Introduzione alla gnosi, breve preambolo.

 

La dottrina della Gnosi è tesa a donare al discepolo strumenti di lavoro. Un lavoro teso sia ad ottenere una cognizione non sensoriale, sia finalizzato a rimuovere i difetti psicologici e karmici che albergano nell'uomo. Fino a quando tali difetti saranno tali, non possiamo parlare di Uomo, ma solamente di macchina umana. Forte è il richiamo all'auto osservazione, alla meditazione, all'opera alchemica interiore. In quanto senza questo operare non è possibile ottenere la rinascita della macchina, in Uomo. Un Uomo non più in balia del fato, non più schiacciato dal Karma. Un uomo cristallino, che ha raggiunto la Gnosi, e che detiene le chiavi per essere unica sostanza con il tutto.

Lo studente gnostico opera quindi su se stesso, in modo tale da trasmutarsi in un qualcosa di nuovo, tendente al divino. Ma per fare questo deve agire, e relazionarsi con ciò che sta attorno, con ciò che è frutto del maya. Solo ponendosi alla prova, solo saggiando i limiti e le catene della sua attuale forma, potrà intravedere i demoni rossi di Seth, gli io, che lo tengo prigioniero del maya. La gnosi non offre quindi la conoscenza, in quanto questa è propria dell'evoluzione del singolo, ma trasmette gli strumenti per ottenerla.

Di seguito l'introduzione alla gnosi, così come esposta nelle conferenze di apertura dei corsi teorici.

Introduzione alla Gnosi

Basata sugli insegnamenti di Samael Aun Weor

Abbiamo ora, la necessità darci le risposte alle domande sui motivi della nostra esistenza. Per rispondere a questo interrogativo dovremo tornare indietro alle origini dello stesso universo. L'assoluto contiene dentro di se tutte le cose in uno stato tale per cui esse non esistono, ma comunque sono. Siamo scintille od una monade, che, in questo giorno cosmico o Mahamvantara o alba di Mahamvantara, siamo emanati dall'assoluto con lo scopo di raggiungere la consapevolezza della nostra stessa esistenza. Con tale esperienza acquisita, possiamo ritornare all'assoluto con una padronanza di noi stessi, Maestria, invece che come una semplice ignorante monade. Quando noi siamo venuti per la prima volta sulla superficie di questi pianeti, abbiamo iniziato coll'essere semplici elementali di tipo minerale. In tal modo noi ci evolviamo secondo il nostro particolare raggio tra gli elementi chimici corrispondenti alla nostra natura. A questo punto viene il momento in cui, acquisita la necessaria esperienza, passiamo al mondo animale. Come elementali animali ci evolviamo in organismi di questo regno secondo il nostro particolare raggio. Lo svantaggio del passaggio attraverso il regno animale è che manteniamo alcune cattive abitudini che non avevamo nei regni passati. Quindi finalmente la spirale evolutiva ci accompagna all'ultimo gradino; lo stato umano. Per la prima volta abbiamo il libero arbitrio, per la prima volta abbiamo l'opportunità di tornare al punto di partenza originale. Comunque quando arriviamo allo stato umano commettiamo i primi errori, che ci danno esperienza, ma ci tolgono la coscienza a causa della mancanza di una via corretta sulla quale dirigere la nostra vita. Come esseri umani abbiamo diritto a 108 vite consecutive, durante questo generoso numero di esistenze possiamo scegliere fra due strade: l'orizzontale e la verticale. L'orizzontale è una vita comune, con piacere e disgusto, successo e fallimento, amore ed odio, lealtà e tradimento, con nessuna grande sfida e di conseguenza nessun grande risultato. La verticale è diversa; è la ribellione contro sè stessi, gli altri e la stessa natura. La verticale è una strada piena di ostacoli, piena di sacrifici, piena di ingratitudine ed eppure, alla fine, piena di enormi trionfi. Se scegliamo la strada orizzontale, alla fine delle nostre 108 vite, dovremo entrare ora nella spirale involutiva, ripercorrendo gli stati animaloidi, vegetali ed animali. Entreremo allora in pieno nell'inferno, nell'interno dei pianeti, dove per molti anni dovremo purificare i nostri difetti per essere capaci un giorno di ricominciare la spirale evolutiva. Questo ciclo si ripete per non più di tremila volte e viene detto dagli indù la ruota di Samsara. Al contrario se scegliamo la strada verticale, possiamo abbandonare per sempre la ruota di Samsara e divenire qualcosa di differente, re dell'intera natura, smettere di essere umani ed iniziare ad essere veri uomini e donne, perchè prima di quel momento siamo solo semi di uomini e donne. Se scegliamo la strada verticale, potremo un giorno tornare all'Assoluto e rimanere là per sempre, o forse potremo tornare indietro per insegnare agli altri la via dell'auto realizzazione.