Titolo: true colors III
Che fatica la scuola!
Autore: Silvia
E-mail: phoebes@tiscalinet.it
Spoiler: prima serie di BTVS e seconda fino alla terza puntata
Pairing: …
Rating: AU
Timeline: seconda serie di BTVS
Summary: bo! Considerate che è lo sconvolgimento della puntata
School Hard
Disclaimer: nelle parti precedenti
Note: a volte mi
sembra di descrivere troppi pezzi della puntata vera, e ho paura di risultare
noiosa, però saltando i pezzi ho paura invece di rendere tutto un po’
incomprensibile. Scusatemi! Spero che si capiscano i tagli che ho fatto alla
puntata, anche se il discorso è in ogni caso, tanto per cambiare, alquanto
sconclusionato.
Chiedo umilmente
perdono se qualcuno dovesse trovare similitudini con qualcosa di suo. Io mi faccio
molto influenzare, soprattutto dai discorsi che facciamo in ML, ma a volte
anche dalle altre ff. Quando me ne accorgo, cambio tutto, ma siccome non lo faccio
davvero apposta, può darsi che non me ne accorgo nemmeno.
Non so se sono
riuscita a rendere bene Angel, sia in questa ff che nelle precedenti. Un po’
diverso lo è volutamente, però un po’ forse è che non lo conosco bene. Per
favore, fatemelo notare se a volte si comporta in maniera eccessivamente out of
character (si dice così?)
Un’ultima cosa:
non so perché, forse ero un po’ acida mentre scrivevo questa ff, ma ogni tanto
ho inserito una o due frecciatine su quasi tutti i personaggi (mi sa che ho
risparmiato solo Spike e Silvia!). Non ve la prendete!
Per Alma: se ti piace,
ti dedico tutta la ff.
Che fatica la
scuola!
Chi poco
pensa, molto erra.
(Leonardo da
Vinci)
Sunnydale, 1997
La vita scorreva tranquilla per gli
abitanti della piccola cittadina californiana. Nessuno infatti era a conoscenza
del pericolo incombeva costantemente sulla città e sul mondo.
Nessuno aveva mai saputo del Maestro, del
Consacrato, e della Bocca dell’Inferno che si era quasi aperta, sotto la
biblioteca del Liceo. Nessuno aveva saputo del rischio corso, e nessuno lo
avrebbe mai saputo.
Era ormai finita l’estate, per la gioia di
Willow che non vedeva l’ora di tornare a scuola, e per la gioia di Xander che
non vedeva Buffy da tre mesi. Ricominciarono quindi tutti a condurre una vita
più o meno normale.
Silvia e Buffy avevano iniziato ad
allenarsi insieme, e Giles aveva accettato la cosa di buon grado perché questo
gli evitava non pochi lividi e fratture.
I problemi alla cacciatrice però non
mancavano, perché oltre a un tentativo di riportare in vita (si fa per dire) il
Maestro da parte di alcuni suoi seguaci, ci si era messo anche il preside
Snyder, che minacciava di cacciarla da scuola. Come “ultima possibilità” il
magnanimo capo d’istituto aveva concesso a lei e a Sheila, l’altra candidata
all’espulsione, di preparare l’incontro tra genitori e insegnanti previsto per
il successivo giovedì. Sheila non sembrava molto interessata alla cosa, mentre
Buffy era molto preoccupata e sperava di fare tutto nel migliore dei modi.
Se ne lamentò coi suoi amici: «Non è
giusto! Sono l’unica cacciatrice che è dovuta andare al Liceo!»
«Ti capisco: anche a me Snyder non dà
tregua», le disse Silvia: «Vuole conoscere la mia “famiglia”!»
«E allora? Qual è il problema?», le chiese
Willow: «Non puoi far venire Angel?»
La ragazza la guardò un po’ di sbieco, e
non rispose.
«Su, non è poi così male!», intervenne
Xander:«Sono sicuro che sarà una bella serata, e piacerà a tutti i genitori! Se
niente di grave accadrà fino ad allora, sarà un successo!»
