le nazionali

 

 

Con l'esordio in serie C 1 ci furono le prime convocazioni nella nazionale Juniores Under 17.

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La nostra sede di allenamento era Coverciano, nel cuore di Firenze.

Il primo impatto fu subito emozionante, il posto era la culla della nazionale Maggiore, quella per intenderci che aveva espugnato i mondiali di Spagna 82'.

Conobbi subito il mio allenatore, Giuseppe Lupi e il suo secondo, Comunardo Niccolai. Due persone veramente molto buone.

Il mio primo torneo lo disputai in Francia, a Montey, avevo 17 anni. Maggio 1985. Con il Belgio il risultato fu di 1-1, entrai a fare il terzino sinistro dopo l'espulsione di un certo Paolo Maldini.

Affrontammo la Germania Est, ero tra i titolari, disputammo una bella partita finita 3-2 per noi, e ricordo che tra i marcatori c'era anche "Ciccio" Baiano.

Perdemmo il terzo incontro, con l'Egitto, per 2-0 e fummo eliminati.

Tornai a casa ugualmente contento e soddisfatto per quella mia prima esperienza. Visualizza ingrandimento.................

Con l'avvio del nuovo campionato riprendemmo anche i nostri consueti ritrovi a Coverciano.

Nell'anno in corso disputammo due partite valide per la qualificazione alla fase finale dell'europeo Under 17, sede stabilita Subotica (Jugoslavia).

A Messina arrivò il Portogallo, 2-0 il risultato, giocai 45'.

A Viterbo ci fece visita l'Austria, 5-2 l'esito finale, giocai titolare. Eravamo qualificati.

La storia continua....

L'anno dopo, esattamente ad ottobre del 1986, cominciarono gli Europei.

Il luogo del nostro ritiro era Subotica (Jugoslavia). La nostra prima partita la giocammo a Sombor, nei pressi del ritiro, contro il Belgio.

Giocammo veramente bene ed il risultato ci diede ragione: 2-1.

Due giorni di riposo e poi scontro con la Scozia, a Backa Topola, altra prova convincente finita 1-0 per noi.

I giornali c'esaltavano, eravamo la piccola Under 21 che volava e dava grosse soddisfazioni.

Purtroppo in finale non ci fu storia, stranamente dopo un avvio pieno di "brio" ci sgonfiammo alle prima difficoltà, contro la Germania Est di Summer e Thon allo stadio di Subotica. Fummo sconfitti per 3-1, ugualmente soddisfatti perché vicecampioni d'Europa e diritto a partecipare alla fase finale dei Mondiali, l'anno seguente, in Cile.

Ritornai alla Salernitana, allora in serie C 1, con maggior esperienza internazionale.

Arrivò, durante l'annata calcistica 86/87, la chiamata anche per l'Under 21 di serie C.

Nazionale U 21 di Serie C

Solito ritiro, Coverciano, soliti campi di allenamento. Allenatore diverso: Guglielmo Giovannini. Disputammo due amichevoli, la prima a Cento (Ferrara) contro la Cecoslovacchia, finì 1-1 ed il mio ricordo si sofferma sull'immane freddo che c'era. La seconda, a Caserta, contro l'Algeria, battuti 2-0 in una bella giornata di primavera che ci avvicinava al torneo in Francia del prossimo Giugno.

In Francia le cose non andarono bene, perdemmo tutte e cinque le partite disputate.

Italia-Brasile 0-1 Italia-Portogallo 1-2 Italia-Francia 0-1 Italia-Israele 0-0 (persa ai rigori 3-5) Italia-Marocco 0-1.

Nei saluti finali il nostro allenatore era molto amareggiato, così come pure l'allora presidente della lega Ugo Cestani. Il quale, una volta ripartiti per l'Italia, ci comunicò la decisione che per il prossimo torneo, in Scozia, avrebbe convocato i giocatori della serie C 2.

Un vero peccato…..per noi ovviamente.

Lasciai la Salernitana, approdai al Brescia.

 

In ottobre la convocazione per i mondiali per il Cile, era il 1987. Nazionale Juniores Mondiali in Cile

La trasvolata per l'America Latina non fu delle più tranquille. Tra uno scalo ed un altro ci vollero due giorni per arrivare a Conception (Cile), a un'ora di volo dalla capitale Santiago del Cile.

L'ambiente era molto povero, intorno a noi numerose baracche e bambini che cercavano l'elemosina. Il nostro albergo era molto funzionale, grande e con una buona "cucina". Ogni tanto la notte si poteva osservare qualche autobotte che disperdeva dei dimostranti, non ci capivo molto di politica, sapevo solo di essere "un pesce fuor d'acqua".

Il nostro compito era giocare, fare calcio, sport; non c'era concesso nient'altro. A me andava bene così! L'esordio arrivò il 12 ottobre, il nostra avversario Canada: squadra tutta un'incognita. Il risultato di 2-2 fu abbastanza criticato, non avevamo giocato bene e lo sapevamo. Lo stadio di Conception ospitò anche la nostra seconda e terza partita, rispettivamente con Brasile e Nigeria.

Contro il Brasile fu una partita senza esclusione di colpi, dura fino in fondo, fino alla nostra vittoria finale per 1-0. La stampa ci ridiede credibilità e fiducia. La Nigeria la gestimmo molto bene, vincemmo per 2-0, e gli articoli dei giornali erano tutti per noi.

