i vampiri potessero diventare
padri. – La voce di Xander le giunse attutita, ma lo sconcerto in essa era
percepibile anche dalla palestra.
Buffy si fermò incredula. Un vampiro padre?
Quale vamp…
- Non avevo mai sentito di un avvenimento così! Cordelia sa com’è
successo? –
- Non urlare, Anya. Vuoi che Buffy ti senta? Perché non metti i
manifesti? Potresti così farle sapere prima che Angel ha un bel bambino!- sentì
dire da Willow.
L’aria, che aveva trattenuto nei polmoni fino ad allora, le
uscì in un sibilo.
UN BAMBINO.
“Voglio che tu abbia una vita normale… Io
non potrò mai darti un figlio.”
La voce era ancora lì, nel suo
cervello.
L’aveva lasciata perché non poteva darle tutto questo e
adesso…
Un figlio.
Aveva avuto un figlio. Da un’altra.
Percosse il
sacco con i pugni nudi con furia. Poi la gamba scattò violentemente e il piede
colpì con forza inaudita ancora e ancora e ancora. Un velo rosso le alterava la
vista, il sangue le batteva furiosamente nelle tempie mentre, come una tempesta
improvvisa, la rabbia cresceva dentro di lei.
Una vita normale. Solo questo
aveva sempre voluto. E adesso Riley era sposato, Angel padre. E lei…
Si
ritrovò ben presto in un bagno di sudore, ansimante e con i muscoli
doloranti.
Pronta. Era pronta.
Prese la giacca di pelle e uscì. Attraversò
il Magic Box senza guardare nessuno nell’improvviso silenzio della
gang.
L’aria della notte le asciugò il sudore dal viso, ma non placò la sua
collera.
“ Attenti a voi, demoni, vampiri e affini: non ci sarà pace questa
notte!”
Sentì salirle prepotente dalla gola la voglia di urlare alla notte
tutta il suo furore. Allungò il passo mentre il cuore le batteva impazzito nel
petto.
Nessuno.
Quella notte non c’era nessuno in giro. Sembrava
sapessero tutti che la Cacciatrice era ancora più letale. Aveva intravisto un
vampiro, ma quello si era dato senza vergogna alla fuga.
Doveva trovare il
modo di scaricare tutta quell’adrenalina o sarebbe
impazzita.
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Spike
si appoggiò al tronco dell’albero. Seguiva Buffy da quando aveva lasciato il
Magic Box. Aveva percepito la sua rabbia e quella aveva alimentato la
sua.
Avrebbe voluto aiutarla, ma portava ancora i segni del loro ultimo
scontro. Avrebbe voluto chiederle cosa l’aveva portata sull’orlo
dell’esplosione. Ma lo sapeva.
Quel nome gridato la notte precedente ancora
risuonava nella sua mente. Sapeva che era colpa di quell’angelo caduto e
tormentato, quell’angelo nero con l’anima!
Angelus, Angel.
Il tormento
della sua donna.
La dannazione di Spike.
L’ombra con cui aveva dovuto
sempre confrontarsi, vincendo per un momento solo quando aveva ucciso la sua
prima Cacciatrice. E quando si era ritrovato solo con la pazzia di Drusilla,
finalmente padrone di se stesso, ma desolatamente solo, inesorabilmente oppresso
dalla sua ombra, dal rimpianto di Dru.
E adesso…
Si raddrizzò. No, adesso
nulla, non avrebbe più accettato di restare prigioniero della sua ombra.
-
Nessuno più di me conosce il tuo fuoco, Slayer. Io ti ho acceso, tu sei mia.
–
Dentro di lui risuonò la sua voce e le parole che quella sera al Bronze
avevano segnato il suo destino.
“…potrei avere tutto e chiunque. Persino te,
Spike. Potrei cavalcarti fino a farti piegare le gambe e a farti esplodere come
champagne caldo…”
Come allora sentì prepotente la risposta del suo
corpo.
- Ombra e luce. Vita e morte. Io e te, Slayer.-
Silenziosamente si
gettò al suo
inseguimento.
