Purtroppo, Elessar aveva ignorato la presentazione formale di Kelvandil, incorrendo nell'ira dell'alphatiano, che lo interrompe bruscamente, dicendo: "Chi sei tu per arrogarti il diritto di parlare per me. Tu che nascondi il tuo nome a chi ti sie spontaneamente presentato?"
Argos cerca di calmare le acque: "Buon
amico, voleva solo essere di aiuto... non vi crucciate. E' fatto a questo
modo: quando v'e' da parlare non e' capace di frenarsi."
"Comunque anch'io non mi presentai adeguatamente
a suo tempo, talmente ero assorto nei pensieri miei... Lo nome mio est
Argos, e questi e' lo mio amico Elassar. Viaggiamo ormai da tempo assieme...
et lavoriamo ormai bene assieme, nonostante alcune minute divergenze di
tempo in tempo."
"Notai che anche voi vi dilettate in
divertenti trucchi, come lo nascondersi fra l'ombre, e notai anche la possente
verga magica che portate con voi... non quella verga magica, l'altra...
suvvia,non siate cosi' malizio!"
Kelvandil con aria decisamente più calma si rivolge ad Argos dicendo: "Caro amico , fratello a metà; devi scusare i miei modi rozzi e bruschi, ma in questi tempi bui la saggezza impone prudenza nel concedere la propria fiducia. Sia quindi amicizia tra Argos e Kelvandil. E solo per riguardo a questa amicizia non porterò rancore ad Elessar, tuo amico. Tuo e non mio. Almeno fin quando non faccia atto pubblico di costrizione per mondare la sua ignobiltà."
Elessar ribatte:"Sancito fia malgrado
tutto quantomeno almeno uno trattato d'armistizio cavalleresco gentiluominare,
pure limitalamente allo scontro verbale, prevedente altresi' casomai la
collaborazione ubi non sufficiat indifferentia."
"Et in questo frangente mi cogliete in
fallo! Essenteci ammissivamente (ma non concessivamente) ignobilta' da
parte del suddetto sottoscritto, non fia mai che questi debba costrinzionare
pertanto!"
"Decreta dunque infine il consesso degli
astanti che trattasi di incidente diplomatico inesistente, et, quasi nihil
successum esset, erunt future comites sodales omnes qui voce verbisque
pugnaverunt."
Argos continua nell'opera di mediazione, e ne approfitta per presentarsi
lui stesso:"Kelvandil, volevo far la tua
conoscenza piu' approfondita."
"Come ti dissi, notai il tuo nascondersi
fra l'ombre... un trucchetto che anco io utilizzo di tempo in tempo. Ma,
dimmi, quali altre cose sai fare, e quali ti riescono meglio. Questo ti
chiedo acciocche' nell'avventura che stiamo per intraprendere possiamo
collaborar in piu' proficuo modo."
"Per quanto riduarda me, mi piace l'arte
de lo mimetizzarmi e di confondermi fra le genti. Mi intendo un po' di
camuffamento, e riesco, ogni tanto, a produrre scritti che sembrino originali.
Questo faccio piu' per gioco che per mestiere. Una volta mandai una lettera
ad un nostro amico commerciante, il quale, per sgarbo, una volta ci nego'
l'invito ad una cena, dicente che il duca revocagli la licenza di esercizio
per lo sgarbo. Il tapino veni' a pregarci di scusarlo, con li fluidi trasparenti
a li occhi! Quali risate..."
"Naturalmente m'intendo un po' di araldica,
altrimenti codesti giuochetti non sarebbero possibili. Mi diletto anche
in arti magiche, anche se non cosi' tanto."
Il discorso venne poi lasciato cadere dall'alphatiano, ancora adirato
per gli eventi, e soprattutto perchè il consiglio dei Callarii stava
cominciando a perdere la pazienza...