Italia - Nigeria

Avevamo preso il via sperando di non fermarci più, però, purtroppo, nei quarti ci capitarono i padroni di casa, il Cile. Inutile dire cosa successe, dico solo che fummo sbattuti fuori senza demeritare, 1-0 il risultato. Rifacemmo le valige il giorno dopo e mestamente salutammo gli amici che ci facevano da interpreti, il volo per l'Italia ci aspettava a Santiago.

Il mio ricordo è per i nostri concittadini trovati in quel posto, abbiamo dato e portato loro un po' di "casa", e loro allegramente hanno ricambiato con tanto entusiasmo. Hanno ballato, ci hanno mostrato i loro ritrovi, hanno chiesto dell'Italia, e noi eravamo emozionati dal privilegio di essere così "importanti". Poi, ci siamo salutati e dato appuntamento ad un prossimo futuro, che sicuramente non ci avrebbe mai più fatto….rivedere.

Dimenticavo…..il 20 ottobre compivo i miei 20 anni, 15mila km lontano da casa, e con me festeggiavano gli anni Caniato Massimo (portiere dell'Inter) e Zanutta Daniele (difensore della Sampdoria).

Il nostro Compleanno

Eravamo stati 14 o 15 giorni lontani dall'Italia, a me sembrava una vita. Ritornai a Brescia e con la mente al campionato di serie "B".

L'anno passava tranquillamente, tra alti e bassi, fino ad Aprile 1988.

Fui convocato con la Nazionale Under 21 di serie B. Solito ritiro (Coverciano), soliti campi d'allenamento, ma allenatore diverso: Sergio Brighenti.

Partenza per gli Stati Uniti D'America. Esperienza nuova e piena di fascino, andavo nella "culla del mondo" ed ero un po' emozionato. La tournée si divideva in due parti: tre giorni a Toronto (Canada) e amichevole contro la stessa nazionale, e poi tre giorni negli USA, precisamente a Boston per l'altra amichevole contro i pari età USA.

In Canada vincemmo per 3-1, campo sintetico e poca gente sugli spalti: evidentemente il calcio non era uno sport molto praticato. A Boston vincemmo per 5-1 su di un campo al limite della praticabilità, si dava poco credito alle manifestazioni calcistiche al punto che l'illuminazione fu approntata due ore prima della partita, con dei camioncini: roba da dilettanti. Finì la nostra tournée, tornammo a casa, l'America andava per la sua strada io per la mia. Mi divertii, fu una bell'esperienza che ricordo con piacere, riuscii a visitare anche il Boston Garden dove giocano i fenomeni del basket della NBA americana, i Boston Celtic di Larry Bird.

La stagione del 1988/89 mi catapultò nella Nazionale Militare.

Un anno intenso, ricco d'amichevoli che ci portavano a girare l'Italia da cima a fondo.

Una settimana a Padova, l'altra a Licata, poi a Udine, ed ancora a Pavia. Tutto in sintonia con i nostri obblighi militari.

Il 25 giugno 1989 arrivò, e noi andammo in ritiro pre-mondiali a Formia, Roma.

Della Nazionale facevano parte i vari Maldini, Mancini, Costacurta, Simone, Paganin, Piacentini e tanti altri professionisti di grande spessore.

Mario in azione

Dieci giorni e poi tutti trasferiti a Napoli, centro Paradiso, per aspettare l'esordio ai mondiali.

Primo incontro, a Caserta, avversario Qatar. Partita durissima e piena di cattiveria, finì 3-0 per noi, mentre furono espulsi tre giocatori avversari. Tante scuse dal loro delegato il giorno dopo.

A Cava dei Tirreni incontrammo il Marocco, 1-0 per noi, gol di Simone su mio assist.

Invece a Portici sfidammo gli Emirati Arabi, finì 1-1, e raggiungemmo la finale.

In finale ritrovammo il Marocco, non ricordo il regolamento ma sono certo che giocammo contro di loro e vincemmo meritatamente per 3-1, gol di Piacentini e doppietta di Mancini.

Festeggiammo con una cena di fine campionato, era il 17 luglio1989, con tante pacche sulle spalle, non so cosa sarebbe successo se fosse accaduto il contrario?

Il nostro mitico Francesco Rocca aveva lasciato un gran segno, e in questo fu aiutato anche dal suo secondo Spartano.

Ritornai a Brescia dopo una breve vacanza, ricominciai….e fu allora che conobbi Varrella, ma questa è un'altra storia.

La Nazionale ma ha dato molto, mi ha fatto crescere in una maniera più "ricca", più "piena". Mi ha fatto visitare posti dai volti contrastanti, dai risvolti poveri e duri di Conception in Cile alla ricca e sfavillante America. Dai rivoli sperduti di Subotica in Jugoslavia, alle maestose cascate del Niagara in Canada. Ho trasvolato gli oceani assistendo nello stesso momento al tramontare e al sorgere del sole. Ho fatto il volo più lungo che avessi mai fatto in aereo, Parigi - Rio de Janeiro 12 ore. Ho volato in un maestoso KLM 747 olandese, mai visto in vita mia.

Ed ora sorge un nuovo giorno, i miei anni diventano 22, la Nazionale la ripongo nel cassetto per i ricordi futuri.

Il mio nuovo campionato è pronto e io con esso.

AD MAIORA!

Un momento...i miei anni oggi sono 32 ed è già passata un'intera carriera calcistica.