Manifesto anticristiano


Premetto che sarebbe doveroso chiamarlo manifesto contro le fedi religiose in generale. Purtroppo però non ho troppa voce in capitolo per fare delle analisi critiche approfondite delle altre religioni all'infuori del cristianesimo, e me ne dispiaccio molto. Comunque il cristianesimo è un buon inizio perché rappresentativo di quello che voglio dire.


 

 

Gennaio 2001

 

"La speranza è l’ultima a morire, PURTROPPO!"

Più o meno tutte le persone dotate di intelligenza nella loro vita combattono battaglie intellettuali, e anche se sono consapevoli di non ottenere risultati pratici lo fanno per soddisfazione personale; la mia è quella contro l'ipocrisia religiosa.

Qui vi riporto due brevi scritti che riassumono un po' quello che io penso: una lettera sulla morale cristiana i cui contenuti ho tratto da un'analisi di un'opera di Nietzsche e una dissertazione sull’esagerazione del dogma e la giustificazione dell'uso della ragione.

Sappiate che comunque quanto detto viene fatto nel rispetto (intellettuale) delle persone a cui è riferito, e non se ne vogliano male gli indifferenti.

 

1.CREPUSCOLO DELLA MORALE CRISTIANA

RIVOLTO AL CRISTIANO:

Dimostreremo qui che la morale, in particolare quella cristiana, il dover-essere è nichilismo e impostura.

La morale si costituisce nella misura in cui assume una distanza nei confronti della realtà ed è proprio questo movimento di allontanamento dall’effettuale che è nichilistico. Infatti il nichilismo consiste nel movimento che si arroga una super-realtà da cui giudicare la vita, e così limitarla, condizionarla, distruggerla. In un senso più profondo, questa realtà è nichilistica nella sua sostanza stessa, perché sa benissimo di non potersi affermare e mantenere a livello fattuale, empirico e vitale: essa si spaccia per ideale perché non è reale, pone un al di là perché non ha la forza di essere qui ed ora, parla di una vita vera trascendente e futura, perché è stata sconfitta nell’unica vita esistente.

La morale nasce dalla pretesa di conservare e di mantenere in vita ciò che è stato condannato dalla storia, ciò che è malato, maturo per il tramonto, fallito sul piano dei fatti, creando un nuovo ambito per definizione distinto dalla realtà, che è appunto quello ideale del dover-essere. Così essa cerca di tutelare e di sottrarre alla morte le esperienze che cessano di essere vitali, mentre quando queste ultime erano vive non c’era bisogno di affermarne il valore.

Ora vediamo di spiegare il motivo storico di queste affermazioni. Il dio originario degli Ebrei era concepito antropomorficamente come padre e re, potente e vendicativo. Quando questa potenza venne meno invece di abbandonarne il simbolo, i preti ebraici iniziarono un processo di moralizzazione del loro concetto di dio che trova il suo coronamento nel vostro cristianesimo. Perciò il concetto morale del vostro dio si fonda sulla sua morte: << il nulla divinizzato, la volontà del nulla santificata in dio!>>. Il cristianesimo è perciò la più nichlistica delle religioni: la sua origine sta nel progetto di spacciare la sconfitta storica di Gesù, la sua morte inutile e ignominosa sulla croce, per una vittoria in un <<altro>> mondo.

Alla base del cristianesimo e della sua morale stanno la debolezza, la malattia, la decadenza e il risentimento; esse non sono in grado di dar vita ad esperienze originali, di inaugurare nuove età. Esse preservano solo un passato privo di vita, perché non possono rinascere. Esse per di più non hanno bisogno di quel sovrappiù che è l’affermare a parole la loro verità e moralità. La morale è il tentativo di conservare le esperienze trasformandole in verità e in dovere: la funzione del prete è appunto quella di nascondere, tramite la sanzione del loro valore, la loro fine storica.

