- Kundalini Yoga seconda parte-

Tratto da:

SWAMI SIVANANDA

Se la Realtà ultima è l'Uno, che esiste nei due aspetti di quiescente
godimento del Sé, e di liberazione da ogni forma e godimento attivo degli
oggetti, cioè come Puro Spirito e Spirito nella materia, allora un'unione
completa con la Realtà richiede quest'unità in entrambi i suoi aspetti.

Dev'essere conosciuta sia qui (iha), che li' (amutra). Quando giustamente
compresa e praticata, c'è verità nella dottrina che insegna che l'uomo deve
fare il meglio di entrambi i mondi. Non c'è vera incompatibilità tra i due,
a condizione che l'azione è considerata in conformità con la legge
universale di manifestazione. È considerato un falso insegnamento che la
felicità nell'al di là si può avere solo con l'assenza di godimento qui,
adesso, o nel cercare deliberatamente sofferenze e mortificazioni. L'unico
Shiva, che è la Suprema Esperienza di Beatitudine, appare sotto forma di
uomo con una vita fatta da un misto di piacere e dolore.

Si può ottenere la felicità qui, e la beatitudine della Liberazione qui e
nell'al di là, se si realizza l'identità di questi Shiva in ogni atto umano.
Ciò sarà conseguito facendo di ogni funzione umana, senza eccezione, un
religioso atto di sacrificio e adorazione (yajna).

Nell'antico rituale vedico, il godimento per mezzo di cibo e bevanda era
preceduto e accompagnato dal sacrificio e dal rituale cerimoniale. Questo
godimento era frutto del sacrificio e dono degli dei. Nello stadio superiore
della vita di un sadhaka, è offerto all'Uno da cui vengono tutti i doni e di
cui i devata sono forme limitate inferiori. Ma anche quest'offerta comporta
un dualismo da cui è libera la più elevata sadhana monista (advaita).

Qui la vita individuale e la vita del mondo sono viste come una. E quando il
sadhaka mangia o beve o adempie qualunque altra delle funzioni naturali del
corpo, fa questo dicendo e sentendo ' Shivoham '. Non è solamente
l'individuo separato che agisce e gode in questo modo; è Shiva che fa così
in e attraverso lui. Un tale individuo riconosce, come è stato detto, che la
sua vita e il gioco di tutte le sue attività non sono una cosa a parte, da
possedere e perseguire egotisticamente per i loro e il suo amor proprio,
come se il godimento fosse qualcosa da rubacchiare alla vita con la sua sola
forza e con un senso di separazione; ma la sua vita e tutte le sue attività
sono concepite come parte dell'azione Divina nella Natura (Shakti), che si
manifesta e opera nella forma dell'uomo. Egli realizza nel battito pulsante
del suo cuore il ritmo che pulsa attraverso ed è il canto della Vita
Universale. Trascurare o negare i bisogni del corpo, pensare a esso come a
qualcosa di non divino, significa trascurare e negare la vita più grande di
cui è parte, e contraffare la grande dottrina dell'Unità di tutto e
dell'identità ultima di Spirito e Materia. Governati da un tale concetto,
anche i più bassi bisogni fisici assumono un significato cosmico. Il corpo è
Shakti; i suoi bisogni sono i bisogni della Shakti.

Quando l'uomo gode, è la Shakti che gode tramite lui. In tutto quanto egli
vede e fa, è la Madre che guarda e agisce, occhi e mani sono i Suoi. Il
corpo intero e tutte le sue funzioni sono Sue manifestazioni. Realizzare
pienamente Lei in questo modo è perfezionare quella particolare
manifestazione di Lei che è lui. Quando l'uomo cerca di essere maestro di se
stesso, cerca questo su tutti i piani - fisico, mentale e spirituale - né
questi possono essere divisi, poiché sono tutti correlati, essendo solo
aspetti differenti dell'unica Coscienza onnipervadente. Chi è più divino, si
può chiedere, chi trascura e rigetta il corpo o la mente affinché possa
ottenere qualche immaginaria superiorità spirituale, o chi giustamente ha
cura di entrambe come forme dell'Unico Spirito che essi rivestono? La
realizzazione è più velocemente e veramente ottenuta discernendo lo Spirito
in e come ogni essere e le sue attività, che scartando e mettendo da parte
questi come esseri non spirituali o illusori e impedimenti nel sentiero. Se
non concepiti rettamente, possono essere impedimenti e causa di cadute;
altrimenti diventano strumenti di realizzazione; e quali altri sono lì a
portata di mano? È così, quando le azioni sono fatte nel giusto sentimento e
stato d'animo (bhava), questi atti danno godimento; e ripetuto e prolungato
bhava produce a lungo andare quell'esperienza divina (tattva-jnana) che è la
Liberazione. Quando la Madre è vista in tutte le cose, è infine realizzata
come Colei che è al di là di tutte queste.

