Capitolo LXIX
USCITA
DELL'ANIMA VERSO LA LUCE DEL GIORNO
Io sono uno Spirito di Fuoco, fratello di tutti gli Spiriti
del Fuoco.
Questo passo è già conclusivo per tutto l'incantesimo (o
capitolo) in quanto viene espressa la natura ignea dell'iniziato
che ha compiuto la Grande Opera e la sua fratellanza con tutta
l'Umanità Solare. Lo Spirito Santo è il Terzo Logos, la forza
ignea della Divina Madre Kundalini che è il Fuoco Sacro che
ascende lungo la colonna vertebrale ed infiamma la nostra
Essenza; così costruiamo il Corpo di Gloria di Horus, i
fiammeggianti Corpi Solari. L'Adepto, Spirito di Fuoco, entra a
far parte della Fratellanza Bianca dei Maestri di Luce. Quindi la
Madre è genitrice del Figlio.
Dal Vangelo di Filippo: "C'è chi dice: "Maria ha
concepito per opera dello Spirito Santo". Sbagliano. Non
sanno quello che affermano. Quando mai una donna ha concepito per
opera di una donna?".
Io sono Osiride, fratello di Iside.
Mio figlio Horus, e mia madre Iside
Incatenano, per vendicarmi, le braccia dei miei nemici
Che hanno commesso, contro di me, crimini innumerevoli!
Iside, la moglie di Osiride, ne è anche madre e sorella.
Ricordiamo il passo del vangelo secondo Filippo che dice: "Tre
persone camminavano sempre con il Signore: Maria, sua madre, la
sorella di lei, e la Maddalena, detta la sua compagna. Maria
infatti era chiamata sua sorella, sua madre, e sua compagna".
Quando l'iniziato incarna il Cristo diviene Horus, il Figlio
liberatore del Padre. Non si può giungere al Padre se non per
mezzo del Figlio. E così Horus libera Osiride dai suoi nemici,
che hanno commesso innumerevoli crimini, accompagnato per mano da
Maria, madre, sorella e compagna. Citiamo:
"Maria come Madre è la nostra Divina Madre Kundalini, la
quale ci conduce come madre solitaria fino al Padre, ci purifica
con il suo Fuoco serpentino, ci dona luce e dissipa le tenebre
interiori che ci tengono sottomessi al vagabondaggio fisico e
spirituale. Maria come sorella è colei che veglia su di noi,
procurandoci tutto ciò che necessitiamo durante la nostra
esistenza fisica, ed altrettanto ci accompagna da bambini verso
gli atti liturgici per risvegliare in noi l'anelito al divino.
Maria come sposa è il completamento di noi stessi, senza la sua
parte l'edificio è incompleto. La fonte suprema dell'energia è
nella nostra sposa sacerdotessa. Chi voglia accendere un legno
gettandogli acqua, non lo accenderà mai; il legno si accende con
il Fuoco".
Io sono Osiride, il Primogenito degli dèi,
Erede legittimo di Kêb, suo Padre divino.
Io sono Osiride, Padrone delle Prime Fonti di Vita!
Possenti sono il mio dorso ed il mio petto;
La mia forza generatrice penetra dappertutto dove abitano gli
uomini.
Osiride assume alle volte il ruolo del Padre, a volte del Figlio,
a volte dell'Adepto che in verità è già Padre, Figlio e
Spirito Santo. Così Osiride, primogenito Figlio di Dio, generato
e non creato dalla stessa sostanza del Padre, è erede legittimo
di Kêb, suo Padre divino, dio della Terra. Kêb (o Geb) ricorda
il dio Gob, re degli gnomi e reggente dell'elemento Terra, e qui
sta a sottolineare la natura umana-terrena di Osiride l'iniziato.
Osiride è Padrone delle Prime Fonti di Vita, dell'Energia
Creatrice, la stessa Fonte da cui scaturisce la creazione dalla
Divina Laringe di Râ, la Fonte delle Acque di Vita e quindi
delle stesse Acque. Pensiamo all'importanza dell'acqua nel mondo
che ci circonda: noi siamo fatti prevalentemente di acqua e così
tutti gli esseri viventi, piante comprese. Nessun essere vivente
può vivere a lungo senza acqua e la vita stessa si ritiene
essere nata nelle acque degli oceani. L'acqua è il principio di
Vita, è la Forza Vitale, l'Energia Creatrice. Chi è Padrone
delle Acque di Vita mai le versa e le disperde, ma le sfrutta per
creare e ritornare a creare. Questa è la forza generatrice di
Osiride, e pervade tutto il creato, là dove abitano gli uomini,
la Terra. Possente è l'Adepto, possente è Osiride!