«Ma sei pazzo?», urlò Buffy: «Perché l’hai
detto? Adesso accadrà qualcosa di grave!»
«Che vuoi dire?» il ragazzo si era un
tantino spaventato per la reazione della cacciatrice: «Perché dovrebbe accadere?»
«Perché qualche scemo ha detto: “Se niente
di grave di grave accadrà.”», rincarò Willow.
«È la peggiore delle iettature!», esclamò
preoccupata anche Silvia.
«Ma a che stavi pensando?», aggiunse
Willow: «Sempre ammesso che tu sappia pensare!»
«Non ci bastava già l’orribile
presentimento che ho da un paio di giorni!», continuò Silvia: «Dovevi anche
metterti a portare sfortuna!»
Le tre ragazze se ne andarono seccate,
lasciando solo il povero Xander, che si strinse al petto la borsa, dicendo
senza troppa convinzione: «Non siate così pessimiste! Può darsi che stavolta
sia diverso!»
«Ciao Silvia! Bentornata!»
«Ciao Angel. Cos’hai?»
«Io? Niente!», il vampiro cercava di
trattenere una risata.
«Niente? E perché mi saluti… così? Mi dici
“bentornata”, come se fossi andata chissà dove… sono stata solo a scuola.»
«Sì, ecco, appunto… è… arrivata della
posta, oggi.»
«Posta? Davvero? … Per me?», la ragazza
era stupita, e anche un po’ emozionata: chi mai poteva scriverle?
«Non proprio. È più per me, direi. È
arrivava la convocazione per l’incontro genitori-insegnanti per giovedì»
«Ooho!» Silvia era visibilmente imbarazzata,
e anche un po’ delusa. Non sapeva cosa dire. Angel cercava disperatamente di
rimanere serio, ma la cosa lo divertiva troppo: «Vuoi… vuoi che venga anch’io?»
«Cosa?»
«Bè, sì, non posso fare tuo padre, ma
potrei essere credibile come fratello, no?»
«Oh, andiamo Angel… non essere sciocco…»
«Perché, scusa? Non è quello che c’è
scritto sui tuoi documenti? Che vivi con tuo fratello?»
«Sì, in effetti l’ho fatto proprio per
questo, per poterti presentare come mio fratello, se si fosse reso necessario.
Ma… mi sento già così idiota, a volte, con questa storia del Liceo…» mentre
parlava Silvia evitava di guardare Angel, e sembrava totalmente assorta dal
portachiavi che aveva in mano e che stava tormentando da quando lui aveva
nominato l’incontro genitori-insegnanti.
«Perché?» le chiese lui gentilmente: «Te
l’ho detto, Sy, io non ci trovo niente di male. Vuoi avere una vita il più
possibile normale… Non vedo perché tu non possa diplomarti.»
«Sarà come dici tu, eppure io mi sento un
po’ insensata. Ho quasi centoquarant’anni e cerco di comportarmi come
un’adolescente.
Però… il fatto è che… Insomma, sento che
sto invecchiando.»
«Te lo ripeto: secondo me è un desiderio
più che legittimo il tuo». All’improvviso il vampiro divenne serio: «Vuoi ricominciare
la tua vita da dove l’avevi interrotta, più o meno. Vuoi vivere la vita che per
colpa mia…»
«E ti pareva se non tiravi fuori la tua
responsabilità!» lo interruppe Silvia: «Lo vuoi capire o no che tu non ne hai
colpa? La colpa è solo di mio padre! Se non ci fossi stato tu, avrebbe trovato
qualcun altro. E poi, tecnicamente, non eri neanche tu…
Oh, basta! Mi sono stufata di ripetere
sempre le stesse cose!!» disse stizzita. Poi, più calma, aggiunse guardando in
basso: «Se proprio ci tieni… — mi sento così stupida! — se ti va di venire,
giovedì, a “fare” mio fratello…»
«Ci vengo con piacere.», le disse lui, e
le sorrise.
Silvia sospirò: «Bè… grazie.»
«Senti, tanto per sapere… cosa devo
aspettarmi? Sei un’alunna modello o ci saranno lamentele?»
