"Note Meditative"

Fonti Varie




Proponiamo adesso alcune note fondamentali che se meditate, assimilate e
vissute possono determinare quello che comunemente si dice "rottura di
livello dell'io''.

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"Nell'Immutabile Signore non-duale e supremo hanno fine tutte le sofferenze.
Questo Turiya risplendente è considerato la sorgente onnipervadente di tutte
le entità" (Mandukya up.: I, 10. Ed. Asram Vidya, Roma).

"L'immortale non può divenire mortale, né il mortale divenire immortale
perché non può aversi cambiamento di natura" (Ibid.: III, 21).

"Come nello stato di sogno la mente, tramite il movimento mayahico, presenta
l'apparenza della dualità, così nello stato di veglia la mente, tramite lo
stesso movimento mayahico, sembra produrre la dualità" (Ibid.: III, 29).

"Nessun jiva è mai nato, perché non esiste alcuna causa che possa produrne
la nascita. Questa è la suprema verità: nessuna cosa è mai nata" (Ibid.:
III, 48).

"Tutti i jiva sono intrinsecamente liberi dalla vecchiaia e dalla morte, ma,
immaginando (queste qualificazioni) e identificati con simili idee, essi
rinascono per la forza del loro pensiero, allontanandosi dalla loro natura"
(Ibid.: IV, 10).

"L'irreale non può avere l'irreale come causa, né il reale può nascere dal
reale, né ancora il reale può nascere dall'irreale, né, infine, il non-reale
può nascere dal reale" (Ibid.: IV, 40).

"La causa e l'effetto emergono quando vi è rappresentazione mentale della
causalità. Quando la rappresentazione cessa, cessa altresì la causalità"
(Ibid.: IV, 55).

"E' in ragione del suo attaccamento agli oggetti non reali che il mentale
(jiva) insegue tali oggetti, ma torna alla sua intrinseca natura quando
cessa di attaccarsi ad essi (riconoscendo la loro non realtà assoluta)"
(Ibid.: IV, 79).

"Quando la coscienza si è distaccata (dagli oggetti) e non entra più in
attività, consegue lo stato di quiete..." (Ibid.: IV, 80).

"A causa del desiderio per qualunque oggetto, il Signore (atman) si presenta
facilmente nascosto, per cui viene scoperto con difficoltà " (Ibid.: IV,
82).

"Le anime sono, fin dall'inizio, tranquille, non nate e, per loro natura,
completamente distaccate, non differenti, come la stessa realtà è senza
nascita, uniforme e pura" (Ibid.: IV, 93).

"Possederanno l'insuperabile conoscenza solo coloro che sono fermi nella
loro convinzione riguardo a ciò che è senza nascita e costante... " (Ibid.:
IV, 95).

"Solo colui che usa il discernimento, il distacco, la calma con le qualità
concomitanti, e che aspira ardentemente alla liberazione può investigare sul
Brahman" (Samkara, Vivekacudamani: 17. Ed. Asram Vidya).

"L'identificazione con la non-conoscenza ti ha fatto cadere - tu che sei Sé
supremo - nella schiavitù del non-Sé. Essa è la causa che ti fa perpetuare
la strada delle nascite e delle morti. Ma il fuoco della conoscenza
illuminante, acceso dalla potenza del discernimento-discriminazione,
consumerà i semi dell'ignoranza" (Ibid.: 47).

"E' per la propria illuminazione, è per l'esperienza diretta, e non per la
mediazione di un erudito, che l'aspirante della realizzazione riconosce la
vera natura delle cose. La bellezza della luna può essere conosciuta
mediante i propri occhi e non dalla descrizione . che possono farne gli
altri" (Ibid.: 54).