La morale è il mezzo con cui i preti costituiscono il loro potere, tiranneggiando le masse formano delle mandrie. IL PROGETTO STORICO DEL CRISTIANESIMO E’ APPUNTO QUELLO DI UNA GIGANTESCA MISTIFICAZIONE PER CUI I PIU’ IMPOTENTI, I MENO CAPACI DI CREARE, DIVENTANO PADRONI DEL MONDO IN NOME DI ENTITA’ TRASCENDENTI CHE ESSI STESSI GESTISCONO E AMMINISTRANO ! Poiché dalla realtà i preti hanno avuto solo sconfitte essi ne hanno fatto a meno: animati da un rancore, da un risentimento, da un odio profondo e radicale nei confronti di essa , hanno fondato il loro potere su astrazioni (dio come sommo bene), su deliri (il peccato) e su fantasie (l’aldilà). I preti hanno sempre avuto bisogno della guerra, del fanatismo e dell’indignazione, poiché soltanto con uno stato permanente di allarme, di sovraeccitazione, di isterismo, provocato e sostenuto dal sangue dei martiri e dalle fobie dei più emotivi e meno razionali, era possibile tenere lontano le masse dalla realtà.

Il cristianesimo è rinunciatario nella sua essenza perché si accontenta di promesse e speranze e ha nei confronti della realtà un atteggiamento proiettivo nel porre sempre l’essenziale altrove in un futuro che non si realizzerà mai. A questo proposito, l’idea tipicamente ebraica e cristiana della bibbia come libro che cambia la vita si fonda su un completo capovolgimento del naturale rapporto tra l’esperienza e il libro, tra la vita e la teoria: essa attribuisce surrettiziamente al libro e ai suoi interpreti l’autorità di sottrarre i lettori e i seguaci al loro presente e alla loro realtà imponendo a questi , leggi, precetti, preconcetti e comportamenti privi di rapporti con le concrete esigenze umane.

In fine (fine relativa a questo scritto) la morale nasconde la morte di dio con un concetto sempre più astratto e più puro di dio stesso. Invece lo scetticismo da noi ostentato riconosce l’irreversibilità di questa situazione e apre così la strada all’oltrepassamento del cristianesimo. Lo scetticismo non ha paura di ammettere la morte di dio e la morte dell’uomo come fatto inesorabile, la relatività e l’impurità di tutto, perché contiene in sé una realtà che oltrepassa tutto ciò che è statico, fisso, immobile: questa realtà è cioè la vita, l’istinto, la volontà di potenza ossia l’inconscio o la pulsione.

 

2.DE RATIO ET ORATIO

 

Le idee che qui esporremo sono state formulate dopo che abbiamo avuto modo di riflettere coi nostri compagni di studio sul rapporto tra fede e ragione, avvalendoci anche del parere di alcuni nostri professori del Dipartimento di Fisica dell’Università di Milano. Abbiamo avuto tempo sufficiente per rielaborare alcuni concetti che ora esporremo, con l’intento di aprire un ritaglio di ordine e calma in mezzo a quel mare tortuoso che è il mondo dei superstiziosi oggi; sì perché, checché se ne dica, usare la ragione a volte è il modo per rendere più pacifiche le cose e soprattutto non fa arrugginire il cervello tentando di seguire ciecamente un credo inutile e fuorviante. E' significativo come fermarsi a pensare un po’ usando il cervello produca in maniera naturale e senza difficoltà queste idee; ci si chiede allora quale sia la ragione astrusa del nascere di fesserie come le religioni, l'astrologia, il ritardismo al Lotto e la fama televisiva di Maria DeFilippi!!!

Per iniziare abbiamo indagato la vera putrida natura di un personaggio tristemente noto a tutti, A. Z. (di esso possiamo solo dare le iniziali, come per un delinquente minorenne sui quotidiani, in quanto esso si diverte a querelare) e più in generale di un atteggiamento di cui tale personaggio è strumento, in altre parole il dogmatismo religioso. Non vogliamo insistere sulle scarse capacità scientifiche di Z., già sottolineate a sufficienza dai vari articoli che si trovano su internet riguardo ai suoi libri, quanto piuttosto sul danno che costui arreca alla scienza. [Premettiamo, riguardo agli articoli che troverete sul web, che esiste una legge sperimentale che collega tutti questi scritti ed è riassumibile nel seguente teorema: sia dato un qualsiasi articolo di commento sui "lavori" scientifici divulgativi di Z.; se ammettiamo che l'autore ha spirito critico scientifico e sale in zucca allora necessariamente l'articolo sarà deprecatorio e sarcastico.]

