FanFiction - La memoria

 "LA MEMORIA"
di Taty

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Riassunto: Liz perde la memoria a causa di un incidente che si rivelerà, poco dopo, “particolare”. Riuscirà Max a farla ricordare?

Data di stesura: 28/05/2002 - 04/06/2002

Nota dell'autore: Mi piacerebbe sapere le vostre impressioni. Incontriamoci nel Forum

Era una calda serata d’estate e Liz se ne stava seduta sulla sdraio nella terrazza di camera sua a scrivere il suo diario circondata da candele profumate. La scuola era finita da qualche giorno con grande sollievo di tutti i ragazzi, ma Liz non riusciva a gioire: ripensava in continuazione a quel giorno nella Stanza delle Capsule, al messaggio della madre di Max ed Isabel, alla rivelazione del loro destino ed alla sua fuga da Max. Aveva corso e pianto tantissimo quel giorno e le lacrime non avevano cessato di scendere neanche i giorni successivi. Non riusciva a pensare di dover stare lontana da Max, le sembrava impossibile, ma era quello che doveva fare. Doveva lasciarlo libero di seguire quel destino che era stato deciso per lui e per tutti gli altri e il cuore le si spezzava. Il dolore che provava le aveva impedito anche di scrivere il suo diario, ma quella sera aveva deciso di tornare a scrivere; solitamente, dopo aver messo per iscritto i suoi pensieri, si sentiva meglio e in quella calda serata era lì, seduta, con il suo diario in mano, cercando di sfogare il suo dolore: “Caro diario, è tanto che non scrivo. La scuola è finita e purtroppo anche la mia storia con Max. Gli è stato rivelato il suo destino ed io non ne faccio parte. Sono disperata…” Mentre scriveva, una lacrima le rigava il viso e cadde su quelle poche parole scritte con la mano tremante. Con un impeto di rabbia, chiuse in fretta il diario e andò a riporlo nel suo nascondiglio; non riusciva a scrivere altro, ma quelle poche parole esprimevano comunque al meglio il suo stato d’animo. Impiegò solo pochi minuti e prima di tornare in terrazza, prese un fazzoletto per asciugarsi gli occhi ancora umidi. Stava per uscire quando, aldilà della finestra, intravide una figura. In un primo momento sobbalzò per lo spavento, ma osservandola meglio comprese chi era. Era una figura a lei molto familiare ed il cuore prese a battere all’impazzata. Gli si avvicinò e con un soffio di voce disse: “Max!”. Lui la guardò negli occhi e sussurrò: “Liz!”. Continuarono a guardarsi negli occhi mentre il profumo delle candele continuava ad avvolgerli. Liz distolse lo sguardo da Max e si allontanò da lui: “Cosa ci fai qui?”chiese timidamente “Sono qui per dirti che non ho intenzione di lasciarmi sopraffare da un destino che è stato deciso per me e che non è quello che voglio!” Liz tornò a guardarlo negli occhi alimentata da una speranza che le sembrava molto lontana ma che le scaldava il cuore e con un filo di voce chiese: “E… cosa vuoi invece?” Max si avvicinò a Liz continuando a guardarla negli occhi e quando le fu di fronte disse: “Voglio te!”. Quella che fino a quel momento era rimasta una speranza, ora era diventata una realtà e Liz non riusciva a crederci. Un’altra lacrima le scese lungo la guancia mentre pensava che quella era l’unica cosa che voleva sentirsi dire. “Ho sempre e solo voluto te, nient’altro! Questi giorni sono stati terribili! Ho perfino evitato di venire al Crashdown, ma non ce la faccio! Io ho bisogno di vederti, di parlarti, di abbracciarti e… di baciarti!” – “Max, non puoi! Io non faccio parte del tuo destino e questo lo sai!” – “Non mi importa di quel destino! Solo io sono il fautore del mio avvenire e tu nei fai parte!” – “Ma…” Liz non ebbe il tempo di finire la frase che Max la interruppe: “Dimmi solo una cosa: tu vuoi stare con me?” Liz rimase in silenzio; avrebbe voluto dirgli che lo amava e che gli sarebbe rimasta accanto per sempre, ma non ne aveva il coraggio. Aveva paura di quello che sarebbe potuto succedere e non riusciva a rispondere alla domanda del ragazzo. Vedendo l’incertezza di Liz, Max continuò: “Dimmi solo di sì e il nostro destino avrà un seguito. In caso contrario, non mi rivedrai mai più!” Liz vide la decisione sul volto di Max e sapeva che non le mentiva; non voleva perderlo, ma sapeva che sarebbe successo se lei avesse detto di no. Rimase un attimo in silenzio guardando gli occhi nocciola del ragazzo e si perse nel suo sguardo profondo e senza pensarci un attimo di più rispose: “Si”. Il volto di Max si illuminò di un sorriso meraviglioso; il ragazzo si avvicinò a Liz, le accarezzò la guancia asciugandole la lacrima e la baciò con tutta la passione che aveva in corpo. Le emozioni e le sensazioni di Max fluirono nella mente di Liz e Max poté vedere il cuore della ragazza. Liz lo abbracciò forte, un abbraccio liberatorio che cancellò ogni traccia di tristezza e di malinconia. Rimasero abbracciati per un tempo che a Liz parve interminabile, poi si sedettero e Liz gli raccontò come si era sentita fino a pochi minuti prima. Gli raccontò la sua disperazione, la sua tristezza e Max fece altrettanto. I loro cuori erano di nuovo uniti in un legame indissolubile, anzi lo erano sempre stati e quella sera i due ragazzi, finalmente, lo capirono. Parlarono per ore fino a quando Max si accorse dell’orario e, a malincuore, decise di tornare a casa. I primi raggi di sole filtrarono attraverso la finestra della camera di Liz. La ragazza, dopo aver cercato di nascondersi sotto alle lenzuola, decise di alzarsi. Era raggiante: la sera precedente era stata la serata più bella della sua vita. Decise di farsi una doccia e poi si recò in cucina dove la madre stava preparando la colazione. “Buongiorno tesoro, come mai già in piedi stamattina? E’ giorno di chiusura oggi, non te lo ricordi?” – “Buongiorno mamma! Certo che me lo ricordo, ma devo andare da Maria. Abbiamo un appuntamento stamattina, andiamo a fare un giro nel nuovo centro commerciale!”