Anno 2 Numero 61 Mercoledì 04.06.03 ore 23.45 |
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Direttore Responsabile Guido Donati |
NIENTE
PANICO PER UN CASO DI BSE IN CANADA I programmi di controllo e diagnosi funzionano - La FAO spinge tutti i paesi a continuare
Roma,
3 giugno 2003 - Secondo
quanto ha oggi affermato la FAO oggi, la scoperta di un singolo caso di encefalopatia
spongiforme bovina
in una mucca in Canada, in seguito ad un'ispezione, dimostra che controlli
efficaci impediscono la diffusione della malattia. "Tutti
i paesi dovrebbero continuare a tenere sotto controllo la malattia, anche
quando non sono mai apparsi sintomi di BSE", ha detto Andrew Speedy,
della Divisione Produzione e Sanità animale. Casi
di BSE dal 2001 Dal
2001, secondo i rapporti ufficiali dell'Ufficio Internazionale per le
Epizoozie (UIE), pochi casi di BSE sono stati scoperti in alcuni paesi: 4
nella Repubblica Ceca, 1 in Grecia ed 1 in Israele, 7 in Giappone, 2 in
Lussemburgo, 5 in Polonia, 11 in Slovacchia e 3 in Slovenia. "Inoltre",
secondo Speedy, "il trend nei paesi europei più colpiti è in calo.
Ad esempio, nel Regno Unito si è avuto un picco nel 1992 con
37.000 casi, calati a 1144 casi nel 2002. Nel resto d'Europa, su un totale
di capi bestiame di oltre 80 milioni, si sono verificati meno di millle
casi di BSE, per mezzo dei programmi di controllo.
La
FAO afferma che in molti paesi la farina di sardigna non viene più usata
come cibo per i ruminanti ed è stata proibita nell'Unione Europea.
Molti programmi sono in corso per esaminare grandi masse di
bestiame con moderni test di laboratorio.
Gli animali colpiti vengono abbattuti.
Questo significa che il materiale infetto non venga immesso nella
catena alimentare. Richiesti
maggiori controlli La
FAO spinge i paesi ad applicare le linee guida elaborate insieme all'OMS e
all'UIE nel 2001, in particolare le seguenti:
Diffondere
queste pratiche Per
aiutare altri paesi ad attuare misure piú restrittive, la FAO sta
facilitando la cooperazione tra la Svizzera - che ha avuto successo nel
trattamento della BSE - e i paesi dell'Est, l'Africa e l'America Latina. Speedy
ha aggiunto che "un elemento importante in questo tipo collaborazione
è costituito dalla formazione e circolazione degli esperti in tutti i
passi della catena alimentare. Regole
sempre più restrittive sono assolutamente necessarie per garantire che la
carne sia sana". |
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