«Angel, ti prego! La situazione è già
abbastanza ridicola così! Ma almeno Snyder non mi perseguiterà più per conoscere
“la mia famiglia”!»
Il vampiro rise: «Farei qualunque cosa per
darti un fastidio in meno… sorellina.»
Lei gli lanciò uno sguardo di fuoco,
nonché la prima cosa che si trovò sottomano, poi si diresse in camera sua.
«Dove vai adesso?» le chiese Angel,
temendo di averla offesa davvero.
«A fare i compiti», disse lei risentita,
ma con una sfumatura di divertimento nella voce, sbattendosi la porta alle
spalle, mentre il vampiro non poteva fare a meno di ridere ancora. Non che
l’idea lo allettasse poi tanto: fingersi suo fratello maggiore, andare a scuola
a parlare coi professori… rabbrividiva al solo pensiero! Ma era contento che
Silvia stesse cercando di “rifarsi una vita”.
Qualsiasi cosa dicesse lei, Angel si
sentiva in colpa per avergliela rovinata.
La ridente “valle assolata” in cui
vivevano i nostri eroi, accoglieva anche di notte i visitatori con un grosso cartello
giallo, su cui era scritto “Benvenuti a Sunnydale”.
All’improvviso il cartello venne sfondato
da un’auto nera. Ne uscì un vampiro dai capelli ossigenati, che accendendosi
una sigaretta, commentò: «Casa dolce casa!»
Era mercoledì, la vigilia del fatidico
incontro. Alla Sunnydale High School Buffy stava lavorando alacremente per non
deludere il preside Snyder. Sheila, invece, non si era fatta vedere. Mentre
Xander, Willow e Silvia aiutavano a scrivere lo striscione, arrivarono Giles e
la Calendar con una notizia non proprio confortante.
«La signorina Calendar divertendosi con…
ehm… lavorando col computer ha scoperto… insomma, secondo i suoi calcoli sabato
è la notte di San Vigio.»
«San Vigio!», esclamò Silvia: «Ecco allora
cos’era il brutto presentimento che avevo!»
«Lasciatemi indovinare…», disse Buffy:
«Non è il patrono dei droghieri.»
«Lui promosse una crociata di vampiri»,
spiegò Giles: «Attraversarono Edessa, Harran, e puntarono a est. Non lasciarono
molto dietro di loro.»
«Bene, se sopravviverò all’incontro di
domani sera, vedrò cosa potrò fare per sabato»
«La prendi un po’ sottogamba, non credi?»,
la rimproverò Giles.
«Oh andiamo! Ci sono io!», intervenne
Silvia: «E c’è anche Angel! Per una volta Buffy può fare la studentessa e la
figlia e dimenticare per un po’ di essere la prescelta!»
«Anche noi le daremo una mano!» disse
Willow con entusiasmo.
«Io appuntirò i paletti», confermò Xander.
«E io collaborerò con le ricerche!»,
insistette la ragazza.
«E mentre appuntirò», aggiunse Xander:
«fischietterò motivetti sbarazzini»
«Il vostro aiuto verrà molto apprezzato»,
disse serio Giles: «Ma quando sarà battaglia, Buffy combatterà da sola, in
fondo è lei la cacciatrice.»
In quel mentre arrivò il preside Snyder e
Giles dovette correggersi per non far capire di cosa stava parlando: «Ehm…
cacciate via dalle vostre menti le illusione della… televisione. Avete capito?
È tutto chiaro, ragazzi?
Possiamo andare.» disse poi rivolto alla
Calendar, e si allontanò con lei.
Il preside naturalmente si arrabbiò di non
trovare Sheila, e ingiunse ai tre “clandestini” di non provare a dare una mano
alle due possibili future ex studentesse.
«Signorina Corrigan?», disse poi rivolto a
Silvia: «Anche lei non ha molto da bearsi. Solo perché è straniera non creda di
poter avere un trattamento speciale.»
«Non l’ho mai voluto, signore.»
«Bene, me lo auguro. Avrò il piacere di
parlare con qualcuno della sua famiglia domani sera?»
