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di Paola Franz
La
prevenzione e la diagnostica precoce risultano essere le uniche armi
per arginare il cancro del collo dell’utero, che ogni anno,
secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, uccide
più di 230.000 donne nel mondo. È ciò che emerge dal XVII
Congresso Nazionale della Società Italiana di Colposcopia e
Patologia Cervico Vaginale che si tiene a Roma dal 5 al 7 dicembre
sotto la presidenza dei professori Aldo Vecchione e Corrado Villani.
La causa principale di questo tipo di cancro sono alcuni sottotipi
dello Human Papilloma Virus (HPV),
malattia sessualmente trasmessa (MST) che dopo aver infettato le
cellule del collo dell’utero può in tempi anche molto lunghi
determinare la formazione di un tumore. Quindi ci si deve muovere
almeno in due direzioni, la prima volta a sensibilizzare soprattutto i
giovani sui rischi di trasmissione dell’HPV, la seconda verso tecniche
sempre nuove di diagnostica precoce. Negli ultimi 50 anni si è
verificato un declino significativo di tale neoplasia utilizzando il
pap test, la colposcopia e altre importanti tecniche diagnostiche a
larghe fasce di popolazione anche apparentemente sana. Lo screening
è stato quindi ciò che ha determinato questi risultati
lusinghieri. Ma siamo lontani dall’avere risolto il problema.
Durante il congresso verranno presentate importanti innovazioni nell’ambito
della diagnostica precoce del cancro del collo dell’utero, citiamo
di seguito le più significative.
È stata messa a punto una nuova
metodica di superamento del pap test tradizionale, che consiste in
un esame su strato sottile che permette, sempre attraverso il
prelievo di muco dal collo dell’utero durante la visita
ginecologica, sia di analizzare un numero maggiore di cellule
migliorando la diagnosi precoce, sia di identificare
contemporaneamente i sottotipi di Human Papilloma Virus (HPV).
Oggi sappiamo per esempio che due dei virus maggiormente implicati
nella trasformazione neoplastica sono l’HPV16 (50% dei casi di
tumore dell’utero) e l’HPV18. Individuare dei soggetti a rischio
significa che potremo seguire in maniera più puntuale e quindi
prevenire con un intervento molto precoce e conservativo l’eventuale
sviluppo della malattia.
Negli ultimi anni la terapia di questi
tumori è stata completamente rivoluzionata, perché attraverso
nuove tecniche gli interventi sono diventati più mirati, conservativi e
ambulatoriali. Altro evento innovativo è la possibilità di
individuare le lesioni attraverso uno scanner da affiancare a
metodiche fondamentali quali la colposcopia e il pap test, per
garantire adeguati standard qualitativi nella prevenzione di questa
patologia. Un ultimo accenno va fatto agli studi ancora
sperimentali eseguiti in tutto il mondo sui vaccini, che speriamo
siano promettenti. Il Congresso e il Corso che lo precede hanno un
grande successo di pubblico grazie a un programma ricco e articolato
e alla presenza di relatori di fama internazionale. |
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