Che cos'è la Teosofia
di Gabriella Fogli
Innanzitutto la parola
"Teosofia" è stata coniata dai filosofi
neoplatonici di Alessandria d'Egitto, fra i quali
troviamo Ammonio, Plotino, Porfirio, Giamblico e Origine
ed indica un sincretismo, una connessione tra la
filosofia di Platone ed il misticismo Orientale.
Letteralmente "Teosofia" significa Scienza
divina, degli dei" ed è il sub-strato e la base di
tutte le religioni e filosofie del mondo. Ma si deve
essenzialmente ad H.P.BLAVATSKY la raccolta organica e
sistematica delle scoperte dei singoli mistici, la quale,
sotto la guida dei Maestri, riuscì a presentare al mondo
un corpo unitario e coerente di questi insegnamenti che
costituiscono la base di tutte le religioni e filosofie
antiche.Fino ad allora, infatti, non si poteva ancora
parlare della teosofia intesa come una disciplina
organica, ma soltanto come di un vago misticismo senza
contorni ben precisi e senza rapporti fra le diverse
scuole del pensiero mistico religioso. Il merito di H.P.Blavatsky
e dei suoi successori consiste nell'aver creato una nuova
scienza con tanti elementi eterogenei della più diversa
provenienza, in antitesi con le scuole materialistiche,
ridando valore a quanto vi è di più essenziale nelle
religioni. Oggi quindi intendiamo la
Teosofia come una teoria unitaria degli insegnamenti
fondamentali comuni a tutte le religioni del mondo. Usiamo
il termine teoria nel significato di
investigazione o ricerca pura, conforme a determinati
principi. Ma oltre all'aspetto teorico (oggetto
di studio) vi è l'aspetto pratico (oggetto di esperienza). Questa
è solo una piccolissima introduzione ad un argomento
tanto complesso e da qui possiamo partire per
comprendere, ad esempio, la differenza tra uno studioso
di Teosofia ed un Teosofo, e come vivere ed applicare
certi concetti nella nostra vita. Ho
accennato al significato della parola "Teosofia"
e cioè che deriva da due parole greche <theos> (dio)
e <sophia> (saggezza), ma questo è ancora molto
riduttivo perchè per penetrare pienamente il significato
occorre cercare di comprendere a che cosa alludevano gli
antichi quando utilizzavano queste due parole perchè
dire <dio> o <saggezza> non implica la
comprensione di che cosa intendevano coloro che per primi
hanno usato questi termini. La radice <theo> che
deriva da <tithemi> contiene il significato di
<quello che esiste stabilmente> ciò che è giusto,
perenne, duraturo e per estensione la Giustizia,
l'Ordine, la Legge, come pure il luogo dove esiste o si
rende la Giustizia, quindi il regno del Giusto o il
<regno di Dio> del Vangelo.. In forma figurata il
nome della dea della Giustizia e dell'Ordine per
eccellenza è appunto Themis, consorte di Giove o sua
<shakti>. Così pure l'ispirazione oracolare o
intuizione spirituale veniva chiamata dai greci <Diòs>,
da cui deriva il nostro <Dio>. Tale definizione del
termine ci permette di comprendere la ragione per cui gli
antichi mistici neoplatonici con la parola <theos>
intendevano il <Dio interiore>, cioè il Sè
superiore, che costituisce il fattore immortale nell'uomo
e che parla al Sè inferiore per mezzo della intuizione.