. Liz si sbrigò a mangiare, non voleva che la madre le facesse domande: si sentiva al settimo cielo e faticava a nasconderlo, ma sapeva che se fosse rimasta un minuto in più la donna se ne sarebbe accorta, e per il momento non voleva dire niente… tranne a Maria. Non vedeva l’ora di incontrare la sua migliore amica per raccontarle della sera precedente e sapeva che la ragazza sarebbe stata felice per lei. In un attimo fu fuori di casa e senza neanche accorgersene si ritrovò davanti a casa di Maria. Era arrivata in anticipo, ma suonò ugualmente il campanello e dopo pochi secondi Maria la fece entrare. Liz non fece neanche in tempo a salutarla che Maria le disse: “Che cos’hai stamattina?” – “Perché?” chiese Liz cercando di fare finta di niente “Beh! hai un sorriso stampato sulle labbra che mi fa pensare che ti sia successo qualcosa di fantastico! Allora mi vuoi raccontare?” – “Oh, Maria! Non riesco proprio a nasconderti niente, non è vero?” – “E’ impossibile! Ti conosco troppo bene! E poi fino a ieri avevi un broncio, mentre stamattina… Beh! dai, cosa aspetti! Racconta!” – “D’accordo! Ieri sera ero in terrazza e stavo scrivendo il mio diario. Sono entrata un attimo in camera e quando sono uscita c’era Max!” – “Cosaaa? Ho capito bene? Il re di Antar era sulla tua terrazza ieri sera? E cosa ti ha detto?” – “Maria, è stato fantastico. Lui ha detto che sono il suo destino e che vuole solo stare con me!” – “E tu che gli hai detto?” – “Ho accettato!” – “Santo cielo Liz! Ma avete pensato a quello che potrebbe succedere? – “Si, ma abbiamo deciso di affrontare qualsiasi cosa insieme!” – “Oh, Liz! Sono contenta per te!”. Maria l’abbracciò, era davvero contenta per la sua amica, ma un pensiero corse a Michael. Perché quel ragazzo doveva sempre comportarsi in quel modo? Era indisponente, ma le piaceva da morire. Se solo anche lui avesse agito come Max… Maria finì di prepararsi ed uscirono. Andarono al nuovo centro commerciale aperto da poco; i negozi erano già affollati: con la fine della scuola molti ragazzi della Roswell High avevano avuto la stessa idea di Liz e Maria. Si fermarono con parecchi compagni di scuola a chiacchierare davanti alle vetrine ma Liz aveva sempre lo sguardo rivolto altrove. Maria se ne era già accorta da un po’ ed iniziava a sospettare che aspettasse l’arrivo di Max. La cosa non le dispiaceva molto perché probabilmente sarebbe arrivato assieme a Michael; quello che le dava fastidio era che Liz non gliel’avesse detto. Così, dopo avere salutato i ragazzi con cui stavano parlando, le chiese, un po’ infastidita: “Allora, a che ora vi siete dati appuntamento tu e Max?” Liz arrossì e si sentì in colpa per non aver detto niente a Maria e rispose: “Beh! veramente non è un appuntamento. Mi ha detto che forse sarebbe venuto a fare un giro con Michael, ma non era niente di sicuro!” – “Con Michael? Davvero?” – “Si! Ma sai com’è, doveva convincerlo!” – “Ho capito! Arriverà con Isabel!” – “Maria mi dispiace! Non ho voluto dirti niente proprio perché non era una cosa sicura e…” Liz si interruppe di colpo, il sorriso le apparve sulle labbra e poi disse rivolta all’amica: “Comunque Max è arrivato e non è insieme ad Isabel!” Maria fu sorpresa più di Liz nel vedere arrivare Michael e iniziò ad agitarsi ma poi si impose di stare calma. Nel frattempo, mentre si avvicinavano, Michael si rivolse a Max: “Ma come ho fatto a farmi convincere a venire con te, me lo spieghi?” – “Semplice! io te l’ho chiesto e tu hai accettato!” – “Si, ma non mi avevi detto che ci sarebbe stata anche Maria!” – “Ma tu sapevi che Liz sarebbe venuta con lei e l’idea ti è piaciuta, non è vero?” – “Ma cosa dici, quella ragazza mi mette in agitazione! e poi litighiamo in continuazione!” – “Si, ma ti piace e non puoi negarlo!”. Michael rimase stupito; non pensava che Max l’avesse capito ed aveva ragione: Maria gli piaceva davvero ma ora che insieme a Max e ad Isabel avevano deciso di non seguire il loro destino, poteva finalmente sentirsi libero e dire apertamente che Maria gli piaceva. Stare lontano da quella ragazza gli era sempre stato difficile, ma aveva dovuto farlo. Comunque rimaneva il fatto che loro erano alieni e stare insieme a quelle due ragazze significava metterle in pericolo, ma il fatto che Max avesse deciso di affrontare i problemi con Liz gli dava più coraggio e sicuramente anche una spinta in più per provare ad iniziare una relazione con Maria. Michael si girò verso Max, lo guardò negli occhi ed abbandonando le su difese rispose: “Si! Maria mi piace!”. Max non si aspettava una simile confessione da Michael, non era certo il tipo che si confidava, e si meravigliò per questo. Era vero, però, che erano tutti stanchi di dover vivere una vita così difficile, con problemi più grandi di loro da affrontare e senza nessuno con cui dividere le difficoltà se non tra di loro ed anche Michael aveva deciso di aprirsi di più per soffrire meno e Max gliene aveva appena dato la possibilità. Max appoggiò una mano sulla spalla di Michael e lo guardò in modo comprensivo, poi gli disse: “Dai, andiamo da loro! Sono sicuro che Maria non vede l’ora di salutarti!”. Maria, intanto, faticava sempre di più a mantenersi calma, e più loro si avvicinavano, più lei si agitava. “Dai Maria, sta calma!” – “Non ce la faccio! E se poi lui comincia con i suoi soliti discorsi? Lo sai come va a finire, litighiamo finchè rimaniamo vicini!” – “Maria, calmati! Comincia col dire un semplice ciao e poi vediamo come prosegue!” – “Ok, ok! Sono calma! Anzi, calmissima! Però sediamoci, è meglio!”. Le ragazze si sedettero in una delle tante panchine del centro e finalmente Max e Michael le raggiunsero. Inaspettatamente fu Michael a rompere il ghiaccio che, continuando a fissare Maria, disse: “Ciao ragazze! Anche voi qui a vedere il nuovo centro?” – “Ciao! Si, oggi che il Crashdown è chiuso abbiamo pensato bene di fare un giro!” rispose Maria contraccambiando lo sguardo di Michael: “Ho avuto anch’io la stessa idea e così ho accettato l’invito di Max! Beh! dai, andiamo a fare un giro!” e dicendo così allungò la mano verso Maria. La ragazza rimase sbalordita e con lei anche Max e Liz, ma non si lasciò scappare quell’occasione e così afferrò la mano di Michael e si incamminarono lungo le vetrine dei negozi. Liz e Max, ancora stupiti per quello slancio di Michael, li raggiunsero e girarono per una mezz’oretta tra i negozi del centro. Michael e Maria continuavano a tenersi per mano e la ragazza non riusciva a crederci. Cos’era successo a quel ragazzo che per tanto tempo l’aveva tenuta lontana dalla sua vita? Continuava a pensarci, ma allo stesso tempo continuava a tenere saldamente stretta la sua mano; temeva che se l’avesse lasciata non avrebbe più avuto la possibilità di camminare con lui mano nella mano. Decisero poi di fermarsi in un bar, si sedettero ad un tavolo ed ordinarono da bere. Rimasero a sedere per un po’ a chiacchierare del più e del meno quando ad un tratto Max, lanciando uno sguardo complice all’amico, disse: “Vieni Liz, voglio farti vedere una cosa!”. Liz aveva capito il perché di quell’invito, e senza fare domande seguì Max. Una volta rimasti soli, Michael e Maria si guardarono negli occhi e dopo qualche minuto di silenzio Maria disse: “Cosa ti è successo? Non ti eri mai comportato così!” – “Preferirei dirtelo in un altro momento!” – “Ma…” Maria non ebbe il tempo di terminare la frase che Michael la interruppe: “Ho intenzione di spiegarti tutto, ma non qui e… non adesso, per favore!” – “D’accordo! Come vuoi!”