Lo spirito della D. U. D. A.

 

La Dichiarazione Universale dei Diritti dell' Animale è stata proclamata il 15 ottobre 1978 presso la sede dell'UNESCO a Parigi. Il suo testo è stato redatto, nel corso di riunioni internazionali, da personalità appartenenti al mondo scientifico, giuridico e filosofico e alle principali associazioni mondiali di protezione animale. Tale Dichiarazione costituisce una presa di posizione filosofica riguardo ai rapporti futuri tra la specie umana e le altre specie. All'alba del XXI secolo essa propone infatti all'uomo le norme di un' ETICA che dovrebbe essere fermamente e chiaramente espressa nel mondo attuale, già così turbato, minacciato di distruzione e nel quale violenza e crudeltà esplodono in ogni istante.

L' EGUALITARISMO della "Dichiarazione" deve essere ben compreso: l'affermazione dell'art. 1: "Tutti gli animali nascono uguali davanti alla vita e hanno gli stessi diritti all'esistenza "non esprime un'eguaglianza di fatto tra le specie,ma un'eguaglianza di diritti,non nega cioè le evidenti differenze di forme e di capacità esistenti tra gli animali, ma afferma il diritto alla vita di tutte le specie nel quadro dell'EQUILIBRIO NATURALE.

L' uomo, nel corso del tempo, ha stabilito un codice di diritti relativi alla propria specie; ma, nei confronti dell'universo, non dispone di alcun particolare diritto. L'uomo è, in effetti, una delle specie animali terrestri, e una delle più recenti comparse sulla terra. La Vita non appartiene alla specie umana, l'uomo non è nè il creatore nè il detentore; la vita appartiene tanto all'insetto che al pesce, tanto al mammifero che all'uccello.

L' uomo ha invece creato nel mondo vivente una gerarchia arbitraria che non esiste in natura, tenendo conto solamente della propria utilità.

Questa gerarchia antropocentrica ha condotto allo SPECISMO, che consiste nell'adottare un atteggiamento differente secondo le specie, nel distruggerne alcun proteggendone altre, nel dichiarare che certe specie sono "utili", altre "nocive", o "crudeli". Per causa dello SPECISMO alcuni proteggono il cane e il gatto, mentre non si preoccupano degli animal selvatici imprigionati negli zoo, oppure proteggono le aquile e perseguitano le talpe.

Per specismo si è riservata "l'intelligenza" all'uomo e si è concesso "l'istinto" all'animale. Lo specismo ha anche indotto l'uomo a ritenere che l'animale non soffrisse come lui, per poterlo usare e sfruttare Come il "razzismo", che nega a certi uomini quei diritti che altri uomini si attribuiscono, si può definire un CRIMINE CONTRO L' UMANITA', così lo "specismo", che stabilisce una gerarchia di diritti nel mondo, è un CRIMINE CONTRO LA VITA .

I principi della "Dichiarazione" aiutano l' umanità a ritrovarsi in armonia con l'universo. Non hanno certamente lo scopo di far regredire l'uomo alla vita primitiva, ma tendono a indurlo al RISPETTO PER LA VITA , perchè l' uomo ha il DOVERE, per il bene di tutta la COMUNITA' BIOLOGICA alla quale APPARTIENE e dalla quale DIPENDE, di rispettare la Vita in tutte le sue forme.

La D.U.D.A. proponeva nel 1978 regole di comportamento umano nei vari settori in cui l'uomo si incontra e/o si scontra con la natura e gli animali:

 

rispetto per gli habitat e per gli animali selvatici (quindi rinuncia o riduzione di caccia e pesca);

rinuncia all'uso di animali per divertimento o pseudocultura (zoo e circhi);

rinuncia all'addomesticamento autoritario di alcune specie:

per fini alimentari (allevamenti intensivi, trasporti, macellazioni)

per fini commerciali e sportivi (cani, gatti, cavalli e altri animali)

per l'abbigliamento (animali da pelliccia)

rinuncia all'uso di animali per la ricerca biomedica, industriale, cosmetica, didattica,ecc.;

rinuncia ai maltrattamenti, alle crudeltà, agli abbandoni di animali domestici;

rinuncia all'uso, alla tortura, all'uccisione di animali a scopi di divertimento

(corride, combattimenti di cani, rodei, corse, feste sadiche, ippica)