"L'eloquenza sonora rappresentata da un fiume di parole, l'abilità di
esporre o commentare le Scritture, l'erudizione dizione stessa servono solo
alla propria soddisfazione, ma nei riguardi alla liberazione tutto ciò è
proprio inutile". "...Così per afferrare la risplendente verità del Sé,
nascosto dalla maya e dai suoi effetti, dobbiamo conformarci alle istruzioni
di un conoscitore del Brahman e seguire poi la riflessione personale, la
meditazione, ecc. Il Sé non può emergere e manifestarsi con semplici
ragionamenti sofistici" (Ibid.: 58, 65).

"Il vento ammassa le nuvole e lo stesso vento le disperde, così la mente
immagina la schiavitù, ma immagina anche la liberazione". "Essa produce il
desiderio per il corpo e il gusto per gli oggetti dei sensi legando così
l'individuo, come un animale viene legato con una fune. Poi la stessa mente
suscita verso gli oggetti sensoriali un'avversione come fossero veleni,
liberandolo dalla schiavitù" (Ibid.: 172, 173).

"La trasmigrazione del purusa avviene per la funesta causa della
sovrapposizione. La schiavitù che ne consegue è opera della mente che
sovrappone; è ancora per essa che si origina la sofferenza della nascita e
della morte, perché un individuo permeato di rajas e tamas non ha
discernimento".

"La mente di colui che cerca la liberazione dov'essere diligentemente
purificata. Quando ciò sia avvenuto, la liberazione diventa accessibile come
un frutto a portata di mano" (Ibid.: 179, 181).

"Frena, dunque, la parola del manas, il manas nella buddhi, la buddhi nel
Testimone e questo nell'infinito e assoluto atman. Solo allora otterrai la
suprema pace" (Ibid.: 369).

"E' con l'estinzione dell'ahamkara, è con la cessazione delle modificazioni
mentali, è col discernimento del Reale che si può sperimentare: 'Io sono
Quello'" (Ibid.: 304).

"Questo atman è il testimone di se stesso, il quale si conosce da se stesso.
Quindi l'anima individuale è il Supremo [Brahman] e nient'altro". "Ciò che è
di là dallo stato sociale, dal credo religioso, dalla famiglia; che è di là
dal nome e dalla forma, dalle qualità, dal pregio e dal difetto; che è di là
dal luogo, dal tempo e dagli oggetti dei sensi, è Brahman, e tu sei Quello,
contempla ciò dentro di te" (Ibid.: 216, 254).

"Ogni desiderio è qualcosa di non compiuto e nasce da un'insoddisfazione, da
un'instabilità sensoriale e da una subcoscienza non pacificata. Il desiderio
appaga e attutisce in modo fugace una mente che non sa comprendere; il
desiderio è una semplice evasione dalla propria incompiutezza. La captazione
del Fuoco radiante fa cessare ogni desiderio imprigionante, ogni
manchevolezza, ogni senso di non essere" (Raphael, La Via del Fuoco: I, 35).

"Forse la tua speranza è quella di arricchire sempre di più l'individualità,
con potenza, denaro o altro. Oso dirti che la "Via del Fuoco" non è fatta
per creare uomini, ma Dei. Sappi che l'Immortalità la potrai avere dalle
ceneri della tua individualità, mentre l'Eterna assolutezza dalla morte di
qualunque stato, sia umano che divino. Quando il Fuoco avrà divorato il
fuoco, ti svelerai Fuoco eternale" (Ibid.: I, 71).

"Centro focale, separazione o distacco e ascesa sono le tre tappe che dovrai
percorrere se segui la "Via del Fuoco". Sappi che la "separazione" è
soprattutto effetto di purificazione, disidentificazione e mortificazione.
Questo processo esso ti renderà più leggero e pronto per il decollo. Il
Fuoco radiante e creatore lo puoi conquistare con l'abbattimento del
fantasma istintuale, passionale e razionale. Sul cadavere dell'io puoi
erigere la gloria immortale del Sé" (Ibid.: I, 78).

"Quando tutti i desideri stabiliti nel suo cuore sono stati risolti, allora
il mortale diviene immortale e anche qui in terra svela il Brahman" (Katha
up.: II, vi, 14).

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