Arbitri di Calcio

Avrei tante cose da dire, ma la realtà è che mi mancano i mezzi per riuscire a dirvele senza che ognuna di
questa non apra migliaia di parentesi fatte di ricordi di anni che difficilmente dimenticherò.
Nella mia filosofia di vita, e per quello che lo sport è riuscito ad insegnarmi, oggi sono qui per celebrare la fine.
L
a fine di una stagione. La fine di un team. La fine di un gruppo.
La fine di un'esperienza che ha coinvolto e sconvolto la mia vita.

E mai parola "fine" ha racchiuso in sé tanta tristezza ed amarezza, come quelli che io provo per un'associazione
e una maglia che ho indossato per lunghi anni.
Noi non siamo professionisti, ma in certe cose siamo capaci di amare il nostro sport, molto più profondamente di un professionista.
Lo amiamo perché è fonte di gioia, perché è un costante banco di prova.
Lo amiamo perché è fatto di sudore e fatica, di sorrisi e di lacrime,
"perché è fatto di uomini ed è lo specchio della vita di tutti i giorni".

La vita avanza e nel suo corso, la vita ti toglie delle cose, è normale, fa parte della vita stessa...
ma lo impari solo quando incominci a perderle.
Scoprirete che la vita è un gioco di secondi, alle volte di decimi o centesimi... 'esattamente come l'arbitraggio'.
Perché in un gioco o nell'altro, nella vita e nell'arbitraggio, il margine di errore è piccolo.
Un fischio in ritardo od una posizione infelice sul terreno di gioco e fallisci l'obiettivo.
I secondi di cui abbiamo bisogno sono dappertutto, sono in ogni azione di gioco, in ogni allenamento, in ogni prova atletica.

In quest'associazione noi combattiamo per quel secondo.
Nell'arbitraggio, sacrifichiamo noi stessi e tutti quelli intorno a noi per quel maledetto secondo.
Ci aggrappiamo con i nostri artigli per quel secondo.
Perché sappiamo, che quando li metteremo insieme, quei secondi, faranno la fottuta differenza,
"tra Vincere e Perdere", "tra Vivere o Morire"...

Con queste parole mi sono addormentato tante sere durante questi anni e durante questa stagione!!!
Una stagione nata con delle difficoltà e che è continuata grazie alla fiducia nei miei mezzi ed al grande sacrificio ed impegno,
ma soprattutto alla voglia di dimostrare che non è scappando che si vincono le partite... al massimo non si perdono.
Ma per vincere?
Per vincere ci vuole una squadra.
Ci vuole la convinzione.
Ci vuole la sicurezza nei colleghi e nei compagni di squadra...
Ci vuole la voglia di sacrificarsi sino all'ultimo per quel secondo, perché si è consapevoli
che un nostro collega farebbe la stessa cosa per noi.

Tutto questo è venuto meno, tutto questo è stato venificato proprio da quel secondo che nessuno ha voluto concedermi più.
Quando ci si trova continuamente da soli, senza l'aiuto di nessuno, si brancola nel buio nella speranza che basti l'impegno ed il sacrificio.
Non è così...
Quando non servi più alla causa vieni cacciato via senza rispetto e riconoscenza,
sperando che il sacrificio che hai dimostrato per anni possa continuare ad essere messo a disposizione ancora,
facendo finta di niente...

Io dico "NO, grazie" la mia vita è stata segnata fin troppo ed ora devo recuperare il tempo che ho perduto...
La famiglia, gli amici, la scuola, il lavoro, ... tutti quanti hanno subìto un sacrificio ed ho perso negli anni molte cose.
Queste cose mi voglio riprendere perché è arrivato il momento di prendere la mia vita nella mie mani
e non permettere più che gli affetti più cari subiscano altri ridimensionamenti.

Il mio migliore amico è morto ed ora niente e nessuno potrà portarmelo via.
Per tanti anni abbiamo condiviso gioia e dolore ed ora non mi resta che guardare avanti...

La competizione oscura, le graduatorie segrete, le valutazioni di comdo, gli appoggi e le spinte politiche
caratterizzano la vita dell'uomo da migliaia di anni...
L'uomo combatte e si uccide per predominare sul suo simile perhé sa che soltanto se esiste un povero potrà esistere un ricco.
Se uno ha e riceve di più degli altri è perché da qualche parte ci sono molte persone che ne hanno di meno.
Chi sta al vertice può dire grazie soltanto al fatto che sotto di lui c'è una base che gli permette di esistere...


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