BASILIO I DI BISANZIO

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La Chiesa Bizantina di San Mauro

  • . Sovente nei due secoli successivi, erano esse stesse a organizzarsi per la difesa, alimentando con proprie reclute inesperte le truppe guerriere o sostenendo con propri funzionari il debole potere locale, anche se lo si esercitava in nome di Bisanzio.
  • . Sullo scorcio del IX secolo, Bisanzio mandò un altro esercito al comando del generale Niceforo Foca il Vecchio allo scopo di rafforzare le funzioni amministrative del Mezzogiorno d'Italia.
  • . Le stesse popolazioni del tarantino non poterono contenere il loro impulso di indignazione, di malcontento e di ribellione contro i funzionari di Bisanzio, che si dimostrarono incapaci di un sufficiente grado di governabilità e di prevenzione contro gli agguati saraceni tra il 928 e il 934.
  • . Nella seconda metà del X secolo, Bisanzio era impegnata nei territori di confine dell'Asia mussulmana, dove lottava per la sua stessa esistenza politica dato che subiva non pochi rovesci.
  • . La discesa riportava di attualità il rischio delle mire espansionistiche nel Meridione bizantino da parte degli Imperatori di Sassonia.  Bisanzio non potè intervenire.
  • . Bisanzio questa volta fu costretta a intervenire in maniera decisa: inviò delle truppe in Italia per difendere le province imperiali, che fece poi raggruppare in un Catepanato con il capoluogo a Bari, nel 975: era una nuova istituzione amministrativa che sostituiva il vecchio Thema .
  • . Fatto sta che il rischio di un distacco, in questa situazione sfuggente, del Catepanato pugliese da Bisanzio si faceva sempre più possibile.
  • . Successivamente Bisanzio fece seguire una riforma che prevedeva la creazione di piccole proprietà assegnate ai contadini-milites in cambio delle prestazioni tenute nell'esercito stanziato nelle province.
  • . Tra la provincia salentina e Bisanzio si era stabilito un legame di dipendenza preferenziale se non proprio assoluta, e comunque molto più saldo rispetto al resto del territorio pugliese, non escluse Brindisi e Taranto.
  • .   Nel Salento si ripetevano le funzioni rituali ortodosse diffuse dalla politica religiosa di Bisanzio in tutto l'Impero: era un segno di unità e di compattezza, che rimase pressoché intatto anche con il dominio dei normanni e degli svevi.



    helios
  • . Tuttavia dopo un ciclo diconservazione durato alcuni secoli ci si trova in occidente, davanti ad uncambio di guardia, avvenuto sia attraverso un’apertura, anche se ancoraparziale, del sapere custodito e quindi già acquisito, che di quello nuovo chearriva dai porti dell’oriente e cioè dalla Grecia e Bisanzio e dagli arabidella Siria, della Palestina, della Spagna.
  • . In Italia, per fortuna, la Sicilia ela Calabria, con il loro bagaglio culturale ancora intatto depositario delsapere dell’Ellade, possiedono porti amici attraverso i quali sovrani colti esaggi come Federico II in Sicilia ed in seguito i re della Casa d’Angiò intutto il Sud, incoraggiarono ed incrementarono di molto gli scambi culturaliattraverso il Mediterraneo con Bisanzio, la Siria, la Palestina e la Spagna.
  • . LeGoff – “...le piattaforme girevoli della circolazione degli uomini, carichidi idee e di mercanzie, i luoghi di scambio, i mercati ed i quadrivi quelli delcommercio intellettuale”.(3) In effetti nel XII sec., l’occidente importa già prodotti rari e costosiche vengono da Badgad, Damasco, Bisanzio e Cordova ed assieme alla seta, allacannella ed ai profumi, arrivano anche i codici ed i manoscritti, tesorianch’essi che recano la cultura greca filtrata attraverso l’apportoculturale degli arabi.
  • . Le operedi Aristotele, Euclide, Ippocrate, Galeno, Tolomeo e molti altri filosofi grecisono state accolte in oriente assieme ai perseguitati eretici da Bisanzio –studiosi ebrei, nestoriani e monosofisti- e sono state accolte con loro dallescuole e dalle biblioteche musulmane che le hanno apprezzate, studiate econservate con cura.
  • . A Napoli molti calabresi di originegreca traducevano in latino codici provenienti da Bisanzio, che poi venivanousati presso le più famose università europee del tempo.



