L’uomo, durante l’arco della propria vita, si trova a dover compiere delle scelte che lo influenzeranno per un certo tempo o sino alla fine dei suoi giorni. Secondo la durata di queste sue convinzioni, egli è soggetto a vari cambiamenti, sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista psichico e del pensiero. Con il passare degli anni spesso egli concepisce nuove idee e nuovi propositi, a motivo dello scorrere degli avvenimenti e a nuove esperienze che contraddicono le sue idee precedenti.

Ultimo esempio al proposito, la crisi in cui sono caduti tutti coloro che si sentivano vicini al comunismo, all’indomani del dissolversi di questa ideologia in Europa orientale e nella stessa ex-URSS. Il dramma maggiore, per milioni di militanti, è stato che tale caduta non è avvenuta di fronte ad una coalizione armata, ma per consunzione naturale, non potendo più resistere, le oligarchie comuniste, alla pressione di Coca Cola e Mc.Donald’s, simboli del consumismo mondialista.

Nel divenire dell’uomo casi del genere sono frequenti. Quello dei ‘pentiti del comunismo’ è solo l’ultimo in ordine di tempo, ma ogni ideologia umana, prima o poi, vedrà esplodere contraddizioni al suo interno.

Noi musulmani crediamo fermamente che tutti i sistemi politici che non si rifanno all’Islam, i vari tipi di fascismo, comunismo, liberismo ecc., ivi compresa, e lo ribadiamo con forza, la stessa democrazia occidentale, hanno una durata limitata: nascono, crescono, si consungono, muoiono.

L’Imam Khomeyni ha affermato: "La democrazia è l’Occidente e noi non vogliamo saperne nulla. Non vogliamo saperne nulla dell’Occidente e della sua anarchia. Il Governo Islamico è sottoposto alla Legge dell’Islam, la quale deriva direttamente da Dio".

Siamo intimamente convinti della bontà e della giustezza di tali affermazioni che, oltre ad essere il frutto della personale esperienze dell’Imam, esprimono il vero spirito dell’Islam e della scuola Shiita in particolare, di cui l’Imam è stato corretto interprete. Egli non è stato un innovatore che ha elaborato una ideologia nuova, né avrebbe voluto esserlo, ma ha semplicemente ribadito con coerenza e vigore ciò che l’Islam ha sostenuto da sempre.

Noi musulmani europei entrati nell’Islam, abbiamo fatto una scelta meditata accettando la Guida di Dio nella nostra vita e conformandoci ai precetti della Sunna del Profeta (s) e dei Santi Imam (as).

E’ stata la scelta che ha determinato, sia dagli albori dell’Islam, il procedere di milioni di credenti che in ogni angolo del mondo hanno sentito l’imperativo categorico di sottomettersi a Dio, imperativo che ha comportato un mutamento sostanziale del loro modo di pensare, dei loro costumi e abitudini quotidiane.

Tempo addietro, leggendo della lotta secolare condotta dal popolo ceceno contro l’invasore russo, abbiamo appreso con piacere che nel secolo scorso, uno dei condottieri più famosi nella lotto contro i russi fu un italiano, un monaco domenicano, Giovanbattista Boetti, entrato nell’Islam con il nome di Mansur Ushurna. Questo convertito per i ceceni è entrato nella leggenda. Si narra che un giorno scomparve nei boschi durante uno scontro con gli invasori. Questo monaco, come noi un secolo dopo, scelse l’Islam a guida della sua vita.

L’Islam esprime in maniera netta e precisa che Dio è, per il musulmano, l’Unica Vera Realtà. Il Nobile Profeta Muhammad (pace su di Lui e sulla Sua Famiglia) e i puri Imam della sua discendenza (as), ci hanno insegnato, con i loro scritti ed il loro comportamento, il corretto modo di procedere del credente di fronte alle diverse situazioni in cui viene a trovarsi nei riguardi del ‘potere costituito’ che, tranne rarissime eccezioni, è, per il sincero credente, dispotico e nemico. Con l’aggettivo ‘sincero’ s’intende il musulmano che desidera restare fedele ai suoi principi e non lasciarsi ‘addomesticare’ dal domatore di turno, sia esso rappresentato dalla cosiddetta civilizzazione occidentale o dalle istituzioni pseudo islamiche legate e sottoposte a tale civilizzazione.

La storia dell’Islam e dello Shiismo in particolare, è ricca di episodi in cui i singoli credenti, sulle orme dei dodici puri Imam (as), hanno lottato, anche con la propria vita, per la giustizia e per i bisogni degli oppressi. Nel solco di questa tradizione gli ultimi decenni hanno visto il verificarsi di due eventi estremamente significativi nel mondo islamico: la Rivoluzione Islamica in Iran e la recentissima ‘cacciata’ dei sionisti dal Libano ad opera del movimento Hezbollah. Entrambi i due avvenimenti hanno visto protagonisti i popoli musulmani che, schierandosi con le guide religiose, hanno compiuto una scelta ben precisa. L’Islam è partecipazione dei popoli.