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Sembrava
che l’ombra si fosse fatta più profonda. I suoi passi la portavano là dove solo
riusciva ad essere viva.
“La vita non è una canzone”
No, è vero.
“La
vita non è beata”
La vita è lotta, incessante, in te e fuori di te.
“La
vita è solo questo: vivere”
E lui gliel’aveva data la vita. Aveva fermato la
sua danza distruttiva, solo lui aveva trovato le parole.
“Ce la farai. Il
dolore che senti può guarire solo vivendo »
Com’era diventata dolce la sua
voce…
“Devi continuare a vivere”
… e teneri i suoi occhi quando l’avevano
supplicata di capire e accettare.
“Così almeno uno di noi due lo è…”
Lei
voleva solo sentire. Sentire la vita che prepotentemente scorre dentro di te,
come un fiume in piena.
Era quasi arrivata, era arrivata. Quella luce dolce e
fioca la invitava ad entrare, ad accettare finalmente la realtà.
Lui l’aveva
inseguita, provocata, aveva lottato contro di lei. L’aveva fatta sentire viva,
viva dopo tanto tempo, perché ancora prima del suo sacrificio lei era morta.
Sentì nella mente il tintinnare delle manette.
“Ti fidi di
me?”
“Mai.”
Non ancora. Non poteva ancora.
Sentì la disperazione farsi
strada tra le sue emozioni e la paura afferrarla di nuovo. L’incubo tornò
prepotente ad affacciarsi alla sua mente.
Ma questa volta era
attrice.
Spike indifeso, abbandonato sul letto e lei che affondava il paletto
nel suo cuore. Non voleva pensare. Non era stato un sogno premonitore, no. Era
solo il frutto dell’incantesimo di Warren. Era così. Doveva essere
così.
Si voltò e si guardarono a lungo. Spike sembrava in attesa. Come
sempre le lasciava l’iniziativa, mentre lei cercava disperatamente qualcosa da
dire, qualcosa che la togliesse da quella situazione congelata.
Voleva che la
provocasse.
Voleva provocarlo.
Voleva lo scontro.
Voleva fare l’amore
con lui.
Spike inclinò la testa e alzò un sopracciglio interrogativamente.
Buffy strinse le labbra.
- Qualcosa non va?- chiese ironicamente il
vampiro.
- Oltre a nessun vampiro da uccidere, agli incubi, un vampiro-padre
e dei demoni che latitano?-
- Cosa? –
- Non ho voglia di parlarne.
–
-Mmmm…-
- Che vuol dire “mmmm”?-
- Sai, per caso, cosa vuoi?- Lo
sguardo era sardonico. – Posso dare il via ai tromboni?-
Buffy strinse i
denti e i pugni.
- Cerchi la lite? –
- Io? No. Tu? – il sarcasmo nella sua
voce la gelò.
Lo scartò e si avviò sul sentiero allontanandosi da lui.
-
Forse volevi… -
- NO! – urlò lei voltandosi di nuovo a guardarlo. – Non
voglio nulla… ohff… - L’aria le esplose dai polmoni sotto l’impeto dell’attacco
di un demone.
“Mai chiedere.” Pensò rialzandosi e affondando un calcio nel
suo ventre. Finalmente poteva sfogarsi.. Improvvisamente alle sue spalle ne
apparve un altro che la bloccò. Un terzo sopraggiunse a dare manforte agli
altri. “Come finisce il proverbio? Ah: potresti essere accontentata.”
Fece
volare sopra le sue spalle quello che la teneva facendolo atterrare sugli altri.
“Quando è troppo è troppo!” Furono pochi minuti di lotta furiosa, poi i demoni
scapparono. Potevano solo perdere ed era evidente che non avevano voglia di
morire.
- Non sei intervenuto!-
- No.-
- Grazie!-
- Prego.-
Il
respiro ancora affannato e l’adrenalina a livelli di guardia la spinsero a
provocarlo. Gli si avvicinò, pronta a colpirlo.
