Titolo: true colors IV

Halloween!

 

Autore: Silvia

E-mail: phoebes@tiscalinet.it

Pairing: Spike/Silvia (finalmente!)

Rating: AU, Auissimo!!

Timeline: seconda serie di BTVS

Summary: è pericoloso desiderare di essere quello che non si è…

Disclaimer: i personaggi (tranne Silvia) purtroppo non mi appartengono, ma appartengono a Joss Whedon, David Greenwolt la WB, ME, la UPN e la Fox. L'idea del dampyr e dei Maestri della Notte proviene da un fumetto della Sergio Bonelli editore. L’autrice scrive senza alcuno scopo di lucro e non intende violare alcun copyright.

Note:             ora comincia la pazzia pura e semplice. Il mio Spike è un po’ (tanto?) out of character, ma mi giustifico dicendo che essendo un AU, le cose sono diverse!  
Ho cercato di far quadrare bene i tempi, ma forse non corrispondono. Chiedo venia.

 

 

 

 

 

 

A Maria: grazie per la pazienza che hai sempre con me, per la gentilezza che ogni volta mi dimostri.

 

 

Per tutti quelli che hanno gradito le parti precedenti: GRAZIE, e spero che la storia continui a piacervi.

 

 

In particolare per Alma: ti ringrazio ancora tanto per quello che mi hai detto sulla ff, spero di non deluderti.

 

 

Infine, un po’ per tutti: W Spike!

 

 

 

 

 

 

Halloween!

 

 

 

 

 

La semplice verità è che i brutti sogni

sono molto più belli delle brutte veglie.

(Stephen King, Rose Madder)

 

 

Halloween! Finalmente! L’unica notte dell’anno in cui è possibile stare tranquilli! La chiamano “la morte dei non morti”. I vampiri non escono, perciò per la cacciatrice e i suoi amici era la cosa più simile ad una vacanza! Purtroppo però il preside Snyder — sempre lui! — non era dello stesso parere! Era toccato a lui cercare i volontari per il programma di sicurezza di Halloween. La parola “volontario” però aveva nel vocabolario del solerte preside un significato tutto particolare: così Buffy, Xander, Willow e Silvia si ritrovarono forzatamente arruolati nella schiera dei fortunati studenti che la notte di Halloween avrebbero accompagnato i bambini a fare il giro delle case col classico «dolcetto o scherzetto?»

Willow, Xander e Buffy erano andati in un negozio di costumi aperto da poco, chiamato “Ethan’s”. Silvia aveva chiesto loro di prendere qualcosa anche per lei, perché aveva promesso a Giles di aiutarlo in alcune ricerche, visto che per quella sera non avevano impegni demoniaci. I ragazzi avevano tutti scelto qualcosa, ed erano passati in biblioteca per portare a Silvia il costume che avevano affittato per lei.

«No, ragazzi, seriamente, cosa mi avete preso?»

«Questo, Silvia, davvero…» Willow guardava Buffy e Xander con l’aria di dire: “Ve l’avevo detto!”

«Perché?… ehm… non ti piace?» provò a chiedere Xander.

«Mi stai davvero chiedendo se mi piace?» Silvia era più sbalordita che arrabbiata.

«Sai, i-il proprietario ha tanto insistito… ha detto che è il costume più bello, per Halloween… che è andato a ruba…»

«E così, secondo voi, io stasera dovrei vestirmi DA VAMPIRA!?!?»

«Vampira sexy», precisò Xander.

«S-sì, è molto carino!», provò Willow: «Vestito nero aderente, scollatura mozzafiato…» le mostrava l’immagine della modella sulla scatola.

«Oohh!», fece Silvia guardandola: «Ci sono anche i denti finti… che bello!» ma il suo tono non era per niente entusiasta. I tre amici sembravano davvero mortificati. In effetti avevano pensato che forse a Silvia l’idea non sarebbe piaciuta tanto, ma quel tizio, il proprietario, era stato così persuasivo!

«Lasciate stare… anzi, scusatemi.. vampira va benissimo». Prese la scatola, ancora poco convinta nonostante le sue ultime parole: «Allora, ci vediamo stasera!»

 

Aprì la porta e filò spedita nella sua stanza.

«Ehi, cosa… Silvia… che hai?»