. Maria non riusciva a spiegarsi il comportamento di Michael, ma volle accontentarlo; e poi glielo aveva chiesto “per favore” il che la diceva lunga sul suo cambiamento; per la prima volta si era rivolto a lei con gentilezza e Maria non voleva rovinare quel momento. Si misero a fare commenti sul nuovo centro commerciale: cosa non piaceva, cosa avrebbero cambiato e continuarono a parlare tranquillamente, come mai era successo fino a quel momento. Nel frattempo Max e Liz continuavano a passeggiare, appena si furono allontanati Liz chiese: “Ma cosa gli è preso a Michael? Ha finalmente deciso di dichiararsi?” – “Può essere! Sai prima di venire da te ieri sera, abbiamo parlato per ore. Nessuno di noi aveva intenzione di seguire il destino che ci è stato rivelato, ma eravamo anche pieni di dubbi! Abbiamo deciso che salveremo ugualmente il popolo di Antar, ma costruendoci da soli un futuro qui sulla Terra.” Ci fu un attimo di silenzio e poi Max continuò: “Michael ed Isabel sapevano che ieri sera sarei venuto da te e credo che Michael abbia davvero capito l’importanza che Maria ha nella sua vita, così com’è successo a me nei tuoi confronti.” – “Oh, Max!” Liz abbracciò il ragazzo che se la strinse forte a sé e ancora una volta ebbe la conferma di avere fatto la scelta giusta. Avevano passato tutta la mattina a girare per il centro ed arrivò il momento di tornare a casa. Si incontrarono al bar dove si erano lasciati; Micheal e Maria stavano ridendo ed era bello vederli insieme felici. A Liz e Max dispiaceva molto doverli interrompere, ma purtroppo non avevano scelta. Si avviarono tutti insieme verso l’uscita e Max si offrì di accompagnarle a casa. Le ragazze accettarono ed una volta saliti sulla jeep si avviarono verso l’abitazione di Maria. Nonostante Max guidasse a bassa velocità arrivò il momento, per Michael, di salutare Maria e si diedero appuntamento per il giorno successivo; poi, arrivati davanti al Crashdown, Max e Liz si diedero un bacio veloce sulle labbra e si salutarono con la promessa di vedersi, anche loro, il giorno dopo. La sera arrivò velocemente e Liz non vedeva l’ora di andare da Maria. I suoi genitori si erano incontrati con dei vecchi amici di famiglia e si prevedeva una cena molto lunga, mentre lei era ansiosa di incontrare la sua amica per parlare della giornata appena trascorsa. Finita la cena, salutò tutti i presenti, prese la bicicletta e si avviò in tutta fretta verso la casa di Maria. Per tutto il tragitto non aveva fatto altro che pensare a Max e alla scena di Michael che porgeva la mano a Maria e non vedeva l’ora di parlarne con lei. Era ormai arrivata davanti a casa dell’amica; la ragazza la stava aspettando sui gradini d’entrata e Liz la salutò dall’altra parte della strada. Si accinse ad attraversare, ma non si accorse che in quel momento sopraggiungeva un’automobile. Successe tutto in una frazione di secondo: l’impatto con l’auto fu terribile e Liz si ritrovò stesa in strada senza conoscenza. Maria, sconvolta, corse subito verso l’amica gridando il suo nome e l’uomo alla guida dell’auto scese e si avvicinò a Liz. Prima che Maria potesse raggiungere l’amica, l’uomo mise una mano sulla fronte di Liz ed una luce giallognola si sprigionò. Non appena Maria fu vicina, l’uomo sparì, si volatilizzò in una nuvola di fumo; la ragazza rimase impietrita, ma si riprese subito e soccorse Liz ancora stesa sull’asfalto. Cercò di farla rinvenire, ma nonostante tutti suoi sforzi, non ne fu capace. Allora, come un fulmine corse in casa, prese il telefono e chiamò un’ambulanza che arrivò nel giro di pochi minuti. Liz fu portata all’ospedale e mentre i medici prestavano le prime cure, Maria, tra le lacrime, avvisò prima i Parker e subito dopo Max. Nell’arco di un quarto d’ora i signori Parker, Max, Isabel e Michael erano in ospedale per cercare di avere notizie di Liz. I signori Parker entrarono nel pronto soccorso dove era stata portata Liz mentre i ragazzi raggiunsero Maria. Non appena la vide, Micheal le corse incontro e la strinse in un tenero abbraccio; la ragazza era distrutta e non appena si sciolse dall’abbraccio di Michael raccontò agli amici, tra le lacrime e i singhiozzi, cos’era successo. Max non riusciva a credere a quello che Maria stava raccontando, non poteva pensare che la sua Liz si trovasse in un letto d’ospedale, ma sapeva già cosa fare: lo aveva già fatto un anno prima e non si sarebbe certo tirato indietro questa volta, ora che si era riavvicinato a lei. Anche Isabel era incredula, non andava molto d’accordo né con Liz né con Maria, ma non avrebbe mai permesso che succedesse qualcosa di brutto a nessuna delle due. Si avvicinò a Max per sostenerlo, gli passò un braccio sulle spalle e gli disse: “Max, so già cosa vuoi fare. Voglio che tu sappia che hai il mio appoggio. Se hai bisogno di me non devi fare altro che dirmelo!”. Max la guardò, i suoi occhi erano pieni di lacrime e con voce bassa disse: “Grazie Isabel! Ora devo solo sapere in quale stanza si trova Liz!”. Maria guardò Isabel stupita ma allo stesso tempo con uno sguardo di gratitudine e poi, fra i singhiozzi, disse: “Sono ancora in pronto soccorso! Stanno ancora verificando quali danni ha riportato!”. In quel preciso istante, dalla stanza indicata da Maria, uscirono i signori Parker; la madre era visibilmente distrutta e il suo viso era ancora umido di lacrime. Si avvicinarono al gruppetto di amici e il padre li mise al corrente delle condizioni di Liz: “Ragazzi, state tranquilli. Liz sta abbastanza bene. Non è ancora cosciente, ma fortunatamente non ha riportato grosse ferite. Ha un braccio rotto, ma tutto si dovrebbe risolvere nel giro di un mese.” Detto questo si avvicinò a Maria, l’abbracciò forte, la ringraziò e cercò di calmarla un po’. Poi si rivolse agli altri ragazzi e ringraziò anche loro per essere vicini a Liz. “Possiamo vederla?” chiese Max ansioso “Certamente! La stanno portando nella stanza 501 al quarto piano.” rispose il padre e Max ringraziò. Una volta in ascensore Max guardò Maria e le chiese: “Per favore, raccontami di nuovo cosa ha fatto quell’uomo!” La ragazza si asciugò la lacrime che ancora scendevano copiose sul viso, poi guardò Max e raccontò di nuovo quello che aveva visto. “Cosa gli avrà fatto? Perché ha messo le mani sulla fronte di Liz? E poi la luce…” Maria interruppe Max e disse: “Per me è un alieno! Ne sono quasi certa!” – “Si! Hai ragione! Con tutta probabilità è un alieno! Ma cosa poteva volere da Liz?” continuò Max. Maria scoppiò di nuovo a piangere e disse: “La voleva uccidere! Se fosse stato un alieno come voi, avrebbe potuto salvarla e invece… è sparito, si è volatilizzato!” Michael l’abbracciò cercando di calmarla, ma gli riusciva difficile. Continuava a pensare all’ultima frase pronunciata dalla ragazza e più ci pensava e più quella frase aveva senso. Guardò Max ed Isabel e disse: “Ragazzi, ci siamo! I nemici si sono fatti vivi!” Isabel rimase immobilizzata e poi disse: “Michael ha ragione! Però c’è qualcosa che non mi torna!” – “Cosa?” chiese Michael e subito Isabel rispose: “Avrebbe potuto salvarla, è vero, ma non l’ha nemmeno uccisa! Secondo voi perché?” – “Deve avere in mente ben altro!” disse Max pensieroso poi continuò: “Devo assolutamente scoprire cosa le ha fatto!” Isabel guardò il fratello e gli disse: “Ti prego, sii prudente! Siamo in ospedale e…” ma non ebbe il tempo di finire che Max la interruppe: “Sta tranquilla Isabel! In ospedale non posso fare niente, è troppo rischioso. Ma voglio accertarmi che davvero abbia solo un braccio rotto!” – “D’accordo, io starò di guardia!” – “Grazie Isabel!”