- Non sei ancora contenta,
Slayer?- Spike parò il suo pugno sinistro, poi il destro, ma come sempre non
parò il calcio.
- No. Ricordi? Io caccio i vampiri.-
- Cerchi un vampiro?
Cosa ne farai?-
- Io li uccido!-
- Tutti?-
Buffy strinse il pugno sul
paletto.
- Tutti!-
Lo sguardo di Spike si fece serio. Aprì la camicia,
prese la sua mano armata e l’appoggiò sul suo cuore.
- Fallo.-
Vide i suoi
occhi sbarrarsi, le pupille diventare profondi pozzi neri e il suo respiro
fermarsi.
“Finalmente!”
Buffy si sentì tremare dentro. NO. Sentì la sua
mano perdere la presa sul paletto. Gli afferrò il bavero dello spolverino e lo
gettò contro la porta della cripta che si spalancò violentemente.
“No,
neppure il sarcofago…” fu l’ultimo pensiero logico di
Spike.
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Era
strano ritrovarsi a Sunnnydale dopo tanto tempo. L’aria era più tersa che a Los
Angeles. Camminava silenzioso, ombra scura tra le ombre. Dov’era il rifugio di
Spike? Non nella vecchia fabbrica bruciata, né alla villa abbandonata.
Entrò
nel bar di Willy. Lì avrebbe trovato certamente qualcuno che avrebbe saputo
dirglielo.
L’aria era fumosa e s’intravedevano a fatica gli avventori. Non
capiva che gusto ci provassero tanti vampiri a fumare. Forse pensavano
aumentasse il loro fascino dannato. O forse, semplicemente, ora non dovevano più
preoccuparsi dei danni del fumo.
Dietro il bancone Willy lo vide e
tremò.
Angelus. Era tornato Angelus.
Lo vide guardarsi attorno e poi
fissare il suo sguardo su di lui.
“Maledizione! Perché non ho aperto un
drugstore?”
Fece finta di nulla, prese un bicchiere e iniziò ad asciugarlo
con cura. Lo guardò avvicinarsi con quell’andatura imponente, le spalle ampie
squadrate sotto lo spolverino nero.
- Willy.- si sentì salutare.
-
Angelus.- rispose.
Angel fece finta di nulla. Essere preso per Angelus
avrebbe facilitato la sua ricerca.
- Cosa ti posso dare?-
Angel si accorse
che Willy era molto nervoso. Sorrise appena e lo vide tremare.
-
Un’informazione.- Lasciò scorrere lo sguardo intorno.- Spike.-
“Maledizione!
Lo sapevo, di nuovo in mezzo tra questi due.”
Angel vide che Willy non era
ansioso di rispondergli e aggrottò le sopracciglia.
- Hai qualche
problema?-
- Problema? PROBLEMA? No, dovrò solo rifare il locale e forse
anche la mia faccia dopo che ti avrò dato l’informazione. –
- Io pago bene,
quando occorre.-
- Tu, ma la Cacciatrice…-
- La Cacciatrice?-
-
Ultimamente chi si è messo contro Spike se l’è vista brutta.- Vicino a lui un
demone sogghignò. - Chiedetelo a Shark. In una sola serata ha perso trenta
gattini e due guardie del corpo.-
- Perché credi che sia così affollato il
locale? – interloquì un altro vampiro. – Non so cosa abbia provocato la
Cacciatrice, ma questa sera… è più pericolosa del solito, -
- Forse qualcosa
è andata storta nella relazione. – mormorò il demone.
Angel si volse a
guardarlo.
- Cosa?- ringhiò.
- Dev’essere una Cacciatrice coi fiocchi per
avere quest’effetto su voi vampiri. – borbottò quello. Si ritrovò
improvvisamente a cercare disperato il respiro. La mano di Angel lo stringeva
alla gola sollevandolo dallo sgabello.
- Ripeti. –
- Hey! Angelus! Non
voglio risse nel mio locale! – Willy si stava arrabbiando.
