- Mantra e Guarigione-

Tratto da:

SWAMI SIVANANDA



Ci sono molte teorie relative alla guarigione, ma con l'osservazione e la
crescente comprensione individuale ogni soggetto acquisira' intuizioni
uniche. Con la nostra mente limitata, che funziona soltanto su un piano
tridimensionale, non possiamo effettivamente abbracciare tutta la legge del
Divino o la legge stessa della natura, e neppure comprendere le cause
complesse delle malattie.

Cantando, o recitando i Mantra, concentrandosi con la mente, rinforzando
tale concentrazione con l'azione e governando la volonta', la guarigione
avra' tuttavia luogo in maniera naturale dentro di noi. I Mantra possono
esercitare un effetto risanante, liberando le emozioni e determinando uno
stato di calma e di profondo rilassamento, tanto in chi li canta, quanto in
chiunque ascolti. Con la mente rilassata, la fonte della malattia e le
radici nascoste del conflitto possono emergere alla superficie, dove e'
possibile affrontarli.

E' necessario pero' sapere per quale motivo si vuole essere in salute,
chiedersi come si intende impiegare il resto della propria vita nel caso che
la salute venga ripristinata. In una parola, si deve essere concentrati sul
proprio desiderio. Essere malati comporta talora dei vantaggi a cui il
nostro ego non vuole rinunciare, anche se non lo ammettiamo a livello
cosciente; rafforzando la nostra volonta' e quella parte di noi che vuole
stare bene, la polarita' del desiderio mentale puo' essere sopraffatta,
permettendo alla guarigione di verificarsi.

Esiste un Mantra, Aham Brahmasmi, il cui significato e' "Io sono Brahman"
oppure "Io sono Dio". Quest'affermazione puo' sembrare strana, ma in realta'
una persona diventa davvero cio' che pensa di essere: se si pensa di essere
un fallimento si diventa un fallimento e, al contrario, se si canta di
continuo l'Aham Brahmasmi ci si rende infine conto della propria natura
divina e non resta piu' spazio per il malessere a nessun livello, ne'
fisico, ne' psichico, ne' mentale. Se volete cantare questo Mantra, e'
importante che facciate prima chiarezza nella vostra mente riguardo al
significato che Dio ha per voi; inoltre, dovete effettuare una seria
purificazione dell'Io e riflettere tale purificazione in altre aree della
vostra vita. Dovete sviluppare la capacita' di arrendervi al Mantra e
all'energia che deriva da esso, quindi avere l'umilta' di chiedere perdono e
di scusarvi con gli altri, nel caso abbiate sbagliato.

A parte il bisogno di attenzione dell'Io, che tende a perpetuare il
malessere, e la mancanza di umilta', che indica un atteggiamento sbagliato,
ci sono molti altri fattori che potrebbero interferire con le pratiche
spirituali che mettete in atto per guarire. E' possibile che dobbiate trarre
dalla malattia una lezione spirituale e che quindi il risanamento non sia la
cosa migliore per voi; oppure, e' possibile che stiate seguendo
un'alimentazione scorretta, che siate esposti a un ambiente tossico o che
stiate violando certe leggi della natura a cui e' soggetto il vostro corpo.
E' anche possibile che siate preda della malsana convinzione di essere un
peccatore troppo malvagio che non meriti di essere guarito, oppure che
facciate del male agli altri senza neppure esserne consapevoli e che di
conseguenza vi puniate, sempre a livello inconscio, per la loro sofferenza.

La complessita' della mente umana e la sua capacita' di sofferenza sono
cosi' terribili che dobbiamo guardarci dal semplificare eccessivamente: il
dolore e' un grande maestro, ma dobbiamo capire il suo messaggio e
affrontarlo prima che la strada per il ripristino della salute sia sgombra.