. Michael continuava ad abbracciare Maria che era ancora sconvolta: lei era l’unica ad avere visto tutto e quelle immagini erano rimaste impresse nella sua mente. Arrivati al piano, chiesero ad un’infermiera indicazioni circa la stanza 501, ma dovettero aspettare prima di poter entrare perché i medici stavano sistemando le flebo. Finalmente riuscirono ad entrare e videro Liz distesa nel letto. Si avvicinarono: la ragazza era pallida e a parte qualche cerotto in viso e l’evidente ingessatura al braccio sembrava stesse dormendo. Max la chiamò, le accarezzò la mano e ripeté il suo nome, ma Liz non dava segno di averlo sentito. Guardò Isabel che subito capì e si posizionò davanti alla porta, pronta ad avvertire il fratello dell’arrivo di qualcuno. Maria si era seduta sulla sedia di fianco al letto di Liz e Michael le stava dietro con le mani appoggiate sulle spalle della ragazza. Max guardò Michael, come per avere anche il suo consenso. Il ragazzo fece un cenno col capo e Max impose la mani sul corpo di Liz. In pochi secondi una luce azzurrognola si sprigionò dalle mani del ragazzo e lui cominciò a spostarle su tutto il corpo. Dopo qualche minuto, sudato e visibilmente stremato dallo sforzo, si mise a sedere su di una sedia e Maria, ansiosa di sapere, chiese: “Allora? E’ tutto a posto?” con fatica Max rispose: “A parte il braccio, sembra sia tutto a posto!”. A quelle parole Isabel si avvicinò al fratello porgendogli un fazzoletto per asciugarsi il sudore dalla fronte e chiese: “Sembra o ne sei certo?” – “Non lo so! Ho trovato come una resistenza quando ho messo le mani sulla testa!” – “E cosa significa?” chiese Michael “Non lo so! Però sono sicuro che non ha nient’altro di rotto. Dev’essere opera di quell’uomo!” – “L’importante è che stia bene e che si riprenda in fretta!” disse Maria “Si! Hai ragione!” disse Isabel avvicinandosi alla ragazza, ed appoggiando una mano sulla spalla di Maria aggiunse: “Vedrai, presto tornerà a sorridere insieme a tutti noi!” Maria la guardò negli occhi ed appoggiando una sua mano su quella di Isabel disse: “Si! E sarà presto! Liz è una ragazza forte!”. Max si avvicinò di nuovo a Liz, le accarezzò di nuovo la mano e la chiamò. Gli occhi di Liz ebbero un lieve sussulto e Max lo fece notare agli altri ragazzi. Dopo qualche secondo Liz riuscì ad aprire gli occhi. La luce dei neon della stanza le ferirono gli occhi ed intravide solo delle ombre. Max la chiamò di nuovo, il viso di Liz si spostò verso la voce che sentiva molto vicina, sbatté le palpebre un paio di volte e dopo aver messo a fuoco la figura che aveva davanti, con voce molto flebile, disse: “Chi sei?” Max era sconvolto, non si aspettava di sentirsi dire quella frase e subito disse: “Liz, sono io! Max!” – “Max? Io… ti conosco?” la voce della ragazza era molto bassa, ma Max e gli altri ragazzi capirono ugualmente molto bene. Maria si alzò in piedi, si avvicinò lentamente a Liz e disse: “Ehi! Liz! Siamo noi: Max, Isabel, Michael e Maria! Non ti ricordi?” Liz volse lo sguardo verso Maria, li osservò e poi disse: “Mi dispiace ma… io non vi conosco!”. Maria riprese a piangere sommessamente mentre Isabel corse a chiamare un medico. Michael era allibito ma volle provare anche lui: “Dai Liz, non ti ricordi? Io sono Michael!” Liz lo guardò con sguardo assente e poi, ancora una volta, disse: “Io… non so chi sei!”. Il medico chiamato da Isabel si precipitò nella camera seguito da Isabel e dai signori Parker. La scena fu la stessa anche con i suoi genitori, e dopo vari tentativi privi di successo, i ragazzi ed i genitori dovettero uscire tutti dalla stanza. La madre era disperata, continuava a piangere e non riusciva a credere a quello che stava succedendo. Il signor Parker si avvicinò ai ragazzi e con calma disse: “Ragazzi, vi ringrazio per essere rimasti qui fino adesso, ma ora è meglio che andiate a casa. Stanotte rimarrò io qui con Liz. Max, ti chiedo solo una cortesia.” – “Mi dica pure, signor Parker.” – “Ti prego, accompagna mia moglie a casa, falle prendere un tranquillante ed assicurati che si addormenti! Lo so, non dovrei chiederti una cosa simile, ma non so davvero come fare!” – “Non si preoccupi! ci penseremo io e mia sorella.” – “Grazie di cuore Max. Grazie a tutti!” e detto questo accompagnò i ragazzi e la moglie fino alla jeep di Max, attese che partissero e tornò in camera dalla figlia. Arrivati a casa Parker, Max ed Isabel aiutarono la madre di Liz ad entrare in casa, le diedero un tranquillante e la misero a letto, proprio come aveva chiesto il sig. Parker. Isabel rimase nella camera della donna finchè non fu certa che lei dormisse e poi ripartirono. Michael si fermò a casa di Maria, la ragazza non era in grado di rimanere da sola: Amy De Luca era fuori città e Michael non se la sentiva di lasciarla sola in casa, non dopo quello che era successo. Dopo aver salutato Michael e Maria, Max ed Isabel arrivarono a casa e dopo aver raccontato tutto ai loro genitori, si rinchiusero nella camera di Max. Il ragazzo era sconvolto e non appena fu in camera si gettò sul letto disperato ed un lacrima gli rigò il viso. Liz aveva perso la memoria e questo era un dolore fortissimo per Max: si erano appena riavvicinati ed ora Liz non ricordava più nulla. Poi guardò la sorella e disse: “Ecco cosa ha fatto quell’uomo a Liz. Le ha fatto perdere la memoria! Non riuscivo a capire il perché avesse imposto le mani proprio sulla fronte, ma ora è tutto chiaro!” Isabel cercò di spronarlo: “Vedrai, ce la faremo anche questa volta! Ora, però, pensiamo a Liz e a come farle riacquistare la memoria!” – “E come pensi che possiamo fare?” chiese Max ed Isabel, guardandolo negli occhi disse: “Dammi una foto di