«S-sì…», rispose la ragazza esitante:
«Dovrebbe venire… mio… fratello.»
«Non mi interessa il grado di parentela.
Se è lui che ha la sua tutela legale, per me va bene.»
Il preside si allontanò, lasciando Silvia
a sospirare sconsolata: «Ma guarda tu se devo farmi sgridare da uno che ha meno
della metà dei miei anni!»
«Davvero verrà Angel?» chiese Xander un
po’ contrariato, prevenendo Buffy che stava per chiedere la stessa cosa, anche
se per motivi diversi.
«Sì… lasciamo perdere, mi sento già
abbastanza idiota.»
La sera, al Bronze, Willow e Buffy
tentavano di studiare francese, ma Xander le invitò a ballare. La cacciatrice
aveva talmente poca voglia di studiare da poter competere con l’autrice di
questa storia, perciò accettò subito, mollando i libri. Mentre ballavano, non
si accorsero che qualcuno li stava osservando. Era il vampiro giunto in città
la notte precedente. Fissava i tre amici che si divertivano, *soffermandosi attratto,
per qualche momento, sulla rossa,* per poi dedicare tutta la sua attenzione
alla cacciatrice. Si avvicinò al bancone, e gridando, in modo da farsi sentire
anche da lei, chiese al barista dove poteva trovare un telefono: «Devo chiamare
la polizia! Un omaccione qui fuori sta tentando di mordere una ragazza!»
Buffy corse a compiere il suo dovere, e,
grazie anche al tempestivo intervento di Xander che le tirò un paletto, in quattro
e quattr’otto riuscì a salvare la ragazza e ad uccidere il vampiro che l’aveva
aggredita. Prima di essere trafitto, però, quello si era voltato a chiedere
l’aiuto di qualcuno nascosto nell’ombra. Lo sconosciuto non era altri che il
misterioso vampiro, che venne fuori applaudendo alla cacciatrice: «Ottimo
lavoro, dolcezza», le disse.
«E tu chi sei?», gli chiese Buffy.
«Avrai modo di scoprirlo sabato.»
«Che succederà sabato?»
«Io ti ucciderò», e detto questo si
allontanò.
L’incontro con questo nuovo nemico aveva
spaventato un po’ la cacciatrice, che ne aveva subito parlato col suo
osservatore. La sua maggiore preoccupazione, però, era fare bella figura
all’incontro genitori-insegnanti.
Giles iniziò subito a fare ricerche,
basandosi sul nome con cui il vampiro ucciso da Buffy aveva chiamato lo sconosciuto:
Spike.
«Non è un nome molto ortodosso», disse:
«Deve averne avuto un altro nel suo passato» ipotizzò.
A confermare la loro preoccupazione per la
notte si San Vigio, Angel spiegò quanto Spike fosse pericoloso: «Se inizia una
cosa non è solito fermarsi finché tutto sulla sua strada non è morte.»
Prima però che gli potessero chiedere
qualcosa di più preciso, il vampiro scomparve silenzioso come sempre.
Il momento tanto temuto da Buffy si
avvicinava sempre di più, e mentre i suoi amici le davano una mano in biblioteca
appuntendo paletti, e Giles cercava qualcosa di più su Spike, assistito dalla
Calendar, la cacciatrice tagliava la verdura e si occupava del punch.
Arrivò anche Silvia a offrire il suo
aiuto: «Vi prego, fatemi fare qualcosa, qualsiasi cosa! Non ce la faccio più a
stare di là!»
«La situazione è così grave?», le chiese
Xander: «La madre di Buffy ha parlato con Snyder?»
«Oh, no, Willow le sta facendo fare il
giro della scuola e finora è riuscita ad evitare il preside! Quello che mi preoccupa
è Angel. Snyder l’ha odiato a prima vista, lui si è impappinato quando gli ha
chiesto che lavoro facesse, e comunque hanno scambiato solo poche parole. Dopo
tutto quello che mi ha fatto passare perché voleva conoscerlo, nemmeno gli
parla… ma la cosa peggiore è che ho visto un paio di madri divorziate fargli
gli occhi dolci!»