«Lasciami stare, Angel, lasciami stare» senza degnarlo di uno sguardo si chiuse in camera e gli gridò da dentro: «E vedi di non esserci quando uscirò di qui!»

«Ma… da cosa ti vestirai, stasera?»

«HAI SENTITO QUELLO CHE HO DETTO?»

Il vampiro sorrise: «Va bene, va bene. Posso aspettare il tramonto o devo uscire sotto il sole?»

Non ricevette risposta, e non insistette. Era irritata per qualcosa, e per fortuna lui non c’entrava per niente, stavolta, perciò meglio non indagare, per non correre il rischio di farla arrabbiare ancora di più.

Silvia sospirò, e iniziò a prepararsi. In effetti il vestito era bello, e sembrava fatto apposta per lei. Era nero, lungo e aderente. Alto dietro, l’ideale vista la brutta cicatrice che le scendeva dalla spalla destra fino a metà schiena. Era senza maniche, ma corredato di un paio di guati neri. Davanti aveva una profonda scollatura a V, e dato che lei aveva un decolté niente male, il vestito le stava veramente bene.

<Ma non metterò mai quegli stupidi denti finti. Se proprio devo fare la vampira, voglio essere più realistica possibile!>

Appena fu buio, Angel busso delicatamente alla sua porta, e senza aspettare risposta, le disse: «Ehm… allora io esco… Ciao!»

Quando ebbe finito di prepararsi, Silvia si dette un’ultima occhiata allo specchio. Si era legata i capelli in uno strettissimo chignon, concedendosi una sbarazzina riga a zig zag.

Si ritenne soddisfatta, uscì anche lei e si recò a scuola.

 

Appena arrivata, si accorse che i bambini la guardavano un po’ spaventati. <Bé, non è questo lo scopo dei costumi di Halloween? Spaventare?>

Anche il preside Snyder rimase molto colpito dalla sua maschera: «Signorina Corrigan… che trucco… realistico!»

«Grazie preside Snyder! Ho un amico che lavora nel campo degli effetti speciali. Mi ha fornito queste lenti a contatto gialle, e queste protesi… sembrano denti veri, non trova?» e gli sorrise amabilmente mostrando enormi canini appuntiti. Anche i suoi amici erano rimasti sconvolti nel vederla.

«Wow, Silvia, sei… sei fantastica!» le disse Willow: «Se non avessi il viso… “normale”, avrei pensato che tu fossi diventata davvero una vampira!»

«È vera quella storia dell’amico e degli effetti speciali?», le chiese Xander.

«No, naturalmente», rispose lei: «Quella è la versione ufficiale!»

«E… nella versione “ufficiosa”, come ti sei fatta quel trucco?» chiese Buffy.

«Oh, soltanto un po’ di ombretto verde, e un rossetto chiaro.»

«V-vuoi dire c-che… quella è la tua faccia?» chiese incredulo Xander.

«Sì. Ve l’ho detto, no? Sono a metà tra un vampiro e un essere umano. Anche in questo. La mia faccia non si deforma, ma posso “trasformare” denti e occhi.»

«Ca-carino!», commentò Willow.

«E quindi ci vedi al buio come i vampiri?»

«Perfettamente.»

«E con quei denti.. riesci a mordere…»

«Ne abbiamo già parlato, Xander, ti ricordi?»

Arrivarono i bambini, e il preside assegnò ad ognuno il suo gruppo.

Lady Buffy provò a scambiare due parole con i bambini, ma Snyder la ammonì di non contagiarli con la sua cattiva influenza.

Il fantasma Willow accompagnò allegramente i suoi fuori dalla scuola.

La vampira Silvia cercava di sorridere senza mostrare i denti, già pentita della sua esagerazione: <Se mi vedesse Angel!>

Il generale Xander mise in riga le sue truppe, dopo averle debitamente istruite su come farsi dare più dolci possibile.

I vari gruppi si divisero, prendendo d’assalto varie zone della città.

 

Nessuno sapeva che qualcuno stava tramando nell’ombra per portare grandi sconvolgimenti quella notte.

Solo Drusilla se n’era accorta, e aveva prontamente avvisato Spike che presto ci sarebbe stato un incantesimo in città, e la cacciatrice si sarebbe trovata sola e senza poteri.

«Ma se non si può difendere non c’è divertimento!», protestò Spike.