Io sono Orione che passando innanzi alle innumerevoli Legioni
di Stelle,
Percorre le Regioni del Cielo.
In verità il Cielo, è il seno di Nut, la mia Madre divina,
Che mi ha concepito e generato conformemente alla sua volontà.
Il Padre divino è Kêb, la Madre divina è Nut. Nut è la dea
del Cielo, ed è dal suo seno che nasce Orione, il guerriero
iniziato che incede lungo le Legioni di Stelle e percorre le
stesse Regioni del Cielo, gli ordini eonici. Maria, Nut, Iside,
Tonantzin, Teteoinan, Shakti o sotto il nome che sia, è la
Potenza Creatrice o Forza fisica che simbolizza la Natura, la cui
concezione ed il cui parto ne rivela la fertilità. Il Figlio
nasce dall'immacolata concezione della Vergine, e nel seno di Lei
diventa Cristo. La Terra è la natura umana dell'iniziato, il
Cielo la natura divina. La Terra ed il Cielo costituiscono
l'Uomo, l'Adam Quadmon, l'Essere realizzato in ogni sua parte,
che compie la Sua volontà come in Cielo così in Terra.
Io sono Anubis nel giorno in cui diviene Sépa.
Io sono il Sacro Toro al centro della sua Prateria!
In verità, io sono Osiride!
Anubis è il supremo giudice del tribunale del Karma, il
supremo arconte della Legge che accompagna le anime del defunto
di fronte al Tribunale composto da 42 giudici che valutano il
peso del cuore del defunto ponendolo sulla bilancia della dea
Maat, la dea Verità-Giustizia, e confrontandolo col peso di una
piuma. Chi pesa il cuore del defunto è Thoth, il dio della
Conoscenza. Il nostro Kaom interiore è la Coscienza di Anubis,
fratello di Osiride, e quando trascendiamo il Karma e Anubis
diviene Sépa (divinità poco nota), allora siamo il Sacro Toro
al centro della Prateria, Osiride, l'Uomo autorealizzato.
Nel giorno dell'immane Catastrofe
Io fui nascosto da mio Padre e da mia Madre!
Il dio Kêb è mio Padre; mia madre: la dea Nut!
Io sono Horus il primogenito di Râ, nel giorno della sua
culminazione.
Io sono Anubis nel giorno in cui diviene Sépa.
Io sono Tum, Signore dei Mondi.
Io sono Osiride!
Dopo la caduta pleromatica la Coscienza dell'uomo fu nascosta nel
luogo più sicuro e dove nessuno sarebbe mai andato a cercarla:
dentro se stesso. Solo ritrovando i propri Genitori interni e
chiedendo loro di risvegliare la nostra Coscienza e farla
riemergere dall'abisso interiore allora possiamo ritornare ad
essere il loro vero Figlio, Horus nel giorno della culminazione
di Râ. Così si diviene Tum, il Signore dei Mondi, colui che è
padrone del mondo interiore ma anche di quello esteriore,
Osiride, padrone del microcosmo e del macrocosmo.
Salve, o tu, antichissima Divinità!
Ecco che tu entri e rivolgi la parola
A Thoth, Scriba divino, Custode della Porta
Della dimora di Osiride!
Lasciami percorrere queste Regioni,
Giungere in pace, divenire uno Spirito Santificato,
Essere giudicato e giustificato, divenire una divinità
E ritornare, a piacimento, sulla Terra per proteggere il mio
Corpo!