Questi principi generali hanno la loro più frequente applicazione nella vita
del mondo, prima di entrare propriamente nel sentiero dello yoga. Lo yoga
qui descritto è, comunque, anche una applicazione di questi stessi principi,
in quanto si afferma che con tale mezzo si ottengono sia bhukti che mukti
(godimento e liberazione).

Con i processi inferiori dell'hatha yoga si cerca di ottenere un perfetto
corpo fisico, che sarà pure uno strumento veramente adeguato attraverso cui
possa funzionare la mente. Di nuovo, una mente perfetta si avvicina e, in
samadhi, passa nella stessa pura Coscienza. L'hatha yogi cerca un corpo che
sarà forte come l'acciaio, salubre, libero dalla sofferenza e perciò di
lunga vita. Egli è maestro del corpo - maestro di entrambe, vita e morte. La
sua forma luminosa gode la vitalità della gioventù; vive finché ha volontà
di vivere e godere nel mondo delle forme. La sua morte è morte volontaria
(iccha-mrityu); quando fa il grande, meraviglioso ed espressivo gesto della
dissoluzione (samhara-mudra), egli se ne diparte grandiosamente. Ma, si può
dire, gli hatha yogi si ammalano e muoiono. In primo luogo, l'intensa
disciplina è difficile e rischiosa, e può essere perseguita solo sotto la
guida di un guru qualificato. La pratica solitaria e senza successo può
condurre non solo a malattia, ma alla morte. Chi cerca di conquistare il
Signore della morte corre il rischio, fallendo, di una più veloce conquista
da parte Sua. Naturalmente, non tutti quelli che tentano questo yoga hanno
successo o incontrano la stessa misura di successo. Quelli che falliscono
incorrono non solo nelle infermità degli uomini normali, ma anche in altre
portate dalle pratiche che sono state mal perseguite o per cui non sono
idonei. Inoltre, quelli che hanno successo, ne hanno in varia misura.

Uno può prolungare la sua vita fino alla sacra età di 84 anni, altri fino a
100, altri ancora più in là. In teoria almeno, quelli che sono perfetti
(siddha) partono da questo piano quando vogliono. Non tutti hanno la stessa
capacità o opportunità, per mancanza di volontà, forza corporea o
circostanze. Non tutti possono volere o essere in grado di seguire le
strette regole necessarie al successo. Né la vita moderna offre in generale
le opportunità per una cultura fisica così completa. Non tutti gli uomini
possono desiderare una tale vita o pensare che il guadagno vale la
difficoltà richiesta. Alcuni possono desiderare di essere liberati dal loro
corpo, e questo il più velocemente possibile. Si dice perciò che è più
facile guadagnare la Liberazione che l'Immortalità! La prima può aversi per
mezzo di altruismo, distacco dal mondo, disciplina morale e mentale. Ma
conquistare la morte è più difficile, perché questi atti e qualità da soli
non serviranno. Colui che riesce tiene la vita nel palmo di una mano e, se
fosse uno yogi coronato dal successo (siddha), la Liberazione nell'altra;
egli ha godimento e Liberazione. È l'Imperatore, il Maestro del mondo, e il
possessore della Beatitudine che è al di là di tutti i mondi. Perciò, gli
hatha yogi affermano che ogni altra sadhana è inferiore all'hatha yoga!

L'hatha yogi che opera per la Liberazione lo fa tramite laya yoga sadhana o
kundalini yoga, che dà sia godimento che Liberazione. In ogni centro in cui
desta Kundalini, egli fa esperienza di forme speciali di beatitudine e
guadagna poteri particolari. PortandoLa allo Shiva del suo centro cerebrale,
egli gode la Beatitudine suprema che nella sua natura è quella della
Liberazione, e che quando stabilita in permanenza è la stessa Liberazione
sciolta da corpo e mente.

