- Concentrazione e Meditazione -

Tratto da:

SWAMI SIVANANDA

11. Dialoghi sullo yoga

D. - Su cosa ci si può concentrare?

R. - Concentrati all'inizio su di una forma concreta; su quella del Signore
Krishna, con il suo flauto in mano, o su quella di Vishnù che ha la conca,
il disco, la mazza ed il lotus nelle sue quattro mani.

D. - Qualcuno mi ha detto di guardarmi sempre in uno specchio, nel punto
situato tra le due sopracciglia. Posso fare così?

R. - Sì, puoi farlo; è un modo di concentrarsi; attieniti però, ad un
unico modo: quello dell'immagine di Rama. Solo se ti concentri sulle
immagini di Dio . e mediti sulle Sue qualità ed attributi, puoi crescere
spiritualmente.

D. - Perché alcuni si concentrano sul shalagrama?

R. - Perché esso ha acquistato la capacità d'indurre alla concentrazione
facilmente.

D. - Io mi concentro sullo spazio tra le due sopracciglia (trikuta) e sulla
sillaba OM: suono ed immagine. Faccio bene?

R. - Hai ragione. Associa ad OM le idee di purezza di Sat-Chit-Ananda
(esistenza pura, conoscenza pura, felicità pura; è uno dei nomi di Brahman).
Senti di essere coscienza onnipenetrante. Questo modo di essere (bhava) è
necessario.

D. - Cosa dovrei fare per avere una profonda concentrazione della mente?

R. - Sviluppa intensamente la rinuncia (vairagya). Aumenta la durata degli
esercizi. Siediti isolato. Non ti mescolare con gli indesiderabili. Osserva
il silenzio (mauna) per tre ore di seguito. La sera mangia solo frutta e
latte. Così avrai una profonda concentrazione della mente, te l'assicuro.

D. - Un discepolo ha bisogno di parole d'incoraggiamento. Spesso tiene molto
a mantenere il contatto col suo guru. È per questo motivo che vi disturbo
spesso. Posso ora chiedere come si accresce il potere di concentrazione?

R. - Puoi scrivermi spesso; ogni perturbazione è in rapporto con la mente. P
er colui che vive nell'Atman c'è sempre pace, una pace che trascende la
mente. Le noie, i turbamenti o le afflizioni possono difficilmente
raggiungere una persona che vive in ispirito. La concentrazione si accresce
quando si riducono i bisogni ed i desideri con l'osservare il silenzio
(mauna) due ore al giorno; restando chiusi una o due ore al giorno in una
stanza tranquilla, praticando il pranayama, pregando, aumentando il numero
delle sedute di meditazione alla sera e di notte, con il discernimento
(vichara), ecc...

D. - Il japa (ripetizione di una formula sacra) può portare alla
concentrazione?

R. - Sì, fa il japa interiore (manasika-japa).

D. - Quando cerco di concentrarmi tra le sopracciglia (trikuta), sento un
leggero mal di testa. C'è un rimedio per questo?

R. - Non lottare con la mente. Nel concentrarti non fare uno sforzo
violento; rilassa tutti i tuoi muscoli così come il cervello. Concentrati
dolcemente ed in modo naturale. Così allontanerai ogni sforzo inutile, e di
conseguenza, ogni mal di testa.

D. - La mia mente è sempre incostante e la carne è debole. I miei
tentativi di concentrazione riescono solo ogni tanto, e spesso mi deludono.
Non mi è facile purificare la mente. Che cosa mi consigliate di fare?

R. - Il tuo vairagya non è intenso. Devi svilupparlo. Pratica una sadhana
intensa. Aumenta la durata della meditazione fino a quattro ore. Riduci la
tua attività (vyavahara). Rinchiuditi tre mesi in un luogo di
pellegrinaggio, a Rikhikesh o a Uttarakashi, e osserva il silenzio (mauna)
per tre mesi interi. Avrai così delle concentrazioni e delle meditazioni
ammirevoli.

D. - Perché lo yogin che pratica il shakti-sanchara sul suo discepolo gli
chiede di abbandonare ogni altra forma di sadhana?

