Al faro di Alfarach si trova un posto cosė silenzioso che le scritte possono gridare.

Come murales nei sottopassaggi di una metropolitana dismessa, srotolate e divelte come le traverse di un binario accartocciato.  

 

Il vagabondo paziente che ci capita per caso scova uno scrigno imprevisto. Scorda la fame e il sonno e la notte fuori, supera alfine la soggezione di stare lė da solo e si fa intento a sfogliare le pagine di una neo mitologia metropolitana