La porta si aprì
con violenza e tre demoni si catapultarono dentro chiudendo precipitosamente la
porta dietro di loro. Ci fu un silenzio innaturale per qualche minuto, poi tutti
ripresero a parlare nello stesso istante.
I tre si avvicinarono al
bancone.
- Nottata difficile, eh? – Willy servì loro da bere.
- Difficile?
– Uno dei demoni sputò la parola insieme ad un dente. - Sunnydale è diventata
impraticabile! –
- Cattivi incontri? –
- La Cacciatrice.-
- Ed era
sola? – s’informò Willy.
- No. – Un altro demone si asciugò un labbro
sanguinante. – C’era Spike con lei. –
- E vi hanno conciato così? -
- No,
solo la Cacciatrice. –
Un vampiro a capo del bancone sogghignò.
- Se erano
in due non eravate qui a raccontarlo! –
Angel guardò i tre e aggrottò la
fronte. Buffy era diventata senza dubbio molto forte. Quei tre non erano certo
dei demoni deboli e senza esperienza.
- Nottata difficile. – ripeté un altro
avventore.
- Dove? – La voce di Angel soffocò ogni rumore. Tutti lo
guardarono.
Poteva essere che quella notte si risolvesse il ‘problema
Spike’?
Il primo demone si affrettò a rispondergli farfugliando qualcosa tra
i denti rotti. Angel annuì e con la sua andatura calma uscì dal locale seguito
dagli sguardi di tutti.
“E che il Diavolo ci metta la sua dannata coda e se
li porti via tutti all’inferno una buona volta!” pensò Willy ingollando una
generosa dose di whisky.
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Rimaneva
un’unica candela ad illuminare.
Spike le aveva viste spegnersi una dopo
l’altra e il corpo di Buffy immergersi nell’ombra sempre più densa. Dormiva,
esausta. Avrebbe voluto accarezzare quella pelle levigata dal candore
madreperlaceo, sentirne il calore sotto la palma, ma non voleva che si
svegliasse. Un poco di tregua dai suoi conflitti. Ne aveva bisogno.
Sapeva
che quella notte era accaduto qualcosa. Ancora non era sicuro che lei avesse
accettato la realtà della loro relazione, ma di una cosa era consapevole: teneva
a lui in una qualche misura. Non era solo il suo ‘riposo del guerriero’, il
momento in cui riprendere le forze dopo il combattimento.
Continuò a
guardarla, vegliando il suo sonno.
Non si era ancora abituato al nuovo taglio
di capelli. Sorrise appena. Sapeva perché li aveva tagliati. Quel suo commento
su quanto li adorasse era stata la miccia della sua rivolta. Strano che non se
li fosse tagliati a spazzola!
Corti, lunghi, senza. Lei sarebbe comunque
stata il suo amore.
“Dovrai arrenderti prima o poi, Slayer.”
Qualcosa
nella notte silenziosa lo mise in allarme. Cautamente scivolò fuori dal letto.
Si infilò i pantaloni e si diresse in fretta verso l’uscita della cripta.
Lo
aveva sentito. Sapeva che stava per arrivare. Era inevitabile. Come il loro
prossimo scontro. Inevitabile e mortale.
Avrebbe combattuto. Nulla doveva
mettersi tra lui e la sua Cacciatrice.
Neppure Angel.
Era di nuovo
buio fitto, poi la luce su quel dannato paletto. Il petto di Spike. La mano di
Angel.
- NOOO!!-
Buffy si svegliò urlando nel buio della cripta, per un
attimo disorientata. Solo la poca luce di una candela le permetteva di
intravedere qualcosa. Seppe subito che Spike non era lì con lei.
Sentiva
imminente il disastro. Affannosamente si guardò in giro imprecando perché non
vedeva nessuno dei suoi indumenti. Affannata si trovò sotto le mani la camicia
di Spike e senza perdere altro tempo se l’infilò correndo verso
l’uscita.
<<<<<<\\0//>>>>>>>
-
E così il vampiro con l’anima è tornato! –
Spike emerse dall’ombra davanti a
lui.