Qui l'incantesimo cambia, e da dichiarazione della propria natura
divina diventa una preghiera, una richiesta agli dei di compiere
il sentiero iniziatico. Quindi l'iniziato si rivolge al Padre, il
datore della Gnosi, la Conoscenza che è la Porta della dimora di
Osiride di cui è custode Thoth, lo Scriba divino, dio della
Saggezza. Quindi gli implora di permettergli di percorrere le
regioni della Gnosi, e di divenire un santo, un dio e essere di
giudicato e giustificato dal tribunale della Legge, al fine di
trascendere il Karma. L'Uomo realizzato diviene tale qui, sulla
Terra; è qui che si compie la Grande Opera, e lo Spirito
Santificato, che ha in sé lo stesso Spirito Santo, può tornare
a piacimento su questa Terra in quanto è onnipotente ed
immortale, è un vero dio completo in tutti i suoi Corpi: il
Corpo di Gloria di Horus di cui quella fisica è solo la parte più
densa.
Ora, assiso presso il luogo, ove in altri tempi nacque
Osiride,
Io mi accingo a distruggere il Male che lo contamina.
In verità, io sono possente!
Essendo venuto al mondo con Osiride,
Nello stesso luogo in cui egli nacque, un tempo,
Io divengo dio!
Io divengo giovane! Io divengo giovane!
Io mi impadronisco di questa coscia che mi appartiene,
Che è pure quella di Osiride
E con essa io apro la bocca degli dèi
Ecco, quando Thoth appare,
Io mi colloco al suo fianco!
L'iniziato, concentrato nel proprio Essere, deve lottare
costantemente per liberarsi dal Male che lo contamina e che
imprigiona Osiride, deve lottare contro Seth e i suoi demoni
rossi dalla testa di coccodrillo. In noi risiede questa potenza,
in noi è viva questa risorsa che ci trasforma in autentici dei.
Lo gnostico, colui che è assiso al fianco di Thoth, è
soprattutto un teurgo, un "creatore di divinità"; ma
questa creazione è in realtà il ricomporsi delle membra di
Osiride, la ricongiunzione al Padre che ci rende immortali,
eternamente giovani.
Possa il mio Cuore essere fortificato dalle offerte
Poste sull'altare del mio divino Padre:
Pane, birra, carne e volatili.
Ecco che io apporto delle offerte a Horus, a Thoth, e Enheri-Ertitsa!
Le simboliche offerte rese agli dei, sono i sacrifici che
l'iniziato deve compiere per attuare la Grande Opera. Queste
offerte, questi sacrifici sono patimenti volontari volti al
progresso spirituale. Morire in se stessi è un patimento
volontario, il controllo delle pulsioni sessuali è un patimento
volontario, il sacrificio per l'umanità è un patimento
volontario. Tutti questi sono sacrifici ed offerte fatte alle
divinità. Il Cristo è morto sulla croce. Questo è un
sacrificio per l'umanità e simbolizza la morte mistica sulla
croce: l'intersezione lingam-yoni, l'unione mistica uomo-donna.
Ecco che io giungo a buon porto.
Per un decreto di Enheri-Ertitsa il mio cuore è reso vigoroso.
Le mie offerte ornano gli altari di mio Padre Osiride;
Ecco che l'iniziato compie la Grande Opera ed il suo cuore è
fortificato, reso potente e vigoroso. Le offerte, i sacrifici
fatto al Padre, ora trovano la loro collocazione sull'altare di
Osiride, ad indicare che i patimenti e le amarezze di oggi,
saranno dolce ambrosia quando saremo giunti al buon porto.
Io sono il Signore di Busiris di cui sorvolo la Regione.
Io colgo per Le loro chiome i Venti dell'Est,
Io afferro, per i loro riccioli, i Venti del Nord,
Per la loro pelle, mi impadronisco dei Venti dell'Ovest,
Io immobilizzo trattenendoli per le loro sopracciglia i Venti del
Sud,
Io percorro il Cielo; le quattro Regioni dello Spazio mi sono
sottoposte.
Io apporto l'Alito vivificante agli Spiriti
Affinché essi l'aspirino quale offerta sepolcrale!
In questa parte conclusiva viene espressa la magnificenza ed
il potere dell'iniziato che compie la Grande Opera. Questo è il
dominio dei Mondi, degli elementi della natura, delle Regioni
eoniche ed è la realizzazione intima del sé, potere assoluto
sul Verbo del Verbo, Alito vivificante degli Spiriti che essi
aspirano quale offerta sepolcrale, offerta compiuta all'atto
della Morte. Avanti fratelli, prendiamo la nostra croce e
seguiamo il Cristo fino alla Morte!
Luigi Paioro