Drusilla lo guardò con occhi imploranti: «Per favore, uccidila in fretta, così andremo via di qui!»

Spike sospirò: «E va bene, piccola, solo per farti felice!»

Drusilla batté le mani contenta, mentre Spike si mise subito all’opera per organizzare una battuta di caccia, coadiuvato dal più fidato e in gamba dei suoi, Joseph, un vampiro con pochi decenni alle spalle, ma molta esperienza in uccisioni e stragi.

 

Nel retro del suo negozio, Ethan Rayne pronunciò le ultime parole magiche, e il rito si compì. Tutti quelli che avevano comprato un costume nel suo negozio, si ritrovarono trasformati.

 

Silvia sentì all’improvviso un certo languorino: <Mi sembra di non mangiare da secoli! Ho proprio voglia di fare uno spuntino!>

Si guardò intorno, ma c’erano solo demonietti e mostriciattoli. Si incamminò alla ricerca di una preda più succulenta. Su una panchina, in una strada poco frequentata, vide un barbone che dormiva.

<Mhm, è disgustoso>, pensò: <Ma sono troppo affamata!>

Si avvicinò all’uomo, intenzionata a morderlo: «Non ti rattristare!» gli sussurrò: «Probabilmente questa sarà la notte più bella della tua vita!»

 

Willow, l’unica a ricordare qualcosa, e ad aver capito più o meno cos’era successo, riuscì a portare Xander e Buffy a casa di quest’ultima, poi corse a cercare aiuto da Giles.

Lo sconquasso dovuto all’incantesimo aveva sovvertito un po’ tutte le regole, e nessun “invito” teneva più i demoni lontani dalle case.

Per fortuna Angel arrivò appena in tempo e riuscì a salvare Buffy da un vampiro che voleva morderla, ma nel combattimento anche il suo volto si trasformò, e la ragazza corse via spaventata.

 

In strada la situazione era disastrosa: mostri di tutti i tipi se ne andavano in giro come niente fosse.

«Bene! È tutto così… perfetto!», commentò Spike.

 

Angel e Xander erano usciti a cercare Buffy. A loro si era unita Cordelia, che aveva affittato un costume da gatta in un altro negozio, e perciò non si era trasformata.

Angel era molto preoccupato.

«Vedrai che se la caverà!», cercò di tranquillizzarlo Cordelia.

«No. Buffy se la caverebbe. Ma chiunque sia adesso, è in pericolo. Andiamo!»

Di nascosto Spike li spiava con Joseph, gli altri vampiri, e qualche bambino trasformato in demone reclutato strada facendo.

«Avete sentito, amici miei?», disse riferendosi a quello che Angel aveva appena detto: «Nei paraggi si aggira la carne più tenera che abbiate mai assaggiato in vita vostra. E noi dobbiamo soltanto trovarla per primi!»

Si incamminarono entusiasti, ma ad un cero punto Spike venne attirato da qualcosa, e disse agli altri di andare avanti senza di lui.

 

Silvia si sedette sulla panchina, mentre l’uomo si stava svegliando. Vide la giovane accanto a lui, e rispose al suo sorriso. Ma mutò subito espressione quando vide il volto di lei sfigurarsi orribilmente. La ragazza lo tenne fermo e affondò i denti nel suo collo. All’improvviso, però, si sentì afferrare e allontanare con violenza dalla sua vittima. Si voltò ringhiando, ma sorrise subito non appena i suoi occhi incrociarono quelli di Spike. Anche lui aveva il volto da demone, e la guardava stupito. Il barbone fece per scappare, ma il vampiro lo colpì facendolo ricadere sulla panchina privo di sensi.

«Ciao Spike», mormorò lei, dimentica della sua preda, della fame, e di ogni altra cosa, eccetto che di quegli occhi da cui non riusciva a staccare lo sguardo. Non capiva, non ricordava bene gli avvenimenti passati: come mai non stava insieme a Spike? Perché non aveva già da tempo impalettato Drusilla e non si era ripresa il suo unico amore? Qualunque fosse stato il motivo, ora non aveva più importanza. Si avvicinò per baciarlo, ma Spike la allontanò posandole dolcemente le mani sulle spalle. Lei lo fissò meravigliata e preoccupata.