«A Snyder?!?», chiese Cordelia quasi
disgustata.
«No! Ad Angel!»
«Oh, allora è comprensibile!», esclamò la
ragazza: «Bè, e perché non vai a salvarlo?»
«è
con Buffy adesso», rispose.
«Eccolo!», esclamò all’improvviso Giles,
interrompendo il dialogo delle ragazze.
«Eccolo chi?», chiese Jenny.
«Il nostro amico Spike!», spiegò
l’osservatore. Silvia sobbalzò a quel nome, e rimase ammutolita aspettando che
Giles continuasse.
«Era noto come William il Sanguinario.
Guadagnò il suo soprannome perché si divertiva ad inchiodare le sue vittime.
Davvero carino! »
«Perché state facendo ricerche su di
lui?», chiese Silvia, e si rese conto di aver parlato con un tono piuttosto allarmato,
perché tutti si erano girati a guardarla impauriti.
«È qui a Sunnydale», le spiegò Giles:
«Sembra che sarà lui a… capeggiare l’attacco di San Vigio. Angel non te l’ha detto?»
«No», Silvia non nascondeva la sua
preoccupazione
«Lo conosci anche tu?», le chiese Xander:
«È davvero così pericoloso?»
«Qui dice che non ha nemmeno 200 anni,
quindi è più giovane di Angel. Almeno una buona notizia», comunicò Giles
tenendo in mano il libro che aveva trovato.
«Sì.», confermò Silvia: «Ma ci sono anche
notizie meno buone sul suo conto. Spike ha affrontato due cacciatrici negli
ultimi cento anni. Le ha uccise tutte e due.»
L’incontro era quasi finito. I genitori
stavano andando via.
All’improvviso con un rumore fragoroso una
vetrata venne sfondata, e apparve Spike seguito da una decina di vampiri:
«Che vuoi che ti dica?», esordì rivolto
alla cacciatrice: «Non potevo aspettare!»
Buffy gli lanciò contro una sedia, e portò
via la madre.
Guidò i pochi docenti e genitori rimasti
in un luogo sicuro, mentre Spike dava ordini ai suoi di non far scappare la
ragazza. Willow e Cordelia fuggirono, e riuscirono a nascondersi in uno
sgabuzzino.
Giles e Jenny rimasero barricati in
biblioteca. Xander, che era andato a vedere come se la stava cavando Buffy, si
ritrovò a doversi nascondere dietro una fila di armadietti.
Frattanto i vampiri avevano perso di vista
la cacciatrice, causando l’ira di Spike.
Nella sala professori, dove Buffy aveva
portato la madre e gli altri adulti, c’era molta tensione. La cacciatrice però
non poteva rimanere con le mani in mano, e decise di andare in biblioteca
passando all’interno del soffitto.
Sbucò davanti a Giles proprio mentre
l’osservatore stava per uscire ad affrontare i vampiri. La cacciatrice si
rifornì di armi, e andò all’attacco, mentre Giles si sarebbe occupato di
portare in salvo i genitori.
Xander intanto, dal suo nascondiglio
sentiva che intorno a lui non c’era molto movimento. Ma gli sembrava comunque
che qualcuno stesse camminando senza far rumore nella sua direzione. Afferrò
l’estintore che si trovava sulla parete accanto a lui, e uscì gridando pronto
ad abbattersi sul vampiro, che però lo fermò disarmandolo con facilità.
«Xander! Ma cosa volevi fare?»
«Angel! Sei tu. I-io… credevo fosse un
vampiro… cioè, un altro vampiro..»
«Allora è vero, sono qui! Stavo andando
via quando ho visto un po’ di facce strane intorno alla scuola, e mi sono preoccupato.
Dove sono?»
«Un po’ dappertutto, credo. E sono
parecchi. E c’è anche quel tipo, Spike.»
«Oggi è giovedì, San Vigio è solo sabato…
Però, in effetti, è tipico di Spike essere così impaziente.»
Mentre parlavano, i due si dirigevano
verso quello che supponevano essere il centro dell’azione.
«Hai un piano?», chiese Xander.