La parola <sophia> tradotta semplicemente
<saggezza> ha in realta il significato di
<abilità, capacità, idoneità,destrezza
artistica> e soltanto in senso figurativo significa
l'intendere, l'acume, la prudenza, e, come terza
accezione la parola ha il significato di <saviezza o
sapienza>. Le due parole combinate ci danno una serie
di significati con varianti e sfumature notevoli, ma in
generale si potrebbero interpretare come <la
capacità, l'abilità di uniformarsi all'Ordine
spirituale>, rappresentato dal Sè superiore, che
in definitiva risulta nella saggezza o conoscenza delle
cose divine. Nella <Chiave della Teosofia>
alla domanda <Qual'è l'origine del termine
Teosofia?> H.P.B. risponde: <Esso ci
proviene dai filosofi alessandrini denominati filaleti o
amanti della verità...il nome di Teosofia risale al
terzo secolo della nostra era, ad Ammonio Sacca e suoi
discepoli che istituirono il sistema teosofico eclettico...venivano
nominati pure neoplatonici...benché la Teosofia o
sistema teosofico eclettico fosse generalmente attribuito
al terzo secolo, se dobbiamo credere a Diogene Laerzio,
la sua origine è assai più antica...La Teosofia è
equivalente al sanscrito Brahmavidya o conoscenza divina...Ammonio
Sacca divenne neoplatonico e come altri grandi
veggenti e mistici si dice che la saggezza divina gli
venne rivelata nei sogni e nelle visioni....egli si
propose di riconciliare ogni sistema di religione
dimostrando la loro identica origine, istituire una
credenza universale fondata sull'etica...lo scopo
principale dei fondatori della scuola eclettica
costituisce ancora oggi uno dei tre scopi del suo moderno
successore -la Società Teosofica- e cioè di
conciliare tutte le religioni e popoli con un sistema di
etica fondata sulla verità eterna>. Da queste
parole di H.P..B. riscontriamo che:
In relazione al motto "Non vi è Religione superiore alla verità" desidero riportare una frase del Budda Gotamo che dice: "Non dobbiamo credere una cosa per il solo fatto che è stata detta, nè alle tradizioni perchè ci sono state tramandate dall'antichità, nè alle Scritture dei saggi per il fatto che sono state scritte da loro, nè alle idee che riteniamo ci siano state ispirate da qualche angelo, nè a qualche conclusione tratta da arbitrarie supposizioni, nè perchè si fondano soltanto sull'autorità dei nostri maestri. Dobbiamo credere quando la scrittura, la dottrina, le tradizioni sono confermate dalla ragione e dalla coscienza e quindi vi esortai ad agire in conformità ed abbondantemente". In altri termini il teosofo è un "ricercatore" della verità, non un credente in qualche "dogma", che comunque ognuno è libero di accettare o di respingere "senza lode e senza biasimo". La teosofia consiste nei Principi universali astratti che si trovano alla base di ogni possibile forma di espressione concreta (religioni, filosofie, scienze). Il Teosofo cerca di "intuire" questi Principi al di là delle occasionali forme di espressione ed in questo consiste la caratteristica essenziale del pensiero teosofico che è di incommensurabile valore per il progresso dell'uomo, ma non è facilmente compreso da chi non ha sviluppato il pensiero astratto, spirituale. Grande parte dell'Umanità, anche colta, vive condizionata da distinzioni di razza, di credo, di opinione, di sesso, di condizione sociale, di colore razziale ecc., ma il teosofo cerca di trascendere queste distinzioni che sono cause di conflitti tra i diversi gruppi umani e cerca di scoprire la realtà esistenziale comuna all'umanità tutta. Incoraggiando lo studio comparato delle religioni, filosofie e scienze che sono altrettanti aspetti del pensiero umano condizionato, il teosofo è portato a scoprire i comuni denominatori delle diverse discipline e non solo i rapporti interdisciplinari, ad un punto di convergenza nella coscienza. Infine il teosofo non è un semplice sperimentatore nel campo delle ricerche psichiche, bensì il suo scopo consiste nella scoperta delle leggi in virtù delle quali operano i fenomeni psichici e le facoltà ancora latenti nell'uomo. Il lavoro necessario è quindi estremamente essenziale: occorre trascendere i valori convenzionali, le paratie stagne nella mente dell'uomo, per aprire la mente ad una dimensione superiore e ad una Realtà universale. La civiltà attuale, che si trova ad un punto critico della sua evoluzione, in cui il pensiero analitico ha avuto un abnorme sviluppo, ha una estrema difficoltà ad intuire, intravvedere i Principi universali che reggono tutte le cose, quindi l'uomo, perdendo di vista una Realtà più ampia, agisci in funzione dei dati parziali dati dalla sua esperienza quotidiana e ne rimane condizionato, e si pone in conflitto con tutti gli altri e da questo derivano lotte, miserie, sofferenze, malattie. L'origine di ogni male deriva dalla "avidya"=ignoranza della Legge universale. Nel momento che riconosciamo l'interdipendenza di tutte le cose e riconosciamo l'Unità essenziale, inizia il de-condizionamento dalle limitazioni della personalità e dagli interessi parziali, ed espandiamo la coscienza con l'apertura della mente verso la Realtà globale.Si sviluppa il "discernimento"(mano-dvara-jana=lo schiudersi della porta della mente) tra l'essenziale (universale-permanente) e il non-essenziale (personale-impermanente). Si deve accettare soltanto l'essenza che è la stessa in tutte le cose, cioè lo Spirito che dona la vita all'uomo e nella quale dimora e che lo rende immortale. "Che ogni uomo così disposto proceda a scoprire il proprio ideale, la stella che gli sta di fronte per guidarlo. Che ogni uomo la segua senza mai deviare dal suo sentiero ed è quasi certo che raggiungerà il faro della sua vita -la Verità: non importa dove la cerca o dove la trova....." H.P.Blavatsky. Gabriella Fogli |