In quale modo avviene il danno? E’ presto detto. Z. comunica, attraverso le sue grottesche apparizioni televisive a coloro che sono sprovvisti di senso critico scientifico, un’immagine distorta di quello che il pensiero scientifico e la scienza sono fondamentalmente (o dovrebbero essere), cioè appunto puro senso critico. Infatti l’effetto prodotto dai suoi discorsi è l’esatto opposto del senso critico e consiste nell’introduzione nel comune modo di pensare del dogma. Non solo, ma illudendo il pubblico di massaie, operai e pantofolai della domenica di aver acquisito uno spirito scientifico solo per il fatto di aver ascoltato lui, allontana ancor di più dalla scienza.

E’ pur vero che la reale ricerca scientifica procede (fortunatamente!) nonostante le interminabili pubblicazioni di Z., ma questo inquinamento a piede libero delle menti ci pare un crimine di massa. Facciamo un esempio per dimostrare questo. Consideriamo cioè, più in generale, l’atteggiamento di Z. e della Chiesa Cattolica nei confronti della teoria di Darwin sull’evoluzionismo biologico. Quest’ultima, data la sua semplicità, offrirebbe il modo alla scienza di entrare nella sfera del senso comune, se non ché queste due illusorie autorità (Z. e la Chiesa) la rendono ridicola e priva di valore imponendola come falsa ai propri credenti. Così facendo, attraverso i suoi "profeti", il cattolicesimo incenerisce l’uso della ragione, riducendo il suo popolo di fedeli (che purtroppo in Italia consiste nella maggioranza della gente) ad una massa di pecore belanti in balia del pensiero dominante. In realtà noi ad ogni posizione dogmatica non imputiamo solo questo crimine, ma anche quello più grave di umiliare e brutalizzare le menti tentando di imporre per osmosi concetti irragionevoli, spacciandoli per verità assolute e inconfutabili!

La nostra posizione non è indebolita affatto dalla visione comunemente accettata che descrive un mondo ateo come crudele e immorale, alla quale la Chiesa si appiglia in un patetico tentativo, tristemente efficace, di controllo delle menti a partire dall’infanzia. Ma ci sentiamo in obbligo intellettuale di denunciare quello che consideriamo il più tremendo dei crimini del cattolicesimo, cioè la catechesi infantile come indottrinamento forzato, di cui però parleremo più avanti. Sarebbe necessario intervenire quindi in tal senso alla radice del problema, per impedire che quello che noi chiamiamo il "seme" venga impiantato nelle menti infantili (con la catechesi forzata appunto), ancora per loro natura così poco abituate a ragionare individualmente ed avvezze a considerare verità-assoluta ciò che viene detto da una qualsiasi autorità sociale, religiosa e politica. Un saggio proverbio latino ci viene incontro :<<Opinio magistri probabilis tantum!>>

Vorremmo quindi dire qualcosa a proposito di questo fatto, cioè di quello che noi chiamiamo il "seme". La situazione è questa (perlomeno in Italia): si nasce e si viene battezzati, e già qui sta il primo atto di violenza inammissibile. Infatti il battesimo viene fatto per "inerzia" a qualsiasi neonato (non si sa perché lo si fa ma lo si fa perché tutti lo fanno e non si trovano motivi per non farlo; io di motivi ne ho) e il genitore che vi si opponga (in modo naturale) viene visto come eretico. Prima di tutto bisogna dire che il neonato non è in grado di pensare da solo e quindi è un atto di violenza sociale ed intellettuale imporgli un'etichetta che lui esplicitamente non ha richiesto. Qualcuno a questo punto potrebbe controbattere dicendo: ma se voi non siete credenti allora cosa vi importa del battesimo, dato che per voi non ha nessun valore? Domanda lecita, perché ci permette di ragionare oltre, ma assai ingenua perché devia dal vero problema. Infatti è chiaro che pur non attribuendo noi alcun valore al battesimo è palesemente vero che proprio per questo, cioè per il fatto che esistono persone per cui la religione non ha alcun senso, è scorretto dare a chiunque indistintamente il battesimo, anche se i genitori sono religiosi!! La prima conquista della razionalità umana è quella di poter discernere autonomamente tra quello che serve e quello che non serve; bisogna lasciare l'eventualità che sia il ragazzo con la sua mente pienamente formata a decidere se credere in fandonie o meno; nel frattempo gli indottrinatori non possono approfittare di lui