Liz!” Max fu colto di sorpresa da quella richiesta e sul momento non capì cosa voleva fare la sorella. “Perché?” chiese ed Isabel rispose: “Voglio provare ad entrare nella mente di Liz. Voglio vedere se c’è qualcosa che posso fare!” – “Lo faresti davvero?” – “Certamente! Voglio aiutarti e voglio aiutare Liz a ritrovare la memoria!” Max aprì il cassetto del suo comodino ed estrasse una bellissima foto di Liz, la porse alla sorella e le fece posto sul letto. Isabel si distese, si mise la foto sul petto e la teneva stretta con entrambe le mani, chiuse gli occhi e si concentrò. Non fu facile, ma dopo qualche tentativo, riuscì ad entrare nella mente di Liz. Isabel si ritrovò in un luogo completamente vuoto e dove c’era pochissima luce. Continuava a guardarsi intorno e pian piano cominciò a muovere qualche passo. Quel posto le faceva un po’ paura e continuava a chiedersi dove si trovasse. D’un tratto fu tutto chiaro, si trovava nei ricordi di Liz; già! nei ricordi. Era un luogo vuoto, proprio come lo era la mente di Liz ora, senza ricordi. Continuò a camminare e si trovò davanti ad un muro altissimo. Proseguì il cammino lungo il muro per vedere se c’era un’entrata o comunque una possibilità di poter vedere cosa c’era dall’altra parte, ma fu tutto inutile. Mentre continuava a camminare lungo il muro, Isabel si sentì mancare; la fatica per lo sforzo di rimanere in contatto con la mente di Liz si faceva sentire ed Isabel cercò di resistere, ma dovette rinunciare e con un sussulto aprì gli occhi e si trovò davanti Max con una espressione molto preoccupata sul viso. Con un sospiro di sollievo Max le disse: “Santo cielo Isabel! Sei rimasta in trance per un sacco di tempo! Mi stavo preoccupando! Stai bene?” – “Si, è tutto ok! Ho trovato l’ostacolo che dicevi di aver sentito nella mente di Liz!” – “Davvero? E di che cosa si tratta?” – “E’ un muro altissimo!” – “Un muro?” – “Si! Mi sono ritrovata proprio nei ricordi di Liz. Era un luogo vuoto e con poca luce. Ho iniziato a camminare e mi sono trovata di fronte a questo muro. Allora ho continuato a camminare lungo il suo perimetro per vedere se c’era la possibilità di andare dall’altra parte, ma le forze mi sono venute meno e non ce l’ho fatta a continuare! Devo riprovare!” – “Non ora Isabel, sei troppo stanca! Devi riposarti! Riproverai più tardi!” – “D’accordo”. Passò circa un quarto d’ora ed Isabel riprovò ad entrare nella mente di Liz. Questa volta il contatto fu immediato e si ritrovò nello stesso punto in cui aveva interrotto il contatto precedente. Continuò a camminare lungo il muro e dopo diversi minuti trovò un portone altissimo di legno massiccio. Provò ad aprirlo ma non ci fu nulla da fare. Tentò allora di usare i suoi poteri: appoggiò la mano sulla serratura ma non ebbe alcun successo. E poi, di nuovo, si sentì mancare e fu costretta ad interrompere il contatto. Appena aprì gli occhi disse: “Max ho trovato la porta, ma non riesco ad aprirla! Ora provo di nuovo!” – “No Isabel, è troppo rischioso! E poi non ce la farai mai da sola!” – “Perché?” – “L’unica che può aiutarti è Liz!” – “Ma cosa dici Max! Come può Liz aiutarmi?” – “Io credo che lei sia dispersa nel luogo in cui tu ti sei ritrovata e l’unico modo per aprire quella porta è che Liz sia d’accordo ad aprirla. Lei è la chiave!” – “Forse hai ragione! Ma come faccio a trovarla?” – “Ho un’idea, ma dovrai promettermi che proveremo solo domani! E’ molto tardi e tu sei sfinita!” – “Te lo prometto Max! Dimmi la tua idea!” – “Portami con te nella mente di Liz, in due sarà più facile cercarla. Una volta trovata dobbiamo convincerla ad aprire quella porta.” – “Non so se sono in grado di portarti con me, ma vale la pena provarci!” – “D’accordo! Ora dormi! Domani proveremo di nuovo!” – “Ok! Buonanotte!”. Isabel si addormentò in un attimo nel letto di Max, lui le accarezzò il viso e si distese di fianco a lei e si addormentò. Nel frattempo Michael era a casa di Maria e cercava di farla stare tranquilla. La ragazza piangeva, era disperata, e non riusciva a credere che la sua migliore amica non ricordasse nulla. Nonostante le apparenze, anche Michael era molto preoccupato sia per Liz che per Maria. Decise poi di aiutare Maria con un tranquillante: non poteva rimanere così, aveva bisogno di dormire e in quelle condizioni non ne era davvero in grado. Andò nella cassetta dei medicinali e prese una compressa, poi prese un bicchiere d’acqua e li porse a Maria. La ragazza guardò Micheal con uno sguardo tristissimo poi prese la compressa, la mise in bocca e la deglutì con l’acqua. Micheal prese dolcemente Maria in braccio, la portò in camera e l’adagiò delicatamente sul letto; poi, a sua volta, si distese di fianco a lei, l’abbracciò e mentre la teneva stretta a sé le accarezzava dolcemente la testa. Maria lo guardò negli occhi e prima di addormentarsi riuscì a ringraziarlo, poi si abbandonò totalmente nelle sue braccia in un sonno profondo, ma tormentato da incubi. Il giorno dopo, non appena Max si fu alzato, decise di avvisare gli altri ragazzi: sia Alex, che Kyle e anche Tess non erano stati avvertiti, la sera precedente nessuno ci aveva pensato. Per Max non era facile dover dire ad Alex quello che era successo ma era giusto che lo sapesse: lui, Liz e Maria erano amici fin dall’infanzia e così fece un respiro profondo, prese in mano il telefono e lo chiamò. Alex rimase inorridito, anche a lui sembrava una cosa irreale. Parlarono per poco e poi si misero d’accordo per andare tutti insieme a trovare Liz in ospedale. Poi telefonò a Kyle ed anche lui rimase senza parole. Gli disse di avvertire lo sceriffo Valenti limitandosi a dire che in città c’era stato un nuovo arrivo, e sapeva che Kyle avrebbe capito di che tipo di arrivo si trattava. Poi gli chiese un ultimo favore: “Kyle, per favore, dillo tu a Tess, io non me la sento di raccontarle tutto ma è importante che anche lei sappia di quell’uomo. Siamo tutti in pericolo e voglio che anche lei sia al corrente della situazione!” – “D’accordo Max, ci penso io, sta tranquillo. Andrò a trovare Liz nel pomeriggio!” I ragazzi si salutarono e Max fece un sospiro di sollievo: non gli andava di sentire Tess e sapeva che Kyle aveva capito la situazione. Non appena terminò la telefonata con Kyle, Max chiamò anche Michael per sapere come stava Maria. La ragazza si era un po’ ripresa, Michael le era stato vicino per tutta la notte ed ora stava meglio, anche grazie alla nottata di sonno. Si accordarono per vedersi dopo un’ora per andare in ospedale. Dopo le telefonate, Max fece colazione e poi decise di farsi una doccia. Mentre l’acqua gli scivolava sul corpo, Max ripensava alla sera in cui si era recato da Liz: