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Fidenza

Il nome Fidenza è la riesumazione recente (1927) di un antico nome romano Prima, la città si chiamava Borgo San Donnino, e come tale è citata in tutti i testi sino al nostro secolo . In epoca romana, Fidentia Julia era un municipio importante, ascritto alla tribù Pollia, uno dei centri militari e amministrativi distribuiti lungo la via Emilia ad intervalli regolari di 25/30 chilometri (Piacenza, Fidenza, Parma, Reggio, Modena ecc ).Decadde nel terzo secolo, divenendo il modesto "vicus" tributario della vicina Parma.

A tale epoca risale l'episodio del martirio di san Donnino, destinato a dare alla città un nuovo nome, una rinnovata importanza ed una degna chiesa cattedrale Donnino era un dignitario alla corte dl Massimiano Erculeo, imperatore romano d'Occidente (as- soctato a Diodeziano, imperatore d'Oriente, nel 286), con il rango di cubicolario ossia custode della corona. Convertitosi al cristianesimo, Donnino ritenne incompatibile la sua presenza presso un sovrano pagano e persecutore di cristiani. Nel corso di una campagna di guerra in Germania, decise quindi di abbandonare la corte e fuggì verso sud accompagnato da altri fedeli convertiti. I soldati di Massimiano lo inseguirono lungamente, lo raggiunsero sulla via Emilla poco dopo Piacenza, e infine lo catturarono al passaggio del torrente Stirone presso il modesto villaggio di Fidenza. Qui il giorno 9 ottobre dell'anno 291, Donnino venne condannato a morte e decapitato e qui si verificò il miracolo: il martire si alzò, raccolse la propria testa, e reggendola sottobraccio guardò il torrente, raggiunse l'altra sponda, e alfine si pose a giacere.

La chiesa di San Donnino, sorta nei secoli seguenti per custodire le spoglie del martire richiamò molti devoti attratti dalla fama di guarigioni miracolose ed altri prodigi, e fu il primo nucleo attorno al quale sl svlluppò il Borgo. Meta di pellegrinaggi locali nell'ambito padano, Borgo San Donnino era altresì una tappa importante sulla via dei pellegrinaggi romei provenienti dal nord-Europa. Pochi chilometri a sudest di Borgo la strada romea si biforcava. Un ramo, diretto a Lucca puntava verso l'Appennino subito dopo il passaggio del Taro, dirigendosi verso il valico di Monte Bardone ( l'attuale passo della Cisa); l'altro ramo, diretto ad Arezzo, prosegiva per Parma ed oltre, lungo la via Emilia, per affrontare l' Appennino dopo Forlì (passo del Muraglione).