Ma finora sembra che si stia scherzando parlando solo di etichetta del battesimo, perché se ci limitassimo a questo non ci sarebbe troppo da lamentarsi. Il fatto è che dopo il battesimo, per il bambino che cresce, inizia tutta una serie di forzature mentali quali messe, imposizione dei ben noti sacramenti e ahimè il catechismo!! Danno dei danni!! Ecco quindi che ora la faccenda si fa alquanto seria ed è necessario analizzare più a fondo la situazione.

Innanzitutto la catechesi offre al bambino, oltre che a fandonie indimostrabili, uno scorretto modo di vedere la crescita e l'apprendimento, cioè quello di accumulare informazioni e farle passare per oro colato senza un minimo di senso critico nei confronti di quelle nozioni che i catechisti ritengono fondamentali (la creazione, gli eventi biblici, i miracoli, il peccato ecc.). E' questo l'orrore più atroce degli strumenti della chiesa: ridurre il cervello a scatola monouso piuttosto che ad agile strumento critico e raziocinante. E il brutto è che questa forma-mentis rimane anche in certi adulti che non hanno avuto modo di ribellarsi a questa tendenza soffocante!!

Come si dimostra ciò? Presto fatto (per lo meno nell'infanzia): basta chiedere a un qualsiasi bambino che è cresciuto in mezzo all'ambiente di cui sopra di dire quali sono le cose brutte del mondo secondo lui; risponderà che è brutto uccidere, rubare (e fin qui va bene) e aggiungerà che sono cattivi quelli che non credono a dio e, cosa più infame, che è brutto l'inferno e che è bello il paradiso, che Abele è bravo e Caino cattivo, e così via...verso un mare di frasi fatte e parole inculcategli dagli educatori. Non è colpa sua; sarebbe logico che i preti e i catechisti si rendessero conto che insegnando la bibbia come verità da seguire ciecamente (che brutta parola!) commettono un crimine atroce! E il misfatto è proprio quello di allevare una gioventù che crede perché gli è stato detto che credere è bene e non credere è male e fa andare all'inferno, soffocati dall'idea castrante di peccato e ira divina. E, orrore degli orrori, chi si sofferma ad avere dubbi sull'esistenza di dio perde il titolo di credente (fin qui tutto bene) e guadagna quello di eretico che perciò va escluso, e dato che la maggioranza della gente vive in questo brodo è naturale che così facendo lo si rende socialmente un poco di buono. E tutto questo perché? Praticamente solo perché ha usato la sua testa e si è messo finalmente a cercare di capire quante (troppe) cose il cattolicesimo dà per oro colato inutilmente.

E' ragionevole ammettere che non è naturale e soddisfacente credere solo perché moltissima gente per tanti secoli lo ha fatto!!! O perché tanta gente ha scritto dei libri "sacri"! E ' vero che non si crede solo per tal motivo, ma è corretto affermare che secoli di indottrinamento delle menti offrono purtroppo anche questa strada ai giovani odierni: cioè il dogma. E' assurdo che certa gente pensi in questi termini: <<ma se così tante persone credono a dio e scrivono profezie e rivelazioni, possibile che siano tutti rincitrulliti e che sia tutto falso?>>. Assurdo!

Il dogma impone all'uomo l'idea di essere divinizzato in quanto prescelto e di essere al centro dell'universo perché parte del progetto di una divinità che permea tutto. Noi personalmente non vogliamo rinunciare alla nostra isoletta di dispiaceri umani e di fatiche intellettuali da infimi agglomerati organici quali siamo, vaganti in una minuta parte dell'universo, senza dover inventare che ci sia un diritto divino superiore che ci guida (paranoie); è naturale che tutti abbiano dubbi e problemi, ma perché ammettere che ci sia dio a giudicarci e a risolvere tutto? Perché relegare le colpe in un aldilà? Perché non tentare di agire concretamente sui problemi? E' forse per incapacità? No! Visto che ci sono persone che lo fanno anche se con fatica.