l’aveva abbracciata, l’aveva baciata ed aveva sentito quello che la ragazza provava per lui. Come avrebbe potuto farle ricordare tutto? Ci aveva pensato tutta la notte e l’unica che poteva dargli una mano era Isabel. Già! Isabel, la ragazza che sembrava tanto fredda soprattutto nei confronti di Liz e Maria era l’unica che poteva dargli una mano e lei si era offerta di aiutarlo. Era davvero una sorella fantastica e, nonostante le apparenze, era dolce e sensibile. Si vestì e dopo aver salutato i genitori, si avviò con Isabel a casa di Maria per incontrarsi con lei e Michael. Tutti insieme poi andarono a prendere Alex e si diressero all’ospedale. Appena furono davanti alla porta della stanza di Liz, incontrarono il sig. Parker: “Buongiorno Sig. Parker, come sta Liz?” chiese subito Max “Purtroppo è ancora come ieri, non riesce a ricordare nulla. Ah, Max, grazie per ieri sera! Ho telefonato a mia moglie e mi ha detto che tu ed Isabel siete stati davvero molto gentili.” – “L’abbiamo fatto volentieri! Possiamo vedere Liz?” disse Isabel – “Certamente ragazzi. Mi raccomando solo di non farla stancare troppo!” – “Stia tranquillo!” – “Visto che ora siete qui voi, ne approfitto per andare un attimo a casa. Torno subito e grazie ancora!” – “Ci saluti la Sig.ra Parker!”. Il padre di Liz lasciò i ragazzi davanti alla porta della stanza della figlia e si avviò a casa; Max aprì la porta e lentamente si avviò verso il letto dove Liz stava ancora facendo colazione, seguito da tutti gli altri ragazzi. La ragazza si girò verso di loro e li osservò silenziosamente mentre loro si avvicinavano. Max la salutò e lei ricambiò poi disse: “Ma… voi… siete quelli di ieri… non è vero?” A quelle parole Alex intervenì: “Ciao Liz, sono Alex! Ti ricordi di me?” La ragazza lo guardò con aria dispiaciuta e con voce bassa rispose: “Mi dispiace… ma proprio non ricordo!” Alex non riusciva a crederci che la sua migliore amica non riuscisse a riconoscerlo e vedendo l’espressione triste di Liz disse: “Non ti preoccupare! Vedrai che presto ricorderai tutto!” – “Lo spero tanto… mi dispiace vedere i vostri visi così tristi. Per favore, ditemi di nuovo i vostri nomi.” Maria si fece coraggio, stiracchiò un sorriso ed iniziò ad elencarli uno ad uno indicando, di volta in volta, la persona. Quando arrivò a Max disse: “…e lui è Max, il tuo ragazzo!” Liz si girò a guardarlo ed aveva un’espressione stupita sul volto. Lui le fece un sorriso e si sedette sul letto accanto a lei. Gli occhi di Liz si riempirono di lacrime e disse: “Mi dispiace… ma io… proprio non mi ricordo!” Max le prese una mano, la guardò con uno sguardo dolcissimo, le asciugò la lacrima che le stava rigando la guancia e disse: “Presto ricorderai! Ti aiuteremo noi… se ci permetterai di farlo!” Liz sorrise; anche se non ricordava nulla, il calore di quel ragazzo le dava un senso di tranquillità, poi disse: “Accetto molto volentieri il vostro aiuto, grazie!”. Trascorsero un paio d’ore tutti insieme; i ragazzi stavano raccontando gli episodi più divertenti che avevano vissuto insieme, e naturalmente Maria era quella che aveva da raccontare più di tutti. Tralasciarono il discorso degli alieni, sapevano che era un discorso difficile da affrontare e per il momento non era prudente. Ne avevano discusso in auto mentre raggiungevano l’ospedale e poi Max ed Isabel erano sicuri che sarebbero riusciti a guarirla presto e quindi il discorso non venne toccato. I ragazzi erano riusciti a far ridere Liz e stavano ridendo tutti quando il Sig. Parker entrò nella stanza. Rimase sorpreso nel vedere la figlia ridere e per un attimo si illuse, ma l’illusione finì presto quando vide l’espressione di Liz cambiare non appena lo vide: “Ciao tesoro, vedo che ti senti meglio!” – “Si! Mi stavano raccontando alcuni episodi e… anche se non li ricordo… mi hanno fatto ridere!” – “Bene! Mi ha fatto piacere vederti sorridere!”. I ragazzi si guardarono e senza dirsi una parola decisero che era meglio andare e così salutarono ad uno ad uno la paziente e lasciarono padre e figlia da soli. Una volta saliti sulla jeep di Max decisero di andare a casa di Michael ad attendere il momento giusto per provare di nuovo ad entrare nella mente di Liz. Sapevano che tra non molto l’orario delle visite sarebbe finito e Liz sarebbe rimasta sola in camera, e con tutta probabilità avrebbe dormito, il che era una condizione necessaria per Isabel. Si fermarono a prendere qualcosa da mangiare e poi si diressero a casa di Michael. Mangiarono e parlarono quasi esclusivamente di quell’uomo misterioso che si era volatilizzato e facevano ipotesi di qualsiasi genere. Quasi senza accorgersene, arrivò il momento di tentare nuovamente; Isabel era un po’ preoccupata, non aveva mai trasportato nessuno, oltre a lei, nella mente di qualcuno, e temeva di non riuscire a farcela. Max la tranquillizzò e con calma, dopo essersi seduti sul divano, le prese una mano. Nell’altra mano Isabel teneva stretta la foto di Liz, si concentrò e un attimo dopo si ritrovò nella mente di Liz con Max. Ce l’aveva fatta e al primo colpo e ne era felicissima. Senza perdere tempo, i due fratelli si divisero per cercare Liz, come aveva detto Max. Iniziarono le ricerche: entrambe gridavano il nome della ragazza e cercavano di procedere velocemente. Purtroppo i loro sforzi furono vani ed Isabel era troppo stanca per continuare. Il contatto si interruppe ed i due fratelli si risvegliarono all’improvviso nel salotto di Michael circondati dagli altri ragazzi. Isabel era sudata ed affaticata e si sentì svenire. Subito Maria le porse un bicchiere d’acqua e fortunatamente si riprese quasi immediatamente. Raccontarono ai presenti quello che era successo ed Isabel decise che avrebbe provato nuovamente non appena si fosse ripresa del tutto. Max, però, espresse nuovamente la sua opinione: “Isabel, forse sarebbe meglio entrare nella mente di Liz con la stessa Liz!” – “Cosa intendi dire?” chiese Isabel stupita da quell’affermazione. “Se invece di usare una semplice foto tu potessi veramente avere per mano anche Liz, tutto sarebbe più facile. C’è solo un problema: ho paura per la tua salute e per quella di Liz! E’ già stato molto difficile trasportare me e non so se sarà possibile trasportare una persona all’interno della sua stessa mente!” – “Forse hai ragione! Dobbiamo provare! E poi, se tu sarai vicino a noi, io non ho paura. So che ci salverai entrambe se dovessero esserci delle complicazioni. Ma come facciamo? Liz è in ospedale e potrebbe entrare chiunque nella stanza!” – “Dovremo penetrare nell’ospedale stanotte!” – “Ma come pensate di fare?” chiese Maria. “Ragazzi, una volta, io ed alcuni amici, ci siamo travestiti da