L'Energia (Shakti) si polarizza in due forme, e cioè statica o potenziale
(Kundalini), e dinamica (le forze operanti del corpo come prana). Sotto ogni
attività c'è una base statica. Il centro statico nel corpo umano è il
centrale Potere del Serpente nel muladhara (supporto-base). È il potere che
è il supporto statico (adhara) del corpo intero e di tutte le sue dinamiche
forze praniche. Questo centro (kendra) di Potenza è una forma grossolana di
Chit o Coscienza; cioè, in se stesso (svarupa) è Coscienza; ed appare come
un Potere che, come forma più elevata di Forza, è una manifestazione di
essa. Come c'è distinzione (sebbene alla base identici) tra la suprema
Coscienza Quiescente e il suo Potere attivo (Shakti), così quando la
Coscienza si manifesta come Energia (Shakti) possiede gli aspetti gemelli di
Energia potenziale e cinetica. Non ci può essere partizione di fatto nella
Realtà. Per L'occhio perfetto del siddha il processo del divenire è una lode
al Signore (Abhyasa). Per l'occhio imperfetto del sadhaka, cioè l'aspirante
al siddhi (perfetto compimento), per l'aspirante che si affatica ancora nei
piani più bassi e che s'identifica variamente con essi divenire è tendere ad
apparire, e un'apparenza è reale. Il kundalini yoga è un rendimento della
Verità vedantica da questo pratico punto di vista, e rappresenta il processo
del mondo come una polarizzazione nella stessa Coscienza. Questa polarità
che esiste nel e come corpo è distrutta dallo yoga, che disturba
l'equilibrio della coscienza corporea, coscienza che è il risultato del
mantenimento di questi due poli. Il corpo umano, il polo potenziale di
Energia che è il supremo Potere, è incitato all'azione, per cui le forze
dinamiche (Shakti dinamica) sostenute da esso sono spinte a ciò, e l'intero
dinamismo così generato si muove verso l'alto per unirsi con la calma
Coscienza nel loto più alto.

C'è la polarizzazione della Shakti in due forme - statica e dinamica. Questa
polarizzazione tra la pura Chit e la Forza che è racchiusa in essa si
osserva con evidenza nella mente e nell'esperienza. Questa Forza o Shakti
sviluppa la mente attraverso un'infinità di forme e mutamenti nel puro e
illimitato Etere della Coscienza - Chidakasa. Quest'analisi mette in mostra
la Shakti primordiale nella stessa forma bipolare di prima, statica e
dinamica. Qui la polarità è assai fondamentale e rasenta l'assolutezza,
sebbene si deve naturalmente ricordare che non c'è quiete assoluta eccetto
nella pura Chit. L'Energia Cosmica è un equilibrio relativo e non assoluto.

Lasciando la mente, prendiamo la materia. L'atomo della scienza moderna ha
cessato di essere un atomo nel senso di una unità indivisibile di materia.
Secondo la teoria dell'elettrone, l'atomo è un universo in miniatura che
somiglia al nostro sistema solare. Al centro di questo sistema atomico
abbiamo una carica di elettricità positiva, attorno a cui gira una nuvola di
cariche negative chiamate elettroni. Le cariche positive si tengono a freno
reciprocamente, cosicché l'atomo è in una condizione di energia equilibrata
e generalmente non si disperde, sebbene può far ciò nella dissociazione, che
è la caratteristica di tutta la materia, e che si manifesta chiaramente
nella radioattività del radio.

Qui abbiamo di nuovo una carica positiva in riposo al centro, e cariche
negative in movimento attorno al centro. Quanto è stato detto riguardo
l'atomo si applica all'intero sistema cosmico e all'universo. Nel sistema
solare, i pianeti ruotano attorno al sole, e questo sistema è probabilmente
(considerato nell'insieme) una massa che si muove attorno a qualche altro
centro relativamente statico, finché arriviamo al Brahma-bindu che è il
punto di assoluto riposo, attorno al quale girano tutte le forme e per mezzo
del quale tutte sono mantenute. Similmente, nei tessuti del corpo vivente,
l'energia operante è polarizzata in due forme di energia - anabolica e
catabolica, una tendente a cambiare e l'altra a conservare i tessuti; la
condizione attuale dei tessuti è semplicemente la risultante di queste due
attività coesistenti.

In breve, quando si manifesta, la Shakti si divide in due aspetti - statico
e dinamico - il che implica che non potete averla in una forma dinamica
senza averla nello stesso tempo in una forma statica, molto simile ai poli
di un magnete In ogni data sfera di attività di forza dobbiamo avere,
secondo il principio cosmico di una base statica, la Shakti a riposo o '
avvolta a spirale '. Questa verità scientifica è illustrata nella figura di
Kali, la Madre Divina che si muove come Shakti cinetica sul petto di
Sadasiva, che è la base statica di pura Chit priva d'azione, mentre la Madre
Gunamayi è tutta attività.