Per tutta risposta il vampiro lo afferrò
stringendogli un braccio intorno al collo. «Grande piano!», commentò il ragazzo
con voce soffocata. Angel si diresse con fare indifferente verso l’entrata.
Spike si voltò a guardarlo, e
un’espressione di stupore si dipinse sul suo volto:
«Angelus!»
«Spike!»
«Che io sia dannato!»
I due vampiri si abbracciarono come vecchi
amici.
«Ti avevo insegnato come si presidia un
campo.» disse Angel scuotendo il capo: «Dovevi lasciare qualcuno fuori.»
«L’ho detto, ma sono circondato da idioti!
E a te come va?»
«Benino.»
«La conosci questa cacciatrice?»
«È carina! Ma non è molto furba! Pensa che
le ho dato a bere che sono pentito del mio stato, così non ce l’ho tra i piedi
quando mi nutro!»
Risero entrambi.
«Sembra incredibile… La gente va
ancora matta per la roba di Anne Rice! Che mondo...»
«Sapevo che mentivi! Sei uno squallido
cialtrone!» intervenne Xander, ed Angel aumentò la stretta.
«Un morsetto prima di ucciderlo?», propose
offrendo a Spike il collo di Xander.
Nel frattempo Buffy cercava di portare
fuori sua madre e gli altri genitori.
Spike ed Angel continuavano la loro
conversazione.
«Non abbiamo avuto tue notizie per degli
anni!» commentò Spike.
«Non sono un tipo di compagnia.»
«No, non lo sei mai stato. Dimmi: perché
hai paura della cacciatrice?»
«Paura?»
«Sì. Un tempo l’avresti eliminata in un
batter d’occhio. Guardati adesso.», il vampiro biondo apparve un po’ dubbioso:
«Questa storia del pentimento è solo una scusa, vero?»
«L’ho vista uccidere il Maestro…»
«Mhm… sei sicuro che non ci sia
dell’altro?»
«Che intendi?»
«Sai, non è la prima volta che sento
parlare della tua redenzione. Figurati che una fonte molto attendibile mi ha
detto che tu ora hai… un’anima!»
Angel non se l’aspettava, non credeva che
Spike sapesse. Prima di poter replicare, però, il vampiro lo colpì con un pugno.
«Credevi di potermi prendere in giro? Tu
eri il mio sire! Eri il mio Yoda!»
«Le cose cambiano…»
«Non noi! Non i demoni! Non posso
crederci! Tu una specie di zio Tom?», poi, rivolto ai suoi vampiri: «Forza ragazzi,
avanti, mettiamo fine e questa farsa!»
Si precipitarono tutti su Xander ed Angel,
che fuggirono fuori. Spike però si bloccò all’improvviso e rimase fermo, mentre
gli altri correvano: «Fi, fai, fo, fam. Sento che presto farò gnam gnam…»,
canticchiò voltandosi lentamente.
«Ciao Spike.» lo salutò Silvia, le mani
sui fianchi, lo sguardo irritato.
«Che bella sorpresa! Pensavo di essere
venuto solo ad uccidere una cacciatrice, e invece guarda chi ti incontro! Che
fortuna!»
«Io non la chiamerei proprio fortuna… Non
saresti dovuto venire.»
«Lo so… ma mi stavo talmente annoiando… Se
avessi saputo che c’eri anche tu, sarei venuto anche prima!» mentre il vampiro
parlava era tornato a mostrare il suo volto umano, e si avvicinava alla
ragazza, che invece rimaneva immobile.
«Davvero una piacevole sorpresa…»,
continuò lui.
«Dipende dai punti di vista», e senza
aspettare alcun commento, la ragazza lo attaccò, prendendolo di sorpresa.
Spike cadde a terra, ma si rialzò subito e
le tirò un pugno. Sul suo volto era riapparso il demone. Lei lo schivò, e provò
di nuovo a colpirlo a sua volta, ma il vampiro stavolta parò i suoi pugni, e la
fece cadere. Silvia provò a colpirgli le gambe, ma Spike la evitò saltando.