«Scusami, tesoro… Volevo solo chiederti una cosa: non ricordo, da quand’è che sei una vampira?»

«Ma che domande fai? Non so, non mi ricordo neanch’io, un centinaio d’anni, credo. Come te, comunque. Come fai a non ricordartelo?»

Il vampiro sorrise in modo strano: «Scusa» disse sommessamente: «Sono un idiota».

Poi la baciò, ardentemente, con violenza, da farle male. E a lei la cosa non dispiacque.

«Ho fame, amore», disse Silvia quando si separarono, restando comunque abbracciati.

«Mangia me», le disse lui sorridendole significativamente. Lei rise, e a lui sembrò di non aver ascoltato musica più bella negli ultimi cento anni.

«Lo farò, non temere», gli rispose accattivante: «Ma prima lasciami finire quest’uomo.»

«No.» le rispose lui risoluto. Poi cambiò tono: «Tu meriti di meglio… lascia stare questa feccia…» prese a solleticarle la guancia: «Ti farò assaggiare qualcosa per cui vale veramente la pena…»

«La cacciatrice?» esclamò Silvia, eccitata come una bambina alla promessa di una caramella.

«Sì, mio tesoro.»

«E di questo che ne facciamo?», chiese lei indicandogli il barbone che si stava riprendendo: «Non possiamo mica lasciarlo così!»

«No, hai ragione», e Spike si avventò sul collo dello sfortunato, mentre Silvia rideva di gusto delle sue urla disperate.

Dopo Spike spinse via dalla panchina il corpo esanime, e si sedette accanto a Silvia. Lei aveva un finto broncio: «Sei cattivo, te lo sei mangiato tutto!»

<Mio dio!> pensò lui: <Quando fa così sembra Drusilla!>

«Scusa, tesoro, ma avevo fame!» Si baciarono ancora, stavolta più dolcemente. Poi Spike prese a baciarle il viso, i lineamenti deformati da vampira, scendendo sul collo: «Sai che ti dico?», le bisbigliò sulla pelle: «Ho ancora fame!», e affondò i denti nella sua carne.

Era la prima volta che la mordeva. Quante volte aveva sognato quel momento.

Apporle il suo marchio, far sapere al mondo che era sua, e solo sua.

Assaporare il suo sangue, e inebriarsi, saziarsi di lei.

Ora non era più una dampyr, era una vampira. Anche se solo per quella notte.

Lui lo sapeva.

Lei no, a quanto pareva, credeva di essere sempre stata così.

<Povera piccola! Vuoi qualcuno da mangiare… non sai come potresti pentirtene domani! Ma è splendido averti qui con me, così accondiscendente…>

Meglio non dirle la verità.

 

Buffy vagava sola e spaventata, in un mondo per lei incomprensibile e ostile. Anche una cosa normale come un’automobile può sembrare un terribile mostro per una che viene dal 1775. Venne attaccata da un pirata (che poi non era altro che Larry, un loro compagno), ma per fortuna arrivò Xander a salvarla. Giunsero anche Angel e Cordelia, che tentò di convincere Buffy che poteva fidarsi di Angel, lui era un vampiro buono.

Arrivò anche Willow, purtroppo seguita da demoni e mostri vari.

«Dobbiamo trovare un nascondiglio!», suggerì.

I cinque fuggirono. Angel prese in braccio Buffy, che col vestito era alquanto impacciata. La loro fuga era resa ancor più difficoltosa dal fatto che non sapevano se quelli che incontravano erano demoni veri, o innocenti ragazzi travestitisi per Halloween. Xander sparava ogni tanto qualche colpo, ma Willow gli intimava di stare attento, perché temeva che potesse ferire qualche bambino. Riuscirono per fortuna ad attraversare mezza città sani e salvi, e senza uccidere nessuno.

 

Spike condusse Silvia in una cripta. Qualche notte prima ne aveva fatto fuori il “proprietario”, perciò era sicuro che fosse vuota.

«Ma non dovevi portarmi ad uccidere la cacciatrice?» gli chiese lei. Non sembrava però avere molta voglia di andare via.

«C’è tempo, tesoro. Te l’ho detto, possiamo farlo domani!», disse lui mentre con un bracco le cingeva la vita e con l’altra mano le accarezzava il collo dove l’aveva morsa, e la ferita già si stava rimarginando.