Angel s’immobilizzò e lo squadrò. Non era il solito Spike. Nel buio
spiccava il suo torso nudo sotto lo spolverino di pelle nera. Sembrava quasi…
che si fosse alzato dal letto in tutta fretta.
Digrignò i denti. Aveva
sentito l’odore di lei su di lui.
Buffy e Spike.
- Cosa ti porta da queste
parti? – Il vampiro era cauto, la voce tranquilla, quasi colloquiale, ma Angel
non si lasciò trarre in inganno. Spike era all’erta, pronto all’attacco. Come
lui, sentiva prepotente dentro di sé la spinta alla lotta.
- Buffy.
–
Spike strinse la mascella.
- Che cosa vuoi dalla Slayer? –
- Non ti
riguarda. –
- Oh, vedo. Un segreto di stato. – Il sorriso che scoprì i denti
bianchi di Spike era ferino. - Non puoi riaverla. Nulla è come prima. – Spike si
avvicinò di qualche passo, lentamente.
- Neppure tu puoi averla. –
- Lei è
già mia. –
Angel sentì l’antica rivalità sorgere tra loro. Ma questa volta
era dentro di lui. Spike ne sembrava quasi immune.
- Lei non ti ama.-
-
Perché lo pensi?-
- Tu sei tutto quello che lei combatte, il male, il vuoto.
Tu non hai un’anima.-
- La tua invece l’ha amata. – Spike era serissimo. – E’
stato semplice. E’ semplice amare quando si ha un’anima, vero? Difficile quando
è il demone ad amare.-
Fece una lunga pausa mentre riprendeva ad avvicinarsi
lentamente.
- Angelus non l’ha amata. Ma io sì.-
- Tu hai solo un chip nel
cervello, e un’ossessione per lei.-
Spike s’immobilizzò inclinando il capo
come se meditasse sulle sue affermazioni. Angel sentì su di sé lo sguardo di
quegli occhi chiari, gelidi.
- Bene. Non risolveremo mai questa faccenda con
le parole.- Spike sembrò diventare più grande mentre si raddrizzava. – Lei ha
bisogno di me per sentirsi viva. Non può farne a meno. Per questo torna sempre a
cercarmi. Non riuscirai a separarla da me. – Sorrise, un piccolo sorriso
soddisfatto.
- Tu l’hai condizionata!-
- Io? No.-
Spike non sorrideva
più.
- No. L’ho seguita, protetta. Dov’eri tu quando lei moriva? Hai protetto
tu Dawn da Glory, facendoti torturare? Dov’eri tu con la tua anima? Non sei
neppure capace di controllarti per starle vicino quando ne ha bisogno. Sei stato
solo capace di fuggire come un cane bastonato. E’ questo il tuo grande amore?-
La voce di Spike si era fatta astiosa.
Angel sentì lacerarsi qualcosa dentro
di lui. Con un urlo rabbioso apparve il suo volto di vampiro. Anche Spike si
trasformò.
- Era ora! Basta con le parole! –
E si gettarono uno contro
l’altro.
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Li
vedeva là, nel buio, ne sentiva la lotta. Tutto come nel sogno.
Per un attimo
l’emozione le tagliò le gambe e cadde in ginocchio. No. Non poteva essere.
Questo non era un sogno.
“Alzati, Buffy, ALZATI! Non puoi permettere che
accada!”
Non poteva restare lì come una statua di ghiaccio. Cercò dentro di
sé la rabbia per costringersi a muoversi. Troppe volte aveva perso le persone a
lei più vicine, ma non questa volta. Riuscì ad alzarsi e non si accorse neppure
di essersi ferita alle gambe e alle mani nella caduta, troppo intenta a
precipitarsi verso di loro.
Con un urlo si gettò contro le due figure nere
confuse nella notte, una furia scatenata che colse di sorpresa i due vampiri.
Spike si trovò lontano da Angel senza sapere cosa l’avesse investito.