All’esterno dell’edificio Angel
fronteggiava i vampiri, mentre Xander cercava di non morire. Erano davvero
tanti, però.
<Dopotutto Spike non è stato così
imprudente: ha lasciato davvero qualcuno di guardia>, pensò il vampiro.
Per fortuna arrivò la cacciatrice a dar
loro una mano.
Dentro la scuola, Silvia e Spike
continuavano la loro danza.
<Erano anni che non mi divertivo
così>, pensava il vampiro. Avrebbe voluto fare qualche battuta in proposito,
ma lei non gli dava tregua.
Ancora colpi schivati e parati, poi un
pugno di lei andò a segno. Ma Spike continuava a divertirsi un mondo.
La sbatté a terra, lei si rialzò
velocemente, schivò ancora, e lo colpì allo stomaco. Lui le afferrò il braccio
spingendola contro un muro. Poi cercò di colpirla, ma lei si spostò appena in
tempo e il pugno si Spike sfondò la parete. Lei lo colpì alla schiena con un
calcio.
«Accidenti che male!», esclamò il vampiro,
e tirò fuori la mano dal muro, portandosi dietro un pezzo della trave di legno,
con cui la colpì mandandola a terra: «Ma io te ne farò di più!»
Avanzò minaccioso, ma prima che potesse
avvicinarsi a lei, la cacciatrice sopraggiunta in quel momento, lo stese con un
calcio. Spike volò qualche metro più in là, e commentò irritato: «Femmine!».
Poi scappò via dalla finestra in frantumi.
Buffy porse a Silvia una mano per aiutarla
ad alzarsi.
«Grazie»
«Stai bene?»
«Sì, non preoccuparti. Bè, io vado a casa,
ci vediamo, eh?»
La cacciatrice rimase un tantino stupita
dalla reazione dell’amica: quel vampiro stava per ucciderla, e la cosa non
sembrava averla scossa minimamente. Ma non si soffermò molto a pensare, perché
corse ad assicurarsi che sua madre stesse bene.
Nel rifugio dei vampiri, Spike, annoiato dal
sacro moccioso, l’aveva fatto incenerire dal sole, ed era
andato poi ad abbracciare la sua bella. Drusilla però era inquieta. L’esito dello scontro con la
cacciatrice l’aveva impensierita.
«Spike, ti ha fatto molto male?»
«Ce l’avevo fatta, bambina. Ma… Una
cacciatrice con famiglia e amici… questo non potevo certo prevederlo.»
«La ucciderai. E quel giorno
festeggeremo.»
«Sì, una grande festa…»
«Amore, promettimelo, promettimi che la
ucciderai presto!»
«Non preoccuparti, mia dolcezza. Non
fallirò la prossima volta.»
«Non è solo questo che mi tormenta… sento
qualcun altro… qualcuno che vuole portarti via da me…»
«Via da te? Impossibile, amore.»
«Tu mi stai nascondendo qualcosa Spike, lo
so…»
«Che dici, principessa?»
«Non mentirmi… non puoi… ma io sono fiduciosa…
lo so che mi ami, e che tornerai sempre da me…»
I due vampiri si allontanarono abbracciati
dalla gabbia dove fumavano ancora le ceneri del Consacrato.
<Non ti ho mentito, tesoro: davvero
nessuno mi porterà via da te. Perché se anche io lo volessi, è lei che non
vuole me.>
Passato il pericolo a scuola, Angel aveva
cercato Silvia, ma non l’aveva scovata da nessuna parte. Si era allora diretto
a casa, sperando di trovarla già lì. Era preoccupato, aveva bisogno di
parlarle.
Appena entrato, si accorse con sollievo
che la ragazza era in camera sua. Si avvicinò alla porta e bussò leggermente.
Dall’interno, dopo alcuni secondi, giunse un «Entra» che non prometteva niente
di buono. Il vampiro sospirò, ed entrò chiudendosi la porta alle spalle.
Silvia era seduta sul letto, con le gambe
piegate e le braccia attorno alle ginocchia. Alzò su di lui uno sguardo tra
l’interrogativo e il furioso. Aspettava che fosse lui a parlare.