Il primo avvenimento, accaduto nel 1979, è stato motivo trainante per tante persone, soprattutto in Occidente, per avvicinarsi per la prima volta all’Islam e compiere poi la loro scelta di vita.

Senza ombra di dubbio, le intenzioni dell’Imam Khomeyni e dei suoi seguaci, all’indomani della cacciata del corrotto Pahlevi, furono quelle di creare uno stato conforme alle leggi dell’Islam, sull’esempio dei governi instaurati dal Nobile Profeta (s) e dall’Imam Alì (as), in cui fosse prioritario il senso della sottomissione a Dio, unito a solidarietà e giustizia. E’ scritto: "In verità, Dio ha ordinato la giustizia e la benevolenza…Ha proibito la dissolutezza, quel che è riprovevole e il sopruso. Egli vi ammonisce affinché ve ne ricordiate." (Corano 16, 90)

Solo Dio, Unico Sapiente Conoscitore dei cuori degli uomini, sa se tale sforzo avrà successo e se durerà sino alla parusia dell’Imam Mahdi (ag). No musulmani preghiamo Dio in tal senso e invochiamo di continuo la Sua Assistenza per il Wali Faqi Seyyed Alì Khamenei, successore dell’Imam Khomeyni alla guida dei musulmani seguaci dell’Ahlul Bayt (as) dentro e fuori dall’Iran.

Gli avvenimenti legati alla storia dell’Islam sono estremamente significativi e ricchi d’insegnamenti. Sin dai tempi antichi coloro che si opponevano all’Islam hanno cercato di essere più forti per sconfiggere tale religione. A questo proposito hanno costantemente propagandato scritti ostili e condotto lotte contro l’Islam e i musulmani, in ambito culturale, politico, economico e militare, dal bando dei meccani alle crociate, alla più recente globalizzazione.

 

 

 

 

 

 

 

L’Islam è portatore di una filosofia e di una psicologia, di un diritto e di una sociologia, di una politica e di una morale. Da un lato il Corano parla dell’adorazione e della glorificazione di Dio, e descrive il volto luminoso di coloro che vegliano la notte per pregare: "Strappano i loro corpi dai letti per invocare il loro Signore, con timore e speranza, e sono generosi di quello che abbiamo loro concesso". (32, 16)

Dall’altro parla della filosofia del Jihad, dello sforzo sulla Via di Dio, chiedendo ai musulmani: "Perché non combattete per la causa di Dio e dei più deboli tra gli uomini, donne e bambini, che dicono: ‘Signore, facci uscire da questa città di oppressori; concedici da parte Tua aiuto e protezione?’" (4, 75).

La devozione unita all’azione sono le due facce di una stessa splendida medaglia!

I musulmani, e in modo particolare noi che viviamo fuori dal Dar-al-Islam, siamo chiamati ad un compito particolare e per certi versi arduo: dobbiamo combattere quotidianamente il nostro Jihad (sforzo sulla Via di Dio).

A questo punto ci si chiederà in che modo il credente potrà realizzare questo arduo compito. La risposta è: "Vivendo coerentemente con gli insegnamenti della propria Fede".

Il Nobile Profeta Muhammad (s), durante i suoi 23 anni in cui insegnò agli uomini la dottrina coranica, fu sempre conforme e coerente con l’iniziale messaggio. Il Corano e il Nobile Profeta (s) offrivano una dottrina ed un piano preciso che abbracciavano i più svariati ambiti e che realizzarono il proprio obiettivo.

Tale carattere di immutabilità dimostra che l’Islam non è il frutto del pensiero mutevole dell’uomo. Il Messaggio ha conservato intatta tutta la sua validità ancor oggi e certamente lo conserverà sino alla venuta dell’Imam del Tempo, che Dio affretti la Sua Manifestazione

Il credente deve quotidianamente prendere coscienza che Dio gli ha affidato anche il compito di essere un Suo fedele testimone, soprattutto con un buon comportamento. Questo, attualmente, è anche un modo per compiere il proprio Jihad: coerenza tra l’insegnamento ricevuto ed il comportamento, ossia una fede operante attraverso le opere.

