La madre di Dax: «Non è così che si fermano gli squadristi».
Rosa Piro: «Ho un figlio ucciso dai fascisti. Ma resto una convinta sostenitrice della nonviolenza»
 
di Claudio Jampaglia, "Liberazione", 14 marzo 2006

Rosa Piro è scossa, amareggiata: «Quello che è successo non doveva accadere». Lei, che ha sostenuto ogni iniziativa antifascista dei compagni di suo figlio, dal centro sociale Orso alle tante altre realtà antagoniste, non si dà pace per le violenze di sabato. Soprattutto per loro, per quei «giovani che rischiano di rovinarsi la vita». Nel difficilissimo ruolo nella “mamma di …” inchiodatole addosso la sera del 16 marzo 2003 dalle coltellate di due fascistelli di quartiere che hanno ammazzato suo figlio Davide, Rosa si preoccupa per gli “amici di Dax” e per il valore della loro denuncia, del loro impegno antifascista. Tra due giorni ci saranno le iniziative in memoria di Dax, sabato un corteo, Rosa non vorrebbe che suo figlio venisse ricordato così.

Cosa la preoccupa oltre alle accuse per gli arrestati?

Ho paura che si stia perdendo di vista il punto per cui questi giovani lottano. Mi dispiace se alcuni se la prenderanno a male, ma credo sia mio diritto dire che le nostre idee si portano avanti in maniera determinata e chiara, ma così no. Io sono un’antifascista e non posso tollerare che a Milano sfilino i saluti romani e gli inni al Duce. L’intento dei giovani sabato era quello di fermare questi squadristi. Ma tutto è stato rovinato e messo in secondo piano dagli scontri, forse per ingenuità, per troppa rabbia e determinazione, ma non vedo niente di positivo in tutto ciò. Bisogna veramente far notare una cosa, perché a gennaio non è stato dato il permesso di marciare ai fascisti e a marzo si? E' successo qualcosa, nel frattempo? E' cambiata la Costituzione? O è bastato un accordo elettorale con Berlusconi? A gennaio c’era il giorno della memoria e l’opposizione sarebbe stata tanta se li avessero autorizzati a marciare. A marzo sono morti Fausto e Iaio, mio figlio. Era forse un tranello per i compagni?

E adesso cosa si aspetta dai giorni dedicati a Davide?

Io da mamma e da antifascista dico manteniamo sempre la calma, non lasciatevi prendere dalle trappole, dalle provocazioni. Facciamo le cose con la testa, ricordiamo Dax e tutti i compagni morti, senza perdere di vista l’obiettivo politico. Dalla morte di Davide si sono moltiplicate violenze fasciste un po’ dappertutto. C’è una ripresa forte e protetta di atti di squadrismo in tante parti d’Italia, bande che aggrediscono, accoltellano, di notte, colpendo centri sociali e ragazzi isolati. La fanno sempre franca. Gli assassini di mio figlio sono probabilmente i soli che hanno preso, per tutto quello che è successo in questi tre anni non sta pagando nessuno. Gli squadristi sono tornati. E da sabato in galera ci sono degli antifascisti.

E quindi?

Io sono una convinta sostenitrice della nonviolenza. Bisogna lavorare tanto e con calma contro la violenza, sembra facile e immediato protestare con gli scontri ma fa danni enormi a tutti e in primis a chi li fa, non solo per le denunce. La causa nobile per cui era nato questo corteo si è persa. Nessuno parla del motivo per cui erano lì. Davvero un peccato.

Alcuni manifestanti di sabato hanno detto che Dax sarebbe stato con loro…

Non so cosa avrebbe fatto mio figlio sabato perché Davide non c’è più, e anche se ci fosse andato, pur condividendo il senso dell’iniziativa, gli avrei detto che il modo era sbagliato e pericoloso per gli altri e per lui. Quale risultato hanno ottenuto? Io ho 52 anni, tutti i giorni della mia vita ho davanti un figlio ammazzato da fascisti, figurarsi se non capisco la necessità di non lasciare spazio agli squadristi, ma perché rovinarsi la vita così, mentre i fascisti rischiano di passare per bravi ragazzi con tutto quello che rappresentano e che continuano a fare.