    La metropolia di Santa Severina - Area Locale
  • . L’importanza che Bisanzio dava a questa Metropolia è collegata al periodo in cui sorse, in una fase storica cioè in cui l’Impero costantinopolitano iniziava a perdere parte del proprio controllo e del proprio potere in Occidente.
  • . Per la sua costituzione, una leggenda vuole che Anastasio, patriarca di Bisanzio, infastidito dalla vanità d’alcuni vescovi calabresi, col favore imperiale, li fece schiavi assegnando a Santa Severina il controllo delle diocesi d’Oria, Acerenzia, Gallipoli, Alessiano e Castro.
  • . Queste donazioni da parte dei Conti normanni alle diocesi suffraganee di Santa Severina non sono collegabili esclusivamente alla munificenza dei nuovi signori della Calabria ma anche al loro tentativo di legare a se le nuove ed antiche diocesi esistenti nell’Entroterra jonico calabrese, arginare la potenza del Rito greco che, in ogni modo, mantenne quasi tutto il Crotonese legato a Bisanzio sino al XIV secolo.



    4. Papa S. Zosimo - Area Locale
  • . " Vi si incontra un antico Castello - dice il Marafioti - nominato nell’antichi tempi dalla sua fondazione Reazio, ma oggi è chiamato Mesoraca, fabbricato anticamente dagli Enotri , secondo quanto dice Stefano di Bisanzio, tra due fiumi, cioè Vergari e Reazio, e dal nome di questo fiume è stato chiamato Castello Reazio.



    Vito Sibilio, Il Papato, la Capitanata e la Battagnlia di Canne
  • . Nella vicenda furono protagonisti Bisanzio, l’Impero romano-germanico, la Santa Sede, i Normanni: ossia i grandi poteri che si contendevano e si sarebbero contesi l’egemonia sulla nostra regione e su tutto il Meridione, secondo disegni strategici che però travalicavano di molto i confini di queste terre.
  • . La prova che in questo periodo Giovanni II si era appoggiato a Bisanzio sta nel fatto che nel pontificato di Giovanni XVIII (1003-1009) il patriarca di Costantinopoli Sergio II (1001-1019) fu in comunione con lui, e il papa potè esercitare una certa influenza persino in Russia.
  • . Ma l’iniziativa della rottura venne da Bisanzio, sebbene l’intronistikà fosse provocatoria.
  • . A loro Bisanzio oppose il nuovo catepano Basilio Mesardonites, membro della famiglia imperiale degli Argiri e forse fratello dello stesso Romano III (1028 – 1034).
  • . Ma Bisanzio inviò il nuovo catepano Basilio Boioannes [9] , che riprese molte città ribelli e ingaggiò a Canne la battaglia decisiva, nel 1018.
  • . Enrico scese in Italia nel 1021, accompagnato dal pontefice; fino al 1022 condusse tuttavia una campagna inutile contro Bisanzio, essenzialmente in Capitanata, culminata in un estenuante assedio di Troia, poi abbandonata dopo tre mesi.
  • . Tuttavia queste misure furono più orientate contro i Longobardi che contro il Papato: evidentemente Basilio non considerava più la Curia una minaccia politica –essendo stato umiliato persino l’imperatore germanico – e temeva invece le connivenze tra i principi di Benevento, Salerno e Capua e i loro connazionali sudditi di Bisanzio.
  • . La brusca inversione di rotta della Chiesa, che tentò allora di combatterli a Civitate, non servì a nulla, e non impedì l’ascesa progressiva del loro dominio, culminata a Melfi nel 1058, con l’accordo col Papato e a Bari nel 1071, con la conquista della città e l’estromissione di Bisanzio dall’Italia dopo cinquecento anni.
  • . P.CORSI, Ai confini dell’Impero – Bisanzio e la Puglia dal VI all’XI secolo , Bari 2002, pp.