L' ETICA BIOLOGICA della "Dichiarazione" non ha certo lo scopo di far dimenticare la lotta contro la miseria dell'uomo, contro la fame, la guerra, la tortura, l'egoismo, ma induce l'umanità a ritrovare il suo posto tra le specie viventi e ad integrarsi in un nuovo equilibrionaturale,condizione fondamentale per la propria sopravvivenza .

Ciò significa che la specie umana deve modificare il suo modo di pensare per rinunciare progressivamante alla sua attitudine antropocentrica, come ad ogni comportamento zoolatrico, per adottare un comportamento BIOCENTRICO fondato sulla tutela della Vita. In questo senso la Dichiarazione universale dei diritti dell'animale è una tappa importante della cultura umana.

 

Significato ecologico del documento

 

Alla luce dei più recenti studi della moderna biologia la "Dichiarazione" propone le norme di un' etica fondata sul diritto all'esistenza di tutte le specie, nel quadro dell'equilibrio naturale. Ne deriva per l'uomo il dovere di rispettare la Vita in tutte le sue forme nel rispetto dell'UNITA' e, al tempo stesso, della DIVERSITA' degli esseri viventi; ne deriva ancora l'impegno ad una lotta pacifica ma ferma per ridurre ed eliminare la sofferenza, la tortura, la distruzione nell'ambito della comunità biologica a cui l'uomo appartiene e dalla quale dipende.

Ogni specie, ogni individuo contribuisce, con la sua originalità, ad assicurare la stabilità dinamica della biosfera e dunque la sopravvivenza di tutti i suoi componenti. Ogni specie, ogni individuo possiede dunque DIRITTI NATURALI ad un'esistenza degna. La specie umana ha invece iniziato un'autoritaria gestione dell'economia biologica, gestione che è assicurata da una continua gerarchizzazione delle specie e degli individui, riferita esclusivamente alle possibilità di un gruppo culturale usato come unità di misura.

L'addomesticazione totalitaria della Natura da parte dell'uomo è avvenuta a prezzo di sofferenze, distruzioni e uccisioni di specie ed individui fino a minacciare d'esitinzione l'Evoluzione e l'esistenza di tutta la biosfera.

Poichè l'uomo ha superato il limite oltre il quale l'equilibrio naturale può essere definitivamente sconvolto, con danno irreversibile anche per la specie umana, è necessario limitare quei diritti sul mondo che l'uomo si è sconsideratamente arrogato.

Tale documento è quindi una proposta operativa per un impegno di vita che si realizzi nel rifiuto del consumismo, dello spreco, dello sfruttamento e nella gestione equa delle risorse, nella scelta di beni essenziali nel rispetto dell'equilibrio biosferico sia nel settore produttivo che in campo scientifico, culturale e del tempo libero.

Sul piano giuridico la Dichiarazione indica una strada per il riconoscimento e la tutela dei diritti dell'animale considerato non in relazione al possesso,all'affetto o all'utile ecologico dell' uomo, ma come soggetto, individuo, portatore di interessi vitali.

La Dichiarazione universale dei diritti dell'animale, redatta dalla Lega internazionale dei diritti dell'animale, è stata presentata a Bruxelles il 26 gennaio 1978 e sottoscritta da personalità del mondo filosofico, giuridico e scientifico; successivamente è stata proclamata a Parigi presso la sede dell'UNESCO, il 15 ottobre 1978, presenti Remy Chauvin, etologo e scrittore, Alfred Kastler, premio Nobel per la fisicia, S.E. Hamza Boubakeur, rettore dell' Istituto Mussulmano della Moschea di Parigi, il prof. Georges Heuse.

La delegazione italiana era costituita dalla dr. Laura Girardello, dal dr. Giovanni Peroncini, dal prof. Mario Girolami e dalla prof. Clara Genero.