dottore per una festa mascherata e se vi interessa un paio di camici bianchi li ho!” disse Alex – “Beh! questo faciliterebbe le cose, non vi pare?” disse Michael “E’ una buona idea, direi!” disse Isabel sorridendo ad Alex che contraccambiò “Si! Il camice potrebbe facilitarci l’entrata!” disse Max che subito chiese: “Alex, quando possiamo andare a prenderli?” – “Anche subito!” – “Perfetto, allora andiamo!” Max ed Alex si avviarono alla jeep lasciando Isabel ancora affaticata insieme a Michael e a Maria. Max ed Alex furono di ritorno dopo una mezz’ora e con gioia notarono che Isabel si era ripresa totalmente. I due fratelli si provarono i camici e Michael, per cercare di allentare la tensione del momento, li prendeva in giro, sostenuto anche da Alex. Maria ritrovò per un attimo il sorriso e Michael ne fu veramente felice; le si avvicinò e, con stupore di Maria, le diede un bacio sulla fronte, poi disse: “Abbiamo ancora un discorso in sospeso noi due. Appena tutto si sarà risolto avremo modo di parlare!” Maria annuì e il suo cuore cominciò a battere forte: quel ragazzo, oltre a farla arrabbiare, sapeva anche emozionarla tantissimo. Finalmente arrivò la notte. La luna era alta nel cielo e due figure si introdussero nella stanza di Liz: “Per fortuna è andato tutto bene! Ora chiudo la porta!” Max appoggiò la mano sulla serratura e la porta si bloccò: “Ora siamo sicuri che nessuno ci disturberà!” Max ed Isabel si avvicinarono al letto di Liz, misero una sedia ai due fianchi del letto e si sedettero. Poi ognuno di loro prese una mano di Liz e con quella libera si strinsero forte tra di loro. Isabel chiuse gli occhi imitata dal fratello, si concentrò e cercò di entrare in contatto con Liz. Dovette riprovare molte volte: era già stato difficile trasportare Max, e ritrovarsi a trasportare due persone con lei era davvero un’impresa ardua. Ma doveva farcela; dentro di lei sapeva che era in grado di farcela ma doveva trovare la forza. Isabel fece un respiro profondo, Max la guardava attentamente ma senza dire una parola per non interrompere la sua concentrazione, poi richiuse gli occhi. Finalmente Isabel instaurò il contatto e si ritrovò nel solito luogo deserto con Max e Liz. Quest’ultima si guardò intorno, poi rivolse lo sguardo stupito ai due fratelli e chiese: “Ma dove siamo?” – “Nei tuoi ricordi!” rispose Max – “Ma qui non c’è niente!” disse Liz “Lo so! Devi aiutarci ad aprire la porta dei tuoi ricordi!” spiegò Max “E come posso fare?” chiese Liz “Vieni con noi! Sono sicuro che tu riuscirai ad aprirla!” rispose Max prendendola per mano e si avviarono verso il portone di legno che aveva visto Isabel. Non appena vi furono davanti Liz fissò il muro e quella porta enorme e chiese: “Ma cos’è questo muro?” – “E’ quello che ti impedisce di ricordare. Forza, prova ad aprire la porta!” le disse Max. Liz esitò per un istante e poi si avvicinò alla porta, tese la mano, l’appoggiò al legno e spinse. In quell’istante il contatto si interruppe: Isabel era svenuta per l’eccessivo sforzo. Max la soccorse immediatamente e dopo qualche istante Isabel riaprì gli occhi: “Ce l’ha fatta?” chiese subito “Non lo so! Dovremo aspettare per saperlo!” Mentre diceva così, Max aiutò la sorella a stendersi sul letto a fianco di quello di Liz ed Isabel chiese: “Ma quanto dobbiamo aspettare?” – “Spero non molto!” e dicendo così Max si avvicinò un po’ barcollante al letto di Liz per vedere se la ragazza stava bene. Liz aveva un’espressione strana in viso e Max si preoccupò. Si avvicinò ancora di più e nello stesso momento Liz aprì gli occhi. La ragazza lo guardò stupita, poi sorrise e gli gettò il braccio libero al collo: “Oh! Max, come sono contenta di vederti! Ti stavo sognando!” – “Liz! Sai chi sono!” esclamò Max gioioso mentre Isabel si avvicinava per assicurarsi che Liz avesse recuperato davvero la memoria. Liz guardò Max stupita e disse: “Certo che so chi sei! Ma che domande fai?” E mentre diceva così si accorse del braccio ingessato e guardando nuovamente Max chiese: “Ma cos’è successo? Perché ho il braccio ingessato?” Max l’abbracciò e le diede un bacio sulle labbra e poi, sedutosi al suo fianco insieme ad Isabel, le raccontò tutto quello che era successo. Quando il ragazzo ebbe finito il suo racconto, Liz guardò Isabel e la ringraziò con le lacrime agli occhi: “Grazie Isabel! Grazie di cuore! Ti sarò per sempre grata!” – “L’ho fatto con piacere!” rispose la ragazza anche lei ormai con gli occhi lucidi. Mentre Liz si asciugava le lacrime chiese: “E quell’uomo? Avete scoperto qualcosa?” – “Non ancora!” disse Max ed Isabel intervenne: “A dire la verità non ci abbiamo neanche pensato. Eravamo così preoccupati per te, che ce ne siamo quasi dimenticati!” Liz guardò i due fratelli e disse: “Mi dispiace ragazzi di avervi fatto preoccupare!” – “Non ci pensare. L’importante è che tu ora stia bene!” le disse Max prendendole una mano fra le sue. Isabel guardò l’orologio e si accorse che erano rimasti lì per quasi due ore e così, anche se a malincuore, interruppe i due ragazzi: “Max è tardissimo! Dobbiamo andare, altrimenti…” e dicendo così si avvicinò a Liz per salutarla la quale si allungò, l’abbracciò e la ringraziò di nuovo. Isabel rimase stupita, nessuno a parte Max, l’aveva mai abbracciata e questo la fece sentire bene. Finalmente le due ragazze si erano avvicinate ed Isabel, dentro di sé, era davvero felice. Max si avvicinò a Liz e le disse: “Ora dobbiamo andare! Domani torneremo a trovarti. Buonanotte amore mio!” – “Buonanotte Max e grazie ancora!” I due ragazzi si scambiarono un bacio veloce poi Max ed Isabel si avvicinarono alla porta, il ragazzo la aprì con un tocco della mano ed uscirono dalla stanza. Liz rimase a pensare a quello che Max le aveva raccontato e pensò a come si erano potuti sentire gli altri ragazzi e i suoi genitori. Già! I genitori! Cosa gli avrebbe raccontato? Ci pensò un po’ poi decise di non dire nulla, avrebbe fatto finta di niente e decise che gli avrebbe detto di essersi svegliata già guarita; era la cosa migliore. La sua mente, poi, andò ad Isabel: non erano mai state grandi amiche, ma davanti a quell’emergenza lei l’aveva aiutata senza risparmiarsi, e senza Isabel lei sarebbe stata lì, senza i suoi ricordi. La sua guarigione la doveva soprattutto ad Isabel che aveva messo a disposizione quel suo grande potere alieno senza pensare a quello che sarebbe potuto succedere. Si addormentò più tardi con il pensiero rivolto a Max e a quell’ultima frase che le aveva detto “Buonanotte amore mio!” e il suo cuore si riempì di gioia. Michael, Maria ed Alex aspettavano con ansia il ritorno di Max ed Isabel. Quando sentirono il rumore del motore della