Angel
pensò di essere attaccato da un demone impazzito. Per qualche attimo pensò solo
a difendersi senza riconoscere in quella figuretta, vestita solo di una camicia
rosso cupo, la sua Cacciatrice. Un pugno lo mandò a sbattere contro un albero e,
prima che si potesse rialzare, si sentì sollevare per il bavero e scaraventare
di nuovo lontano.
Spike rimase immobile seduto per terra, attonito. Quella
furia scatenata era la sua Slayer? Provò un moto di soddisfazione vedendo come
Angel fosse in difficoltà, quasi impotente di fronte a Buffy.
“Una volta per
uno. Assaggia pure la sua furia, io ho già dato!” pensò sogghignando.
Poi
rimase ammirato a guardare quelle gambe nude saettare verso la faccia di Angel,
ma, quando lo vide colpire Buffy in pieno viso, si rialzò e come una pantera si
gettò di nuovo su di lui.
Il combattimento riprese feroce. Sembrava che ogni
parvenza d’intelletto fosse fuggita da quel luogo di lotta. Contava solo la
forza bruta e la lotta per la supremazia del territorio.
Buffy si precipitò
di nuovo contro di loro e li separò nuovamente. Di nuovo Spike si trovò gettato
a terra qualche metro più in là. Senza più pazienza Buffy colpì duro Angel tra
le gambe. Lo guardò accasciarsi con un gemito. Colse con la coda dell’occhio un
movimento di Spike verso di loro e ancora colpì spedendolo a terra.
- Bloody
Hell!- lo udì esclamare. – Slayer! Perché l’hai fatto?-
Buffy non gli
rispose, non riusciva ancora a parlare tanto era l’affanno del suo respiro. Era
all’erta e controllava ogni loro piccolo movimento.
- …Buffy?…- Angel la
guardò stupito cercando di riprendersi dal colpo subito. La maschera da vampiro
lasciò il posto al suo viso e rimase a guardarla sconcertato in
silenzio.
-Nottata difficile… l’avevo sentito dire…- mormorò poco
dopo.
- Difficile? DIFFICILE?- La ragazza strinse i pugni, pronta a colpire
di nuovo. – Cos’è questo?- con un gesto della mano indicò loro due a terra.
-
Protezione del territorio? – Spike fece un sorrisino mentre gli occhi gli
splendevano quasi divertiti.
Buffy non gradì e lui tornò subito serio.
–Slayer…-
- Risposta sbagliata!- Buffy si volse verso Angel che cercava di
rimettersi in piedi. – Che cosa fai tu QUI?!-
- Avevo sentito…- Non sapeva
come dirlo senza sembrare un perfetto idiota. – Avevano detto…-
Buffy provò
il desiderio impellente di ringhiare. Frequentare vampiri non migliorava i suoi
modi!
- Cosa? Detto cosa?-
Angel non si capacitava. Quella che aveva
davanti vestita solo con una camicia da uomo… digrignò i denti e lanciò uno
sguardo feroce a Spike. Aveva riconosciuto la sua camicia. Spike rispose con un
sorrisetto sfottente.
Buffy colse il leggero movimento di Angel verso l’altro
vampiro e si pose lesta fra i due volgendo le spalle a Spike.
Angel la guardò
stupito. Quella era la stessa giovane, triste donna che aveva incontrato mesi
prima?
- Avevano ragione, allora.-
- Ancora non hai detto su cosa avevano
ragione!- Buffy si sentì tremare. Così aveva saputo di lei e Spike. Per un
attimo desiderò sprofondare, poi raddrizzò le spalle. Con che diritto veniva lì
e si metteva a giudicare?
Avevano preso strade diverse. Non aveva nessun
diritto su di lei. Colse dietro di lei il movimento di Spike che si rialzava
lentamente. Non si volse a guardarlo, non ne aveva bisogno. Era dietro di lei,
come sempre, pronto a proteggerla. Pronto a reclamare il suo diritto.
Angel
li guardò: la piccola figura bionda e dietro il vampiro ossigenato. Sentì il
legame che li univa. Non solo passione.