La Shakti cosmica è la collettività (samashti), in relazione alla quale la
Kundalini nei corpi particolari è la Shakti individuale (vyashti). Come ho
già detto, il corpo è un microcosmo (kshudra-brahmanda). Nel corpo vivente
c'è perciò la stessa polarizzazione di cui ho già parlato. L'universo è
sorto da Mahakundalini. Nella sua forma suprema Lei è in riposo, avvolta
attorno e una (come Chidrupini) con lo Shiva-bindu. Lei è allora in riposo.
Quindi si snoda per manifestarsi.

I tre giri di cui parla il kundalini yoga sono i tre guna, e i tre giri e
mezzo sono Prakriti e i suoi tre guna, assieme ai vikriti. I suoi cinquanta
giri sono le lettere dell'alfabeto. Man mano che si snoda, scaturiscono da
Lei i tattva e i matrika, madri dei varna. Ella si muove così, e continua a
muoversi nei tattva creati anche dopo la creazione; poiché questi, essendo
nati dal movimento, continuano a muoversi. Tutto il mondo (jagat), come
implica il termine sanscrito, si sta muovendo. Ella continua ad essere
creativamente attiva fino a quando non ha evoluto il prithvi, l'ultimo dei
tattva. Prima ha creato la mente, e poi la materia. Quest'ultima diviene
sempre più densa. È stato suggerito che i mahabhuta sono le densità della
scienza moderna: la densità dell'aria associata con la velocità massima
della gravità; la densità del fuoco associata con la velocità della luce; la
densità dell'acqua o fluido associata alla velocità molecolare e alla
velocità equatoriale della rotazione della terra; e la densità della terra,
quella del basalto associata con la velocità newtoniana del suono. Per
quanto sia, è certo che i bhuta rappresentano una crescente densità di
materia fino a raggiungere la sua tridimensionale forma solida. Quando la
Shakti ha creato l'ultimo prithvi tattva, che c'è ancora da fare per Lei?
Niente. Quindi si riposa di nuovo. A riposo, ancora, vuol dire che assume
una forma statica. La Shakti, tuttavia, non è mai esaurita, cioè svuotata in
qualcuna delle sue forme. Perciò, Kundalini Shakti a questo punto è, per
così dire, la Shakti rimasta (sebbene ancora un plenum) dopo che è stato
creato il prithvi, l'ultimo dei bhuta.

Abbiamo così Mahakundalini a riposo come Chidrupini Shakti nel sahasrara, il
punto di assoluto riposo; e quindi il corpo, in cui il centro statico
relativo è Kundalini in riposo, e attorno a questo centro si muovono tutte
le forze corporee. Queste sono Shakti, e tale è Kundalini Shakti. La
differenza tra loro è che le prime sono Shakti in movimento in specifiche
forme differenziate; mentre Kundalini Shakti è indifferenziata, residua
Shakti a riposo, cioè avvolta a spirale. Ella è avvolta a spirale nel
muladhara, che significa ' supporto fondamentale ', e che è nello stesso
tempo sede del prithvi - l'ultimo tattva solido - e della Shakti residua o
Kundalini. Il corpo può quindi essere paragonato a un magnete con due poli.
Il muladhara, in quanto sede di Kundalini Shakti, una forma comparativamente
grossolana di Chit (essendo Chit-Shakti e Mayashakti), è il polo statico in
relazione al resto del corpo, che è dinamico. L'operare del corpo presuppone
ed ha necessariamente tale supporto statico; da qui il nome muladhara. In un
certo senso, la Shakti statica nel muladhara è necessariamente coesistente
con la Shakti del corpo che crea ed evolve, perché l'aspetto o polo dinamico
non può mai esistere senza la sua controparte statica. In un altro senso, è
la Shakti residua rimasta dopo tale operazione.

Che succede allora con la pratica di questo yoga? La Shakti statica è
stimolata dal pranayama e da altri processi yogici e diviene dinamica. Così,
quando completamente dinamica, cioè quando Kundalini si unisce con Shiva nel
sahasrara, la polarizzazione del corpo scompare. I due poli sono uniti in
uno e c'è lo stato di coscienza chiamato samadhi. Naturalmente, la
polarizzazione avviene nella coscienza. Il corpo continua effettivamente ad
esistere come oggetto di osservazione per gli altri; la sua vita organica
continua; ma la coscienza umana del corpo e di tutti gli altri oggetti è
ritirata perché la mente, per quel che riguarda la sua coscienza, ha cessato
di funzionare, essendo stata ritirata nel suo campo, che è la Coscienza.