jeep di Max, si precipitarono fuori dall’appartamento di Michael e Maria gli corse incontro: “Allora, com’è andata? E tutto a posto? Liz è guarita?” La ragazza non stava più nella pelle e Max non voleva farla penare oltre: “Si, Maria! Liz sta bene ed ha recuperato la memoria!” Per la felicità, Maria abbracciò Max e subito dopo anche Isabel, continuandoli a ringraziare finchè non furono entrati in casa. Una volta seduti, i due fratelli raccontarono come si erano svolti i fatti tra i commenti di gioia e di soddisfazione di chi ascoltava. Chiacchierarono ancora un po’ poi, visto l’orario, Max, Isabel ed Alex diedero la buona notte a Michael e Maria. Non appena gli amici furono usciti, Michael si rivolse a Maria: “Vuoi che ti accompagni a casa?” – “Mi piacerebbe rimanere qui, se non ti dispiace. E poi avevamo un discorso in sospeso, mi sembra! Che ne dici, ti va di parlarne?” – “Beh! sempre che tu abbia voglia di starmi a sentire!” – “Ma cosa dici?!? Certo che ne ho voglia!” – “D’accordo! E’ un po’… difficile per me, ma cercherò di farlo!” Michael prese la mano di Maria e si accomodarono sul divano, poi lui la guardò negli occhi e cominciò a parlare: “Vedi…, ho sempre cercato di tenerti lontana da me perché non volevo che ti succedesse niente; con più mi stavi vicino e con più sentivo che eri in pericolo, ma credimi… non è stato facile!” Michael fece una breve pausa e Maria rimase in attesa che riprendesse a parlare. “Quando abbiamo saputo qual’era il nostro destino avrei voluto ribellarmi, ma non l’ho fatto! Cercavo di convincermi che tu non facessi parte della mia vita quando invece…” Il ragazzo non ebbe il coraggio di finire la frase, ma guardando Maria comprese che lei aveva capito. Abbassò lo sguardo per un attimo ed alzando nuovamente gli occhi continuò: “Sono stati giorni terribili! Più ti tenevo lontana e più tu mi mancavi. Io, Max ed Isabel ne abbiamo parlato per giorni interi e finalmente siamo giunti ad una decisione: noi, e soltanto noi, decideremo quale sarà il nostro destino e soprattutto con chi. Non abbiamo accettato che qualcuno avesse deciso per noi con chi vivere la nostra vita. E poi non sarei mai riuscito a stare con Isabel: io le voglio bene, ma ci consideriamo come dei fratelli!” Michael fece una breve pausa e poi riprese: “Abbiamo deciso che salveremo ugualmente il popolo di Antar, siamo stati creati per questo, ma siamo decisi a crearci una vita qui… sulla Terra!” Il ragazzo fece ancora una pausa; Maria non aveva perso neanche una parola e non voleva interromperlo quindi continuò a guardarlo negli occhi e lui riprese: “Max è stato il primo ed ora tocca a me. Maria, voglio che tu sappia che hai sempre fatto parte della mia vita, fin da quando ci siamo conosciuti! Lo so, mi sono comportato male, ma per me era una difesa!” Maria allungò una mano per stringere quella di Michael e gli occhi le si riempirono di lacrime. Michael le accarezzò il viso e disse: “Maria, io… ti amo!” Maria non riusciva a credere a quello che aveva sentito, pensava che quelle parole non sarebbero mai uscite dalla bocca di Michael e invece lui, ancora una volta, l’aveva sorpresa. Una lacrima di gioia le scese lungo il viso, Michael si avvicinò, prese tra le mani il volto della ragazza e la baciò con tutta la passione che aveva in corpo. Fu un bacio lunghissimo e quando i due ripresero fiato Maria lo guardò e disse: “Anch’io ti amo, Spaceboy!” e gli gettò le braccia al collo baciandogli le labbra. La mattina seguente, di buon ora, i Sig. Parker si recarono in ospedale. Le infermiere stavano distribuendo le colazioni nelle stanze e quando entrarono in quella di Liz la videro intenta a mangiare. Non appena si accorse di loro, Liz gli sorrise e disse: “Finalmente siete arrivati! Ma quand’è che mi portate a casa?” I genitori erano stupiti e subito la madre corse ad abbracciare la figlia: “Oh, tesoro! Ti è tornata la memoria!” – “Si, mamma! Ora ricordo tutto: ero uscita per andare da Maria e sono stata investita! Mi dispiace avervi fatto preoccupare!” – “Non importa tesoro, l’importante è che ora tu stia bene!” le disse il padre abbracciandola “Ma come è successo?” continuò. Liz si sciolse dall’abbraccio caloroso del padre e disse: “Non lo so, stamattina, quando mi sono svegliata, ricordavo già tutto!” e sorridendo aggiunse: “Forse la mia mente aveva bisogno di riposare!” – “E’ proprio vero che la mente umana è un mistero!” disse la madre accarezzando la testa della figlia. Il padre si alzò dal letto della figlia dove si era seduto e guardando la moglie disse: “Vado a parlare con il medico. Voglio sapere quando Liz potrà tornare a casa.” Poi guardò la figlia e sorridendo disse: “Poi farò una telefonata ad un certo Max Evans; credo che sarà felice di sapere la notizia!” – “Grazie papà” e l’uomo uscì dalla stanza. Un’ora dopo la camera di Liz era piena: Max era arrivato subito dopo la telefonata del Sig. Parker e pian piano erano arrivati Isabel, Alex, Michael, Maria e per ultimi Kyle e lo sceriffo Valenti. Liz aveva notato l’assenza di Tess e in un primo momento non chiese nulla ma poi cedette, chiamò Kyle e chiese notizie di lei: “Vedi, Liz, Tess non se la sentiva di venire ma ti assicuro che è contenta che tu stia bene e ti manda i suoi saluti!” Liz capiva benissimo lo stato d’animo di Tess e non le dava torto; anche lei probabilmente avrebbe reagito allo stesso modo, capiva che non era facile per Tess incontrarla quando sapeva di essere stata la causa per cui Tess e Max non erano insieme, così guardò Kyle e disse: “La capisco! Comunque salutala da parte mia!” – “Certamente!”. Quando i due finirono di parlare Max si avvicinò a Liz e le chiese “Allora, quando torni a casa?” - “Domani mattina. Mi terranno qui oggi in osservazione ma è tutto a posto!” Liz gli si avvicinò e a bassa voce disse: “Grazie ancora!” e Max sorridendo le disse: “Non sopportavo l’idea che mi avessi dimenticato!” e dopo averle dato un bacio sulla guancia disse: “Verrò a trovarti domani sera… in terrazza!” – “Sarò lì ad aspettarti!”. La sera successiva Liz era lì, sulla terrazza, seduta sulla sdraio in attesa di Max e lui, come promesso, arrivò. Liz gli corse incontro abbracciandolo con il braccio libero, e lui la baciò appassionatamente. Poi Max la guardò negli occhi e disse: “Finalmente ti ho ritrovata!” – “Non mi hai mai persa!” – “Ora siamo una cosa sola!” Liz guardò intensamente gli occhi nocciola di Max e perdendosi nel suo sguardo disse: “Ti amo Max, staremo insieme per sempre!” – “Si! Per sempre!”. Si diedero un altro bacio e poi Max disse: “Ora non ci rimane altro che trovare quell’alieno!”.

CONTINUA..

 

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