«Mmh, se mi dai una valida alternativa, credo che potrei aspettare…» e gli portò un braccio dietro il collo, avvicinando il volto al suo.

«Un’interessante alternativa io ce l’avrei», disse Spike, facendo scorrere le dita lungo il bordo della scollatura: «Non so se tu la trovi valida?»

«Molto più che valida!»

Tornarono a baciarsi con passione, mentre lentamente Spike le scopriva le spalle, facendole poi scendere delicatamente il vestito lungo il corpo.

 

Joseph e i suoi riuscirono finalmente a trovare la cacciatrice.

«Sono in troppi!», esclamò Xander vedendo i vampiri venire verso di loro.

Angel entrò in un magazzino aperto lì vicino, e gli altri lo seguirono.

Insieme a Xander tentò di barricare la porta, mentre Buffy moriva di paura, e si nascondeva dietro a Cordelia. Willow, essendo un fantasma, non poteva fare niente per dare una mano e si guardava intorno preoccupata. E aveva ragione ad esserlo, perché i vampiri distrussero senza troppa difficoltà la “barriera” fatta da Angel e Xander, e li bloccarono, mentre Joseph si avvicinava a Buffy: «Guardati! Sei tutta tremante, terrorizzata, sola… piccolo agnellino indifeso! Mi piaci così!»

La ragazza piangeva, mentre il vampiro le teneva ferma la testa e avvicinava i denti al suo collo.

 

Nel retrobottega del negozio di costumi, Giles diede un altro calcio a Ethan, che era a terra dolorante.

«Te lo ripeto: come si ferma l’incantesimo?»

«Giano… devi rompere la sua statua».

 

Nel magazzino, Xander era riuscito a liberarsi, e a stendere i vampiri che lo tenevano.

«A lui puoi sparare!» gli gridò Willow, indicando Joseph.

Il ragazzo puntò l’arma contro il vampiro, ma si accorse che era di plastica, e la guardò stupito.

Joseph si ritrovò in mano una parrucca bruna. Non ebbe il tempo di capire cosa era accaduto, che la cacciatrice lo colpì: «Ciao tesoro! Sono tornata!»

Seguì una breve lotta, e senza troppo sforzo Buffy impalettò il vampiro, e presto tutti i “veri” mostri erano in cenere, mentre i bambini piangevano spaventati.

 

Silvia si svegliò all’improvviso. Per qualche attimo rimase smarrita, si guardò intorno cercando di capire dove si trovava. Era nuda, sdraiata su un freddo pavimento di pietra, coperta da.. cosa? Sembrava… uno spolverino di pelle nera.

Spike!

Dormiva beato accanto a lei, nudo anche lui.

Pian piano si ricordò tutto. Una vampira! Lei era una vampira! Come era potuto accadere? Si portò una mano al petto angustiata: il suo cuore batteva ancora. Eppure fino a poco prima lei era una vampira, ne era sicura. Doveva essere successo qualcosa, quella notte. Altro che tranquillo Halloween! Si vestì in fretta, facendo attenzione a non svegliare il vampiro, e corse a casa.

Solo quando finalmente fu nella sua stanza, si gettò sul letto e scoppiò a piangere. Non sapeva cosa era successo, perché per alcune ore era stata una vampira. Non sapeva se quel barbone sarebbe morto lo stesso se non ci fosse stata lei. Però una cosa sapeva: aveva creduto di poter stare con Spike per sempre, che non ci fosse più nulla che potesse dividerli. E si era sentita finalmente felice. Non era la prima volta che le era venuto in mente che l’unico modo per poter stare col suo amore per l’eternità era farsi vampirizzare. E ora che aveva provato quest’esperienza, e l’aveva dovuta abbandonare, le sembrava che vivere non avesse più senso.

Avrebbe voluto parlare con Angel, aveva bisogno di lui, ma non sapeva dove fosse.

 

Angel era in camera di Buffy. La ragazza era tornata agli abiti da XX secolo, e si sentiva un po’ stupida per il suo desiderio di sembrare un’altra.

«Non capisco, Buffy. Tu pensavi che mi saresti piaciuta di più vestita così?» le chiese il vampiro.

«È che per una volta volevo essere una ragazza normale» gli si sedette in braccio: «Il tipo sofisticato che ti piaceva quando avevi la mia età».