Lui l’aveva amata e non era stato
difficile per la sua anima assetata di pace. Spike aveva ragione. Lui invece era
andato contro la sua natura. Non era solo il chip. Quello poteva impedirgli di
uccidere personalmente gli umani, ma solo quello. Ci sono mille modi di
uccidere, ma lui non l’aveva fatto. Aveva sfidato al fianco della Cacciatrice
l’inferno e il paradiso e sarebbe stato così per tutto il loro tempo.
Ora
poteva ammettere che quello che l’aveva contrariato era il fatto che sapeva che
qualunque altro uomo non lo avrebbe mai privato dell’amore di Buffy, ma Spike
poteva farlo. L’aveva fatto. Era diventato più importante di lui nella sua vita.
E lui avrebbe voluto non perdere mai questo legame.
- E Connor come sta? – La
voce della Cacciatrice aveva una sfumatura pericolosa. Angel si raddrizzò. Come
spiegarglielo? Ma Buffy non voleva sapere come, solo sapere perché lui non
gliene aveva parlato. Già. Non aveva pensato di dirglielo perché…
“Perché non
fa più parte della tua vita.”
Annuì piano con la testa e Buffy capì.
Era
finita. Questa volta era proprio finita. Non ci sarebbero stati più contatti fra
loro. Le loro strade erano ormai divise per sempre.
“Io non sono più una tua
responsabilità. E’ finita. Questa è un’altra vita. Io sono un’altra. Mai come
adesso me ne rendo conto. Tu sei il passato, un doloroso, splendido passato di
un’altra vita.”
Angel raccolse qualcosa da terra e glielo porse.
Buffy
sentì un brivido lungo la schiena. Mr. Punta. Lo prese e guardò per l’ultima
volta il suo primo amore. Ma Angel non guardava lei.
Lui e Spike si fissarono
a lungo. In silenzio si scambiarono con lo sguardo un avvertimento.
“Non
farla soffrire o io ti ucciderò.”
“Sta lontano. Non ha bisogno di te. Lei ha
me.”
Angel si volse e si allontanò silenzioso nella notte. Alzò lo sguardo
verso il cielo. Adesso poteva tornare a L.A. e occuparsi di Connor. E forse
di…
Sì, forse anche di lei.
Buffy lo guardò andarsene sentendosi
triste e al tempo stesso sollevata, come se un peso le fosse stato finalmente
tolto dalle spalle. Improvvisamente si rese conto di essere praticamente nuda in
mezzo al bosco. Dannazione, era anche senza scarpe!
S’incamminò piano
cercando di guardare dove metteva i piedi scalzi.
Sentì Spike
seguirla.
Ancora non era pronta a guardarlo. Sentiva il cuore batterle
furiosamente al ricordo della lotta. Aveva rischiato di farsi ammazzare! Avrebbe
voluto picchiarlo di nuovo.
“E’ preoccupante tutta questa voglia di violenza!
Mi occorrerebbe un analista!” Le venne da sorridere. “Sa, dottore, ho questo
impulso irrefrenabile di picchiare il mio ragazzo. E lui? Anche. Sa è un
vampiro! Ha questo piccolo difetto.”
Spike la seguiva incerto. Perché non lo
aveva guardato? Non aveva detto nulla dalla partenza di Angel e questo lo
inquietava.
“Maledizione! Devo combattere ancora contro di lei?” Allungò il
braccio per toccarla.
-Slayer… -
Gli si rivoltò contro come una furia. Lo
prese per il bavero e lo spinse contro un albero.
- Mai più! – gli
urlò.
Si sentì morire. Mai più? Mai più cosa? Mai più vederla? Mai più fare
l’amore con lei?
Buffy lo sentì tremare, vide il suo sguardo ferito. Avvicinò
il viso al suo.
- Mai più. - Lo baciò furiosamente. – Non provare mai più a
farti ammazzare!-
Vide i suoi occhi diventare chiari e trasparenti alla luce
della luna come acqua chiara. Sentì le sue braccia circondarla e
sollevarla.
- Ti fidi di me?-
La risposta fu un soffio sulle sue
labbra.
-Sì.-
FINE