Agenzia di Stampa

Anno 1 Numero 35 Mercoledì 04.12.02 ore 23.45

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Direttore Responsabile Guido Donati

   

La prevenzione: unica arma contro il cancro del collo dell’utero

 

 

di Paola Franz 

La prevenzione e la diagnostica precoce risultano essere le uniche armi per arginare il cancro del collo dell’utero, che ogni anno, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, uccide più di 230.000 donne nel mondo. È ciò che emerge dal XVII Congresso Nazionale della Società Italiana di Colposcopia e Patologia Cervico Vaginale che si tiene a Roma dal 5 al 7 dicembre sotto la presidenza dei professori Aldo Vecchione e Corrado Villani.

La causa principale di questo tipo di cancro sono alcuni sottotipi dello Human Papilloma Virus (HPV), malattia sessualmente trasmessa (MST) che dopo aver infettato le cellule del collo dell’utero può in tempi anche molto lunghi determinare la formazione di un tumore. Quindi ci si deve muovere almeno in due direzioni, la prima volta a sensibilizzare soprattutto i giovani sui rischi di trasmissione dell’HPV, la seconda verso tecniche sempre nuove di diagnostica precoce. Negli ultimi 50 anni si è verificato un declino significativo di tale neoplasia utilizzando il pap test, la colposcopia e altre importanti tecniche diagnostiche a larghe fasce di popolazione anche apparentemente sana. Lo screening è stato quindi ciò che ha determinato questi risultati lusinghieri. Ma siamo lontani dall’avere risolto il problema. Durante il congresso verranno presentate importanti innovazioni nell’ambito della diagnostica precoce del cancro del collo dell’utero, citiamo di seguito le più significative.

È stata messa a punto una nuova metodica di superamento del pap test tradizionale, che consiste in un esame su strato sottile che permette, sempre attraverso il prelievo di muco dal collo dell’utero durante la visita ginecologica, sia di analizzare un numero maggiore di cellule migliorando la diagnosi precoce, sia di identificare contemporaneamente i sottotipi di Human Papilloma Virus (HPV). Oggi sappiamo per esempio che due dei virus maggiormente implicati nella trasformazione neoplastica sono l’HPV16 (50% dei casi di tumore dell’utero) e l’HPV18. Individuare dei soggetti a rischio significa che potremo seguire in maniera più puntuale e quindi prevenire con un intervento molto precoce e conservativo l’eventuale sviluppo della malattia.

Negli ultimi anni la terapia di questi tumori è stata completamente rivoluzionata, perché attraverso nuove tecniche gli interventi sono diventati più mirati, conservativi e ambulatoriali. Altro evento innovativo è la possibilità di individuare le lesioni attraverso uno scanner da affiancare a metodiche fondamentali quali la colposcopia e il pap test, per garantire adeguati standard qualitativi nella prevenzione di questa patologia. Un ultimo accenno va fatto agli studi ancora sperimentali eseguiti in tutto il mondo sui vaccini, che speriamo siano promettenti. Il Congresso e il Corso che lo precede hanno un grande successo di pubblico grazie a un programma ricco e articolato e alla presenza di relatori di fama internazionale.

 

 

 

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