Emily Dickinson

serena2001

La libertà

 

- 77 -

 

Quando sento la parola "fuga"

il mio sangue scorre piu' veloce, 

sorge in me improvvisa la speranza

e son pronta a volare.

 

Quando sento dire di prigioni

distrutte da soldati,

come un bambino scuoto le mie sbarre

invano, ancora invano.

 

Quanto è a volte forte in noi il desiderio della fuga... e l'invidia di sapere di chi ci è riuscito?

- 155 -

 

Mi incanta il mormorio di un'ape -

qualcuno mi chiede perchè -

piu' facile è morire che rispondere.

 

Il rosso sopra il colle annulla la mia volontà -

se qualcuno sogghigna stia attento

- perchè Dio è qui - questo è tutto.

 

La luce del mattino mi eleva di grado -

se qualcuno mi chiede come -

risponda l'artista che mi tratteggiò così.

 

E' difficile trovare le risposte al sentirsi in sintonia con il mondo mentre se ne coglie la sua bellezza e la sua immensità.

- 254 -

 

La speranza è un essere piumato

che si posa sull'anima,

canta melodie senza parole e non finisce mai.

 

La brezza ne diffonde l'armonia,

e solo una tempesta violentissima 

potrebbe sconcertare l'uccellino 

che ha consolato tanti.

 

L'ho ascoltato nella terra piu' fredda

e sui piu' strani mari.

Eppure neanche nella necessità

ha chiesto mai una briciola - a me.

 

Ovvero... la speranza ci accompagna sempre.. mai ci lascia... dipende solo da noi saperne sfruttare la forza

- 277 -

 

E se dicessi che non aspetterò!

E se forzassi il cancello di carne

e passandolo corressi verso di te!

 

E se limassi questo corpo mortale,

vedessi dove duole - è sufficiente - 

e camminassi nella Libertà!

 

Non potranno piu' prendermi, mai piu'!

Chiamino pure le prigioni e implorino i fucili, insensati ormai per me,

come il riso di appena un'ora fa,

o i pizzi, o il circo,

o chi è morto ieri.

 

Momento di sconforto per riuscire a vedere la conquista della propria libertà nella morte? 

- 372 -

 

Conosco vite della cui mancanza

non soffrirei affatto - 

di altre invece ogni attimo di assenza

mi sembrerebbe eterno.

 

Sono scarse di numero - queste ultime -

appena due in tutto - 

le prime molto di piu' di un orizzonte

di moscerini.

 

Cinismo? Egoismo? Nella propria libertà nello scegliere chi frequentare, chi apprezzare e a chi voler bene?.. No, non sono d'accordo... tutti hanno qualcosa da dare...

- 425 -

 

Buongiorno, mezzanotte.

Torno a casa.

Il giorno si è stancato di me:

come potevo io - di lui?

 

Era bella la luce del sole.

Stavo bene sotto i suoi raggi.

Ma il mattino non mi ha voluta piu',

e così, buonanotte, giorno!

 

Posso guardare, vero,

l'oriente che si tinge di rosso?

Le colline hanno dei modi allora

che dilatano il cuore.

 

Tu non sei così bella, mezzanotte.

Io ho scelto il giorno.

Ma, ti prego, prendi una bambina

che lui ha mandato via.

 

Mi piace l'immagine di dare il "buongiorno" alla notte, alla mezzanotte... le parole sono tristi, c'è un so che di "sentirsi" rifiutata.. ma io attraverso questo "buongiorno" e "prendi una bambina"... vedo solo una nuova libertà che si annuncia.. 

- 469 -

 

La fiamma rossa - è il mattino -

la viola - il mezzogiorno -

la giallo- il tramonto

e dopo è  il nulla.

 

Ma a sera infinite scintille

rivelano la vastità bruciata -

il territorio d'argento

non ancora distrutto.

 

Perchè sempre l'oblio avvicinato alla notte... anche se sempre collegato alla speranza?

- 692 -

 

Il sole tramontava, continuava

a tramontare,e io non percepivo

sul villaggio i colori della sera,

di casa in casa era mezzogiorno.

 

Il giorno si attenuava, continuava

ad attenuarsi, non c'era rugiada

sull'erba: si posava sulla fronte

e poi mi si spargeva sopra il viso.

 

Dormivano i miei piedi, continuavano

a dormire, ma le dita eran sveglie,

e tuttavia, perchè un così lieve

suono veniva dalla mia sembianza?

 

Conoscevo bene la luce, prima,

e non la posso piu' vedere adesso.

Questo è morire, e io sto morendo

ma  non ho paura di saperlo.

 

Sapere che fuori c'è la vita ma essere convinti che nell''autoreclusione ci sia la massima libertà... compresa la sublimazione della morte.

- 1763 -

 

La fama è un'ape.

   Ha un canto

e un pungiglione

   Ah, ma anche le ali.

 

La voglia di immensità e libertà c'è... e sempre farà sentire il suo bisogno di volare.