Il motivo di questo rinunciatarismo a mio modo di vedere è principalmente l'inerzia insita nell'uomo che rende le persone assoggettate agli eventi e alle correnti di pensiero "comune" senza reagire; infatti è proprio così che la religione fa proselitismo, cioè entrando nella sfera del vivere comune rendendo inutili e castrando (ahimè) le basilari discussioni critiche dei suoi fondamenti che rischierebbero di metterla in crisi. Così la gente nasce ed è spontaneo che venga annoverata nella sfera dei cristiani, solo perché sono la religione dominante! (Capiamoci, vale anche per le religioni in genere, ma noi parliamo del cattolicesimo perché è più vicino alla nostra esperienza)

A dimostrazione di quanto detto bisogna ammettere che la fede viene insegnata ai figli nella maggioranza delle famiglie come una delle prime cose da imparare, e non ci si rende conto che questa tendenza appartiene al solito filone, già richiamato sopra, del voler evitare di ragionare e di far ragionare. La realtà dei fatti dimostra che la ragione smaschera le crepe mentre la fede le nasconde ed è per questo che si tenta di coprirla (<<credi e non pensare che quello che fai può non essere logico, fallo e basta>>). Cosa sia giusto fare non è dato dirlo, anche perché il "giusto" è un concetto inutile, ma comunque resta il fatto che per costruire qualcosa di utile nella propria mente bisogna usare lo spirito critico; esso è il solo che è in grado di scardinare quello che non funziona per poi ricostruire con criterio quello che è più utile per sé stessi e per la propria epoca. La ragione fa evolvere e il dogma fa retrocedere. Ma purtroppo nella religione non c'è spazio per il senso critico e quindi non c'è possibilità di scardinarla: la superstizione, è dimostrato, vince sempre.

In una recente intervista il noto Professore di Logica Matematica Piergiorgio Odifreddi ha espresso una rassegnata constatazione del fatto che, stando così le cose e vigendo il 2° principio della termodinamica, difficilmente lo spirito critico (salute) dilagherà a discapito della superstizione (malattia). Noi siamo d’accordo con lui; la situazione non potrà certo migliorare fintanto che persisterà l’indottrinamento di cui sopra.

Accorgersi di tutte queste nefandezze è semplice e basta usare un minimo la capacità di ragionare che è insita in ogni mente, facendo un'analisi accurata di quante siano le cose subdole che il cattolicesimo impone. Chi vive immerso in esso è reso inerme dall’inerzia della sua volontà e dal fatto che ormai il cattolicesimo si è fatto istituzione possente.

Infine è bene rendersi conto di un fatto fondamentale; è triste per noi sapere che esistono persone per le quali l'anticristianesimo e il satanismo siano due cose equivalenti e persino coincidenti. Purtroppo per loro questo è totalmente scorretto logicamente e presuppone l'ignoranza del fatto che per noi anicristianesmo significa soprattutto antidogmatismo. Infatti il satanismo presuppone, al pari del cristianesimo, la credenza in un dio-idolo (Satana) e in dei riti e dogmi volti a celebrarlo; la stessa cosa fa il cristiensimo nei confronti del suo dio. Quindi lo stesso principio che esclude di dover rendere conto al dio dei cristiani rende altrettanto palese l'inutilità di credere al demonio e di celebrarlo. Riteniamo perciò quest'identificazione un errore concettuale intollerabile.

 

 

Se volete prendete pure questi concetti per i deliri di un pazzo, ma prendeteli.

 

 

Info:

p.giancarlo@libero.it

 

Leggete anche quanto scritto dal mio amico Giovanni sullo stesso argomento:

http://digilander.iol.it/Sirtor/Scritti/Scritti.html

... MOLTO INTERESSANTI I SUOI SAGGI !!

Oppure vai al mio ultimo saggio Eppur si move di ben'altro tenore rispetto a questo!

 

 

 

La musica di sottofondo è Chopin-Fantasie impromptu