Angel distolse lo sguardo.

«Che c’è?», chiese Buffy.

«Odiavo quel tipo di ragazza, specialmente le nobildonne»

«Sul serio?»

«Erano incredibilmente sciocche! Tutte smorfiose senza cervello. Chiedi a Silvia, anche lei odiava quel tipo di vita!»

Buffy gli sorrise, e lo baciò. All’improvviso, però, Angel si allontanò: «A proposito, non ho più visto Silvia, sono un po’ preoccupato… Da cosa si era vestita? Non me l’ha detto.»

«Oh mio Dio!», esclamò Buffy saltando in piedi.

«Che cos’hai?»

«Mi ero completamente dimenticata di Silvia! Lei era vestita da vampira!!»

Si guardarono sconcertati, poi Angel corse a casa.

Appena arrivato si precipitò in camera di Silvia, e non appena lo vide, lei gli si gettò tra le braccia continuando a piangere.

<Mio Dio!>, pensò lui: <È come temevo!>

Le accarezzò dolcemente la schiena, cercando delle parole per lenire il suo dolore, e non trovando nient’altro da dire se non: «Mi dispiace!»

Tra i singhiozzi che la scuotevano fortemente, cercava di parlare, ma non ci riusciva. A poco a poco, la presenza del vampiro la aiutò a calmarsi, e riuscì finalmente a formulare una frase, senza però smettere di piangere: «Stanotte… è successo… qualcosa… Non so cosa…»

«Un incantesimo. Vi siete tutti trasformati in quello da cui eravate mascherati.»

«Ma… come?»

«Dopo te lo spiegherò, ora cerca di calmarti. So come ti senti, lo capisco.»

«Come… come fai a sapere tutto?»

«L’ho immaginato. Tu eri vestita da vampira. E so qual è il primo istinto di un vampiro. Poi ti ho trovata qui in lacrime, e ho capito».

Silvia non singhiozzava più, continuava solo a tirare su col naso ogni tanto, cullata da Angel come una bambina piccola.

«Mi dispiace», continuò il vampiro: «Io non lo sapevo, non immaginavo… Avrei dovuto aiutarti, impedirti di fare quello che hai fatto. Ora avrai questo tormento in più… ed è tutta colpa mia… Io…»

«Oh, andiamo!» lo zittì lei, cercando di sorridere tra le lacrime: «Non ti preoccupare così tanto. Non è colpa tua. E poi non è così grave. Ero solo molto sconvolta, tutto qui. Ma non è la prima volta che succede, per cui…»

Angel si irrigidì: «Non è la prima volta?!»

«S-sì, cioè, n-no. So di avertelo tenuto nascosto, qualche volta, ma credevo che tu comunque l’avessi capito, viste le prediche che mi facevi!»

Il vampiro la allontanò da sé, per guardarla negli occhi: «Prediche? Quali prediche? Io non capisco, Silvia, davvero… sono… sono sconvolto…

Quante volte è successo?»

La ragazza era un po’ stupita della reazione dell’amico, tanto che aveva smesso del tutto di piangere.

«Quante… v-volte? non lo so, non ricordo… Una decina, forse, non di più.»

«Dieci! Hai ucciso dieci persone e…»

«Ehi, frena frena frena!», gridò lei: «Ucciso? Io non ho ucciso nessuno! Di sicuro non stanotte!»

«No?»

«No!! Te l’assicuro! Ooh, ora ho capito! Tu credevi che piangessi perché mentre ero vampira avevo mangiato qualcuno! No, puoi rassicurarti. Stavo per farlo, effettivamente. Ma non l’ho fatto.»

Angel l’abbracciò di nuovo: «Meno male! … Ma… aspetta!», di nuovo si sciolse dall’abbraccio e tornò a guardala in faccia: «Allora perché piangevi?»

Silvia abbassò gli occhi: «Non lo indovini?»

Finalmente Angel comprese: «Spike».

Silvia si limitò ad annuire. Poi sospirò, e si accinse a spiegare tutto ad Angel.

Gli raccontò del barbone, di come Spike le aveva impedito di ucciderlo. «Credo… credo che sapesse che era tutto un incantesimo, perché quando gli chiedevo qualcuno da mangiare, o di andare… ad uccidere Buffy, lui mi diceva sempre: “Domani”. Sapeva che non sarei stata più una vampira». Non ci aveva neanche fatto caso, ma ora che aveva parlato con Angel, pensava di sapere perché Spike l’aveva fatto: voleva evitarle rimorsi.