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  • . Qualche secolo più tardi, il re longobardo "Pertarito concluse una pace ’eterna’ con Bisanzio sulla base del riconoscimento dello status quo ; la pace fu probabilmente ratificata da inviati longobardi, i quali nel 680-81 presero parte a Costantinopoli al Concilio che condannò il monotelismo.
  • . Bisanzio si rassegnò allora anche sotto il profilo giurisdizionale alla perdita di gran parte dell’Italia, mentre Pertarito e il figlio Cuniperto rinunciavano a qualsiasi ulteriore espansione territoriale longobarda"(9) Del resto si è dato il caso, nel 715, che tra Comacchio bizantina ed altre città padane dominate dai longobardi venisse stipulato un patto per agevolare gli scambi commerciali tra le parti non propriamente rivali.
  • . E’ stato già accennato, però, che la condizione storica determinante di tale presenza deve essere stata la lotta iconoclastica, cio è contro la venerazione delle immagini sacre, condotta con persecuzioni di vescovi, sacerdoti e monaci dall’imperatore di Bisanzio Leone III e successori.
  • . L’imperatore di Bisanzio Leone III, per finanziare la lotta contro l’espansione araba, aveva inasprito talmente le tasse da provocare in Italia il rifiuto di pagarle ; nel 726, una dichiarata ostilità fu capeggiata proprio dal papa Gregorio II (715-731), col coinvolgimento dei ducati longobardi di Spoleto e di Benevento, per ottenere l’autonomia da qualsiasi ingerenza imperiale bizantina (14), cominciando con l’esenzione dalle imposte.
  • . A Bisanzio non si conoscevano ordini monastici.


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  • . Totila pose sotto assedio Otranto nel 554: in particolare, il suo obiettivo era quello di mettere fine ai continui arrivi delle truppe di Bisanzio che giungevano nel canale di Otranto come ausiliarie.
  • . In definitiva, però, la terra d’Otranto sud orientale e le zone più propriamente bizantine della Puglia seguivano le leggi di Bisanzio, i territori costieri ionici da Gallipoli a Taranto e la fascia interna sino a Brindisi, essendo zone miste, applicavano le tre leggi.
  • . Guillou ("La Puglia tra Bisanzio e Occidente" p.
  • . La ripartizione in temata persistette sino al 975, quando venne introdotto dal governo di Bisanzio, per far fronte alle sempre più frequenti invasioni saracene in Terra D’Otranto, il catepanato.
  • . Bisanzio non seppe incoraggiare lo sviluppo delle città e delle campagne ma esercitò su di esse il peso esoso delle sue tasse.
  • . Ovunque la popolazione, non adeguatamente difesa da Bisanzio, andò rarefacendosi, la produzione divenne sempre più scarsa.


    www.proloco-zollino.it - Associazione Turistica della Grecìa Salentina nel Salento
  • . Da allora, cominciò il declino di Bisanzio.


    Calabria in italiano
  • . L'occupazione longobarda separò le province settentrionali, annesse al Ducato di Benevento, da quelle meridionali ma, nel 885, tornata sotto il governo di Bisanzio, la regione riottenne la sua unità.


    La Calabria nel periodo Normanno Svevo
  • . Era quella di rito bizantino la religione più diffusa in Calabria, ben radicata sia per i rapporti con Bisanzio sia per l’avvento di numerosi monaci basiliani, profughi dall’Oriente a causa delle persecuzioni iconoclaste.

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  • . * * * Nel 330 Costantino trasferì la capitale a Bisanzio, sulle rive del Bosforo, imitando, in questo, Diocleziano, che l'aveva trasferita a Nicomedia (non molto lontana da Bisanzio).


    Calabria - MSN Encarta
  • . L'occupazione separò le province settentrionali, annesse al, da quelle meridionali, ma nell'885, tornata sotto il governo di Bisanzio, la regione riottenne la sua unità, e si aprì all'influenza della cultura greco-bizantina e del monachesimo di san Basilio.


    calabrese
  • UN’INEDITA FUGA A BISANZIO L’anonimo calabrese del Cod.
  • . Per il resto, nullius variationis involutum vindicet sibi locum : In particolare il sinodo intendeva costringere i Greci ad aggiungere il filioque nel testo della professione di fede e ad inserirlo in tutti i loro libri liturgici, applicando così in queste regioni quello che si era preteso invano dagli ortodossi di Bisanzio durante l'unione di Lione (1274-1282).
  • . Non è da escludere, comunque, che Barlaam abbia conosciuto la vicenda del nostro sconosciuto e che da essa abbia tratto incoraggiamento a tentare a sua volta la via verso Bisanzio.