R. - Per sviluppare un'intensa fede sono necessarie la fermezza sulla via,
la fissità della mente e un'unica forma di yoga.

D. - Io faccio il japa due ore al giorno e il pranayama per un quarto
d'ora. Raggiungerò la fissità della mente (ekagrata) o l'identificazione
(tanmayata) entro due o tre anni?

R. Sì, puoi raggiungerla, se sei puro e sincero nel tuo sadhana.



2. La pratica della concentrazione

1. L'attenzione

2. Dovete avere interesse per la concentrazione. Allora soltanto tutta la
vostra attenzione si rivolgerà sull'oggetto di essa. Non ci può essere vera
concentrazione se il praticante non fa mostra di un notevole grado
l'interesse e d'attenzione. Dovete dunque sapere cosa significano queste due
parole.

L'attenzione è una ferma applicazione della mente. È la concentrazione della
coscienza sull'oggetto scelto. Mediante l'attenzione potete sviluppare le
vostre facoltà e le vostre attitudini mentali. Dove c'è attenzione, c'è
anche concentrazione. L'attenzione dovrebbe essere coltivata
progressivamente; non c'è un procedimento speciale, è semplicemente la
completa progressione mentale sotto uno dei suoi angoli.

La percezione implica sempre l'attenzione; percepire vuol dire essere
attenti. Con l'attenzione otterrete una chiara e distinta visione degli
oggetti. Tutta l'energia è centrata sull'oggetto che attira l'attenzione. Ci
si guadagna un'informazione perfetta e completa. Durante l'applicazione
dell'attenzione, tutti i raggi dispersi della mente si riuniscono.

Nell'attenzione c'è sforzo e lotta; grazie ad essa, le cose producono
un'impressione più profonda nella mente. Se la vostra attenzione è ferma,
potete fissarvi esclusivamente sull'oggetto esaminato. Un uomo attento ha
buona memoria; è vigile e circospetto. È vivace e sveglio.

L'attenzione ha un grande ruolo nella concentrazione. Essa è la base della
volontà. Essa analizza la mente e vi illumina su di una gran quantità di
fenomeni sorprendenti, quando è convenientemente guidata verso il mondo
interiore col fine dell'introspezione.

L'attenzione (avadhana) centra la vostra coscienza; essa ha un ruolo
preminente nella concentrazione; è un sintomo di volontà allenata; la si
trova negli uomini che hanno una forte mentalità. È una facoltà rara. La
castità (brahmacharya) sviluppa sorprendentemente questo potere. Lo yogi che
possiede questa facoltà può persino fissare la sua mente e per un lungo
tempo, su di un oggetto piacevole. L'attenzione può essere coltivata e
sviluppata mediante una pratica continua. Tutti i grandi uomini del mondo,
tutti quelli che hanno realizzato delle grandi imprese, si sono elevati
grazie unicamente a questa facoltà.

Proiettate tutta la vostra attenzione sulla cosa che state facendo in questo
momento, qualunque essa sia.

Se analizzate con cura le funzioni, o operazioni della mente, nessun impulso
può essere isolato e chiamato attenzione. È impossibile fare dell'attenzione
una funzione distinta. Osservate qualche cosa, di conseguenza siete attento.

L'attenzione appartiene ad ogni stato di coscienza ed è presente in ogni
ambito della coscienza. Un candidato attento, sul sentiero spirituale, può
praticare l'audizione (shravana) dei Shrutis (libri sacri), in maniera
efficace. L'ufficiale dice: "Attenti!" e il soldato è pronto ad eseguire gli
ordini. Solo un soldato attento può far centro nel tiro al bersaglio.

Nessuno può, senza attenzione, giungere al successo nelle sue ricerche
spirituali, o temporali.

Vi sono degli yogin che possono fare otto, o dieci, od anche cento cose
nello stesso momento; ciò non ha niente di strano; tutto il segreto sta nel
fatto che essi hanno sviluppato la loro attenzione ad un livello notevole.
Tutti i grandi uomini del mondo possiedono, in gradi diversi, questa
facoltà.

L'attenzione è di due tipi: esterna ed interna. Quando è attirata verso gli
oggetti esterni è chiamata esterna. Quando è diretta verso l'interno, sulla
mente o sulle cose astratte, è conosciuta come attenzione interna.