Tutto questo deve essere tenuto presente anche riguardo alla guarigione
degli altri. Puo' essere necessario che la persona sperimenti dolore o viva
una malattia al fine di avere il tempo di riflettere, di sviluppare
l'umilta' e la devozione e di sopraffare il proprio egoismo. Forse il
risanamento fisico puo' avere luogo soltanto dopo che e' stata guarita la
mente; non potete infatti conoscere lo scopo di un malessere, o la sua
possibile causa, o cio' che e' meglio per la persona in questione. Potete
pero' offrire una preghiera, o cantare un Mantra, lasciando operare il
potere stesso del Mantra. Cantarlo puo' essere un'espressione della vostra
sincera preoccupazione, anche se non dovete decidere in che modo porgere
aiuto.

Quando cantate, o recitate un Mantra per qualcuno, visualizzate quella
persona come sana e in stato di benessere; non l'immaginate malata, in
quanto un'immagine del genere ha un potere notevole. Invocate invece
l'immagine di Tara, o di Krishna, o di Siva, o di Gesu' e, pieni di
aspettativa, contemplate la persona in questione immersa nel bagliore della
Luce. Lasciate quindi che la forza terapeutica fluisca attraverso voi - e
mai da voi - e pensate all'energia del Mantra come a Luce risanante.

Avviluppate l'individuo in una spirale di questa Luce, in modo che diventi a
stento visibile e lasciate che l'immagine della spirale risalga alla fonte
di ogni Luce. A questo punto focalizzate la vostra attenzione sul canto.

Se avete parlato negativamente di qualcuno, potete eliminare la negativita'
che avete prodotto cantando rapidamente un Mantra e circondando la persona
con la Luce e con il potere che ne derivano. Chiedete che la vostra
debolezza non influenzi la persona e chiedete di essere perdonati; a mano a
mano che diventerete piu' consapevoli, potrete ritrattare quello che avete
detto, rivolgendovi a quanti lo hanno sentito con queste parole: "Per
favore, dimenticate quello che ho detto. E' soltanto un punto di vista
soggettivo."

Potete usare il Mantra anche per aiutare persone che non conoscete. Per
esempio, quando sentite la sirena dei pompieri o di un'ambulanza dite: "Om
Namah Sivaya". Qualcuno e' in stato di bisogno. Fa' che riceva aiuto." Se su
un giornale, o alla televisione, vedete immagini di persone uccise, o ferite
in zone di guerra, avvolgetele nella luce del Mantra. Quando cantate per gli
altri, siate certi di agire per compassione e non per sola simpatia; siate
consapevoli del desiderio di influenzare il risultato degli eventi e della
vostra potente reazione emotiva. Dovete tenere a bada la vostra personale
forza di volonta' e arrendervi al potere del Mantra.

Cosa accade quando si canta un Mantra? Si attrae il potere spirituale e ci
si offre come canale, in modo che attraverso di noi questo potere possa
raggiungere la persona malata, o ferita, e fare cio' che e' necessario. Non
dobbiamo richiedere la guarigione e neppure dire a Dio come, quando o con
quanta rapidita' realizzarla. Non sappiamo infatti quale debito karmico
debba essere ripagato, o quali lezioni debbano essere apprese grazie alla
malattia. Risanare non e' un'azione che occorre realizzare subito, o mai
piu', anche se cosi' puo' valutare la percezione umana.

Per molteplici ragioni la maggior parte dei guaritori dello spirito scopre
che non tutti traggono benefici dal loro intervento. A volte una persona che
sembra essere incredula viene risanata mentre lo stesso non accade a un
credente; questo puo' dipendere dal fatto che i convincimenti inconsci di
questi soggetti sono esattamente l'opposto di cio' che essi affermano.

L'elemento importante e' infatti la ricettivita' dell'individuo malato.

Il guaritore si deve arrendere a Dio, alle forze curative del Cosmo,
accertandosi di non avere nessuna opinione personale e di non formulare
nessun giudizio. Soltanto appellandosi a tutta la compassione di cui si e'
capaci e' possibile essere in grado di invocare in maniera diretta o di
applicare il potere risanante del Mantra.

