L'Albero di Ciliegì

(scritto da Monferrina)

 

In cima ad una collina sorgeva un paese chiamato Ciliegì.

Si chiamava  così perché tutti gli abitanti coltivavano piante di ciliegie, ed era uno spettacolo stupendo quando erano tutte coi fiori sbocciati.

Ai piedi della collina c’era un gruppo di casette che spiccavano in mezzo agli alberi con i loro tetti rossi, un ruscello attraversato da un piccolo ponte passava poco distante e un grande e vecchio gelso faceva ombra e fresco a chi si fermava a riposare d’estate.     

Tanto tempo fa le case erano abitate da tanti bambini, che nei caldi pomeriggi d’estate si fermavano all’ombra del vecchio gelso e nelle serate, insieme ai loro genitori, si trovavano sul ponticello a prendere il fresco.

I genitori dopo una giornata passata a lavorare nei campi, chiacchieravano, raccontavano come si era svolto il lavoro e i bambini giocavano, correvano nel prato vicino e si arrampicavano sul vecchio albero, si nascondevano fra i rami e risuonavano le loro risate e grida felici.  

Il vecchio albero era contento, tanti uccellini avevano fatto il nido fra i suoi rami, lui li accoglieva, li proteggeva come  in  un abbraccio e si lasciava arrampicare dai bambini fino quasi in cima. Non era molto alto a dire la verità, ma il suo tronco era grande, non bastavano quattro braccia per abbracciarlo... e c’era anche un piccolo nascondiglio e i suoi rami erano tanti, forti. Ad uno dei più grandi avevano appeso anche una bella altalena, e i bambini facevano gara a chi arrivava più in alto a dondolarsi... insomma facevano di tutto al povero albero, ma lui era contento, quando era con loro si sentiva allegro e non chiedeva niente di più.

In particolar modo era affezionato ad un bimbo biondo, timido, che guardava volare gli uccellini fra i suoi rami con gli occhi sgranati e cercava di arrampicarsi senza riuscirci, e se ne stava da solo e in disparte accontentandosi di dondolarsi piano piano sull’altalena. Tutti i giorni lo aspettava ansiosamente e cercava di incoraggiarlo ad arrampicarsi abbassando i suoi rami, ma lui timido non si osava... Era insomma un albero felice. 

Ma col passar del tempo i bambini crebbero e  andarono in città, insieme ai loro genitori e si dimenticarono di Ciliegì, delle piante di ciliegie che smisero di fiorire e del loro albero...

Il povero albero attese pazientemente che tornassero... Venne l’inverno, la neve coprì i suoi rami, poi l’estate... ma lui era sempre solo. Senza di loro si sentiva inutile...

Passarono le stagioni, piano piano le case si svuotavano. Non c’era quasi più nessuno a coltivare le ciliegie e nessuno andava più a sedersi nelle sere d’estate sul ponticello.

Era triste... pensava al suo bambino biondo, alle giornate allegre e piene di risate e piangeva e non voleva più risvegliarsi dopo l’inverno e rivestire i suoi rami di foglie... così si lasciò intristire e non si riprese. 

Un giorno però arrivò un giovane uomo con un bimbo biondo in braccio, si fermò vicino all’albero e quando lo vide spoglio e stanco alcune lacrime scesero sul suo viso. I rami erano  secchi, il tronco sembrava incurvato, la vecchia corda con l’altalena a pezzi pendeva desolata da un ramo, dondolando e i  nidi degli uccellini vuoti... Anche  le piante di ciliegie erano senza fiori...

"Ti prego", disse l’uomo all’albero,"riprenditi, sono qui... sono tornato, mi prenderò cura di te  e delle altre piante. Resterò sempre con voi. Ti ricordi di me? Se tu te ne vai come potrà il mio bambino giocare con te come facevo io?"

E intanto abbracciava l’albero e si appoggiava a lui come a infondergli forza e vita.

L’albero a sentire quella voce ebbe un sussulto...

"Il mio bambino", pensò, "è tornato per restare con me"... e sentì di colpo la linfa che scorreva di nuovo nei suoi rami. Vide il suo piccolo  amico, ricordò i giochi fatti insieme, una gioia immensa lo pervase.

Da allora ricominciò a rivivere e in poco tempo i suoi rami si rivestirono di foglie e nei nidi tornarono gli uccellini, la collina si riempì nuovamente di fiori come una volta e altri bimbi allietarono le sue  giornate e le piccole case ai piedi della collina di Ciliegì tornarono a riempirsi di risate e allegria.

  

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