Vi sono anche due forme d'attenzione: attenzione volontaria e attenzione
involontaria. Quando l'attenzione è orientata verso qualche oggetto esterno
con uno sforzo della volontà, è detta volontaria. Se avete la manifesta
volontà di occuparvi di questo o di quello si tratta di attenzione
volontaria: L'uomo capisce per quale ragione percepisce; vi è inclusa in un
modo definito, l'intenzione deliberata, stimolante un fine o un proposito.
L'attenzione volontaria comporta uno sforzo della volontà, la determinazione
e una certa pratica mentale; ciò si coltiva con l'allenamento della
perseveranza. I benefici ricavati da questo allenamento sono incalcolabili.

L'attenzione involontaria è molto comune; non richiede nessun esercizio; non
c'è sforzo della volontà. L'attenzione è sollecitata dalla natura bella e
attraente dell'oggetto. Gli individui percepiscono senza sapere perché e
senza alcun insegnamento. I bambini possiedono questo potere di attenzione
involontaria ad un livello maggiore delle persone adulte.

Se non si osserva, non si è attenti. Se si osserva qualche cosa si dice che
si è attenti.

L'intenzione, il progetto, la speranza, l'attesa, il desiderio, la fede, la
conoscenza, lo scopo, il bisogno servono a determinare l'attenzione. Dovrete
osservare con cura il grado, la durata, la portata, le forme, le
fluttuazioni e i conflitti dell'attenzione.

Se l'oggetto è gradevole, c'è grande attenzione. Dovete creare l'interesse;
allora vi sarà attenzione. Se essa tende a diminuire, dirigete la vostra
attenzione su di un altro oggetto piacevole. Con un paziente allenamento
potrete attirare la mente anche su delle cose sgradite, creando un
interesse. Così accrescerete la vostra forza.

Se vi sorvegliate di continuo noterete che osservate diversi oggetti in
momenti diversi. Questa percezione, ora di un oggetto ora di un altro, è
conosciuta come fluttuazione dell'attenzione. L'attenzione è mutevole. Gli
stessi oggetti cambiano, ma nell'osservatore, non c'è alcuna fluttuazione.

La mente non è stata allenata a sostenere una prolungata attenzione. La
monotonia gli pesa e sente il bisogno di rivolgersi a qualche altro oggetto
gradevole. Potete benissimo dirvi: "Mi limiterò ad un cosa soltanto ", ma vi
accorgete ben presto che, malgrado un serio tentativo, state improvvisamente
percependo tutt'altra cosa.

Quando un professore insegna e il soggetto è astratto o metafisico, si
vedono molti ascoltatori abbandonare discretamente la sala, non potendo
fissarsi su di un argomento che non è interessante. Ma se questo stesso
professore si mette a cantare o a raccontare qualche storia appassionante,
allora gli ascoltatori lo seguono con attenzione rapita. C'è un profondo
silenzio. I conferenzieri dovrebbero conoscere l'arte di attirare la mente
dei loro uditori.

Devono cambiare tono, parlare con forza e convinzione. Devono sorvegliare il
loro auditorio e notare se è attento, o no. Devono cambiare momentaneamente
soggetto, raccontare aneddoti piacevoli, presentare delle illustrazioni
appropriate. Devono guardare i loro uditori negli occhi. Quante cose sono
necessarie per diventare un buon conferenziere e conquistare l'attenzione
dell'uditorio!

Napoleone, Gladstone, Arjuna e Jnanadeva avevano tutti un meraviglioso
potere d'attenzione.

Potevano fissare la loro mente su qualsiasi oggetto. Gli scienziati e gli
occultisti sono rimarcabilmente attenti. Arrivano ad esserlo con una pratica
paziente, regolare e sistematica.

Un giudice, un chirurgo, non possono giungere al successo nelle loro
professioni rispettive se non sono dotati di un grande potere d'attenzione.

Quando eseguite un lavoro, immergetevi in esso; dimenticate voi stessi,
perdete il vostro io. Concentratevi sul lavoro; eliminate ogni altro
pensiero. Quando fate una cosa, non pensate a niente altro. Quando leggete
un libro non pensate a niente altro. Fissate fermamente la vostra mente come
il fabbricante di frecce, che non aveva più coscienza di ciò che lo
circondava.