Com'è sostenuto il corpo? In primo luogo, sebbene la Kundalini Shakti è il
centro statico del corpo intero, come un completo organismo cosciente,
tuttavia ciascuna parte del corpo e le loro cellule costituenti hanno i loro
centri statici che sostengono tali parti o cellule. Ancora, la teoria degli
stessi yogi è che Kundalini ascende e che il corpo, come organismo completo,
è mantenuto dal nettare che fluisce dall'unione di Shiva e Shakti nel
sahasrara. Questo nettare è un'emissione di potere generato dalla loro
unione. La potenziale Kundalini Shakti viene solo parzialmente e non
completamente convertita in Shakti cinetica; e tuttavia, poiché la Shakti -
anche nel muladhara - è un'infinità, non è esaurita; il deposito potenziale
rimane sempre pieno.

In questo caso, l'equivalente dinamico è la conversione parziale di un modo
di energia in un altro. Se però il potere avvolto a spirale nel muladhara
divenisse totalmente snodato, ne risulterebbe la dissoluzione dei tre
orpi - grossolano, sottile e causale - e di conseguenza videhamukti, la
Liberazione senza corpo; perché la base statica relativa a una particolare
forma di esistenza, secondo questa ipotesi, avrebbe completamente ceduto.
Quando la Shakti lo lascia, il corpo diventa freddo come un cadavere, non a
causa di esaurimento o privazione del potere statico nel muladhara, ma per
la concentrazione o convergenza del potere dinamico generalmente diffuso su
tutto il corpo, così che l'equivalente dinamico che è innalzato sulla base
statica di Kundalini Shakti è solo il diffuso quintuplice prana portato a
casa - ritirato dagli altri tessuti del corpo e concentrato lungo l'asse.
Così, generalmente, l'equivalente dinamico è il prana diffuso su tutti i
tessuti; nello yoga esso è fatto convergere lungo l'asse, l'equivalente
statico di Kundalini Shakti, permanente in entrambi i casi. Una parte del
prana dinamico già a disposizione è fatto agire alla base dell'asse in
maniera opportuna, per la qual cosa il centro base o muladhara diviene, per
così dire, supersaturato e reagisce sull'intero potere dinamico (prana)
diffuso del corpo, ritirandolo dai tessuti e convergendolo lungo la linea
dell'asse.

In questo modo, il diffuso equivalente dinamico diviene l'equivalente
dinamico concentrato lungo l'asse. Secondo questa opinione, ciò che ascende
non è l'intera Shakti, ma un'emissione come di lampo condensato che alla
fine raggiunge il Parama-Shivasthana. Qui il Potere centrale che sostiene
l'individuale coscienza del mondo è immersa nella suprema Coscienza. La
coscienza limitata, trascendendo gli effimeri concetti della vita mondana,
intuisce direttamente la Realtà immutabile che sottostà all'intero flusso
fenomenico. Quando Kundalini Shakti dorme nel muladhara, l'uomo è desto al
mondo; quando Lei si sveglia per unirsi, e si unisce, con la suprema
Coscienza statica che è Shiva, allora la coscienza è addormentata per il
mondo ed è una con la Luce di tutte le cose.

Il principio fondamentale è che quando desta, Kundalini Shakti, Lei o la Sua
emissione, cessa di essere il Potere statico che sostiene la coscienza del
mondo, cosa che fa solo fintanto che dorme; e una volta messa in movimento è
attirata verso l'altro centro statico, nel loto dai mille petali
(sahasrara), che è Lei in unione con la Coscienza di Shiva o Coscienza
dell'estasi oltre il mondo della forma. Quando Kundalini dorme, l'uomo è
desto a questo mondo. Quando Lei veglia, egli dorme - cioè, perde ogni
coscienza del mondo ed entra nel corpo causale. Nello yoga, egli passa al di
là nella Coscienza senza forma.

Gloria, gloria a Madre Kundalini, che mediante la Sua Infinita Grazia e
Potenza, conduce gentilmente il sadhaka di chakra in chakra, illumina il suo
intelletto e gli fa realizzare la sua identità con il supremo Brahman!
Possano le Sue Benedizioni essere su tutti voi!


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