«E cosa ne sa lui di rimorsi?»

Silvia fece per replicare, ma Angel le disse serio: «Devi smetterla di illuderti così. Credi davvero che lui volesse evitare di farti soffrire? Aveva solo fame!»

La ragazza non commentò, rimase pensierosa. Forse Angel aveva ragione. Istintivamente si toccò il collo, dove il segno del morso stava sparendo. Strano, le altre cicatrici che aveva le erano rimaste, non si erano rimarginante quando era diventata una vampira. Ma il morso di Spike, invece, non c’era già più. Un illusione anche quello. Le parole di Angel la distrassero dai suoi pensieri: «Ancora non ho capito perché piangevi...»

Lei continuava a non guardarlo negli occhi.

«Perché… ho creduto che io e Spike saremmo stati insieme per sempre, che nulla al mondo ci avrebbe separati. Ed era… così bello… Non dovevo più preoccuparmi di niente… Ritornare alla realtà è stato tropo duro. Ma ora sto bene. Grazie.

Credo che dormirò un po’. Sono piuttosto stanca».

Angel la baciò sulla fronte, e la lasciò sola. Silvia tirò fuori il pigiama, ma prima che potesse iniziare a spogliarsi, il vampiro rientrò subito nella stanza con lo sguardo piuttosto irritato: «Che significa che non era la prima volta? Cosa è accaduto una decina di volte?»

<Ops!> «Ehm… Che io e Spike… abbiamo… fatto <l’amore?> sesso».

«Una decina di volte?!? bè, sarò davvero stupido, ma ti assicuro che non ho mai capito niente! Avevo intuito qualcosa, ma… al massimo in un paio di occasioni! Quante volte hai incontrato Spike e non me l’hai detto?»

«Bè… parecchie, credo».

«Si può sapere cosa ti passava per la testa? Stanotte lo posso capire, colpa della magia, ma le altre volte?»

«Angel, possiamo parlarne domani? Sono davvero molto stanca!»

«Ve bene, ne parleremo domani. E a lungo!»

Si calmò un poco, poi aggiunse serio: «Silvia, so che ne abbiamo già parlato, ma… io sono sempre più del parere che è pericoloso per te restare. Non sapevo… non credevo che l’influenza di Spike su di te arrivasse a questo punto!»

«Influenza? Angel, ti assicuro che Spike non ha su di me nessuna influenza! Quello che faccio quando sono con lui — a parte stanotte, naturalmente —, lo faccio per mia libera scelta. Probabilmente in maniera stupida, insensata, idiota, sconsiderata, tutto quello che vuoi, ma liberamente. E smettila di trattarmi come se fossi una bambina!»

«Lo farei se tu non smettessi di ragionare quando c’è di mezzo lui!»

«Senti chi parla! Tu invece sei perfettamente padrone delle tue emozioni, vero?»

«IL mio caso è diverso!»

«Cero che è diverso: tu rischi di perdere l’anima!»

«Perché, tu no?»

«Scusa, ma di cosa hai paura? Che Spike possa risvegliare in me “il lato oscuro della forza”? Ho fatto la mia scelta molti anni fa, Angel, non cadrò preda delle forze del male per qualche sconvolgimento ormonale, non preoccuparti. Cerca di stare attento tu, piuttosto. Dico sul serio.»

Angel sospirò, e non replicò stavolta. Prima di andarsene, però, aggiunse: «In ogni caso domani parleremo di quelle dieci volte…»

Si chiuse la porta alle spalle, e lasciò Silvia sola al buio. Lei finì di prepararsi per la notte, e si infilò sotto le coperte. Di nuovo si toccò il collo. Angel probabilmente non aveva neanche notato il segno.

Silvia sapeva cosa significava. Spike l’aveva reclamata. Lei gli apparteneva.

Ma la ferita sul collo si stava rimarginando, presto sarebbe sparita. Non quella nel suo cuore, però, anche se ad Angel aveva detto il contrario.

Chiuse gli occhi e sperò di cadere presto in un sonno senza sogni.

<Ho avuto già abbastanza illusioni, per oggi>.