Degli scienziati eminenti sono talmente occupati ed attenti nelle loro
esperienze e ricerche di laboratorio da dimenticare di mangiare per giorni
interi. Si racconta che uno scienziato era una volta molto assorto nel suo
esperimento. Sua moglie, che si trovava in un altro luogo, fu vittima di una
grande disgrazia. Ella si precipitò, piangente, al laboratorio. Cosa strana,
il sapiente non ne fu neanche scosso. Era così preso dal suo lavoro che
aveva dimenticato ch'ella fosse sua moglie; le rispose: - Signora,
piangete ancora un poco, in modo che io possa fare l'analisi delle vostre
lacrime.

Una volta, un uomo onorevole invitò a cena Isacco Newton; costui si recò dal
suo ospite e si sedette nel salone. Ma l'ospite, che aveva dimenticato il
suo invitato, cenò da solo e si rimise al lavoro. Newton per tutto questo
tempo era immerso in qualche problema scientifico importante, e non si era
mosso. Egli dimenticò la sua cena e restò a lungo seduto immobile come una
statua. L'indomani mattina, l'ospite si accorse di Newton seduto nel suo
salone e si ricordò dell'invito. Confuso della sua dimenticanza, si profuse
in scuse. Quale meravigliosa potenza d'attenzione, in lui! Tutti i geni
posseggono questo potere fino ad un grado infinito. Con una pratica costante
ed uno sforzo d'attenzione sempre rinnovato, un argomento, che era
all'inizio arido e senza interesse, può diventare molto interessante quando
ne siete padrone e ne avete appreso lo scopo ed il significato. La capacità
di concentrare la vostra attenzione può diventare sempre più grande.

Quando una grande disgrazia vi ha colpito, o quando riesaminate i vostri
gesti e le vostre parole per scoprire i motivi del vostro insuccesso, potete
esserne talmente assorti che nessuno sforzo può impedirvi di pensarci. Se
c'è un articolo da scrivere, un libro in preparazione, si fa il lavoro,
anche se si perde il sonno, e diventate incapace di distaccarvene;
l'attenzione, all'inizio volontaria, si è impadronita di tutto l'ambito
della coscienza.

Se avete una grande potenza d'attenzione, qualunque sia la cosa percepita
dallo spirito, essa vi si stamperà con forza. Soltanto un uomo attento può
sviluppare la sua volontà. Un insieme d'attenzione di applicazione e di
volontà possono compiere meraviglie, non c'è dubbio. Un uomo d'intelligenza
ordinaria e con una attenzione molto sviluppata produrrà un lavoro molto
maggiore d'un altro più sviluppato intellettualmente ma con una debole
attenzione

In ogni campo. l'insuccesso è dovuto principalmente alla mancanza
d'attenzione. Se vi dedicate ad un solo oggetto per volta, ne percepirete
profondamente i diversi aspetti.

L'uomo comune non allenato, si dedica a parecchie cose contemporaneamente.
Permette a molte cose di attraversare le porte del suo laboratorio mentale.
Questa è la ragione per la quale costui è nebuloso e vago, non ha chiarezza
nel suo pensiero. Non può fare analisi o sintesi; è disorientato; non può
esprimere chiaramente le proprie idee, mentre l'uomo disciplinato si
trattiene su di un argomento tanto quanto gli sembra opportuno. Ne ricava
delle informazioni complete e dettagliate; solo in seguito si dedica ad
altro.

L'attenzione è una facoltà importante per lo yogin.

Non potete occuparvi di due cose contemporaneamente. La mente può farne una
sola. Pensate che abbracci in un solo colpo parecchi argomenti, perché si
sposta con una fantastica velocità, sia che avanzi, sia che arretri. Non
potete vedere o ascoltare che una cosa per volta. Ma questa legge non è
applicabile ad un yogin compiuto; egli può eseguire diverse cose nello
stesso tempo perché la sua volontà non è distinta dalla Volontà cosmica, che
è onnipotente.



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