Come si fa a sviluppare la compassione? Osservate voi stessi, al fine di
arrivare alla comprensione del vostro Io. E' necessario eliminare, non
condannare, i comportamenti sbagliati: quando vedete e perdonate i vostri
difetti siete infine pronti a perdonare quelli degli altri e ad avere
maggiore comprensione per coloro che desiderate guarire. Nel processo di
risanamento incontriamo noi stessi. Quando ci ha invitato a perdonare "sette
volte sette", Gesu' intendeva dirci di perdonare sempre e di non ergerci a
giudici di noi stessi e degli altri.

Allorche' si tenta di risanare qualcuno, bisogna in primo luogo invocare
tutta la compassione possibile e mettere il malato a proprio agio,
aiutandolo ad accettare se stesso senza avere la sensazione di essere
appesantito dal peccato, in quanto la guarigione non avra' luogo fino a
quando l'interessato mantiene l'atteggiamento di "indegno peccatore". A
questo punto si canta il Mantra e si pervade tutto il proprio essere della
sua vibrazione, in modo da attirare le forze del Mantra e da incanalarle
verso la persona malata. Se si sente fluire questa vibrazione dalla punta
delle dita, o dal palmo delle mani ,si possono protendere le mani sopra
l'infermo; oppure si possono aprire mentalmente le porte del cuore e
lasciare che questa forza ne fluisca. Con la vibrazione si libera infatti
anche l'amore di chi sta risanando, la cui presenza e' la prova della
disponibilita' ad aiutare.

La sicurezza viene con il successo, ma non bisogna diventare eccessivamente
sicuri di se' e pensare che la guarigione sara' sempre garantita. Il Mantra
puo' vincere qualsiasi ostacolo se la persona lo recita, o lo riceve come
compenso di un debito karmico, con la fiducia nel perdono e la
disponibilita' ad alterare la rotta della propria vita, dedicandola al
servizio di Dio.

Quando la guarigione si verifica, pero', la malattia puo' ugualmente tornare
con forza ancora maggiore nella persona ,che una volta riabilitata non
cambia il proprio modo di vivere egoista o dannoso per gli altri. La
gratitudine verso il Divino deve essere dimostrata sotto forma di carita' e
di altruistico servizio nei confronti del prossimo.

Registrate i risultati dei vostri sforzi, al fine di aumentare la vostra
comprensione della legge della guarigione. Quando facciamo appello alle
forze spirituali attraiamo, attraverso la vibrazione di un certo suono, o di
un Mantra, un particolare aspetto della Luce Divina che S adatto per quella
specifica guarigione; ma forse non e' valido per tutti. Molto dipende dalla
persona malata, in quanto l'influenza di un raggio risanatore puo' essere
rifiutata da chi si aspetta di riceverlo; non e' detto che il rigetto
avvenga necessariamente a livello della mente cosciente, perche' si puo'
trattare di un rifiuto inconscio dovuto all'idea di essere indegno di tale
aiuto, oppure di essere un peccatore troppo malvagio per poter ricevere il
perdono.

A volte ci si aspetta che la guarigione avvenga troppo in fretta e si cede
prima che avvenga. Non ogni risanamento puo' o deve essere istantaneo.

Quando cantiamo il Mantra cambiamo in maniera definitiva la condizione
mentale della persona malata. Possiamo farla rilassare e sondare con
gentilezza nelle profondita' della sua anima, o della sua mente, per
scoprire il tipo di resistenza con cui possiamo avere a che fare; poi,
possiamo cercare di soccorrerla, magari facendole notare che ci si puo'
davvero fidare del Divino, in quanto abbiamo molte buone ragioni per nutrire
tale fiducia.

Possano tutti coloro che leggono queste pagine diventare canali di aiuto, di
guarigione e di bonta' per molti altri. Siate tutti benedetti.




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