«Scusami. Te l’avrei dovuto dire.»
«Sì, avresti dovuto.»
«L’avrei fatto, credimi, prima di sabato.»
«Non è vero.» aveva parlato con voce bassa
e ferma, senza nessuna inflessione. Angel si sarebbe aspettato di trovarla
arrabbiata. Invece sembrava solo… triste.
«Mi dispiace. Hai ragione. Non volevo
dirtelo. Speravo che… insomma… speravo di poterti evitare di incontrarlo.»
«Perché?»
«Perché temevo che sarebbe stato difficile
per te. E vedendo come sei sconvolta, nonostante siano passati tutti questi
anni… avevo ragione.»
La ragazza non rispose. Angel continuò:
«Tu… credevi che fosse morto, no? Non l’hai più visto da… da quando? Dal ’52,
se non sbaglio. Pensavo l’avessi dimenticato, e continuare a crederlo scomparso
ti avrebbe evitato una sofferenza in più.»
«L’ho incontrato l’ultima volta a New York
cinque anni fa.»
Il vampiro era stupito: «Cinque anni fa? E
cos’è successo?»
«Niente.»
«Silvia!»
«Niente, Angel, davvero!» esclamò lei con
rabbia. Poi, più calma, aggiunse: «Proprio niente. Nel senso che lui non ha
cercato di uccidere me, e io non ho cercato di uccidere lui.»
«Vedi allora che avevo ragione a
preoccuparmi?»
Silvia sospirò.
«Sei stata tu a dirgli che ho un’anima?»
Lei annuì: «Sì… molto tempo fa. Ma non mi
aveva creduto.»
«E perché non mi hai mai detto niente?»
«Scusami, lo so che tu hai sempre ragione.
Avrei dovuto dirtelo. E l’avrei fatto. Prima di sabato!» rispose lei sarcastica.
«Va bene. Forse ho sbagliato anch’io. Ma
sono ancora convinto che faresti meglio a non incontrarlo più. Potresti andartene
via da Sunnydale per un po’…»
«Poi quando l’hai ucciso mi chiami?»
«Silvia, per favore, sto parlando sul
serio! Sono solo preoccupato per te.»
La ragazza continuò a tacere, e fissò lo
sguardo davanti a sé.
Anche Angel rimase zitto per un po’,
finché fu lei a rompere il silenzio: «È difficile uccidere qualcuno che non
vuole uccidere te.»
«E tu come fai a essere sicura che non
voglia ucciderti?»
«Ti prego, Angel, lo so cosa pensi. Ma ha
avuto tante di quelle occasioni per uccidermi, e non l’ha mai fatto, e…»
«E sentiamo: per quale motivo, secondo te,
non l’ha fatto?» la interruppe all’improvviso il vampiro.
Lei non rispose, ma abbassò lo sguardo.
Angel alzò gli occhi al cielo esasperato: «Non è possibile!», gridò: «Lo vuoi
capire che ti sbagli? Spike non ti ama!»
«Angel, tu non sai… non…«
«Lo so benissimo, invece: sono un vampiro
anch’io!»
Silvia chiuse gli occhi, stringendoli
forte, come per evitare di piangere. Angel si calmò. Le si avvicinò e si
sedette sul letto accanto a lei. Con dolcezza le posò una mano sulla schiena:
«Mi dispiace Silvia. Lo sai quanto mi
dispiace. Ma è così. Capisco che è difficile per te, ma devi comprendere... E
poi… di sicuro ci sarà anche Drusilla con lui.»
La ragazza si voltò a guardarlo. Gli occhi
erano lucidi, ma quando parlò non c’era ombra di lacrime nella sua voce: «Spike
ama Drusilla, è vero. Ma lei è il suo sire. Come Darla per te.» Angel stava per
dire qualcosa, ma Silvia lo fermò con un gesto della mano e aggiunse subito:
«Sì, lo so, è diverso. Spike, è diverso. Lui non ha un’anima. È cattivo. Deve
essere ucciso. Lo so. Sono d’accordo. Solo… non aspettarti che sia io a farlo.»