Dichiarazione sugli arresti di 20 "no-global" di Lorenzo Guadagnucci
(giornalista, autore di "Noi della Diaz", membro del comitato "Verità e giustizia per Genova")
(15 novembre 2002)

Sono sgomento, è come se avessero arrestato anche me. A leggere le accuse contestate alle venti persone arrestate stanotte mi vengono i brividi: "cospirazione politica, sovversione dell'ordine economico, propaganda sovversiva". Trovo una sinistra assonanza con un fatto che molti di noi, me compreso, hanno finora sottovalutato: noi 93 che il 21 luglio 2001 eravamo dentro la scuola Diaz siamo tuttora indagati per associazione a delinquere finalizzata alla devastazione. Noi che siamo stati pestati e arrestati sulla base di "prove" costruite dalla stessa polizia (le due molotov). Due di noi, cittadini tedeschi, in occasione del Forum di Firenze sono stati respinti alla frontiera, proprio in ragione di quest'accusa ancora in corso. I nostri diritti civili - evidentemente - sono tuttora limitati, siamo persone sospette.
Questi arresti, quest'ondata repressiva in cui - per quello che sappiamo - si contestano reati di tipo politico, confermano gli allarmi che tante volte io stesso ho lanciato sulla qualità della nostra democrazia, sullo stato dei nostri diritti.In questi mesi ho tante volte ricordato che nessuno, a un anno e 4 mesi dai fatti, ha mai preso le distanze nemmeno da un episodio grave e infamante per le forze dell'ordine come il blitz alla Diaz. Il capo della polizia, De Gennaro, non ha mai rinnegato quell'operazione, non ha mai trasmesso al paese un messaggio di autocritica, di presa di distanza. Tutti i funzionari implicati nel blitz, e accusati di reati infamanti come la calunnia, il falso ideologico, le lesioni personali, sono ancora la loro posto.
In questo anno e più trascorso dai fatti di Genova i vertici della polizia, del governo, dello stato, non hanno fatto nulla per colmare quel fossato che si è aperto a Genova fra le istituzioni e la società civile. Quest'ondata repressiva, a pochi giorni dal Forum di Firenze e dalla smentita degli inutili allarmi lanciati in precedenza, allarga ancora quel fossato, e tenta di spingere ai margini della vita civile migliaia di persone, intere moltitudini. Quello che sta accadendo a Cosenza, a Trani, nel paese riguarda tutti i cittadini che hanno a cuore i diritti civili e le libertà garantite dalla costituzione. Io stesso, oggi, mi sento meno sicuro di ieri. Avverto una perdita nella qualità dei miei diritti di cittadino. E' come se avessero arrestato anche me.