Egli deve guardare Dio seguendo gli insegnamenti coranici del Profeta (s) e degli Imam (as), poiché qualunque altro punto di riferimento potrebbe un giorno rivelarsi fallace. Afferma il Corano a proposito: "Chi crederà in Dio avrà afferrata l’ansa saldissima, non suscettibile di rottura" (2, 256) "In verità, non amo ciò che svanisce!" (6, 76)

Se si entra in tale ottica si comprende il percorso che ci sta davanti. Esso ci appare ben visibile: sappiamo da dove veniamo – il momento in cui abbiamo scelto l’Islam – e anche, grazie a Dio, dove andiamo.

La scelta islamica ci ha aperto un orizzonte diverso da colo che, secondo il Corano "hanno barattato la Retta Via con la perdizione". Noi crediamo fermamente negli immutabili principi dell’Islam, sappiamo che fino all’avvento dell’Imam Mahdi, che Dio affretti la Sua Manifestazione, l’iniquità, l’ingiustizia, l’oppressione, le guerre e tutto ciò che allontana l’uomo dal Suo Creatore aumenteranno. Solo il Mahdi (ag) colmerà la terra di giustizia.

Pertanto, noi musulmani seguaci dell’Ahl-ul-Bayt dobbiamo rimanere saldamente legati, come dice il Corano, alla corda di Dio essendo ben coscienti della situazione.

Il musulmano praticante, con la sua scelta totale di vita, costume, cultura, comportamento, ecc. si pone su di un piano diverso rispetto agli altri: l’Islam è alternativa a questa civiltà in cui l’uomo non è sottoposto a Dio, ma a tutto ciò che è contro Dio, e alla fine, contro se stesso.

Tuttavia, quando affermiamo che l’Islam è l’alternativa a questa civiltà, non intendiamo che il musulmano debba estraniarsi dalla società in cui vive. Anzi, proprio per aver fatto la sua scelta per Dio, egli deve essere presente nella società in tutti gli ambiti consentiti dalla sua fede, portandovi il ‘buon odore dell’Islam’.

Il Corano ci mostra chiaramente che il Santo Profeta (s) aveva buoni rapporti con uomini e gruppi non ostili all’Islam. Esemplare è l’incontro con i cristiani di Najran. Anche la vita dei Puri Imam (as) è testimone di molti loro colloqui con sapienti di altre religioni.

La casa dell’Imam Jafar (as), ordinatore della teologia shiita, rinomato per la sua grande conoscenza, fu meta di dotti sapienti che desideravano discutere con lui. E’ nella più autentica tradizione dell’Ahl-ul-Bayt ricercare il contatto umano con tutti coloro che lo desiderino, siano essi religiosi o di qualunque altra estrazione ideologica.

Le ragioni fondanti della nostra fede vengono da Dio, per cui l’incontro con l’‘altro da sé’ sarà, inschAllah, sicuramente fruttuoso per noi e ancor più, a Dio piacendo, per coloro che ci ascoltano con sincerità di cuore.

Sin dalla sua origine l’Islam ha esortato gli uomini alla comprensione reciproca, tanto ideologica "…addivenite a una dichiarazione comune tra noi e voi…", quanto etnica "Vi abbiamo create razze e colori differenti perché vi conosciate a vicenda", e noi musulmani shiiti da sempre ci siamo mossi in tal senso, avendo praticamente acquisito nel nostro patrimonio genetico tale prerogativa.

Pertanto, le varie offerte di ‘dialogo’ che da varie parti ci giungono, spesso ci lasciano un po’ perplessi, ben conoscendo il comportamento piuttosto ambiguo (tranne qualche eccezione) delle fonti dalle quali provengono, spesso sorde al grido di dolore delle vittime dell’oppressione e dell’arroganza del più forte.

Noi musulmani invece abbiamo chiaro il dovere di ascoltare la voce dei diseredati e degli oppressi, di essere dalla loro parte, in quanto seguaci del ‘Signore degli oppressi’, e fornirgli la nostra operante solidarietà.

L’Islam c’insegna che i rapporti tra gli uomini debbono basarsi sulla onesta ricerca della verità e non sul suo occultamento, sulla libertà e non sull’oppressione, su obiettivi precisi e non vaghi, e soprattutto sulla Via di Dio e non su quella dei nostri desideri.

Concludendo, noi che abbiamo scelto l’Islam, nonostante le umane quotidiane difficoltà, dobbiamo stare di buon animo. L’incomprensione e talvolta l’ostilità degli ipocriti non deve scoraggiarsi, poiché in Dio comunque noi saremo vittoriosi.

"Coloro ai quali la gente dice: ‘Gli uomini si riuniscono contro di voi, abbiatene timore!’ accrescono la loro fede e rispondono: ‘Dio ci è sufficiente, Egli è il miglior protettore!’ Essi si ritirano colmi di grazia e benefizi da parte del loro Signore e nessun male li incoglie. Essi seguono la volontà di Dio, e Dio è di una grazia infinita." (3, 167-168)

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